5
La ricerca si è realizzata in vari modi: il primo è stata la fornitura di
materiale da parte della professoressa Danil’cenko, il secondo è stato lo scambio
di e-mail con la RGGU
2
e il prof. Benvenuti, del dipartimento di Storia, vi è stata
inoltre la ricerca di informazioni su Internet, il lavoro nelle biblioteche,
rispettivamente, quella del Dipartimento di Lingue, quella dell’Archiginnasio e
quella del Dipartimento di Storia, e l’acquisto di alcuni volumi.
E’ interessante analizzare come le sette religiose russe, in particolare
quella dei chlysty-chrysty, abbiano influenzato l’opera di Kljuev. Su questo
argomento esiste vario materiale di impronta marxista, in particolare l’opera di
Bonč-Bruevič, caratterizzata da un preciso punto di vista in merito alla religione.
Di tendenza diversa sono due testi Chlysty di Etkind, del 1998, e Sekty Chlystov
Skopçov’, del 1882, che mostrano l’evoluzione della visione delle sette religiose.
L’unica copia disponibile del libro del 1882 è presso la biblioteca della Città del
Vaticano. Le ultime due opere mi sono state fornite dalla mia relatrice, che mi ha
anche fornito il nominativo della vedova del prof. Fanti, esperto di slavistica, che
ho contattato e che non possiede più il materiale utile.
Vi è stato uno scambio di e-mail con la RGGU, nella persona della
dottoressa Makarova, responsabile delle relazioni esterne, la quale mi ha risposto
che la RGGU non ha le opere dell’antropologo sovietico. Ho anche intrapreso
l’inutile tentativo di chiedere la disponibilità dell’università di Cambridge,
disponibilità che mi è stata negata dal responsabile della biblioteca John
Reynolds, in quanto non sono studente di quell’università.
La ricerca in biblioteca è iniziata da quella del dipartimento di Lingue,
nella quale ho trovato per ora solo un saggio della dottoressa Salomoni su Bonč-
Bruevič. Nella biblioteca del dipartimento di storia ho rintracciato altri due saggi
della dottoressa Salomoni, sullo stesso argomento. In luglio mi sono recato presso
la biblioteca dell’Archiginnasio. Ho ricercato inutilmente tra i volumi e,
successivamente, ho intrapreso una ricerca tramite computer sulla banca dati
bibliografica OPAC.
2
Rossiskaja Gosudarstvennaja Gumanisticeskaja Universitet: Università Umanistica Statale Russa.
6
Ho trovato i volumi presso la biblioteca della Fondazione Gramsci, a
Roma. La biblioteca dell’Archiginnasio, non effettua prestito interbibliotecario.
Ho contattato l’Istituto Gramsci di Bologna, che non effettua prestito
interbibliotecario con la Fondazione Gramsci. Il responsabile del prestito
interbibliotecario della Fondazione, dott. Massimi, mi ha comunicato che quei
libri fanno parte di un fondo russo-sovietico che è stato donato all’università di
Siena. La responsabile della biblioteca della facoltà di Lettere mi ha comunicato
che l’università è in possesso di quei libri dal 1994, ma che questi giacciono in un
magazzino, assieme a molti altri, a causa della mancanza di spazio lamentata
dall’università. Ho provveduto ad inviare una lettera all’Università di Siena per
sollecitare lo sblocco di quel fondo, ma non ho avuto risposta.
Prima di indirizzare più precisamente la mia ricerca, ho passato in rassegna
i vari motori di ricerca presenti su Internet: il migliore, per completezza ed
efficienza, è sicuramente Yahoo. Contiene il maggior numero di siti, diverse
diecine di migliaia, offre molteplici possibilità di ricerca e interazione con altri
motori. Al termine di questo esame ho individuato tre criteri di ricerca: il primo è
la ricerca per categorie, a partire dalla pagina principale del sito. Ho ricercato tra i
siti russi e tra i siti che facevano parte della categoria “religioni”. Ho cercato i siti
che corrispondono alle parole chiavi “chlysty”, “skopçy” e “dukhoborçy” e
“Kljuev” e ho trovato molte decine di siti che presentano due caratteri comuni: il
primo è quello di essere in buona parte di provenienza anglosassone e, il secondo
di essere caratterizzati da un taglio enciclopedico, sia pure sommario. Vi sono siti
sulla storia della Russia, siti che contengono le poesie di Kljuev, e elenchi di
pagine web sulle sette. Il problema principale posto dalla ricerca tramite Internet è
la vastità della rete, la quale, se, da un lato, consente un dispiegamento a largo
raggio delle ricerche, dall’altro è piuttosto dispersiva e causa molti problemi, se
non si trova un metodo di ricerca efficace. Uno degli scopi della ricerca su
Internet è stato il reperimento dell’opera di Bonč-Bruevič sulle sette religiose,
problema assai difficile da risolvere.
10 Ottobre 2001
7
METODOLOGIA
Le interpretazioni critiche di una scelta significativa di poesie di Kljuev
costituiscono uno dei due punti nodali di questo lavoro, assieme alle traduzioni.
La lettura approfondita delle sue poesie pone dei problemi legati alla complessità
della lingua, alla commistione tra codici, poiché il poeta utilizza termini dialettali,
termini di altre lingue, come quella mongolica e, soprattutto termini del
linguaggio settario. A proposito della lingua russa va sottolineato che Kljuev
utilizza anche molti arcaismi e molti termini che indicano elementi della natura
siberiana. Inoltre vi è anche l’utilizzo di un linguaggio simbolico che ha posto
l’esigenza di una “doppia lettura” di alcune poesie, di cui una più letterale e l’altra
che ha tenuto conto della quantità di riferimenti che ogni parola, ogni espressione
della poesia di Kljuev contiene. Le analisi che vengono presentate costituiscono
una chiave interpretativa dei temi che affronta il poeta e delle idee che esprime,
quindi sono necessariamente discutibili. Nei paragrafi che seguono verranno
forniti degli spunti sul metodo adottato nella lettura critica delle poesie.
Le analisi delle poesie sono state organiche, nel senso che ognuna delle
parti in cui sono divise, parti che chiameremo introduzione, svolgimento e
conclusione, oltre a contribuire ad imprimere forza alle tesi che vengono espresse,
devono fornire un’idea di omogeneità. L'introduzione HA POSTO LE BASI DI TUTTO
IL LAVORO DA SVOLGERE. Qualsiasi opera letteraria e, dunque, qualsiasi poesia, è
inserita in un contesto storico dal quale viene influenzata in varia misura. Ho
cercato, nelle analisi, di CONTESTUALIZZARE la poesia, di offrire un quadro
generale del periodo storico in cui viene scritta. Ho indicato gli avvenimenti più
importanti, sia della nazione in cui vive e/o opera l'autore, sia gli avvenimenti che
accadono negli altri paesi. Considerare un'opera in maniera astorica è
estremamente fallace, perché può contribuire a trarre in inganno sia colui che
analizza che colui che legge l'interpretazione critica. Ho cercato anche di NON
CADERE NELL'ECCESSO OPPOSTO, in altre parole quello di REDIGERE UN SAGGIO
STORICO, che devierebbe in maniera determinante da quello che è il tema
8
principale, cioè la poesia. Il percorso di avvicinamento alla poesia iniziato con la
descrizione del contesto storico continua: essa è inserita all'interno di un progetto
narrativo coerente ed è influenzata dalla vita dell'autore e dalle scelte culturali e
personali che egli ha compiuto. Ho anche scritto della vita dell'autore e del
percorso che l'ha portato a comporre quella poesia. A questo punto la poesia è
stata inserita in un contesto: sono stati forniti al lettore i primi mezzi per capire la
poesia e l'interpretazione che viene fornita e, magari, per interpretarla in modo
diverso. La fase che precede immediatamente lo svolgimento, è quella
dell'INDIVIDUAZIONE DEI TEMI PRINCIPALI della poesia. Ogni poesia esprime delle
idee, affronta dei temi, in maniera più o meno coerente: li ho cercati e sviluppati.
Lo svolgimento è stato diviso in parti, ognuna delle quali corrisponde ai temi
affrontati: questa divisione è "annunciata", al termine dell'introduzione.
LO SVOLGIMENTO DIMOSTRA LA FONDATEZZA DELLA DIVISIONE IN TEMI CHE
VIENE OPERATA QUALCHE RIGA PIÙ INDIETRO: vale la pena ricordare, che,
nonostante si affrontino le tematiche separatamente, la poesia è unica, e, dunque,
ciascuno dei temi affrontati non termina in modo netto alla fine di un paragrafo,
anche se l'attenzione del poeta e del lettore si sposta su altri temi e altre idee. Per
dimostrare la fondatezza delle mie tesi ho utilizzato tutti quegli elementi stilistici,
retorici e metrici che ne confermano la validità; ho utilizzato inoltre tutte quelle
citazioni, quei riferimenti che l'autore compie nel corso della poesia e che si
inseriscono all'interno del percorso del poeta, di colui che analizza e di colui che
legge la poesia, e magari anche l'analisi. Ho utilizzato non casualmente il termine
"percorso", per sottolineare il fatto che è necessario mostrarlo all'interno dello
svolgimento e soprattutto nelle transizioni da una parte all'altra dello svolgimento.
9
Al termine bisogna in qualche modo riassumere il percorso che si è
compiuto ed indicare dove si è arrivati: le conclusioni sono "aperte", lasciano
spazio anche a colui che legge che può avere fornito delle risposte diverse ai temi
posti. La conclusione costituisce una MARCIA DI ALLONTANAMENTO dalla poesia.
Ho spiegato dunque il contesto storico successivo alla poesia e il contesto
culturale, le scelte che il poeta compie e l'influenza che la poesia analizzata avrà
nel resto della sua vita.
Kljuev nel 1904.
Un ringraziamento alla professoressa Danil’cenko, che ha collaborato nelle
traduzioni, e al professor Rizzo.
10
1 DALL’INIZIO AL 1918:
L’IDILLIO CON LA NATURA
1.1 LA FUNZIONE DEL POETA
1.1.1 1905: RODINA HEIMAT VATERLAND IN
“DOVE SIETE IMPETI BOLLENTI”
IL CONTESTO STORICO-LETTERARIO
Il ventesimo secolo è iniziato nel 1905
3
: forse questa affermazione potrà
sembrare assurda, ma i fatti ne comprovano la validità. Dal 1905, in Russia, ma
non solo, si sono verificati degli avvenimenti storici tali da modificare
radicalmente gli equilibri di potere che vi erano allora in Europa e, che fino a quel
momento, parevano inattaccabili. Le monarchie erano saldissime, le più
importanti dinastie di Europa erano strettamente imparentate tra loro e, anche la
dinastia dei Romanov, nonostante la nascita di un erede al trono emofiliaco,
pareva tale. In verità, dal 1902, qualcosa stava cambiando. Nelle campagne erano
scoppiate rivolte, ben 670, e, nelle città, erano stati organizzati i primi scioperi per
protestare contro l'assolutismo dello zar e, per il miglioramento delle condizioni
economiche degli operai e dei contadini. La risposta dello zar era consistita o, in
una feroce repressione, o, nell'infiltrazione all'interno del movimento operaio e
contadino, con la creazione, ad esempio di organizzazioni come la Società di
mutuo soccorso, da parte di Zubatov, capo dell'Ochrana di Mosca, la polizia
segreta zarista. Intanto nel 1903, viene sancita, al congresso del Partito Operaio
Socialdemocratico Russo, la storica divisione tra bolscevichi e menscevichi.
Veniamo al 1905: l'anno inizia con la capitolazione della flotta russa a Port
3
Per approfondire il panorama storico dell’epoca cfr. Bouchard, Gagliardi, Polo (a cura
di):1993,1-13.
11
Arthur, di fronte ai giapponesi, questa capitolazione è la diretta conseguenza di
una disastrosa politica imperialista, ma non è finita qui. Le manifestazioni di
protesta si estendono. Il 9 gennaio 1905 è la domenica di sangue, un’imponente
manifestazione di popolo viene violentemente repressa da esercito e polizia. La
lotta contro la ribellione avviene anche nelle campagne. Non bisogna mai
dimenticare che la Russia è un paese scarsamente urbanizzato. Lo zar incarica
Stolypin, che è un’importante uomo di stato, di elaborare una riforma agraria che
dovrebbe stemperare le tensioni che si stanno accendendo in quegli anni. Questa
riforma scardina il sistema dell’обшина, per incentivare la piccola proprietà
contadina. Ai contadini viene assicurato sostegno economico dalle istituzioni: essi
possono portare avanti le loro attività e migliorare le loro attrezzature. Questa
riforma parcellizza il mondo contadino e, oltretutto, non ottiene gli effetti sperati.
L’ala sinistra della Duma si oppone, compresi i rivoluzionari. Il contesto letterario
russo a cavallo tra i due secoli vede due correnti principali, il neorealismo, che ha
tra i maggiori interpreti Nekrassov, che rappresenta la realtà sociale, e il
simbolismo, che si stacca dal mondo terreno per raggiungere la perfezione
formale e che ha, tra gli interpreti più significativi, Solov’ev e Ivanov. A questi
tumulti partecipa anche Kljuev, che viene arrestato per avere tentato di sollevare i
contadini. Il poeta viene dal mondo delle sette, dalla campagna. Nel 1904, a 17
anni, ha pubblicato la sua prima raccolta e, l’anno successivo, viene data alle
stampe la sua raccolta intitolata Народным Кружком . E’ definito un poeta neo-
contadino
4
anche se, questa definizione è spesso discussa, perché viene ritenuta
limitante, rispetto alla portata e al peso culturale che avranno in seguito poeti
come Esenin e Kljuev. Questa poesia descrive la visione che ha Kljuev del
momento storico che sta vivendo: è una visione messianica che mette insieme la
religione e il culto delle sette. Questa poesia, che si divide in quattro strofe di
quattro versi ciascuna, ha una struttura metrica che presenta rime alternate. La
divisione in parti che si può operare è abbastanza intuitiva: ho diviso infatti la
poesia in due parti uguali: la prima, che è composta dalla prima e dalla seconda
strofa, e la seconda, che è composta dalla terza e dalla quarta strofa. La prima
parte è caratterizzata dai due interrogativi retorici che vengono posti da Kljuev,
che si rivolge ai sentimenti ed ai rivoluzionari, invitandoli ad agire; la seconda
4
Il primo ad utilizzare la definizione di “neo contadino” è stato Lvov-Rogačevskij in
ПоэзияновойРоссийПэтыполйгородскихокраин
12
parte è complementare, nel senso che aggiunge elementi ai due interrogativi
retorici che vengono posti. Kljuev vuole sottolineare l'urgenza dell'azione da parte
dei rivoluzionari, spiegando la situazione drammatica della Russia.
Per sottolineare l'urgenza e l'importanza del momento Kljuev utilizza al
primo verso di ognuna delle due strofe un'anafora, ripetendo l'espressione
гдебы.... Il "protagonista" della prima strofa è il fuoco, la passione, l'ardore. Il
vocabolario che usa Kljuev è tutto di questo tipo: egli fa appello ai sentimenti e al
vitalismo rivoluzionario utilizzando espressioni come порывые кипyчие, чувств
безграничный просtор
5
ecc., ecc. Gli animi si devono sollevare contro la violenza
dello zar nei confronti del popolo. Questa strofa costituisce una tappa importante
nel processo di avvicinamento verso gli avvenimenti che stanno accadendo in
Russia, che non verranno mai esplicitamente menzionati, ma che diverranno d'ora
in poi, sempre più presenti. Infatti nella seconda strofa K. si rivolge ai
combattenti, ai rivoluzionari e, anche questa volta, usa un vocabolario particolare,
che sottolinea la semplicità, intesa in senso positivo, cioè come purezza d'animo, e
il coraggio di queste persone, spesso anonime, poco conosciute, come ad esempio
Il compagno rappresentato nell'omonima poesia di Esenin, ma che combattono per
la loro patria, родина. Questo termine ha assunto diverse accezioni nel corso dei
secoli e ha ancora oggi differenti accezioni a seconda delle varie culture. Dal
punto di vista linguistico il termine è originato da род: questa radice ha dato vita a
termini come родители, родной брат e родной язык. Esso si differenzia
notevolmente dal concetto di патриот in quanto il primo, родина, è legato
etimologicamente e culturalmente al concetto germanico di Vaterland e a quello
di Blut und Boden, che potremmo tradurre con sangue e terra. La terra è
personificata, è genitrice perché è divina, così come lo era stata nella mitologia
greca al tempo delle divinità materne, ricordiamo Gea. Bisogna citare anche, a
tale proposito, il concetto di МAT’-CYPA-ZEMLJA, che è traducibile come madre-
umida-terra e che rappresenta una delle basi del settarismo. E’ interessante notare
anche il dualismo che vi è anche nella lingua tedesca, in questo caso tra Heimat e
Vaterland
6
. Se osserviamo le principali lingue europee non notiamo questo tipo di
5
Le due espressioni significano, rispettivamente, impeti bollenti e vastità sconfinate dei
sentimenti.
6
Cfr. http://www.gemeinsamlernen.de/laufend/heimat/h310.htm.
13
dualismo: è presente l’equivalente inglese di Vaterland, Fatherland, ma non
l’equivalente di Heimat. In Francia è presente unicamente il termine patrie così
come in italiano vi è il termine patria. E’ opportuno sottolineare che l’accezione
prevalente di questo termine è sempre stata conservatrice ed escludente. La patria
è stata considerata come un’identità che unisce determinati individui, sulla base
della comune lingua e/o della comune appartenenza territoriale. La Rivoluzione
francese ha visto nascere il concetto moderno di nazione e una nozione diversa di
nazionalismo. Questa volta il nazionalismo è visto in senso progressivo (questa
visione inizia con la Rivoluzione francese) e i rivoluzionari vengono descritti
come brillanti stelle, come a voler riprodurre quel dualismo tra cielo e terra che
è un concetto tipico del settarismo. Le funzioni dei rivoluzionari sono così
importanti che questi vengono definiti cantori: si deve ricordare che la figura del
cantore ha sempre svolto il ruolo di divulgatore di notizie, in questo caso i
rivoluzionari non si limitano a divulgare, ma sono gli artefici del loro destino e di
quello del popolo народ
7
, una parola che può significare sia popolo che nazione
e che rimanda alla spiegazione dell'uso della parola родинаche viene fatta alcune
righe più indietro. I termini summenzionati sono l'anello di congiunzione della
prima parte con la seconda e costituiscono il punto nodale della poesia.
La seconda parte vuole costituire un complemento alla domanda che viene
posta nella prima e si apre con la PERSONIFICAZIONE della patria, che attende i
rivoluzionari come un giorno splendido (свемлого, da свет, luce: vedremo come
la terminologia legata alla luce, al fuoco, alle tinte forti ricorra molto all'interno
della poesia). Possiamo notare ancora una volta il legame con il settarismo: la
patria viene personificata. Ancora una volta Kljuev sottolinea la sanguinosa
repressione che lo zar sta compiendo contro il movimento rivoluzionario, con
l'espressione coperta di sangue, come nel verso 4. Nel verso successivo c'è subito
un'immagine che contrasta, l'immagine dell'oscurità dell'inferno, anche se,
ricordiamo, esso è molto spesso caratterizzato dal fuoco. Il fuoco ha, in questo
caso, una funzione catartica e lo possiamo vedere al verso 12. Viene nuovamente
personificata la patria e si sottolinea, mediante un’anafora con il verso 10, il fatto
che essa attenda, per di più ansiosa il fuoco. La funzione catartica del fuoco viene
7
Questo duplice significato è presente anche in altre lingue slave, come, ad esempio, il ceco.
14
sottolineata nel verso 13, che apre l'ultima strofa. Questa volta il soggetto è il
fuoco, al quale viene attribuita la stessa importanza della patria e dei rivoluzionari
che sono i soggetti delle altre strofe. Questa volta K. usa l'immagine della
FIACCOLA DELLA LIBERTÀ, che, in questo caso, è intesa come libertà di parola e di
espressione, ma anche come libertà dal bisogno, se solo si pensa alle condizioni
economiche che vi erano a quel tempo in Russia. La terra russa CHIAMA, CON
VOCE SUADENTE e questo rimanda al dualismo tra cielo e terra di cui si fa
menzione anche in altre parti dell'analisi. L'ultimo verso è un saggio di storia
russa: l'espressione un popolo che tutto sopporta non potrebbe essere migliore
spiegazione di quello che è successo nei secoli passati. La Russia ha dovuto
sopportare il servaggio della gleba fino al 1861, uno sviluppo industriale ritardato,
un'assolutismo tra i più lunghi nella storia: questo verso è la motivazione
principale della domanda che viene posta nelle prime due strofe. La rivoluzione è
avvertita come una necessità, anche se bisognerà aspettare fino al 1917, per
ottenere il successo. In ogni caso dal 1905 molto è cambiato.
Il percorso “politico” di Kljuev non sarà un percorso tradizionale: egli
vedeva l’insurrezione in maniera "religiosa", cosa che contrastava con la visione
leninista, ma che era scarsamente compatibile anche con l'ideologia di altri partiti
come i socialisti-rivoluzionari che avevano un maggior radicamento nelle
campagne, al contrario dei bolscevichi. Di lì a poco si formeranno i primi Soviet,
che costituivano un contropotere rivoluzionario rispetto alla Duma, assemblea che
veniva concessa dallo zar nella quale gli operai e i contadini erano
sottorappresentati. In quegli anni si formarono tre dume, che fallirono
miseramente. Kljuev è considerato un poeta "neo-contadino": assieme ad Esenin,
Klyčkov, Širjaevič, con il quale intreccerà una lunga corrispondenza, Mariengof e
Orešin: essi vivono questa esperienza con molto coinvolgimento e passione. Si
presentano alle feste calzando i LAPTI, le tipiche calzature contadine fatte di
floema, sono orgogliosi di provenire dalla provincia, dalla campagna. Non si
lagnano delle sofferenze, ma le considerano un mezzo per fortificarsi. La poetica
di Kljuev è anche legata a quella degli immaginisti, per l'uso frequente di
immagini che egli compie per spiegare il suo pensiero, ma anche a quella dei
simbolisti. Egli intreccerà il suo destino anche con Alexander Blok. In quegli anni
15
le varie Dume, che vengono concesse dallo zar falliscono clamorosamente, a
causa della loro inettitudine e della corruzione che permea sempre di più il
regime. Nella seconda Duma la maggioranza è dei riformisti, anche se i
bolscevichi hanno ben 65 deputati. Stolypin ha molte difficoltà nel far passare la
sua riforma, i bolscevichi chiedono la municipalizzazione della terra, per poterla
distribuire equamente ai contadini. In Siberia, la terra di Kljuev, dal 1907 al 1914
vengono trasferiti centinaia di migliaia di contadini.
1.1.2 LA QUESTIONE DEL CAPRO ESPIATORIO IN
“COME UNO SCHIAVO REMISSIVO”
Questa poesia costituisce un'ideale continuazione della poesia che ho
analizzato precedentemente, sia nei concetti espressi, che dal punto di vista
storico, essendo stata scritta nello stesso anno, nel 1905. Si potrebbe precisare, ad
esempio, che tante sono le differenze tra questa rivoluzione e quella del 1917.
Uno dei massimi esponenti di questa rivoluzione fu da un personaggio molto
particolare e ambiguo come il pope Georgid Apollonovic Gapon
8
che fu, in varie
riprese, rivoluzionario, informatore della polizia e fuggiasco all'estero. Un altro
carattere che conferma la peculiarità di queste agitazioni è legato al fatto che, gli
industriali chiedono diritti politici per i loro operai. Questa rivoluzione, che i
bolscevichi definiscono democratica e borghese, non ha ancora una
caratterizzazione politica ben definita. I rivoluzionari vogliono più democrazia,
ma il bisogno principale è il pane. La visione che ha K. della sollevazione si
inserisce bene in questi frangenti: egli l'attende come una nuova "venuta"
9
. La
rivoluzione è un momento nel quale il "sacrificio" assume grande valore.
Attraverso il martirio ci si può fortificare, immolarsi per la causa ha un doppio
significato: offrire una nuova vita agli altri su questa terra e riceverne una
nuova, ma non in questo mondo.
8
Per avere una migliore comprensione della figura storica del pope Gapon cfr. Bouchard, Polo,
Gagliardi (a cura di):1993,50,51.
9
Cfr. in Esenin: 1996.
16
La tematica del "capro espiatorio" è di grande importanza nella storia:
dalla tradizione tragica greca (tragedia deriva da tragos, caprone) alla tradizione
cristiana la vittima sacrificale è spesso presente Tra gli altri, il fondatore della
psicoanalisi, Freud, lo scrittore Sacher-Masoch e, a suo modo, il marchese De
Sade si sono occupati del dolore e dei suoi vari significati. Si deve inoltre citare
la tradizione dei canti funerari russi, ai quali si ispira Kljuev per comporre questa
poesia. Egli partecipa alla rivoluzione russa ed è legato politicamente e
sentimentalmente con Maria Dobroljubova. Anche la divisione in parti che si può
operare è abbastanza semplice ed intuitiva: le prime due strofe trattano infatti del
momento della morte del padre che intona un canto funerario, proprio della
tradizione popolare russa; le altre due strofe costituiscono una netta
contrapposizione rispetto alle altre: il figlio dichiara che non sopporterà le
sofferenze che sono state inflitte al padre e che combatterà la sua battaglia.
La poesia si apre con la similitudine безответным рабом che
incomincerà il percorso circolare della poesia. All'aggettivo б, parola composta
che si compone di без senza ответ risposta non è stato facile trovare una
traduzione adeguata, "remissivo" non rende certo l'idea. Il soggetto è il padre,
anche se qui non appare chiaramente. Egli intona un canto funerario e si paragona
ad uno schiavo: notiamo come la similitudine costituisca il primo verso e il
soggetto appaia solo nel secondo. Nel secondo vi è l'azione principale, la morte,
che è intesa come un passaggio: i verbi di moto сойти e найти esprimendo
molto bene questo concetto. Da notare la ripetizione della parola доли
10
. Nel
secondo verso si capisce chiaramente chi è che pronuncia quelle parole: è il padre,
o meglio, il padre-martire. Egli è un martire, ma è ancora del tutto "passivo": il
suo concetto di martirio è del tutto distante da quello del figlio. Sta esprimendo le
sue ultime volontà e intona un canto funerario. Ed è a questo punto che si compie
la transizione tra la prima e la seconda parte della poesia.
10
Cfr. precedente analisi.
17
Il soggetto cambia: è il figlio. La terza strofa inizia con una negazione,
così come la quarta. Il figlio nega il percorso di vita del padre, lo nega
decisamente e contrappone il GEMITO DEI PADRI al BOATO DEI TUONI, contrappone
il verbo riecheggia al verbo пролетит (passerà volando). La contrapposizione è
netta, da tutti i punti di vista: dal punto di vista politico, dal punto di vista
linguistico e dal punto di vista stilistico. Anche il primo verso inizia con una
similitudine, ma in questo caso non è per negare qualcosa, ma per confermare una
scelta di vita. La contrapposizione è anche fonosimbolica. La stessa struttura
grammaticale e stilistica si ripete anche nella quarta strofa, nella quale il figlio
proclama definitivamente qual è la sua scelta politica, che è quella di non
arrendersi al potere zarista, ma di reagire, magari trovando anche il martirio,
anche se questa colta il poeta è un uomo libero. Troviamo un'espressione che
riprende il verso 1 безглазным рaбом, che significherebbe letteralmente schiavo
senza voce e che io ho scelto di tradurre come SCHIAVO SENZA PAROLA. Questa
volta l'espressione viene negata. Il poeta non è più schiavo, ma LIBERA AQUILA,
l'immagine stessa di aquila parla di libertà. Egli continuerà ad intonare il suo canto
(допеть), ma questa volta non è più un canto funerario.
La vita di Kljuev sarà esattamente così, come egli annuncia nella poesia.
Questa poesia incita all’azione, a non lasciarsi trascinare passivamente dagli
eventi. Il martirio è dunque una possibilità di redenzione, rappresenta la
possibilità di una nuova vita a costo, anche, del sacrificio della propria. Quel che
leggeremo nelle poesie in seguito confermerà questa scelta, fino all’ultima
problematica parte della sua vita. Il suo percorso sarà simile a quello di Esenin e,
come per Esenin, la sua morte non sarà mai del tutto chiara.
11
Il suo entusiasmo e
il suo coinvolgimento per la Rivoluzione si perderanno per strada, così come
quello dello stesso Esenin e di altri poeti, che avevano seguito il loro stesso
percorso politico e culturale. Resta da capire il perché.
11
Idem.