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La virtù reale della realtà virtuale: il MAV di Ercolano

"La realtà virtuale aggiunge il tatto e alla vista e all’udito, ed è tanto vicino a drogare il sistema nervoso umano come nessuna tecnologia lo sia mai stata. Questa è quindi un potenziale prolungamento tecnologico dell’immaginario individuale e collettivo" .
Partire citando Derrick de Kerckhove nel suo Brainframes, per giungere al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, può sembrare ardito, ma proprio nel suo concetto di realtà virtuale sta l’intuizione che fa nascere questo progetto. Realtà virtuale è dunque realtà simulata, ma non più nella freddezza di un piccolo schermo o nello spazio di un cd-rom; qui è realtà indagata a tutto tondo, riportata con alcuni dei mezzi tecnologici a disposizione oggi, e articolata tanto sapientemente da arrivare quasi a celare l’inganno della simulazione.
Questa struttura è un enorme contenitore, che nasce con dei precisi contenuti, ma che non disdegna l’ipotesi di un’evoluzione continua, attraverso nuove idee, nuovi racconti, nuove finalità: tutto ciò è permesso dalla grande dinamicità dei mezzi tecnologici in esso installati. Ma prima di tutto, il Mav è un museo completamente virtuale, con l’assenza totale di reperti archeologici e didascalie cartacee, che si propone di dare al visitatore un’idea, ma soprattutto un’emozione, dell’antica città, di ciò che esisteva prima del 79 d.C., di quei territori, traboccanti di vitalità, posti alle pendici del Vesuvio, sommersi poi dall’esplosione di quella che si pensava una montagna, e così cristallizzati nel tempo, fino a quando, in anni più recenti, queste città bloccate in un attimo sono state a poco a poco riportate alla luce, grazie agli scavi archeologici. Ercolano dunque, ma anche Pompei, Stabia, Capri e Boscoreale: tutta la zona partenopea ha una storia da raccontare, che grazie all’archeologia è stata ricostruita, e ora, grazie al Mav, viene artificiosamente rivissuta, con un salto indietro nel tempo di quasi duemila anni.

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1. COS’E’ Unull MUSEO VIRTUALE? 1.1. Definizioni antecedenti Il concetto di museo virtuale viene riconsiderato in questi anni, e adattato a nuove forme museali, frutto di avanzate tecnologie. Ma tutt’ora il significato più diffuso che si dà a questo termine è quello di un museo presente nel web o su supporto ottico (cd-rom o dvd), che ricrei nella virtualità un percorso museale che esiste davvero, da qualche parte nel mondo. Questo si pone generalmente come una fitta rete di connessioni: ogni oggetto, ogni reperto, ogni opera d’arte, rappresenta non solo se stesso, ma anche un punto nodale attraverso cui raggiungere molte altre pagine, informazioni, e altri oggetti ad esso collegati. Uno dei grandi vantaggi della virtualità è infatti la non necessità della sintesi: i link e le interconnessioni possono essere moltissime, con una conseguente moltiplicazione della 2 portata informativa di un museo virtuale rispetto ad un museo tradizionale. E’ necessario, nell’ambito di un concetto tanto ampio, cercare una certa categorizzazione: si può dire quindi che esistono dei musei virtuali “tradizionali”, altri che rappresentano l’estensione del museo reale, altri ancora che sussistono autonomamente. Nel primo caso si tratta di una ricostruzione del tutto verosimile a ciò che il museo è nella realtà: un percorso virtuale che possa preparare l’utente a una visita futura, o che semplicemente permetta a chi non possa accedervi nella realtà, di farlo tramite questo mezzo. Quando invece il museo virtuale si considera un’appendice di quello reale, si passa dal piano della fruibilità a quello della conoscenza: l’utente in questo caso non avrà la possibilità di fare un percorso museale, ma potrà integrare le proprie conoscenze con informazioni e nozioni utili alla visita reale. In questi siti si trovano pertanto biografie 2 www.uniurb.it/giornalismo/lavori/uccello/definizi.htm. 5 ~~

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Informazioni tesi

  Autore: Beatrice Corritore
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Enrico Dal Pozzolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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Parole chiave

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