La disoccupazione strutturale e la gestione del tempo di lavoro in Europa
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<br/><b>CAPITOLO 1</b> <br/> La disoccupazione strutturale in Europa e in Italia<br/> 1. I dati sulla disoccupazione in Europa e in Italia<br/> 2. La disoccupazione strutturale nell'analisi degli sviluppi della teoria neoclassica<br/> 2.1 La flessibilità<br/> 2.1.1 La flessibilità esterna<br/> 2.1.2 La flessibilità interna<br/> 3. L'analisi strutturalista<br/> 4. Il progresso tecnico e la problematica occupazionale<br/> 4.1 Il progresso tecnico e l'esistenza di fasi di transizione necessarie al dispiegamento dei suoi effetti positivi<br/> 4.1.1 Il progresso tecnologico nell'analisi degli economisti neo-schumpeteriani<br/> 4.2 La disoccupazione strutturale come combinazione dell'evoluzione della tecnologia e dell'evoluzione della domanda<br/> 4.2.1 Struttura della domanda e istituzioni<br/> 4.3 La disoccupazione strutturale come effetto del progresso tecnologico<br/> <br/><b>CAPITOLO 2</b> <br/> Le strategie di gestione del tempo di lavoro<br/> 1. Introduzione<br/> 2. Il dibattito sul tempo di lavoro negli anni '60<br/> 3. La crisi del modello fordista e le nuove basi del dibattito sul tempo di lavoro <br/> 3.1 L'esigenza di maggiore flessibilità dal lato della domanda di lavoro<br/> 3.2 L'esigenza di maggiore flessibilità dal lato dell'offerta di lavoro<br/> 4. Le modalità di gestione del tempo di lavoro<br/> 5. I rapporti di lavoro atipici: una classificazione<br/> 5.1 La flessibilità del lavoro in termini di ore <br/> 5.2 Il lavoro a tempo determinato<br/> 5.3 Il lavoro a tempo parziale<br/> 5.4 Il telelavoro<br/> 6. Gli effetti della introduzione/diffusione dei rapporti di lavoro atipici<br/> 6.1 Il tempo di lavoro flessibile<br/> 6.1.1 Il lavoro notturno<br/> 6.2 Il lavoro a tempo determinato<br/> 6.3 Il lavoro a tempo parziale<br/> 6.4 Il telelavoro<br/> 7. Il prepensionamento<br/> 8. La gestione del tempo di lavoro e la problematica occupazionale: considerazioni conclusive<br/> <br/><b>CAPITOLO 3</b> <br/> Il dibattito sulla riduzione dell'orario di lavoro settimanale<br/> 1. Introduzione<br/> 2. Tendenze di lungo periodo dell'orario di lavoro<br/> 2.1 La prima fase delle lotte per la riduzione dell'orario<br/> 2.2 Il periodo tra le due guerre mondiali<br/> 2.3 Dal secondo dopoguerra ai primi anni ottanta<br/> 2.4 Fine della tendenza alla riduzione<br/> 2.4.1 La direttiva del Consiglio europeo del 1993 e gli orari nei paesi dell'Unione Europea<br/> 3. L'esperienza italiana<br/> 3.1 La divaricazione tra orari contrattuali e orari di fatto<br/> 4. La riduzione congiunturale (o difensiva) dell'orario di lavoro<br/> 4.1 I Contratti di solidarietà<br/> 4.2 L'accordo Volkswagen del 1993<br/> 5. Gli obiettivi della riduzione dell'orario di lavoro settimanale<br/> 5.1 La riduzione dell'orario di lavoro come rimedio alla disoccupazione<br/> 5.2 Tempo di lavoro e tempo di vita<br/> 5.3 La riduzione dell'orario di lavoro come occasione di pari opportunità tra i sessi <br/> 5.4 Una politica occupazionale per la difesa dell'ambiente<br/> 6. Il dibattito sugli effetti occupazionali della riduzione dell'orario di lavoro <br/> 6.1 Gli effetti sui costi e sulla competitività delle imprese<br/> 6.2 Il ricorso allo straordinario<br/> 6.3 I costi di addestramento per le nuove assunzioni<br/> 6.4 Il doppio lavoro<br/> 7. Come procedere alla riduzione settimanale dell'orario di lavoro<br/> 7.1 I tempi di attuazione<br/> 7.2 Il sistema degli incentivi<br/> 7.3 Il campo di attuazione in termini settoriali e territoriali<br/> 7.4 Legge o contrattazione collettiva<br/> 7.5 Riduzione dell'orario e annualizzazione<br/> 7.6 Le barriere doganali<br/> <br/><b>CAPITOLO 4</b> <br/> Le ricerche esistenti<br/> 1. Introduzione<br/> 2. Le ricerche microeconomiche<br/> 2.1 I modelli con salario esogeno<br/> 2.1.1 Alcune specificazioni del modello base<br/> 2.1.2 Variazioni dello stock di capitale e dell'utilizzo della capacità produttiva <br/> 2.2 Modelli con salario fissato dalle imprese<br/> 2.3 Modelli con salario fissato dal sindacato<br/> 3. L'analisi macroeconomica<br/> 4. Le ricerche macroeconomiche<br/> 5. Alcune simulazioni econometriche<br/> 5.1 Una simulazione per il Regno Unito<br/> 5.2 Una ricerca basata sul modello econometrico della Banca d'Italia del 1986<br/> 5.3 Due ricerche applicate al contesto economico francese<br/> <br/><b>CAPITOLO 5</b> <br/> L'esperienza francese<br/> 1. Introduzione <br/> 2. L'ordinanza del 1982<br/> 3. La legge Balladur del 1993<br/> 4. La legge De Robien del 1996<br/> 4.1 L'applicazione della legge De Robien<br/> 4.2 Gli studi sulla generalizzazione della legge De Robien<br/> 5. La legge Aubry del 1998<br/> 5.1 L'applicazione della legge Aubry e gli effetti occupazionali attesi<br/> <br/><b>CAPITOLO 6</b> <br/> Considerazioni conclusive<br/> <br/><b>BIBLIOGRAFIA </b> <br/>
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca Boscaino |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Prf.luigi Frey |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 217 |
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