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Un Sistema Informativo Geografico per il monitoraggio del consumo di suolo

La questione del consumo di suolo mette in gioco temi di diversa natura. Se il più comunemente riconosciuto è quello di natura ecologica e ambientale, altri non meno rilevanti attengono al modello di sviluppo economico e sociale e all’intensità e forme dei processi di urbanizzazione.
Il suolo – nelle sue diverse accezioni naturale, agricolo e semi naturale – è un bene comune, una risorsa ambientale fondamentale, per l’insieme delle funzioni vitali che espleta, e non rinnovabile, caratterizzata da velocità di degrado e processi di formazione e rigenerazione estremamente lenti.
Nel caso dell’Italia, con riferimento al contesto regionale veneto, l’esame delle dinamiche di trasformazione territoriale, basato sui dati ricavati dalla Carta Copertura del Suolo e dal SISTAR – finalizzato alla determinazione della quantità massima di consumo di suolo – fornisce un quadro che testimonia degli elevati livelli in cui si è mantenuto negli ultimi decenni il consumo di territorio, nonostante la crisi economica che si è manifestata a partire dal 2008.
L’urbanistica è una disciplina che si avvale di tecniche e metodi scientifici, ma l’esito conseguito dall’applicazione degli strumenti di indirizzo e regolazione delle trasformazioni territoriali alle diverse scale ha a che fare con l’intenzionalità politica, la cultura civica e la capacità delle istituzioni di garantire un equilibrio tra le necessità di sviluppo e la capacità di carico di un territorio inteso come complesso di dimensioni: ambientali, ecologiche, sociali, economiche e culturali.
Seppure fondamentale, la competenza tecnica, da sola non è sufficiente.
Un lavoro congiunto di monitoraggio, che restituisce periodicamente le trasformazioni del territorio e i loro esiti sulla perdita di suolo naturale, è oggi svolto dall’ISPRA – che utilizza le cartografie di uso e copertura del suolo afferenti al programma Copernicus, la banca dati del Corine Land Cover, il dato di Urban Atlas integrati con un dettaglio a scala nazionale, regionale e comunale, del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome.
Entro questo quadro, nel quale le strategie conformative del territorio attraverso gli strumenti di regolazione urbanistica non appaiono svincolate da quelle conformative della proprietà, emerge la necessità di riconoscere l’effettivo consumo di suolo e assume particolare importanza il suo monitoraggio. Ciò al fine di realizzare un quadro conoscitivo affidabile e facilmente aggiornabile dei processi di trasformazione del territorio.
Incrociando la cartografia della SAU, come identificata nel PAT, con le elaborazioni sopra richiamate, è stato possibile quantificare l’entità di territorio agricolo naturale effettivamente consumato.
L’analisi dei dati del quadro conoscitivo del PRC del Comune in esame ha potuto evidenziare che, su un territorio di circa 1.750 ettari di estensione, la superficie ancora agricola consisteva in circa 1.450 ettari, corrispondente alla SAU. L’indice previsto dalla legge regionale ha portato ad approvare in via definitiva una SAU trasformabile pari all’1,3% nei successivi 10 anni di validità del nuovo strumento, quantificata in 19 ettari. In seguito alle successive approvazioni del PI e delle sue varianti, il territorio ha visto ridotta tale disponibilità di circa 6 ettari; pertanto, attualmente, il Comune disporrebbe di 13 ettari di SAU trasformabile.
Se si analizza la superficie calcolata come SAU disponibile su tutto il territorio comunale, si può constatare che all’interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata e dei nuclei diffusi ricadono superfici agricole o naturali per un ammontare rispettivamente di 21 e 106 ettari.
Tra i principi fondamentali della legge urbanistica è contemplata la salvaguardia dei territori naturali. Era, quindi, auspicabile che la previsione di SAU trasformabile non contemplasse la totale urbanizzazione del consolidato e tantomeno la piena saldatura dei lotti inedificati inclusi nei nuclei diffusi in ambito agricolo.

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Pag. 9 di 205 Introduzione La questione del consumo di suolo mette in gioco temi di diversa natura. Se il più comunemente riconosciuto è quello di natura ecologica e ambientale, altri non meno rilevanti attengono al modello di sviluppo economico e sociale e all’intensità e forme dei processi di urbanizzazione. Il suolo – nelle sue diverse accezioni naturale, agricolo e semi naturale – è un bene comune, una risorsa ambientale fondamentale, per l’insieme delle funzioni vitali che espleta, e non rinnovabile, caratterizzata da velocità di degrado e processi di formazione e rigenerazione estremamente lenti. La progressiva espansione delle infrastrutture e dell’urbanizzazione, in particolare nelle forme della diffusione e della dispersione del costruito a bassa densità, causa, da un lato, un rilevante incremento delle superfici artificiali e con esso anche la perdita di questa risorsa, essenziale non solo per la sua funzione ma anche per i servizi ecosistemici che può fornire, dall’altro l’aumento dei “costi nascosti” connessi al processo di impermeabilizzazione e gravanti in primo luogo sulla spesa pubblica e sulla collettività (Commissione Europea, 2013). Le più colpite da erosione sono risultate le aree agricole, per lo più quelle di elevato valore produttivo, soprattutto nel nostro paese dove la superficie agricola, oltre ad essere diminuita di 6 milioni di ettari dal secondo dopoguerra – per l’effetto congiunto dell’urbanizzazione e dell’abbandono – ha anche subito un processo di forte frammentazione che ne ha in larga parte compromesso la produttività e funzionalità ecosistemica. L’alterazione di quest’ultima è particolarmente grave se si considera il ruolo che essa svolge nella prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e nelle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Ormai note a livello scientifico e politico – come si può evincere dagli orientamenti della riflessione e del dibattito a livello comunitario – sono le conseguenze ambientali, economiche e sociali che l’eccessivo consumo di suolo continua a produrre. La limitazione di quest’ultimo, soprattutto in un paese quale il nostro che, anche per le sue caratteristiche ambientali e

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Ceccon
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2017-18
  Università: Università IUAV di Venezia
  Facoltà: Pianificazione del Territorio
  Corso: Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale
  Relatore: Chiara Mazzoleni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 205

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Parole chiave

pianificazione
gis
sistema informativo territoriale
sit
gestione del territorio
governo del territorio
consumo di suolo

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