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La gestione di un centro fitness in virtù delle ultime novità legislative in materia

Uno dei problemi centrali dei centri fitness che si evince nella quotidianità, risulta essere la gestione di essi stessi. Sono una chinesiologa che da cinque anni lavora nel campo del fitness e in tutto questo tempo ho avuto modo di capire molti aspetti riguardanti la sua gestione. La tipologia dei centri fitness esistenti su tutto il territorio nazionale è molto vasta: si presentano grandi centri, con la presenza di un imprenditore e più figure professionali, e piccoli centri in cui i titolari sono anche istruttori che gestiscono pochi collaboratori. In questo elaborato ho voluto esporre quelli che dovrebbero essere i punti cardine su cui lavorare per far sì che un’impresa possa essere “di successo” adeguando l’operato sulle basi della nuova riforma dello sport che sarà in atto dal 2022. In particolare, lavorando sul campo ho potuto cogliere caratteristiche e peculiarità di un centro, notando che gli elementi da non tralasciare sono numerosi (le direttive legislative, la fidelizzazione deimclienti, l’immagine aziendale, il personale, l’obiettivo d’impresa..) ma, per fare in modo che si possa ottenere un esito positivo, è necessario che questi aspetti cooperino insieme e al massimo delle loro potenzialità. Al primo posto tra i fattori per una buona riuscita di un centro vi è il target di riferimento ovvero concentrarsi su degli obiettivi ben specifici legati alle esigenze del cliente o del pubblico target. Affinché un centro di fitness e salute rimanga competitivo a lungo termine mantenendo i propri obiettivi, è opportuno introdurre e mantenere un sistema di gestione della qualità coinvolgendo tutti i collaboratori in questo processo. La coordinazione di un impianto è un’attività che svolge molte funzioni sia dal punto di vista organizzativo, vedi la programmazione di corsi, allenamenti, la promozione dell’attività per i potenziali clienti; che dal punto di vista fisico del centro es: manutenzione; ma anche dal punto di vista manageriale e amministrativo. Lo sport, inteso come fattore indispensabile per la salute dell'uomo sia fisico che psichico, negli ultimi anni, non a caso, ha portato una continua crescita di richiesta da parte della popolazione, di centri sportivi dove praticare sport ed esercizio fisico in sicurezza.

L’articolo 1 del D.M. 18.03.1996 definisce l’impianto sportivo come l’insieme di uno o più spazi di attività sportiva dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni sportive. Per impianti sportivi, si intendono i luoghi opportunamente conformati ed attrezzati per la pratica di discipline sportive regolamentate dalle Federazioni Sportive Nazionali e dalle Discipline Sportive Associate. Nel caso di un centro fitness,ogni impianto sportivo deve soddisfare i regolamenti del CONI e rispettare, secondo il Decreto Ministeriale 18 marzo 1996, le giuste norme di sicurezza. Indispensabile per la creazione di un impianto sportivo chiuso, come una palestra in questo caso, è la scelta della sua forma giuridica: società (società di capitali o cooperativa) o associazione (ente non commerciale di tipo assicurativo); a questo, e all’amministrazione di essa, si deve adeguare la nuova riforma dello sport attuata tramite l’approvazione, il 26 febbraio 2021, e poi l’entrata in vigore nel marzo 2021, di cinque decreti legislativi, in attuazione degli articoli 5,6,7,8 e 9 della L. delega n. 86 dell’8 agosto 2019. Essa porterà dei cambiamenti a livello legislativo per quanto riguarda: il lavoratore sportivo e le sue leggi contrattuali, le ASD o SSD con riconoscimento da parte del Coni e iscrizione al RUNTS, e gli impianti pubblici. La nuova riforma si presta a riconoscere la figura del laureato in scienze motorie come chinesiologo individuando in lui i giusti adempimenti ma non solo, la riforma, pone la sua attenzione a tutti coloro che operano nel comparto sportivo, cercando di garantire loro tutele, accordando diverse tipologie di rapporto di lavoro tra il lavoratore sportivo e l’associazione sportiva/società. Parlando della mia esperienza personale, posso ammettere che tutte queste difficoltà sono presenti giorno dopo giorno e che le strategie da compiere e attuare sono tante e queste potranno anche a mettere a dura prova il percorso lavorativo per un collaboratore. La riforma che entrerà in vigore porterà delle enormi novità per questo settore che non è sempre stato visto di “SERIE A”; il lavoratore, attraverso il riconoscimento della sua categoria, si ritroverà indubbiamente più motivato nell’operare in azienda. Ma se c’è una cosa che non cambierà e che non ha mai destabilizzato il chinesiologo è che “il movimento è vita”.

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10 2.2 La Riforma Dello Sport e le sue novità La riforma dello Sport segna un ulteriore importante passo verso il restyling del non profit italiano. Lo sport come attività fisica è adattabile agli obiettivi più diversi: dal miglioramento della condizione fisica e psichica, allo sviluppo delle relazioni sociali fino all’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli. Una versatilità in grado di incidere profondamente nel modello sociale del Paese. Lo sport non è solo competizione ma anche inclusione sociale, trovando spazio tra le attività di interesse generale. Con questa riforma si evince come lo sport e il Terzo settore hanno un ruolo sempre più importante all’interno del sistema sociale economico italiano. Vengono rinnovati i registri dando sempre più spazio alla trasparenza e alla rendicontazione, introducendo disposizioni puntuali per regolare e tutelare la figura del volontario. Alla base delle disposizioni in tema di lavoro sportivo, evitando abusi o forme di precariato permanente, vi sono gli obiettivi di trasparenza e di chiarezza. Nell’impianto legislativo la trasparenza viene definita come: “accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni…”; per chiarezza si intende rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione. La nuova riforma punta a chiarire i limiti dello svolgimento delle attività commerciali diverse da quelle istituzionali. Una novità importante riguarda la semplificazione per l’acquisto della personalità giuridica e una maggiore tutela per i rappresentanti legali degli enti; ma occorre effettuare un quadro generale della situazione di questa nuova riforma. • Abolizione del vincolo. Articolo 31 Dlgs 36/2021. L’atleta al momento del tesseramento si obbliga a svolgere la propria attività sportiva agonistica solamente per conto della società per la quale è tesserato. Con la nuova riforma si intende eliminare ogni ipotesi di limitazione alla libertà contrattuale degli atleti.

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Informazioni tesi

  Autore: Ilenia Benenati
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Management dello sport e delle attività motorie - LM-47
  Corso: Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie
  Relatore: Massimiano Sciascia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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Parole chiave

attività sportiva
attività motoria
riforma dello sport
gestione della qualità
scienze motorie
centro fitness
chinesiologia
novità legislative

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