7
un primo “paletto” da piantare è che la ricerca biotecnologica 
deve trovare  un limite etico invalicabile nella tutela dell’integrità 
della persona umana. Un criterio giusto da seguire sarebbe che le 
innovazioni biotecnologiche siano accettabili solo a condizione 
che favoriscano un miglioramento della qualità della vita e si 
pongano al servizio dell’uomo. 
Risulta fondamentale specificare la differenza e, al tempo 
stesso, l’inscindibilità che intercorre tra la scienza e la sua 
applicazione: la prima si limita alla pura conoscenza dei processi, 
la seconda interviene sui meccanismi modificandoli. È difficile 
però scindere le due sfere dal momento che ogni ipotesi 
scientifica richiede una sperimentazione che quasi sempre, 
automaticamente passa ad un intervento sulla materia vivente. 
Concreti rischi sono: gli effetti connessi all’immissione 
nell’ambiente di organismi geneticamente modificati 
difficilmente individuabili; la perdita progressiva della 
biodiversità che le biotecnologie potrebbero accelerare, 
favorendo la scomparsa graduale di piante e colture esistenti. Il 
 8
pericolo di erosione sempre più rapida della diversità biologica è 
destinato ad aumentare drasticamente se lo sviluppo delle 
applicazioni biotecnologiche continuerà a seguire la mera logica 
dell’interesse privato. Inoltre la possibilità  dell’introduzione 
nell’ambiente di organismi modificati può provocare effetti 
indesiderati sulla natura umana; di tali rischi i consumatori dei 
prodotti contenenti OGM devono essere informati con 
completezza e correttezza nei prodotti di commercio OGM. 
Non si possono, né si devono, dimenticare i progressi in 
campo medico: l’applicazione delle biotecnologie si prefigge  
scopi terapeutici che risultano benefici per la salute dell’uomo. 
Nei confronti delle biotecnologie occorre tenere un 
atteggiamento consapevole, critico ma non pregiudiziale di 
chiusura, visti gli effetti positivi che la ricerca scientifica può 
portare, soprattutto nel campo medico farmaceutico. 
Risulta indispensabile fissare limiti e vincoli etici chiari 
alle applicazioni biotecnologiche, escludendo l’uso del 
patrimonio genetico da ogni possibilità di sfruttamento 
 9
economico: dovrebbe essere scoraggiato ogni tentativo di 
liberismo genetico – mirato solo a soddisfare i sogni migliorativi 
di alcuni e non quelli terapeutici di tutti – con il quale si decide 
senza alcun diritto quale dovranno esseri i caratteri ereditari dei 
nostri discendenti; si dovrebbe evitare di anteporre ogni 
prospettiva di sfruttamento economico di organismi 
geneticamente modificati alla tutela dell’ambiente, 
dell’ecosistema, della salute dell’uomo, del rispetto del diritto 
dell’informazione dei consumatori e della difesa della 
biodiversità e delle produzioni tipiche e locali. Bisogna dare 
garanzia del fatto che la diffusione delle biotecnologie e di ogni 
forma di manipolazione genetica non penalizzi ulteriormente le 
aspettative di sviluppo dei Paesi poveri. 
I problemi prettamente morali, che sorgono di fronte alla 
decisione di applicazione delle biotecnologie, si concretizzano 
dinanzi all’insicurezza di quali criteri adottare nell’esercizio di 
questa nuova e ambivalente libertà per agire in modo etico e 
responsabile. La valutazione etica diventa più complessa quando 
 10
si tratta di capire le possibili conseguenze e la capacità 
dell’individuo e della società di far loro fronte: occorre 
considerare le perplessità che sorgono quando non si sa che 
futuro ci attenda dopo l’applicazione di una particolare tecnica. 
L’umanità si divide in due: da un lato, i sostenitori della 
pericolosità di ogni tentativo mirante a controllare la saggezza 
dell’evoluzione, contrari all’idea di violare le linee divisorie tra 
specie, nelle quali vedono barriere naturali protettive che gli 
esseri umani violano a loro rischio e pericolo; dall’altro i 
sostenitori dell’ingegneria genetica, che argomentano che i 
benefici che ne discenderanno avvantaggeranno l’uomo e l’intero 
pianeta. 
 
 
 
 11
 
 
 
 
 
PARTE PRIMA 
 
 
 
 
 12
 
CAPITOLO PRIMO 
LE BIOTECNOLOGIE 
 
 
 
1. COSA SONO LE BIOTECNOLOGIE?  
“I geni
1
 codificano proteine coinvolte nel controllo, in 
pratica, di tutti i processi biologici. Trasferendo geni oltre le 
barriere delle specie che sono esistite per milioni di anni tra 
specie come gli uomini e le pecore, noi rischiamo di aprire un 
varco nelle soglie naturali a processi biologici inattesi. Per 
esempio, una forma non correttamente chiusa di una comune 
                                                 
1
 Termine di origine tedesca (Gen) dal greco genesis = origine, generazione; fu introdotto 
da W. Johannsen per indicare l’entità ereditaria scoperta da Mendel. Un gene è un tratto 
definito di DNA, un elemento ereditario composto di acido nucleico. Esistono vari geni con 
funzioni diverse: strutturali (che promuovono la sintesi di una proteina); costitutivi (che si 
esprimono continuamente); regolati (che si  esprimono in certe condizioni ambientali, in 
base a determinati stimoli chimici), da Atlanti Scientifici Giunti, Genetica, 1997 Giunti 
Gruppo Editoriale, Firenze,  pag. 91. 
 13
proteina cellulare può, sotto certe circostanze, essere replicativa e 
dare origine a malattie neurologiche infettive.”
2
  
Le biotecnologie
3
 sono tecnologie che utilizzano processi 
biologici e che esistono da quando esiste la civiltà umana e da 
quando l’uomo ha cominciato ad utilizzare, in modo razionale, 
ciò che aveva intorno a sé. 
Basta pensare ai Sumeri che producevano, si dice, una 
bevanda molto simile alla birra, ottenuta dal lievito fatto crescere 
in un mosto estratto dall’orzo.
4
 
La clonazione,  intesa come processo naturale, diversa 
dalla clonazione
5
 ottenuta artificialmente, è stata sempre 
utilizzata dall’uomo con le piante (talee) e fu compiuta in 
                                                 
2
 G. TAMINO e F.PRATESI, Ladri di geni, 2001 Editori Riuniti, pag.19. 
3
 Tecniche che utilizzano un organismo (o una parte di esso) per realizzare prodotti, 
modificare le caratteristiche di piante e animali, sviluppare microrganismi adatti a specifici 
scopi. Appartengono, per esempio all’area delle biotecnologie le manipolazioni di 
determinati batteri per produrre biologicamente antibiotici, ormoni, enzimi; oppure gli 
interventi di ingegneria genetica sul genoma di organismi superiori, vegetali o animali, per 
prevenire e curare malattie o migliorarne la proprietà; spesso il termine biotecnologie viene 
associato proprio all’ingegneria genetica, in particolare alla tecnica del DNA ricombinante. 
Per ulteriore approfondimento cfr. www.assobiotec.it.   
4
 G. LA MONICA, Gli alimenti geneticamente modificati – Luci ed ombre, in G. RUSSO (a 
cura di), Famiglia, procreazione e nuove frontiere della genetica. Atti del Simposio del 4 
maggio 2001,  Coop. S. Tom, 2001, pag. 95. 
5
 Moltiplicazione di un organismo attraverso le sue cellule somatiche secondo un processo 
non sessuale che dà origine ad una discendenza in tutto identica al progenitore. Oppure: 
ottenimento di molte copie di una molecola di DNA inserita in un ospite vivente, da Atlanti 
Scientifici Giunti, op. cit., pag. 90. 
 14
organismi semplici come le rane, o altri anfibi, già quaranta anni 
fa. 
“Se prendete un buon dizionario, troverete che il termine 
clonazione indica la riproduzione agamica (“senza nozze” e cioè 
senza l’unione di due gameti maschili e femminili) naturale o 
artificiale di entità biologiche identiche tra loro…. “Clone” 
significa “germoglio” e la più nota forma di clonazione è la 
propagazione delle piante per mezzo di talee. Anche la 
formazione di gemelli è una forma di clonazione naturale e lo è 
anche lo stesso processo di replicazione delle cellule….Negli 
organismi superiori un clone può essere ottenuto per via 
artificiale in due modi: 
- scissione embrionale
6
; 
- procedura utilizzata per clonare la pecora Dolly.”
7
 
Quindi la differenza sostanziale tra biotecnologie 
moderne e antiche tecniche consiste nel fatto che in queste ultime 
– in quanto processi naturali – ci si limitava alla semplice 
                                                 
6
 Riproduce la gemellazione naturale. 
7
 Cfr. par. 3. Per ulteriore approfondimento cfr. D. NERI, La bioetica in laboratorio, 
Editore Laterza, 2001, pagg. 51-52. 
 15
osservazione, considerato il fatto che non se ne conoscevano le 
cause. Invece le biotecnologie moderne – intese come processi 
artificiali – sono determinate, controllate dall’uomo che così 
ottiene i risultati che desidera quando vuole.  
Quando si parla, oggi, di biotecnologie, ci si riferisce a 
tecniche che agiscono sull’informazione genetica degli organismi 
viventi. 
Le principali sono due: l’ingegneria genetica
8
 e, appunto, 
la clonazione.
9
 
 
                                                 
8
 Insieme di tecniche che permette di modificare l’informazione genetica degli organismi 
introducendo nelle loro molecole di DNA nuovo materiale genetico ad essi estraneo, da 
Atlanti scientifici Giunti, op. cit., pag. 91. 
9
 G. TAMINO e F. PRATESI, op. cit., pagg. 19-20-21-22-23. 
 16
2. INGEGNERIA GENETICA 
La nascita del termine «ingegneria genetica» avvenne 
negli anni ’50 quando Watson e Crick scoprirono il DNA
10
. Nel 
1973 Cohen e Bayer scoprirono gli enzimi di restrizione
11
 dando 
il via alla tecnologia del DNA ricombinante
12
. 
“L’ingegneria genetica è la manipolazione 
dell’informazione genetica degli organismi e delle loro cellule, 
che si effettua inserendovi geni estranei. Essa viene applicata in 
due settori: quello agroalimentare e quello medico. Nel primo si 
modificano le informazioni genetiche  di piante e (più raramente) 
di animali, per introdurre in essi caratteristiche diverse da quelle 
naturali utili dal punto di vista agronomico. 
                                                 
10
 Acido desossiribonucleico: molecola organica molto complessa contenuta in molti virus e 
in ogni cellula vivente, che trasmette le caratteristiche genetiche dell’organismo originario. 
E’ un polimero di desossiribonucleotidi, contiene infatti basi azotate assortite lungo la 
molecola; zucchero a 5 atomi di carbonio e gruppo fosfato. A causa delle loro proprietà 
chimiche, le basi azotate possono legarsi a coppie: si forma così una struttura a doppia elica 
che permette l’esatta duplicazione del DNA al momento della divisione cellulare. 
Costituente essenziale dei cromosomi (doppia elica del DNA), il DNA è il supporto 
dell’informazione genetica: la successione delle basi azotate costituisce il codice genetico 
che determina la sintesi delle proteine e, indirettamente, tutto il funzionamento della cellula 
e dell’organismo, da Atlanti Scientifici Giunti, op. cit., pagg. 90-91. 
11
 Enzimi capaci di tagliare il DNA in punti specifici.  
12
 Cfr. il sito: http://digilander.libero.it/fabioandr/ipertesto/. Questa tecnologia richiede 
l’impiego del materiale genetico di una cellula (DNA, RNA) e la sua manipolazione 
mediante enzimi di restrizione e vettori di clonazione, che permettono il clonaggio dei geni. 
Cfr. Atlanti Scientifici Giunti, op. cit., pag. 80. 
 17
In medicina l’ingegneria genetica viene utilizzata per la 
produzione di farmaci con la manipolazione di microrganismi, 
oppure per terapie quali la cura di malattie a base genica, con 
l’intervento sui geni del corpo umano oppure, in un futuro più o 
meno lontano, per la sostituzione di organi malati con quelli 
ottenuti sia da animali geneticamente «umanizzati» che 
direttamente da cloni di embrioni umani”.
13
  
Al trasferimento di geni da un organismo ad un 
qualunque altro organismo vivente non ci sono limiti, se non 
etici
14
  o di “architettura matematica all’interno del genoma”
15
. 
L’ingegneria genetica non è in grado di operare con 
precisione : il DNA iniettato si integra nel genoma
16
 del nuovo 
organismo in modo casuale, senza consentire di prevedere le 
interazioni con altri geni e con la fisiologia dell’organismo.
17
 
                                                 
13
 G. TAMINO e F. PRATESI, op. cit., pag. 22. 
14
 Cfr. capitolo 2. par. 5 e segg. 
15
  Esiste un ordine segreto del DNA, alterando il quale (con le manipolazioni genetiche) si 
può andare incontro a conseguenze catastrofiche, cfr. G. TAMINO e F. PRATESI, op. cit., 
“l’ordine di Fibonacci” a  pag. 22.  
16
 Insieme di geni presenti nelle cellule di un essere vivente o in un virus, da Atlanti 
Scientifici Giunti, op. cit., pag. 91. 
17
 G TAMINO e F. PRATESI, op. cit., pag. 23. 
 18
 
3. LE TECNICHE DELL’INGEGNERIA GENETICA 
Tali tecniche sono la clonazione dei geni
18
; 
L’amplificazione del gene; la sequenziazione dei geni; la 
costruzione dei geni; la decodificazione dei geni ricombinanti; le 
tecniche di trasferimento dei geni; il trasferimento nelle cellule 
somatiche; la transgenesi
19
; il trasferimento genico in cellule 
embrionali totipotenti
20
.  
 
4. LA CLONAZIONE 
“E’ un particolare tipo di manipolazione che consente la 
riproduzione di copie identiche, dal punto di vista genetico, di 
uno stesso organismo. Essa è stata recentemente applicata agli 
animali superiori – organismi dallo sviluppo embrionale 
complesso – che, normalmente, in natura non sono in grado di 
riprodursi in questo modo. 
                                                 
18
 L.-M. HOUDEBINE, L’ingegneria genetica dall’animale all’uomo?, Edizione italiana a 
cura di G. GIORELLO e M. MONDADORI, Flammarion 1996 e il Saggiatore, Milano 
1998, pp. 43-55. 
19
 Inserimento di un gene estraneo o transgene. Cfr. ivi, pag. 57 e Atlanti Scientifici Giunti, 
op. cit., pag. 84. 
20
 L.-M. HOUDEBINE, op. cit., pag. 60.