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La complesse e controverse relazioni internazionali tra la Libia e l'Italia dal 1860 ad oggi: periodo coloniale, post-coloniale ed i problemi irrisolti

"La Libia è separata dall'Italia soltanto dal Mediterraneo, come le due parti di Roma sono separate dal Tevere": se questo noto slogan contiene in sè un messaggio di vicinanza ed amicizia tra i due paesi, la Libia lo ha sempre interpretato negativamente fino a considerarlo celato da nuovo imperialismo. Questa tesi ripercorre brevemente, sia con un approccio storico-descrittivo sia analitico-prospettico, il dilemma della conquista dell'Eldorado italiano, il periodo coloniale liberale e fascista, e le difficoltà dei rapporti diplomatici nell'immediato secondo dopoguerra. Ma la parte più consistente si concentra sui principali eventi nelle relazioni tra i due paesi dopo l'avvento al potere dell'eccentrico colonnello Gheddafi, un capo di stato ancor oggi considerato un personaggio da prima pagina al confronto con le nuove figure di basso profilo del mondo arabo.
Dopo l'11 settembre restano ancora problemi irrisolti per una normale dialettica tra l'Italia e la Libia, nonostante i recenti passi avanti. Si dà qui un elenco di questi problemi ed un'analisi per comprenderli.
Parlare oggi della Libia è un fatto di particolare importanza soprattutto dopo l'eliminazione delle sanzioni: la Libia sta giocando la sua nuova partita; è diventata, quasi da un giorno all'altro, una nazione corteggiata, con pochi abitanti ma molto petrolio, oltre che un tassello tra i più importanti di stabilità nel Mediterraneo ed in Africa.

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2 INTRODUZIONE “La Libia è separata dall’Italia soltanto dal Mediterraneo, come le due parti di Roma sono separate dal Tevere”. Se questo noto slogan contiene in sé un messaggio di vicinanza ed amicizia tra i due paesi, la Libia lo ha sempre interpretato negativamente fino a considerarlo celato da nuovo imperialismo. Le relazioni tra l’Italia e la Libia sono piene, anche, di queste reciproche ritorsioni interpretative su ogni frase, affermazione, dichiarazione anche prive di ogni qualsivoglia malizia. Non è normale che due paesi così vicini geopoliticamente, così vicendevolmente importanti per la stabilità mediterranea, e con l’Italia primo partner commerciale della Libia (da cui importa 1/3 del petrolio e del fabbisogno energetico) intrattengono relazioni così fredde, travagliate, conflittuali e spesso subdole. Molte sono le affinità storiche, politico-strategiche e culturali esistenti, che basterebbero a giustificare ottime relazioni fra i due paesi, che tuttavia non hanno mai sfruttato appieno le potenzialità delle relazioni bilaterali. L’ostacolo menzionato più frequentemente al pieno sviluppo delle relazioni italo-libiche è il passato coloniale. Ma neanche questo, a mio avviso, può totalmente spiegare gli atipici rapporti che intercorrono fra i due popoli del Mediterraneo centrale. La recente visita in Algeria del Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac, accolto con calore e trionfalismo, quasi fosse un nuovo Napoleone, smentisce la tesi che il passato coloniale pesi sempre e solo come un macigno. E l’Algeria, a suo tempo travagliata da una guerra di decolonizzazione cruenta e sanguinosa, costituisce un significativo esempio.

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Informazioni tesi

  Autore: Corrado Alfano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze internazionali e diplomatiche
  Relatore: Giuliana Laschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

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Parole chiave

accordo bilaterale del 1956
berlusconi e il post-11 settembre
cacciata degli italiani
gheddafi, giolitti, mussolini, craxi, andreotti
la svolta di roma 1998
libia-italia
periodo oloniale e postcoloniale
terrorismo

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