Jacopo Faitanini -  Effetti della Legge 488/92 turismo sull‟economia del Mezzogiorno 
 
4 
dal 1996 ad oggi sono state concesse agevolazioni per quasi 17.000 milioni 
di euro (circa il 30 percento del totale degli aiuti alle imprese), di cui l'88 
percento nel Mezzogiorno. Le domande approvate sono state oltre 30.000 (i 
due terzi al Sud). I programmi agevolati dovrebbero attivare circa 56.000 
milioni di euro di investimenti e 432.000 nuovi posti di lavoro (324.000, il 
75 percento al Sud). In media, quindi, ogni posto di lavoro creato dalla 488 
costerebbe 39.000 euro (45.000 nel Mezzogiorno). L'agevolazione media è 
del 30 per cento, più elevata al Sud (38 per cento). Alla metà del 2002 erano 
stati erogati oltre 9.000 milioni di euro. Gli investimenti conclusi erano pari 
a oltre 20.000 milioni di euro, con una creazione di quasi 150.000 nuovi 
posti di lavoro (88.000 nel Mezzogiorno). 
 
 Si analizzerà, quindi, in questa indagine, l‟impatto derivante 
dall‟introduzione di tale decreto nell‟economia dell‟Italia meridionale, con 
particolare riferimento al settore turistico.  
L‟obiettivo è quello di costruire modelli econometrici capaci di 
catturare le variazioni dell‟occupazione sia nel settore manifatturiero che in 
quello turistico, cercando di verificare se ce ne sono le differenze, in termini 
di occupazione indicati come valori medi, apportati dalla Legge 488. 
 
La tesi è così suddivisa: 
 
 ξ Nel primo capitolo vengono trattati i modelli usati per 
l‟analisi territoriale. Nel capitolo vengono introdotti i 
principali concetti circa l‟analisi territoriale dei fenomeni 
economici e i principali indicatori utilizzati per la misura 
della correlazione. Infine viene fatta una rassegna dei 
modelli econometrici utilizzati per l‟analisi spaziale: 
OLS, Spatial Lag e Error Lag. 
 ξ Nel secondo capitolo viene illustrata la Legge 488/92, in 
che ambito viene applicata, quali sono i termini per poter 
accedere alle agevolazioni, le modifiche apportate alla 
Introduzione 
5 
Legge in questi ultimi anni. Sono poi commentati i dati 
risultati dei bandi per settore: Industriale, Turismo e 
Commercio. 
 ξ Nel terzo capitolo viene presentata un‟analisi sintetica 
delle principali variabili strutturali del settore turistico 
nel mezzogiorno e delle informazioni relative alla Legge 
488/92 Turismo. L‟obiettivo principale è quello di 
comprendere come si distribuiscono gli occupati e le 
imprese sul territorio per agricoltura, industria, servizi, e 
turismo. Viene inoltre descritta la distribuzione nel 
mezzogiorno dei contributi statali, degli investimenti 
richiesti e il numero delle imprese che hanno fatto 
domanda di agevolazione. 
 ξ Il quarto capitolo verifica se la Legge 488 ha avuto un 
riscontro positivo dell‟occupazione nel settore Turismo, 
per quanto riguarda il Mezzogiorno. Il lavoro di analisi 
spaziale parte da una prima valutazione delle stime OLS. 
Successivamente, nel caso in cui la diagnostica abbia 
rilevato una dipendenza spaziale, i modelli usati per le 
stime sono Error Lag e/o Spatial Lag. I dati utilizzati 
sono gli SLL censiti nel 1991 nel mezzogiorno. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                   Jacopo Faitanini -  Effetti della Legge 488/92 turismo sull‟economia del Mezzogiorno 
 
6 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo primo: L‟analisi spaziale: metodi e modelli  
7 
 
Capitolo primo 
 
L’ ana l i s i  s p a z i a l e :  me t od i  e  
m o d e l l i   
 
Nel capitolo vengono introdotti i principali concetti circa l‟analisi 
territoriale dei fenomeni economici. Segue una discussione sui principali 
indicatori utilizzati per la misura della correlazione spaziale. Una breve 
rassegna dei modelli econometrici per l‟analisi spaziale completa il capitolo. 
 
1.1  La prima legge della geografia 
 
Nella teoria della interazione spaziale che studia i comportamenti che 
sono condizionati dalle azioni degli agenti economici nel territorio, si 
evidenzia la tendenza da parte degli agenti stessi, ad assumere 
comportamenti che sono condizionati dalle azioni degli agenti più prossimi 
geograficamente. 
In tal senso, lo studio dell‟interazione spaziale si configura come lo 
studio delle regolarità evidenziate da una determinata variabile, osservata su 
un insieme di punti distribuiti nel piano. 
Dal punto di vista della sua misura statistica il fenomeno della 
interazione spaziale rappresenta un caso più generale del concetto di 
correlazione spaziale, per cui il verificarsi in una particolare area, rende più 
(o meno) probabile il suo verificarsi in aree circonvicine [ARB96]. 
In letteratura si ritrovano diverse definizioni della correlazione 
spaziale. Fingleton, ad esempio, definisce la correlazione spaziale come la 
proprietà che possiede una mappa di punti ogni volta che mostra una 
distribuzione organizzata del fenomeno osservato [FIN85] 
                                                   Jacopo Faitanini -  Effetti della Legge 488/92 turismo sull‟economia del Mezzogiorno 
 
8 
Cliff e Ord parlano dell‟autocorrelazione spaziale, osservando come 
una qualsiasi variabile si realizzi nelle aree vicine. Può realizzarsi in modo 
più o meno collegato, e se i valori si influenzano, allora esiste una sorta di 
autocorrelazione [CLO73]. 
Alla base dei contributi che afferiscono a questa branca di studi è la 
così detta “prima legge geografica”, la quale afferma: 
 
“tutto è correlato con tutto, ma le cose vicine sono più correlate delle 
cose lontane” [TOB70]. 
 
Due unità i e j disposte nello spazio, avranno quindi una correlazione 
inversamente proporzionale alla loro distanza dij. Se nelle serie storiche la 
correlazione aveva un‟unica direzione (ovvero quella indietro nel tempo), 
nello spazio la correlazione è multidirezionale. Se nella dimensione tempo 
una variabile “x” dipende dal suo valore precedente, nello spazio “x” può 
dipendere da tutti i valori che la circondano, in infinite direzioni. 
   
1.1.1  Definizione operativa della contiguità 
 
La misura della correlazione spaziale è una relazione (come già stato 
detto nel paragrafo 1.1) che riguarda coppie di unità; date quindi n unità le 
relazioni di contiguità delle n2  possibili coppie ordinate di unità, possono 
essere rappresentate con una matrice W, di ordine n*n detta matrice di 
contiguità, costituita da elementi wij che assumono valore 1 o 0, 
rispettivamente nel caso che le unità i e j siano contigue o non contigue (con 
wii= 0). 
Nella forma generalizzata, gli elementi wij sono numeri non negativi 
che esprimono l‟intensità con cui la circostanza della contiguità agisce sulle 
determinazioni del fenomeno nelle unità i e j. Generalmente è wij = wji e 
quindi la matrice W è simmetrica. 
Per quanto riguarda la definizione operativa di contiguità, nel caso 
più semplice in cui le unità territoriali sono individuate da un griglia 
Capitolo primo: L‟analisi spaziale: metodi e modelli  
9 
regolare con celle quadrate, la contiguità spaziale tra due celle può essere 
definita o dall‟avere uno dei lati in comune (cosiddetto “caso della torre”) 
mostrata in Fig.1, 
 
 
 
        
Fig.1 Caso della Torre 
 
oppure dall‟avere o uno dei lati o uno dei vertici in comune (cosiddetto 
“caso della regina”) mostrata in Fig.2. 
 
 
 
 
Fig.2: Caso della Regina 
 
Nel caso di unità di forma irregolare la contiguità tra due unità può 
essere data dall‟esistenza di un confine in comune, oppure può essere 
espressa in funzione della lunghezza di tale confine o dalla distanza tra i 
baricentri geografici (o tra i centri abitati principali). Tale distanza può 
essere misurata in lunghezza d‟aria oppure seguendo le strade di 
collegamento o essere espressa da una funzione che tenga conto di più 
elementi insieme, come ad esempio, la funzione: 
 
                              
()
abg D B w
ij ij i j ij
          (a,b > 0) 
 
                                                   Jacopo Faitanini -  Effetti della Legge 488/92 turismo sull‟economia del Mezzogiorno 
 
10 
Proposta da Cliff e Ord, dove Dij  è la distanza tra le unità i e j, 
misurata tra due opportuni punti e Bi(j)  è la proporzione del confine 
dell‟unità i che è anche confine dell‟unità j [CLO73].  
Nel definire una funzione g, si potrebbe tenere conto anche di 
elementi di natura non spaziale come il tempo di percorrenza per recarsi da 
un‟unità all‟altra. Ma si può dire che nel contesto di uno studio sulla 
distribuzione spaziale di un fenomeno, ogni circostanza di qualsiasi natura 
che si ritenga capace di interagire col fenomeno, dovrebbe essere 
considerata e fatta intervenire ai fini di un analisi dell‟autocorrelazione. 
Se dall‟analisi condotta non emerge la presenza di autocorrelazione 
vuol dire che il comportamento del fenomeno nelle unità interconnesse non 
si differenzia da quello riguardante il complesso delle coppie di unità, e 
questo può indicare sia assenza di autocorrelazione sia la non adeguatezza 
nel contesto di indagine dello schema di interconnessioni introdotto. Da ciò 
consegue l‟importanza che nello studio dell‟autocorrelazione assume la 
definizione della matrice W. 
Indici semplici di autocorrelazione spaziale, così come quelli più 
sofisticati noti in letteratura come l‟indice I di Moran (1950) e l‟indice di 
Geary (1954), derivano in genere da un indice elementare della correlazione 
spaziale, definito “Prodotto incrociato” (Cross -Product): 
 
 ∗ = 6i 6j Wij Cij 
 
Dove Wij  è la matrice di contiguità (funzione di una delle contiguità 
precedentemente menzionate) e Cij è una matrice contenente la misura della 
correlazione (ovvero della distanza statistica) tra il valore i e j. 
Per la misura di tale differenza si possono utilizzare le diverse misure 
della distanza conosciute in statistica. Utilizzando ad esempio la più 
comune distanza Euclidea, il generico elemento cij  sarà dato dal valore     
(xi-xj)
2
 e quindi: 
 
 ∗ = 6i 6j Wij ( xi – xj )2 
Capitolo primo: L‟analisi spaziale: metodi e modelli  
11 
 
L‟indice permette di selezionare solo le relazioni dove vi è contiguità 
(elemento della matrice W =1), e per queste misurano se i due valori siano o 
meno correlati ( si sommano i quadrati delle differenze). 
 
1.2  Misure di autocorrelazione spaziale 
 
1.2.1  Analogie con le serie storiche 
 
L‟indice I di Moran è l‟esatta trasposizione dell‟indice di 
correlazione seriale in ambito spaziale. 
In base alla legge di Tobler (già citata nel paragrafo 1.1), se nel 
tempo la correlazione è inversamente proporzionale all‟arco temporale che 
corre tra le osservazioni, nello spazio la correlazione seriale è inversamente 
legata alla distanza dij esistente tra i punti i e j di osservazione [TOB70]. La 
distanza dij,, quindi, ha la stessa funzione del ritardo temporale in ambito 
seriale. Da questo scaturiscono poi tutti i passaggi che dall‟indice seriale 
conducono a quello spaziale [ARB96]. 
Nel caso di serie storiche la correlazione seriale tra due osservazioni 
separate da k istanti temporali è definita a partire dal concetto generale di 
correlazione e, pertanto, è data dal rapporto: 
                           
 Υ(k) =  Corr (XtXt-k)  =     ()
( ) ( )
t t k
t t k
Cov X X
Var X Var X
  
  
   ;   (t=1,……..T)                                            
    Tale formula si può semplificare definendo un operatore di ritardo 
temporale Rk, che avrà la funzione di ritardare di k istanti la variabile X , in 
questo modo :         
            RkXt = Xt-k   
 
Applicando tale operatore alla formula di correlazione si ottiene: