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Parte prima : Dimensione del problema 
E’ opportuno prima di affrontare il lavoro di ricerca chiarire alcuni concetti. Che cosa vuol 
dire “Medium-a” e a cosa serve? Che cos’è “l’opinione pubblica”? Che legame esiste tra il 
“medium” e “l’opinione pubblica”? Quali sono gli attori coinvolti nella creazione e/o gestione 
di un media e di un opinione pubblica in Europa? Infine quali sono le politiche utilizzate? 
1. MEDIUM O MEDIA 
 
Dal latino Medium, cioè mezzo o luogo accessibile o dall’inglese Media in uso anche in Italia, 
l'espressione equivale a "mezzo di comunicazione", che designa gli strumenti tecnici (stampa, 
radio, cinema, televisione) per la produzione di messaggi e la loro diffusione simultanea a un 
numero di persone. A partire dalla metà del sec. XIX (con la diffusione della stampa 
periodica) ma soprattutto con l'avvento, nel '900, della "cultura delle immagini" (linguaggio 
universale e immediato che non presenta le difficoltà poste dalla parola scritta, dovute alla 
necessità di saper leggere e alle differenze linguistiche), le innovazioni tecnologiche nel 
settore della comunicazione hanno moltiplicato la possibilità di fruizione a livello di massa di 
informazioni e cultura, contribuendo al superamento di distanze culturali e di barriere fisiche 
e mettendo in comunicazione diretta ogni parte del globo (divenuto una sorta di "villaggio 
globale"
3
, secondo l'espressione di McLuhan H. M).  
 
1.1. Diverse forme di Media 
 
I mezzi di comunicazione possono essere divisi nelle seguenti categorie. Si possono rivolgere 
alle masse (sono i più comuni mass-media) o a delle élites della popolazione (i media 
tematici). Possono essere distribuiti o ricevuti all’interno di piccole comunità locali (media 
locale) o in vaste aree geografiche (media globale). Infine un media può riferirsi o 
riconoscersi in una nazione (i media nazionali) o in una o più regioni del mondo (media 
internazionali). Verranno chiariti qui di seguito le diverse forme dei media mettendo però 
sempre l’attenzione alla realtà europea. Ci interessa infatti capire che cosa sono i media 
europei e come partecipino alla formazione dell’opinione pubblica europea.. 
                                                 
3
 Vedi Parte prima, nel par. 1.1.2 Media globale e locale 
 5
1.1.1. Mass-Media e Media tematici 
 
Il termine Mass-Media, dall’inglese “mezzo di comunicazione di massa”,  è uno strumento 
tecnico (televisione, radio, giornale, internet) che diffonde immagini, parole e  suoni 
apertamente e a distanza a numerosi riceventi entro un breve spazio di tempo. Un esempio 
concreto viene fornito in seguito nel caso della Televisione “europea” Euronews e del portale 
internet ufficiale dell’Unione Europea EUROPA. 
All’opposto i Media tematici si rivolgono a dei target (settori precisi) di popolazione con 
interessi e bisogni specifici di fruizione di contenuti informativi e d’intrattenimento.  
A cavallo del nuovo millennio si sono sviluppati  i canali televisivi satellitari o digitali di solo 
sport
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, news (informazioni)
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, cartoni animati e d’intrattenimento per ragazzi, musica, cinema, 
etc. A pari passo con la televisione sono nate nuove testate giornalistiche, riviste di settore, 
radio analogiche e digitali tematiche e soprattutto con internet le cosiddette comunità virtuali 
locali (siti – diario personali “weblog”, canali di discussione “forum” e “chat”). 
 
1.1.2.  Media globale o locale 
 
L’universale e il particolare non si contrappongono. Sono i due poli della comunicazione.  
Nel campo della cultura, come in quello dell’economia e dell’ambiente, le frontiere 
scompaiono fino a  ritrovarsi in un villaggio globale, che provoca un vuoto corrispondente 
alla diminuzione dell’identità di ciascuno. Non si parla dell’identità odiosa, che si oppone a 
tutto quello che é straniero. Si tratta dell’identità che é l’affermazione di una personalità 
indispensabile in tutti i dialoghi. L’identità può essere la somma delle diversità che la 
compongono o l’opposizione ad altre identità che minacciano di assorbirla. Può essere sia un 
fattore d’integrazione e coesione che di segmentazione e divisione. La regione o la città sono i 
luoghi in cui queste identità possono esprimersi e ,in tutti casi, rincontrarsi.  
E’ là che i media di prossimità giocano un ruolo essenziale, garantendo le diversità culturali 
dell’Europa e dei suoi territori. “La diversità mediatica é l’immagine della diversità 
culturale”
6
. Questi mezzi di comunicazione sono alla portata dei cittadini, nel loro 
                                                 
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 Vedi allegata Home page di Eurosport  
5
 Vedi Parte seconda il cap. 3 Il caso del canale panaeuropeo d’informazione Euronews e allegata Home page di 
Euronews 
6
 Estratto dell’articolo « L’unité par la diversité » di GRIEFAHN M., membro del Bundestag, presidente della 
Commissione cultura e media, dal sito Liberation.fr. 
 6
funzionamento e nell’accesso. Essi permettono di sviluppare l’identità europea, collaborando 
per mostrare le differenze nazionali e regionali: “Cooperazione delle differenze”
7
.  
Le esperienze locali dimostrano che c’é un accrescimento della collaborazione tra la stampa e 
le televisioni. Durante il simposio di Cracovia
8
, per la prima volta la stampa é stata implicata 
nella riflessione. Essa é tradizionalmente il luogo della libertà d’espressione, in cui i fattori 
economici e culturali s’intrecciano e si combinano insieme. Nella vita di tutti i giorni, la press 
esercita un azione di prossimità da molto più tempo dei media audiovisivi. 
La conclusione del simposio ha messo in evidenza due linee d’azione: 
1) Sviluppare il pluralismo all’interno dei media: significa l’aumento delle reti televisive 
o dei giornali evitando i fenomeni di concentrazione economica. Questo per garantire 
un’apertura democratica delle reti locali ed evitare che esse diventino preda di grandi 
gruppi editoriali. 
2) Realizzare una rete europea di collaborazioni tra la stampa e la televisione locale: per 
superare gli spazi ristretti in cui si realizza la comunicazione locale e mettere in 
evidenza i numerosi aspetti in comune tra le differenti zone geografiche. Ci sono dei 
sentimenti che oltrepassano gli spazi fisici e le culture come l’aspirazione 
democratica, la voglia di esprimersi, l’amore o la speranza . 
 
1.1.3. Media nazionale a vocazione europea 
 
Il nazionalismo è probabilmente il “cadavere” dell’Europa. Per causa sua sono scoppiate le 
due guerre mondiali che hanno provocato milioni di morti, l’avvento di teorie sull’identità 
della razza e la concentrazione dell’odio nei confronti del prossimo, diverso e quindi nemico.  
La nazione é un concetto difficile da spiegare e come dice G. Burdeau, nell’articolo “Nation” 
dell’Encyclopedia Universalis, “non é una realtà concreta, ma un’idea”. L’accademia 
francese,  nel 1964, definisce la nazione come l’insieme degli abitanti di uno stesso Stato, uno 
stesso paese, con le stesse leggi e lingue. 
                                                 
7
 MUSSO P., SOUETRE P., LEVASSEUR L., « Presse écrite et télévision dans les régions d’europe », Editions du 
Conseil  de l’Europe, 1995 
8
 Organizzato dal 30 settembre al 3 ottobre 1993 a Cracovia, Polonia, dal Consiglio Europeo sul tema « Press, 
televisioni e regioni d’Europa » 
 7
La televisione é, da una parte, vista come “strumento di comunicazione” per avvicinare i 
differenti popoli d’Europa e dall’altra come mezzo per riflettere le differenti culture. 
Integrazione europea e identità culturale nazionale formano un equilibrio idealistico, ma 
possibile. E’ dunque guardando in se stessi, nella propria cultura e identità nazionale che si 
potrà progressivamente ammettere l’esistenza dell’altro e quindi dell’Europa. Ogni paese deve 
parlare dell’Europa, partendo dalla propria identità e dal suo punto di vista. 
Il mondo della comunicazione europea vedrà la colonizzazione di certi gruppi nazionali per 
mano dei grandi gruppi di comunicazione privati, europei e non. E’ già così  per la stampa, la 
radio e ancor più per la televisione. 
Per favorire la comunicazione in Europa é essenziale l’utilizzo dei media e in particolare della 
televisione. Così ogni TV di Stato dell’UE deve garantire una certa copertura di programmi a 
vocazione europea, conservando un “nazionalismo dell’informazione” per favorire il processo 
d’integrazione europea.  
 
 8
1.2. I media europei 
 
Le analisi sulla costruzione europea a partire dallo studio dei media, o più in generale dei 
processi di comunicazione, sono molto rare e gli anni Ottanta hanno segnato una svolta. Le 
produzioni mediatiche ci informano sul processo transnazionale d’unificazione politica, 
economica, culturale e sulle forme di resistenze che producono.  
Queste ricerche definiscono le condizioni di possibilità o impossibilità per i media nazionali, 
regionali e transnazionali di costruire l’Europa o di parlarne, cioè come questi strumenti 
tecnici (giornali, televisioni, siti internet, ecc..) costruiscono concretamente dei beni simbolici 
a vocazione transnazionale (bandiera, lingua, cultura, feste e riti dell’ Unione europea) e come 
essi trattano delle questioni “europee”. 
L’oggetto di queste analisi e di dimostrare come i media contribuiscono alla costruzione dello 
“spazio pubblico europeo“
9
 e della “identità europea“, attraverso un lavoro empirico di studio 
di casi o “laboratori“. Infatti tutte le ricerche apportate in questo campo dimostrano che le 
produzioni culturali a pretesa europea sono più riconducibili a un contesto internazionale. 
Alcuni autori sostengono l’impossibilità di uno spazio pubblico europeo a causa dell’assenza 
di omogeneità delle identità, dei valori e delle opinioni dei cittadini dei differenti paesi 
dell’Unione europea. I media sono culturalmente frammentati in Europa, piegati dalla 
mancanza di una lingua comune imposta e dalla volontà di superare le diversità. 
L’Europa é lontana, ma s’incarna sempre più nel quotidiano, negli scambi culturali e 
linguistici e nel turismo, che favoriscono da decenni la conoscenza dell’altro. La diffusione di 
programmi televisivi di fiction spesso tradotti, di eventi sportivi e musicali, partecipano alla 
formazione della comunità e alla costituzione di lingue comuni. L’integrazione europea non é 
la creazione di individui standardizzati (come in America) ma il riconoscimento delle 
differenze attraverso un dialogo critico. 
La legittimità della “cittadinanza europea” e dello “spazio pubblico” non sono entità illusorie 
ma in gestazione, così come sostengono Thomas Banchoff e Mitchell Smith (1999).  
                                                 
9
 Che sia nazionale, europeo o internazionale é un concetto utilizzato senza una definizione prestabilita ma 
rappresenta una condizione necessaria per una vera « democrazia europea » : vedere per esempio MERCIER A. 
(dir.), « Vers un espace public européen ? Recherche sur l’Europe en construction », Paris, L’Harmattan, 2003 
 9
L’Europa ha bisogno di un quadro federale più efficace e responsabile, compresa la sua 
comunicazione (Dacheux, 1997) e della pressione degli individui, dei gruppi e in particolare 
delle associazioni (Maigret, Monnoyer, 2001). Infine di uno spazio condiviso tramite i media 
d’informazione e divertimento, che s’inseriscano nel vissuto quotidiano. 
La politica audiovisiva europea, secondo Wolton D.
10
, al posto di accelerare l’identità europea 
rischierebbe di suscitare un processo di rigetto, quando il rafforzamento della costruzione 
europea destabilizzerà i punti di riferimento e le identità nazionali.  
Questa politica appare una necessità per tre ragioni:  
1) Politica per accelerare la presa di coscienza sull’importanza dell’unità 
2) Economica per agevolare lo sviluppo di un mercato della comunicazione 
3) Culturale per radicare il progetto europeo in un periodo a lungo termine. 
 
                                                 
10
vedi WOLTON D « L’impatience de l’Europe et les languers de la communication », Le Debat N.92