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Cantiere per l'esecuzione di un ripascimento con temporaneo deposito in mare: analisi della dispersione dei sedimenti

Un problema attuale che riguarda le coste sabbiose, ed in particolare quelle della regione Emilia-Romagna, è sicuramente l’erosione provocata dell’azione del mare. Tale fenomeno è sempre avvenuto in passato per cause naturali, in alternanza con fasi di avanzamento che determinavano sul lungo periodo un sostanziale equilibrio del litorale.
Poiché lo sviluppo dell’urbanizzazione e delle attività turistiche in prossimità delle spiagge non è compatibile con le dinamiche naturali della fascia costiera, le amministrazioni competenti sul territorio sono sensibili al problema della riduzione dell’erosione.
Il ripascimento artificiale, messo in pratica in Emilia-Romagna solo negli ultimi 20 anni, è un tipo di intervento utile a risolvere, nel medio termine, il problema; non sempre però la materia prima necessaria per i ripascimenti è reperibile nelle vicinanze del recapito, condizione necessaria per rendere l’operazione economicamente vantaggiosa. Nell’ottica recentemente adottata di una gestione integrata della fascia costiera, le istituzioni competenti hanno preso in considerazione la possibilità che la sabbia dragata dall’imboccatura dei numerosi porti-canale regionali, finora spesso scaricata al largo, possa essere sfruttata proprio per ricostituire le spiagge nei litorali vicini.
Questa tesi si basa sull’analisi di un intervento di ripascimento attualmente in corso di svolgimento lungo il litorale di Lido di Spina, intervento che prevede l’utilizzo di sabbia dragata dall’imboccatura del porto-canale di Porto Garibaldi. La soluzione adottata dall’impresa esecutrice è quella di depositare il materiale trasportato dalla draga al largo del recapito, all’interno di uno spazio delimitato su tre lati da un sistema di palancole; per mezzo di una stazione di pompaggio montata su piattaforma, la miscela sabbia-acqua ottimale per il ripascimento è sospinta a riva all’interno di una tubazione in polietilene.
Dal punto di vista strutturale, si pone il problema di assicurare stabilità e resistenza alle palancole infisse per la realizzazione della vasca di deposito in presenza di mareggiate intense, durante le quali si esercitano rilevanti pressioni dinamiche. Sulla base di studi e di indagini sperimentali su configurazioni strutturali analoghe a quella in esame, sono state proposte espressioni analitiche per la descrizione delle azioni agenti. Assumendo l’azione ondosa corrispondente ad un tempo di ritorno pari a un anno, la soluzione con palancole a sbalzo del tipo usualmente impiegato, pur con adeguata lunghezza di infissione, si rivela non idonea dal punto di vista della resistenza statica. Occorre quindi prevedere o un sovradimensionamento delle palancole o l’introduzione di dispositivi di vincolo in sommità.
Un’altra problematica connessa alle operazioni di cantiere sono le riper-cussioni negative dal punto di vista dell’impatto ambientale conseguenti al manifestarsi di torbidità generata dalle particelle fini messe in sospensione durante lo scarico della sabbia dalla draga all’interno del palancolato.
Un’indagine analitica è stata sviluppata con un modello implementato su un codice di calcolo agli elementi finiti in grado di rappresentare l’interazione tra il fenomeno della propagazione del moto ondoso nell’area e quello della diffusione-convezione del sedimento sospeso. Alcuni dei parametri di input per il modello sono stati ricavati a seguito di un’indagine sperimentale in sito basata sul prelievo di campioni di acqua torbida durante le operazioni di sversamento della sabbia.
I campioni sono stati analizzati presso il laboratorio del Dipartimento Tecnico della Sezione Provinciale di Ravenna dell’ARPA; ciò ha consentito la determinazione di un coefficiente di dispersione, difficilmente deducibile dalla letteratura tecnica, necessario per l’implementazione del modello.
I risultati dell’elaborazione mostrano che la torbidità si attenua ad una distanza relativamente piccola dalla zona di sversamento, situata a circa 300 m da riva. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, il fenomeno è poco significativo se confrontato con la situazione che si determina a causa della dispersione in acqua della sabbia depositata in battigia.

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9 1. SOMMARIO Un problema attuale che riguarda le coste sabbiose, ed in particolare quelle della regione Emilia-Romagna, è sicuramente l’erosione provocata dell’azione del mare. Tale fenomeno è sempre avvenuto in passato per cause naturali, in alternanza con fasi di avanzamento che determinavano sul lungo periodo un sostanziale equilibrio del litorale. Poiché lo sviluppo dell’urbanizzazione e delle attività turistiche in prossimità delle spiagge non è compatibile con le dinamiche naturali della fascia costiera, le amministrazioni competenti sul territorio sono sensibili al problema della riduzione dell’erosione. Il ripascimento artificiale, messo in pratica in Emilia-Romagna solo negli ultimi 20 anni, è un tipo di intervento utile a risolvere, nel medio termine, il problema; non sempre però la materia prima necessaria per i ripascimenti è reperibile nelle vicinanze del recapito, condizione necessaria per rendere l’operazione economicamente vantaggiosa. Nell’ottica recentemente adottata di una gestione integrata della fascia costiera, le istituzioni competenti hanno preso in considerazione la possibilità che la sabbia dragata dall’imboccatura dei numerosi porti-canale regionali, finora spesso scaricata al largo, possa essere sfruttata proprio per ricostituire le spiagge nei litorali vicini. Questa tesi si basa sull’analisi di un intervento di ripascimento attualmente in corso di svolgimento lungo il litorale di Lido di Spina, intervento che prevede l’utilizzo di sabbia dragata dall’imboccatura del porto-canale di Porto Garibaldi. La soluzione adottata dall’impresa esecutrice è quella di depositare il materiale trasportato dalla draga al largo del recapito, all’interno di uno spazio delimitato su tre lati da un sistema di palancole; per mezzo di una stazione di pompaggio montata su piattaforma, la miscela sabbia-acqua ottimale per il ripascimento è sospinta a riva all’interno di una tubazione in polietilene.

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Merli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Alberto Lamberti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 135

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Parole chiave

convezione
diffusione
dragaggio
palancola
ripascimento
torbidità

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