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Geografia e paesaggio. La Sirena di Tomasi di Lampedusa.

La dissertazione vuol essere uno studio, una meditazione sul concetto e sull'idea di paesaggio, e un'applicazione pratica di questo studio, attraverso un tentativo di analisi, a livello paesaggistico, del racconto La Sirena di Tomasi di Lampedusa.

Un paesaggio che non è solo irredimibile o violento, come spesso si è detto, ma che sa conservare nascosto il suo più intimo significato: l'armonia contrapposta, l'immediata realtà delle cose, il ritmo delle forme spaziali, l'equilibrio tra luce e ombra.
La ricerca qui presentata si articola in due parti: la prima tenta di comprendere il significato e il valore del paesaggio come categoria classificatoria, vale a dire come concetto che orienta e caratterizza, nel campo della sensibilità umana, molteplici e complesse riflessioni sul vario e mutevole atteggiarsi della natura che ci circonda, e sulle sue trasfigurazioni nell'arte e nella letteratura.

A partire dall'esperienza sensoriale, il paesaggio si compone in un disegno di conoscenza, apre ad un campo poetico. Se da una parte infatti non è pensabile una geografia senza paesaggi, parimenti è indiscutibile che lo spazio letterario assuma i caratteri del paesaggio. Proprio partendo dall'ipotesi che il linguaggio letterario e quello geografico esprimono una valenza metaforica, ci chiederemo (nella seconda parte di questo lavoro) sino a che punto una sfida sulla natura dei "propri" paesaggi avrebbe condotto i geografi e gli scrittori a superare i limiti del proprio mestiere, entrando gli uni nel campo degli altri, alla ricerca di un punto di indifferenza che spieghi la forza creativa e persuasiva del paesaggio.

Per questo, inclinando probabilmente verso le nostre origini, abbiamo voluto aggettivare il paesaggio che proponevamo alla riflessione, nel rispetto di quella soggettività che è parte fondamentale della scrittura letteraria. Abbiamo quindi riflettuto sul paesaggio siciliano, e non solo, quale si "costituisce" nel racconto Lighea di Tomasi di Lampedusa.

L'analisi in ogni caso non sarà "diretta", affrontando in maniera del tutto esclusiva la trattazione del paesaggio siciliano, ma prenderà in considerazione l'intero svolgimento del racconto, soffermandosi pertanto anche sui significati chiaroscurali,sui focus descrittivi, sul gioco interno/esterno, e diciamo pure sulle inquadrature "cinematografiche" che il testo stesso propone sin dal suo primo svolgersi. Probabilmente tutte attenzioni ad aspetti non paesaggistici, o comunque non relativi solo al paesaggio siciliano, bensì anche torinese, ma che acquistano significato e spessore solo in relazione a quella "rivelazione" finale: «[…] mi diceva che anche queste erano fatue apparenze e che la verità era ben più in fondo, nel cieco muto palazzo di acque informi, eterne, senza bagliori, senza sussurri».

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6 Introduzione La presente dissertazione vuol essere uno studio, una meditazione sul concetto e sull‟idea di paesaggio, e un‟applicazione pratica di questo studio, attraverso un tentativo di analisi, a livello paesaggistico, del racconto La Sirena di Tomasi di Lampedusa. Un tentativo forse legato ad uno sforzo inutile, quello di scoprire, e far scoprire, l‟incanto offerto dalla natura e quindi dal paesaggio siciliano. Un paesaggio che non è solo irredimibile o violento, come spesso si è detto, ma che sa conservare nascosto il suo più intimo significato: l‟armonia contrapposta, l‟immediata realtà delle cose, il ritmo delle forme spaziali, l‟equilibrio tra luce e ombra. La ricerca qui presentata si articola in due parti: la prima tenta di comprendere il significato e il valore del paesaggio come categoria classificatoria, vale a dire come concetto che orienta e caratterizza, nel campo della sensibilità umana, molteplici e complesse riflessioni sul vario e mutevole atteggiarsi della natura che ci circonda, e sulle sue trasfigurazioni nell‟arte e nella letteratura 1 . A partire dall‟esperienza sensoriale, il paesaggio si compone in un disegno di conoscenza, apre ad un campo noetico: la categoria del paesaggio misura infatti dei rapporti che presiedono ai nostri giudizi nel campo della sensibilità, e nel contempo mira a rivelare la natura stessa degli oggetti e dei fenomeni, ponendosi tra l‟intenzione e la natura intima del mondo. Esso esprime allora una reazione sentimentale e allo stesso tempo un‟esigenza di astrazione, è una disposizione obiettiva, un aspetto interno alle opere creative che riproducono le forme della bellezza naturale. In ciò il paesaggio si fa strumento della filosofia, e interagisce, nel suo essere risultato del gusto, con i processi instaurati dall‟arte: può essere letto, in altre parole, come un ethos affettivo. Ma procediamo con ordine: che cos‟è il paesaggio? Come sottolinea Bertone «paesaggio è parola solo moderna, borghese, colta, scaturita come getto di fonte a lungo compressa nella buie viscere della terra, nel cuore dell‟Europa: olandese Landskap (fine XV secolo), poi il tedesco Landschaft; inglese landscape, e, in terra 1 Cfr. R. Milani, L’arte del paesaggio, Bologna, Il Mulino, 2001, p. 7; e, per un discorso più generale sullo stesso tema E. Turri, Antropologia del paesaggio, Milano, Comunità, 1974

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Informazioni tesi

  Autore: Antonina D'Alcamo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia moderna
  Relatore: Vincenzo Guarrasi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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Parole chiave

paesaggio
sirena
ambito paesaggistico
geografia e paesaggio
tomasi di lampedusa la sirena
arte del paesaggio
categoria di paesaggio
paesaggio siciliano

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