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La Politica di Vicinato dell’Unione Europea e la riforma degli strumenti finanziari per la cooperazione con i Paesi dell’Est

Il presente lavoro, articolato in tre capitoli, cercherà di ricostruire le tappe attraverso le quali si sono sviluppate le relazioni esterne dell’Unione europea con i Paesi limitrofi, in particolare con quelli dell’Est, sia in prospettiva di una futura adesione sia in termini di “buon vicinato”.
Si analizzerà come tramite l’estensione delle sue regole e dei suoi principi ai nuovi membri e ai nuovi “vicini”, l’Unione europea si prefigge di rafforzare la pace, la democrazia, la stabilità e soprattutto la prosperità economica in tutto il continente. Se, da un lato, le relazioni esterne dell’Unione sono volte allo sviluppo di processi democratici e alla promozione delle strutture integrative di cooperazione economica e politica che la stessa UE ha adottato per le proprie politiche interne e che propone ai Paesi terzi come strategia per conseguire stabilità e prosperità, dall’altro intendono inoltre potenziare i rapporti commerciali con i partner per abolire possibili ostacoli agli scambi di merci e capitali e rafforzare l’integrazione economica europea all’interno dell’area.
Vedremo come la Commissione europea mantenga come obiettivi primari delle proprie politiche la stabilità democratica ed economica con i Paesi “vicini” e con i Paesi terzi in generale, tuttavia non prevedendo necessariamente una futura adesione degli stessi, come invece è avvenuto negli anni Novanta. L’allargamento non è più considerato come passo indispensabile per l’integrazione europea dei Paesi partner: si afferma bensì una “politica di prossimità” che viene implementata, non più attraverso la strategia di preadesione, ma attraverso accordi di partenariato e cooperazione e soprattutto con degli accordi di libero scambio, i quali mirano a creare all’interno dei Paesi partner tutti i presupposti necessari ad una convergenza verso i principi e valori comunitari, senza però prevederne l’adesione.
Con la recente adozione delle nuove Prospettive Finanziarie 2007-2013, vengono pertanto ad affermarsi nuovi strumenti di cooperazione con i Paesi terzi e particolare attenzione sarà rivolta al nuovo strumento di assistenza pre-adesione (SAP, IPA in inglese) - che va a sostituire i precedenti strumenti adottati prima dell’ultimo allargamento - e all’innovativo strumento europeo di prossimità e partenariato (SEPP, ENPI in inglese).
Infine, il presente lavoro si conclude con un confronto tra la politica esterna adottata dall’Unione negli anni Novanta e quella che invece sta caratterizzando gli anni correnti, le caratteristiche dell’approccio dell’Unione verso i Paesi terzi e soprattutto i principi ispiratori dei propri metodi d’azione.

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Introduzione Introduzione Negli anni Novanta il crollo del sistema sovietico ha portato rapidamente a processi di integrazione e disintegrazione internazionale. Nel 1990 la Germania viene riunificata, nel 1991 si disintegra il blocco commerciale comunista (Comecon), seguito dalla stessa Unione Sovietica; lo stesso anno si dissolve il Patto di Varsavia, esplode sanguinosamente la federazione Jugoslava e nel 1993 si scioglie pacificamente quella Ceco-Slovacca. Pertanto, con la crisi dell’Unione Sovietica e la fine dell’area di controllo sovietico in Europa Orientale, la Germania torna ad essere il centro di una vasta Europa continentale e i Paesi compresi tra la Germania e la Russia si rivolgono verso occidente per ritrovare linee di crescita e di sicurezza interrotte per un lungo periodo. Nel versante occidentale del continente, infatti, si assisteva all’affermarsi della Comunità europea che, abbandonando progressivamente la fase di coalizione di Paesi usciti sconfitti o fortemente ridimensionati dalla guerra mondiale e bisognosi di proteggersi a vicenda per ricostruire le proprie economie, mirava a rafforzare il proprio ruolo nello scenario mondiale e a stabilire condizioni tali da garantirsi un futuro prospero all’interno e all’esterno dei propri confini. Venuti meno gli ostacoli politici che fino ad allora avevano impedito qualsiasi tipo di relazione commerciale tra i due versanti, si avvia un processo di riavvicinamento tra l’Unione e i Paesi dell’Europa Centro Orientale (PECO), attraverso una serie progressiva di accordi bilaterali e di strumenti finanziari volti a ricostruire, prima, e a potenziare, poi, i rapporti economici e politici all’interno dell’area europea. Il presente lavoro, articolato in tre capitoli, cercherà di ricostruire le tappe attraverso le quali si sono sviluppate le relazioni esterne dell’Unione europea con i Paesi limitrofi, in particolare con quelli dell’Est, sia in prospettiva di una futura adesione sia in termini di “buon vicinato”. Si analizzerà come tramite l’estensione delle sue regole e dei suoi principi ai nuovi membri e ai nuovi “vicini”, l’Unione europea si prefigge di rafforzare la pace, la democrazia, la stabilità e soprattutto la prosperità economica in tutto il continente. Se, da un lato, le relazioni esterne dell’Unione sono volte allo sviluppo di processi democratici e alla promozione delle strutture integrative di cooperazione economica e politica che la stessa UE ha adottato per le proprie politiche interne e che propone ai Paesi terzi come strategia per conseguire stabilità e prosperità, dall’altro intendono inoltre potenziare i rapporti commerciali I

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Holst
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Mauro Mellano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

FAQ

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Parole chiave

politica di vicinato europea enpi
relazioni esterne ue
strumenti finanziari della politica europea
unione europea

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