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Disordini ereditari emoglobinici. L'assistenza infermieristica rivolta al paziente affetto da Alfa – Talassemia (e Idrope Fetale)

Il presente elaborato, con l’ausilio di manuali di testo, ricerche su siti Internet di stretto ambito medico e, soprattutto, grazie all’apporto di studi fondamentali di referenti scientifici, tratta dei sorprendenti progressi della Medicina, in tempi relativamente rapidi, nella conoscenza e nella cura di alcune Emoglobinopatie, nonché della relazione più idonea che deve instaurarsi tra l’Infermiere ed il paziente cronico.
È serio interesse di chi redige, infatti, dare il proprio sentito contributo al raggiungimento e continuo perseguimento dell’obiettivo – cardine della Medicina ed in particolar modo dell’Infermieristica, come insegnano le grandi teoriche del Nursing (Florence Nightingale, la pioniera dai mille meriti, focalizzata sull’ambiente; Virginia Henderson e Dorothea Orem, cui si devono le teorie che mettono in luce i bisogni dell’assistito; Hildegard Peplau, con i suoi studi psicodinamici sulla relazione infermiere – paziente; Martha Rogers, antropologica e quasi metafisica, forse meno pratica, ma ponente il giusto accento sulla compassione; Marjory Gordon e Linda Juall Carpenito, che traducono in modelli operativi di assistenza le loro vaste conoscenze e competenze): il benessere olistico, totalizzante, il più possibile completo della persona. Persona, prima che paziente: ovvero, individuo dotato di diritti umani universali inviolabili.

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5 1. Introduzione: Generalità sulla patologia [2] Di Talassemia, o meglio delle Talassemie (dai termini greco – antichi θάλασσα, “mare” e αἷµα, “sangue”), importanti patologie riguardanti le catene emoglobiniche, si parlò in primis in letteratura scientifica alla fine dell’ '800, sebbene recenti studi multidisciplinari dimostrino che tali malattie siano parte della storia umana almeno da diecimila anni, introdotte in Italia forse dall’Asia Minore, in sequenza da Fenici ed Etruschi e poi dai Greci. Per definizione, esse sono un gruppo eterogeneo di anemie costituzionali, generalmente gravi, di tipo ereditario (autosomico recessivo), osservate soprattutto presso popolazioni costiere; le caratterizzano: microcitemia (dimensioni ridotte dei globuli rossi), un disordine nella sintesi emoglobinica e ferro in circolo in eccesso, conseguente ad emolisi (rottura dei globuli rossi). Incidenza e prevalenza – vedi di seguito – sono di ardua quantizzazione, a causa dei continui flussi migratori. La maggiore diffusione in territorio italiano, oggi, è in Sicilia, Sardegna, nel Delta del Po, in Calabria, Puglia e Campania, ovvero zone un tempo malariche (soprattutto Beta – Talassemie). Volgendoci verso altre parti del mondo, registriamo un’importante casistica nel Sud – Est Asiatico e nelle coste africane (specie Alfa – Talassemie). Negli studi in merito, dalla fine del XIX secolo in poi, si registra una straordinaria evoluzione. Negli anni ’20 (1925), Thomas Benton Cooley per primo descrisse dettagliatamente la più grave forma di anemia ereditaria mai osservata, manifestatasi in alcuni bambini greci e italiani, che poi da lui prese il nome. Varie scoperte successive culminarono, negli anni ’60, nella descrizione strutturale dell’emoglobina, da parte di Pauling, Weatheral e Clegg. Delle successive fondamentali innovazioni, a partire dagli anni ’70 (terapie ferrochelanti), che hanno visto, da allora ad oggi, la curva di sopravvivenza crescere inarrestabilmente dalla prima alla quinta decade di vita, si tratterà di seguito (vedi il capitolo Trattamento, problematiche e rischi).

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Informazioni tesi

  Autore: Rossella Dettori
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Lorenzo  Pirisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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Parole chiave

infermieristica
tdt
idrope fetale
talassemie
talassemia alfa
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