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Inquinamento dei sedimenti alla foce dell'Isonzo

Nel presente lavoro si è esplorata una tecnica per la rimozione del mercurio da suoli inquinati.
La tecnica è stata messa a punto su un caso reale, quello dei sedimenti alla foce dell’Isonzo, oggi peraltro sede della Riserva Naturale omonima di notevole interesse naturalistico.
Per comprendere appieno il sistema relazionale di contaminazione sorgente-percorsi-bersagli del pericoloso metallo si è posta particolare attenzione nell’analizzare le sorti del mercurio nelle diverse fasi del ciclo di diffusione ed evidenziare, quindi, il grado di esposizione cui sono soggetti gli organismi viventi, ovvero le modalità attraverso le quali il mercurio si rende disponibile nell’ecosistema.
Nel mese di agosto del 1999, l’Università di Ancona in collaborazione con l’Università di Trieste ha eseguito una campagna di sondaggi atta a prelevare campioni di sedimento e acqua di mare. Gli stessi campioni sono stati successivamente forniti al laboratorio di Ingegneria Chimica, dei Materiali, delle Materie Prime e Metallurgia dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Presso “La Sapienza” si è proceduto all’analisi delle frazioni granulometriche costituenti i diversi campioni, al fine di caratterizzare il sito in esame.
Il considerevole numero di campioni prelevati, in rapporto all’estensione del sito indagato, ha consentito di fare uno studio geostatistico approfondito. Attraverso l’analisi dei variogrammi sperimentali si è quindi redatta una mappa del tenore stimato in mercurio legato alle particelle fini dei sedimenti. Mediante tale ricostruzione si sono evidenziate le zone maggiormente contaminate ed è stato possibile confermare che l’inquinamento riscontrato è riconducibile al fiume Isonzo, il quale intercetta le acque del fiume Idrija che drenano gli scarti della (cessata) lavorazione della miniera di mercurio omonima.
Considerando la Normativa vigente e, in particolare, quanto fissato nel Protocollo Venezia, si è ricostituito un campione, rappresentativo della zona maggiormente inquinata, da sottoporre a bonifica.
Tra le tecniche di rimozione del mercurio disponibili, in base alle esperienze già maturate in tale campo nell’ambito de “La Sapienza”, si è optato per il trattamento termico.
Presso l’Istituto Trattamento dei Minerali del CNR (ITM-CNR) si è definito un piano sperimentale e sono state eseguite prove di estrazione per via termica del mercurio. I risultati delle prove di laboratorio hanno dimostrato come la tecnica del desorbimento termico sia percorribile a bassi costi, per il trattamento dei suoli contaminati da mercurio.

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Capitolo 1_________________ Il problema del recupero dei siti inquinati 1 IL PROBLEMA DEL RECUPERO DEI SITI INQUINATI 1.1-INTRODUZIONE Sin dalla fine degli anni settanta, nei maggiori paesi industrializzati, la problematica dell’individuazione e del risanamento dei terreni contaminati ha richiamato l’attenzione degli esperti in campo ambientale. I terreni ed i siti inquinati possono rappresentare seri pericoli sia per la salute dell’uomo, sia per le risorse ecologiche. Negli ultimi anni sono state sviluppate, in un certo numero di Paesi, strategie di gestione dei terreni contaminati nonché tecnologie per il loro risanamento e la loro bonifica. Nonostante tali progressi rimane ancora molta la strada da fare e, dato l’elevatissimo costo potenziale delle bonifiche, una strategia di prevenzione dovrebbe rappresentare la prima linea di difesa. Tale affermazione assume maggior significato se si pensa che la contaminazione non è imputabile soltanto a cause accidentali o occasionali, ma, più frequentemente, è conseguenza

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Benotti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio
  Relatore: Paolo Massacci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 249

FAQ

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Parole chiave

bonifica
inquinamento
mercurio
risanamento
sedimenti
qualità delle acque
fiume isonzo

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