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Lingua dei segni italiana e tedesca: un'analisi comparativa. Il campo semantico dei mestieri e degli animali.

Il primo obiettivo della mia ricerca è lo studio delle somiglianze/differenze (a livello lessicale) fra la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e quella tedesca (DGS). Grazie all’aiuto di segnanti nativi in LIS ho potuto considerare le differenze tra la LIS usata a Roma e quella usata a Cagliari.
Il secondo obiettivo è quello di verificare se vi è omogeneità , e in quale grado, fra i segni delle Lis regionali utilizzati in diverse città e di vedere se, sulla base di queste somiglianze/differenze esistono legami tra il segno e la cultura locale.
Un altro obiettivo è cercare di individuare quali aspetti semantici siano presi in considerazione dalla lingua dei segni nelle diverse regioni e quali quelli presi in considerazione nell’italiano e nel tedesco.
Preliminare all’analisi è la scelta dei termini da confrontare fra LIS e DGS. Come evidenzia Volterra (1987) occorre scegliere termini che non alterino il significato e si sa che sia la categoria grammaticale (nomi, verbi, preposizioni, pronomi interrogativi, ecc.) sia il campo semantico (colori, parenti, fenomeni atmosferici, ecc.) al quale appartengono i termini influiscono sulla variabilità dei segni. Io ho scelto la categoria dei nomi, prendendo in esame, in particolare, nomi appartenenti al campo semantico dei mestieri (di cui ho analizzato 32 termini) e nomi appartenenti al campo semantico degli animali, (di cui ho analizzato 36 termini).
Un altro obiettivo del mio lavoro è stato quello di verificare il grado di trasparenza o opacità dei segni presi in esame. A tal fine ho fatto due diversi esperimenti; il primo in una quinta classe elementare composta da 15 bambini, ai quali ho sottoposto 90 segni molto comuni, quasi tutti tratti dalla lista di nomi usati per la ricerca di confronto (animali e mestieri), con l’aggiunta di altri 30 termini rappresentati da verbi comuni e nomi di oggetti della vita quotidiana.

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7 Introduzione L‟idea di svolgere la mia tesi di laurea sulla Lingua dei segni è nata molto casualmente e, per certi versi, in maniera del tutto semplice. Un giorno, mentre studiavo un libro di linguistica applicata, la mia attenzione si è soffermata su un piccolo paragrafo dedicato appunto alla Lis. La mia curiosità, in particolare, è stata sollecitata dal rilievo posto dall‟autore sull‟influenza della cultura del Paese avvertibile in molti dei segni utilizzati, che esemplificava con la parola “Sabato”. Questo segno veniva eseguito con la configurazione (corrispondente alle nostre “corna”) che suggerisce qualcosa di negativo. Tale configurazione, infatti, è spesso utilizzata come metafora del diavolo in segni quali: DIAVOLO, TENTAZIONE, INFERNO. Il vecchio segno per SABATO, che si eseguiva, sul petto trae le sue origini dal segno EBREO e per questa via arriviamo a connettere il segno con la sfera semantica del sacro: il SABATO, infatti nella tradizione ebraica era il giorno di festa per eccellenza, poiché in quel giorno Dio si riposò dopo la creazione universale. Nella religione cristiana si è verificato col tempo un cambiamento che ha portato a considerare sacra la Domenica1 e non più il Sabato. Tale cambiamento si è prodotto anche nel segno: ora Sabato è un nome inizializzato e la configurazione usata è S. Questa curiosità iniziale mi ha portato ad approfondire la conoscenza sulla lingua dei segni, che ho scoperto essere davvero interessante. Il primo obiettivo della mia ricerca è lo studio delle somiglianze/differenze (a livello lessicale) fra la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e quella tedesca (DGS). Grazie all‟aiuto di segnanti nativi in LIS ho potuto considerare le differenze tra la LIS usata a Roma e quella usata a Cagliari. Il secondo obiettivo è quello di verificare se vi è omogeneità , e in quale grado, fra i segni delle Lis regionali utilizzati in diverse città e di vedere se, sulla base di queste somiglianze/differenze esistono legami tra il segno e la cultura locale. Un altro obiettivo è cercare di individuare quali aspetti semantici siano presi in considerazione dalla lingua dei segni nelle diverse regioni e quali quelli presi in considerazione nell‟italiano e nel tedesco. Preliminare all‟analisi è la scelta dei termini da confrontare fra LIS e DGS. Come evidenzia Volterra (1987) occorre scegliere termini che non alterino il significato e si sa che sia la categoria grammaticale (nomi, verbi, preposizioni, pronomi interrogativi, ecc.) sia il campo semantico (colori, parenti, fenomeni atmosferici, ecc.) al quale appartengono i termini influiscono sulla variabilità dei segni. Io ho scelto la categoria dei nomi, prendendo in esame, in particolare, nomi appartenenti al campo semantico dei mestieri (di cui ho analizzato 32 termini) e nomi appartenenti al campo semantico degli animali, (di cui ho analizzato 36 termini). Per la parte italiana ho ricavato le immagini dei corrispettivi segni dal Dizionario bilingue elementare della LINGUA dei Segni Italiana di Elena Radutzky, mentre per la parte tedesca i segni sono stati ricavati dal DVD di Karin Kestner: Das Große Wörterbuch der Deutschen Gebärdensprache. Per quanto riguarda la Lingua dei segni usata a Cagliari devo ringraziare la 1 Secondo la Catechesi in questo giorno “il primo dopo il sabato” è risuscitato Cristo ed è iniziata una nuova era.

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Siddi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Maria Sofia Casula
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 103

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Parole chiave

arbitrarietà
cultura dei sordi
dgs
differenze regionali
iconicità
lessico della lis
lingua dei segni
lis
sordi
sordità
struttura della lis
varietà delle lingue dei segni

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