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La lingua del silenzio. Acquisizione e apprendimento dell'American Sign Language nel bambino sordo.

Questo elaborato si propone di fornire una panoramica generale sull’esperienza comunicativa e culturale vissuta da un bambino sordo che apprende e utilizza l’American Sign Language (ASL), la “Lingua Americana dei Segni”.
Una lingua dei segni nasce dall’interazione tra persone sorde all’interno di una stessa comunità ed è una lingua tridimensionale che fa riferimento ad uno spazio fisico dove vengono utilizzati segni linguistici visivi. A differenza delle lingue parlate, infatti, il senso coinvolto nella percezione di una lingua gestuale è la vista, non l’udito: è attraverso gli occhi che il cervello interpreta i segni ed elabora le informazioni linguistiche. La facoltà di linguaggio non è, quindi, unicamente legata alla parola e il suono non rappresenta l’unico elemento imprescindibile per una lingua.
L’esistenza di diverse comunità sorde sparse nel mondo implica l’assenza di una lingua dei segni universale, sottolineando così l’importanza di specificare il contesto geografico di appartenenza di una lingua gestuale. L’ASL si diffonde a partire dal XIX secolo negli Stati Uniti e in alcune regioni confinanti del Canada, in correlazione alla nascita di un’istruzione per sordi. Essa è linguisticamente generata dalla combinazione tra la lingua dei segni francese e ulteriori segni in uso presso la popolazione locale.
Il primo capitolo del mio lavoro presenta, nella prima parte, il concetto di “sordità” dal punto di vista clinico, seguito da un’illustrazione dei diversi metodi di istruzione adoperati negli Stati Uniti per l’educazione del bambino sordo. Tali metodi sono ispirati a filosofie e pratiche sviluppate da linguisti ed educatori nel corso della storia. In base all’entità del deficit subito corrisponde un determinato approccio didattico adatto alle esigenze del bambino. Nelle scuole americane sono adottati i modelli che prevedono la completa o parziale integrazione dei sordi con gli studenti udenti e comprendono di conseguenza terapie o attività mirate e supportate dall’utilizzo di attrezzature specifiche. L’ultima parte del capitolo fa luce, invece, sull’aspetto culturale, in particolare sulla distinzione tra il Sordo, con iniziale maiuscola, e il sordo, con iniziale minuscola. Tale distinzione è volta a sottolineare l’adesione del Sordo ad una specifica sub cultura che predilige l’ASL come unico codice di comunicazione, a differenza del sordo che, invece, per varie circostanze, utilizza la lingua parlata.
Il secondo capitolo è totalmente incentrato sull’American Sign Language, descrivendone il percorso storico e le analogie linguistiche con la lingua inglese. La struttura linguistica dell’ASL conferisce la stessa potenzialità espressiva della lingua inglese. Nonostante si parli di due lingue che sfruttano due canali totalmente differenti, l’inglese e l’ASL possono, infatti, essere messe a confronto: i segni, così come le parole, sono formati da piccole unità interscambiabili e da elementi strutturali che, come i fonemi, si manifestano simultaneamente nello spazio. In questa sezione dell’elaborato è quindi analizzato il livello sub-lessicale dell’ASL, analogo a quello fonemico della lingua parlata, evidenziando anche le analogie nell’espressione di significato.
Il terzo e ultimo capitolo si sofferma, infine, su una descrizione più dettagliata delle proprietà linguistiche dell’ASL. Ne descrive i parametri fondamentali e le caratteristiche uniche non presenti nella lingua inglese e generate dalla tridimensionalità della lingua dei segni. Questo permettere di creare varie combinazioni che coinvolgono diversi elementi, come la configurazione delle mani, la postura e le espressioni del volto.
In conclusione, questo lavoro illustra come l’American Sign Language fornisca una prospettiva del mondo originale che permette ai membri della comunità sorda di non arrendersi ai propri limiti e di fare esperienza di alcuni aspetti comunicativi e culturali che in passato non erano stati riconosciuti. Ha dato voce a coloro che non hanno la possibilità di sentire, aprendo un varco nel mondo udente e creando un nuovo mondo in cui i sordi possano ritrovarsi. L’ASL ha trasformato un handicap in un’identità culturale.

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7 Introduzione Questo elaborato si propone di fornire una panoramica generale sull’esperienza comunicativa e culturale vissuta da un bambino sordo che apprende e utilizza l’American Sign Language (ASL), la “Lingua Americana dei Segni”. Una lingua dei segni nasce dall’interazione tra persone sorde all’interno di una stessa comunità ed è una lingua tridimensionale che fa riferimento ad uno spazio fisico dove vengono utilizzati segni linguistici visivi. A differenza delle lingue parlate, infatti, il senso coinvolto nella percezione di una lingua gestuale è la vista, non l’udito: è attraverso gli occhi che il cervello interpreta i segni ed elabora le informazioni linguistiche. La facoltà di linguaggio non è, quindi, unicamente legata alla parola e il suono non rappresenta l’unico elemento imprescindibile per una lingua. L’esistenza di diverse comunità sorde sparse nel mondo implica l’assenza di una lingua dei segni universale, sottolineando così l’importanza di specificare il contesto geografico di appartenenza di una lingua gestuale. L’ASL si diffonde a partire dal XIX secolo negli Stati Uniti e in alcune regioni confinanti del Canada, in correlazione alla nascita di un’istruzione per sordi. Essa è linguisticamente generata dalla combinazione tra la lingua dei segni francese e ulteriori segni in uso presso la popolazione locale. Il primo capitolo del mio lavoro presenta, nella prima parte, il concetto di “sordità” dal punto di vista clinico, seguito da un’illustrazione dei diversi metodi di istruzione adoperati negli Stati Uniti per l’educazione del bambino sordo. Tali metodi sono ispirati a filosofie e pratiche sviluppate da linguisti ed educatori nel corso della storia. In base all’entità del deficit subito corrisponde un determinato approccio didattico adatto alle esigenze del bambino. Nelle scuole americane sono adottati i modelli che prevedono la completa o parziale integrazione dei sordi con gli studenti udenti e comprendono di conseguenza terapie o attività mirate e supportate dall’utilizzo di attrezzature specifiche. L’ultima parte del capitolo fa luce, invece, sull’aspetto culturale, in particolare sulla distinzione tra il Sordo, con iniziale maiuscola, e il sordo, con iniziale minuscola. Tale distinzione è volta a sottolineare l’adesione del Sordo ad una specifica sub cultura che predilige l’ASL come unico codice di comunicazione, a differenza del sordo che, invece, per varie circostanze, utilizza la lingua parlata.

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Informazioni tesi

  Autore: Angelica Silipo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: UNINT - Università degli Studi Internazionali di Roma
  Facoltà: Lingue per l'interpretariato e la traduzione
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Massimo Vizzaccaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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