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Il Romanzo Gotico in India - ''The God of Small Things'' di Arundhati Roy

[EN] In my dissertation I have analysed Arundhati Roy's postcolonial gothic novel "The God of Small Things" 1997. In this novel, the author both adopts and challenges Western Gothic conventions to illustrate the haunting of India's colonial past upon its present, as the country struggles with its modern-day identity. She creates a compelling sense of anxiety to personalize larger cultural horrors of India as experienced by one family in Kerala. Roy's use of the Gothic destabilizes the world of her narrative and the novel ends not in a restoration of order, but in a state of shifted order.
The first chapter revolves around the life of the author, who was born in 1961 in Meghalaya, a state in the North of India, to a Syrian Christian mother and a Bengali Hindu tea plantation manager. The marriage was unsuccessful, and Roy spent her childhood years in Kerala with her mother, a prominent social activist who founded an independent school, where she taught her daughter informally. This freedom, that allowed Roy to write without having a set of restrictive rules ingrained in her, has been an integral part of her accomplishments as an adult writer. At the age of sixteen, Roy left home, and enrolled at the Delhi School of Architecture. Her first novel The God of Small Things was published in April 1997, and about six months later it was awarded the Booker Prize; Roy was the first Indian woman to achieve this honor. The book has been a stunning success both in India and internationally, and has changed her life forever.
The second chapter is focused on the gothic novel and its evolution throughout the centuries. First produced in the middle of the eighteenth century, a period when the Enlightenment was establishing itself as the dominant way of ordering the world, gothic tales were set in the Middle Ages and dealt with superstitious beliefs in ghosts and demons, evoking an era of barbarism, ignorance and tyranny. The English gothic novel began with Horace Walpole The Castle of Otranto in 1764, in which the author combined and intertwined the ancient and the modern, the supernatural and the common. This new kind of genre influenced future writers, flourishing not only in England and Europe but also in the British colonies, and including other themes, such as the ideological struggle with identity, racial discrimination and the brutality of enslavement.
The third chapter revolves around The God of Small Things as a postcolonial gothic hybrid, in which Roy adopts a specific gothic strategy to show the horror of oppression in Indian culture. Set in Kerala during the late 1960s, the story begins with the funeral of young Sophie Mol, the cousin of the protagonists, Rahel and her twin brother Estha. Told from the point of view of Rahel, both as a child and an adult, the narration shifts repeatedly between past and present, exploring how "Small Things" can affect and change people's behaviour and their lives. With her unique use of capitalization, short sentences, unusual word pairings, and repetitions, Roy shows the destructive power of the caste system and of the "Love Laws" that lay down "who should be loved, and how. And how much".

[IT] Nella mia tesi di laurea ho analizzato il romanzo gotico postcoloniale di Arundhati Roy "Il dio delle piccole cose" del 1997. In questo romanzo, l'autrice adotta e sfida le convenzioni del gotico occidentale per illustrare l'ossessione del passato coloniale dell'India sul suo presente, mentre il Paese lotta con la sua identità moderna. L'autrice crea un irresistibile senso di angoscia per personalizzare gli orrori culturali dell'India vissuti da una famiglia del Kerala. L'uso del gotico da parte della Roy destabilizza il mondo della sua narrazione e il romanzo si conclude non con un ripristino dell'ordine, ma con uno stato di ordine modificato.
Il primo capitolo ruota attorno alla vita dell'autrice, nata nel 1961 a Meghalaya, uno Stato dell'India settentrionale, da una madre siriana cristiana e da un bengalese indù gestore di una piantagione di tè. Il matrimonio non andò a buon fine e Roy trascorse gli anni dell'infanzia in Kerala con la madre, un'importante attivista sociale che fondò una scuola indipendente, dove insegnò alla figlia in modo informale. Questa libertà, che ha permesso a Roy di scrivere senza avere una serie di regole restrittive radicate in lei, è stata parte integrante dei suoi risultati come scrittrice adulta. All'età di sedici anni, Roy lascia la casa e si iscrive alla Delhi School of Architecture. Il suo primo romanzo, Il dio delle piccole cose, è stato pubblicato nell'aprile del 1997 e circa sei mesi dopo è stato premiato con il Booker Prize; Roy è stata la prima donna indiana a ottenere questo riconoscimento.
Il libro ha avuto un successo strepitoso sia in India che a livello internazionale e ha cambiato per sempre la sua vita.
Il secondo capitolo è incentrato sul romanzo gotico e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli. Prodotto per la prima volta a metà del XVIII secolo, un periodo in cui l'Illuminismo si stava affermando come modo dominante di ordinare il mondo, il racconto gotico era ambientato nel Medioevo e trattava di credenze superstiziose in fantasmi e demoni, evocando un'epoca di barbarie, ignoranza e tirannia. Il romanzo gotico inglese nasce con Il castello di Otranto di Horace Walpole nel 1764, in cui l'autore combina e intreccia l'antico e il moderno, il soprannaturale e il comune. Questo nuovo genere influenzò gli scrittori futuri, fiorendo non solo in Inghilterra e in Europa, ma anche nelle colonie britanniche, e includendo altri temi, come la lotta ideologica con l'identità, la discriminazione razziale e la brutalità della schiavitù.
Il terzo capitolo è dedicato a Il dio delle piccole cose come ibrido gotico postcoloniale, in cui Roy adotta una specifica strategia gotica per mostrare l'orrore dell'oppressione nella cultura indiana. Ambientata nel Kerala alla fine degli anni Sessanta, la storia inizia con il funerale della giovane Sophie Mol, cugina dei protagonisti, Rahel e suo fratello gemello Estha. Raccontata dal punto di vista di Rahel, sia da bambina che da adulta, la narrazione si sposta ripetutamente tra passato e presente, esplorando come le "piccole cose" possano influenzare e cambiare il comportamento e la vita delle persone. Con l'uso unico della maiuscola, di frasi brevi, di abbinamenti di parole insoliti e di ripetizioni, Roy mostra il potere distruttivo del sistema delle caste e delle "leggi dell'amore" che stabiliscono "chi deve essere amato, e come. E quanto".

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6 1. ARUNDHATI ROY: CONTESTI CULTURALI E LETTERARI 1.1 Arundhati Roy, una biografia Arundhati Roy è nata nel 1961 a Shillong nel Meghalaya, uno stato a nord-est dell’India, da madre di religione cristiana e originaria del Kerala, uno stato che occupa una stretta striscia della costa sud-occidentale del paese, e da padre coltivatore di tè bengalese di religione induista. 1 Dopo il divorzio dei genitori, Roy ha trascorso la sua infanzia ad Ayemenem, nel Kerala, con sua madre. 2 Di questo luogo, dove è cresciuta e dove ha ambientato il suo romanzo parzialmente autobiografico The God of Small Things, 3 ha detto: It was the only place in the world where religions coincide, there’s Christianity, Hinduism, Marxism and Islam and they all live together and rub each other down ... I was aware of the different cultures when I was growing up and I’m still aware of them now. When you see all the competing beliefs against the same background you realise how they all wear each other down. To me, I couldn’t think of a better location for a book about human beings ...  I think the kind of landscape that you grew up in, it lives in you [...] If you spent your very early childhood catching fish and just learning to be quiet, the landscape just seeps into you. Even now I go back to Kerala and it makes me want to cry if something happens to that place. 5 L’influenza di questi primi anni ha plasmato la sua scrittura sia tematicamente che 1 ROY, Arundhati, “Biography-We”: http://www.weroy.org/arundhati.shtml. (aprile 2014) 2 ROY, Arundhati, “Biography”: http://www.haverford.edu/engl/engl277b/Contexts/Arundhati_ Roy.htm. (aprile 2014). 3 ROY, Arundhati, The God of Small Things, London, Flamingo, 1997. Si utilizza ovunque la traduzione italiana de Il dio delle piccole cose ad opera di Chiara Gabutti, Milano, Tea, 2001. 4 ROY, Arundhati, “Biography-GradeSaver”: http://www.gradesaver.com/the-god-of-small-things/ study-guide/about/. (aprile 2014). Trad.: “È l’unico posto al mondo dove le religioni coincidono, c’è il Cristianesimo, l’Induismo, il Marxismo, l’Islam e vivono tutte insieme strofinandosi l’una con l’altra [...] Io ero consapevole delle diverse culture quando stavo crescendo e ne sono consapevole ancora adesso. Quando vedi tutte le fedi in concorrenza contro lo stesso ambiente realizzi come si logorino a vicenda. Non potevo pensare a un posto migliore per un libro sugli esseri umani”. 5 ROY, Arundhati, “Biography”: http://www.haverford.edu/engl/engl277b/Contexts/Arundhati_ Roy.htm. (aprile 2014). Trad.: “Penso che il tipo di paesaggio che cresca con te, viva in te [...] Se tu passassi la tua infanzia pescando e imparando a stare calmo, il paesaggio filtrerebbe dentro di te. Perfino ora tornando in Kerala mi verrebbe voglia di piangere se gli succedesse qualcosa”.

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Informazioni tesi

  Autore: Sheila Gritti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Francesca Orestano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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Parole chiave

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the god of small things
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la nascita del romanzo gotico
il castello di otranto
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