Analisi economica delle norme sociali 
2
Il limite dell�analisi economica risiede invece nella difficolt� di misurazione di 
certi elementi non monetizzabili (ad esempio l�utilit� individuale) e nella necessit� di 
dover semplificare il comportamento umano per mantenere trattabili i modelli logici 
e matematici.  
Del tutto innovativo � poi l�approccio al fenomeno giuridico: per il giurista dei 
paesi di civil law il diritto � una serie di precetti legislativi o giurisprudenziali da 
sottoporre a interpretazione, mentre per lo studioso di Law and Economics il diritto � 
un insieme di incentivi che condiziona e indirizza il comportamento degli individui. 
In questo senso, si pu� affermare che l�analisi economica del diritto consente di 
valutare l�efficienza delle norme giuridiche, intendendo per norme giuridiche 
efficienti quelle che sottendono il miglior rapporto tra costi e benefici, e si presenta 
come un complemento indispensabile per la formazione del giurista. 
Peraltro, la diffusione dell�analisi economica del diritto al di fuori degli Stati 
Uniti incontra molte resistenze, dovute soprattutto alla differente impostazione 
culturale dei giuristi dei paesi di civil law. 
D�altronde, come viene ribadito anche da studiosi italiani (Cooter, Mattei, 
Monateri, Pardolesi e Ulen, 1999, pp. 19 e 20), l�utilit� e la necessit� di ricorrere agli 
strumenti della teoria economica, a fronte di un ordinamento giuridico obsoleto e 
spesso caotico, non pu� essere messa seriamente in dubbio. 
 
 
1.2. Gli studi sulle norme sociali 
 
Le norme sociali sono un tema relativamente recente nell�analisi economica del 
diritto.
4
 L�opera che d� il via agli studi in materia � il volume di Ellickson, Order 
without Law (1991), in cui l�autore dimostra come nella contea di Shasta, in 
California, gli allevatori di bestiame e i proprietari dei ranch abbiano trovato un 
sistema di risoluzione delle dispute che prescinde completamente dalla conoscenza 
della legge e dal ricorso all�apparato giudiziario. 
I primi studi sulle norme sociali appaiono all�inizio degli anni Novanta, e il loro 
numero aumenta in modo esponenziale nella seconda parte del decennio. Il boom 
                                                 
4
 Tradizionalmente, gli studiosi di analisi economica del diritto si sono occupati di tre grandi settori 
tematici: la tort law, la property law e la contract law. 
Capitolo 1 � Introduzione 
3
degli scritti sulle norme sociali � cos� rilevante che oggi in letteratura si parla 
comunemente di new norms scholars per indicare gli studiosi che nell�ultimo 
decennio si sono occupati dell�argomento. 
In alternativa, le norme sociali sono interpretate come un mezzo di social control 
o come un�istituzione che consente di risolvere un collective action problem interno 
ad un gruppo sociale. Con riferimento alla prima interpretazione, affermano 
Mahoney e Sanchirico (2001, p. 1): �Law is not as important as it appears. Social 
control, many scholars note, is often achieved through social norms – informal, 
decentralized systems of consensus and cooperation – rather than through law.� Con 
riferimento alla seconda interpretazione, McAdams (1997, p. 412) spiega: 
�Collective action problems arise because of a gap between the behavior that 
maximizes an individual’s welfare and the behavior that maximizes the group’s 
welfare. Norms […] offer potential solutions to such problems.� 
I new norms scholars possono essere classificati in base al diverso meccanismo 
che essi indicano sostenere il rispetto delle norme sociali. Secondo i fautori della 
internal view, le norme sociali sono rispettate e fatte rispettare in virt� di meccanismi 
psicologici interni agli individui. Invece, secondo i fautori della external view, le 
norme sociali sono rispettate e fatte rispettare dietro l�incentivo di ottenere un 
profitto, a seconda dei casi identificato in una maggiore esteem o in maggiori 
opportunit� di transazioni future. Afferma in proposito Licht (2001, pp. 8 e 9): �The 
key difference between these views is the identity, or location, of the factor that 
induces compliance with a norm. Under the internal view, this factor lies within the 
individual person. Depending on the situation, one feels compelled to obey the norm 
due to guilt or pride, namely, a “warm glow” for doing the right thing. Under the 
external view, people comply with social norms due to non-governmental 
enforcement and in light of a cost/benefit calculation of sorts.� 
Cooter (1994; 1996; 1998; 2000) � il principale teorico della internal view. La 
external view � sostenuta da un numero maggiore di studiosi, tra i quali Ellickson 
(1991; 2001), Lessig (1995; 1996), Kahan (1997) ed E. Posner (1996a; 1996b; 1997; 
2000). McAdams (1992; 1995; 1996; 1997) espone, invece, una teoria mediana, in 
cui le norme sono talvolta internalizzate, anche se l�internalizzazione non � un 
requisito fondamentale per la loro esistenza. 
Analisi economica delle norme sociali 
4
Secondo Charny (1996), l�interesse per le norme sociali servirebbe, invece, a 
legittimare da un punto di vista teorico la de-regolamentazione della vita sociale ed 
economica. Afferma Charny (1996, p. 1844): �The rhetoric of norms has served a 
second – dare one say more overtly political? – function. […] “Norms” help to 
assure the anti-collectivist that the limited laissez-faire approach of an austere 
common law regime can achieve the proverbial good of both worlds.� 
Questa posizione, peraltro isolata, non � condivisibile. Lo scopo della letteratura 
sulle norme sociali � dimostrare l�esistenza delle dinamiche di controllo informale e 
studiare come esse interagiscano con il controllo sociale posto in essere dallo Stato. 
Del resto, non sempre lo studio delle norme sociali si traduce in una presa di 
posizione a favore dello spontaneous order. 
In generale, l�attenzione dei new norms scholars � incentrata soprattutto sulle 
modalit� di valutazione dell�efficienza delle norme sociali e sull�atteggiamento che 
lo Stato dovrebbe tenere nei confronti di esse. Dunque, il dibattito sulle norme sociali 
� anche un dibattito sul ruolo dello Stato, su come, quando e quanto i pubblici poteri 
dovrebbero intervenire nelle comunit� umane per regolare e correggere le 
inefficienze del tessuto normativo sociale. Gli studiosi che appartengono alla 
cosiddetta New Chicago School (Lessig, 1995; 1996; Sunstein, 1996a; 1996b) sono 
generalmente ottimisti riguardo alle possibilit� di un intervento correttivo da parte 
dello Stato. Altri autori (Ellickson, 1991; Cooter, 1994; 1996) ritengono, invece, che 
le comunit� umane siano in grado di produrre da s� norme efficienti e che, al 
contrario, ogni fenomeno di centralismo legislativo, al pari della pianificazione 
economica centralizzata, finisca per condurre a gravi inefficienze. Altri autori 
(McAdams, 1996; 1997; E. Posner, 1996a; 2000) sono, infine, portatori di una 
visione mediana, e ritengono che, sebbene le norme sociali abbiano buone probabilit� 
di essere inefficienti, non sia agevole per lo Stato porre in essere interventi calibrati 
ed efficaci. 
Un filone della letteratura sulle norme sociali (Picker, 1997; Akerlof e Kranton, 
2000; Mahoney e Sanchirico, 2001) ricorre alla teoria dei giochi e tratta le norme 
sociali come uno strumento che consente la cooperazione nelle comunit� umane. 
Meno studiate sono invece le modalit� con cui le norme sociali nascono e si 
modificano. Solo gli scritti pi� recenti (E. Posner, 2000; Licht, 2001; Ellickson, 
Capitolo 1 � Introduzione 
5
2001) hanno approfondito l�argomento, elaborando modelli e teorie anche alquanto 
differenziati. 
In sede di introduzione, va infine precisato che, nel corso del presente lavoro, 
l�analisi economica delle norme sociali � condotta senza ricorrere a formalizzazioni 
matematiche. Inoltre, il richiamo e l�approfondimento degli istituti giuridici � 
limitato all�ambito strettamente indispensabile alla comprensione dei modelli 
elaborati dai new norms scholars. 
 
 2. LA NOZIONE DI NORMA SOCIALE 
  
2.1. Premessa: la funzione delle norme sociali 
 
Nel corso di questo capitolo risponderemo alla domanda: �che cos�� una norma 
sociale?�  
Passeremo in rassegna le principali nozioni che sono state elaborate dai new 
norms scholars e vedremo se ed in quale misura � possibile tracciare una nozione di 
fondo unitaria. 
Prima di affrontare questo argomento, per�, � indispensabile fare un cenno alla 
funzione delle norme sociali.  
In letteratura esse vengono comunemente intese come un �quid� che rende 
possibile la cooperazione tra due o pi� individui e il coordinamento nell�interazione 
umana. In altri termini, sono una delle possibili soluzioni con cui si risolve il 
collective action problem. 
Il discorso pu� essere chiarito facendo riferimento al prisoner’s dilemma, un 
modello classico della teoria dei giochi (versioni sostanzialmente simili di questo 
modello applicato alle norme sociali si trovano in: Ellickson, 1991; Cooter, 1996; E. 
Posner, 2000). 
Supponiamo che ci siano due individui, Bianco e Nero, che si impegnano in una 
attivit� imprenditoriale per ottenere un profitto. 
Bianco ha l�iniziativa, e deve decidere se fare o no un investimento di 1.000 �.   
Se l�investimento non viene fatto, nessuno guadagna n� perde nulla. 
Se invece l�investimento viene fatto, l�iniziativa passa a Nero, che deve ora 
decidere tra due strategie alternative: appropriarsi dell�investimento fatto da Bianco, 
oppure cooperare con Bianco per far fruttare l�investimento generando un profitto di 
1.000 � da dividersi equamente. 
Quale strategia seguiranno i due individui, posto che ognuno di loro ha 
l�obiettivo di massimizzare il proprio profitto? 
Le strategie e i profitti, o payoffs, sono descritte nella Tabella 1, che contiene la 
matrice dei risultati del gioco. In ciascuna coppia di valori, il primo numero indica il 
payoff di Bianco, il secondo quello di Nero. 
Capitolo 2 � La nozione di norma sociale 
7
                             Nero 
                Coopera      Non coopera 
 
Investe 
       Bianco  
Non investe  
 
 
Tabella 1 
 
Per Nero la strategia migliore � appropriarsi dell�investimento, ma Bianco, che � 
in grado di osservare anche i profitti e le strategie altrui, prevede il comportamento di 
Nero e rinuncia ad investire. 
E� evidente che, con una matrice dei risultati cos� strutturata, non pu� esservi 
cooperazione.  
La mancata cooperazione tra gli individui, che si riflette in una riduzione del 
profitto complessivo (n� Bianco n� Nero ottengono alcun profitto) � per l�appunto il 
risultato tipico di un insoluto collective action problem. 
Esistono per� dei meccanismi che consentono di risolvere il collective action 
problem e garantiscono la cooperazione. 
E. Posner (2000) li definisce institutional enforcement mechanism e li divide in 
due grandi categorie: quelli di natura giuridica (legal) e quelli di natura non giuridica 
(nonlegal). 
Quelli di natura giuridica, dei quali non ci occuperemo nel presente lavoro, 
possono essere identificati con i contratti, dei quali lo Stato garantisce l�applicazione. 
Per chiarire meglio. Se Bianco e Nero stipulano un contratto in forza del quale 
Bianco si impegna investire e Nero a cooperare, � evidente che il collective action 
problem viene risolto. Infatti, se Nero non coopera, Bianco gli pu� fare causa, 
ottenendo un risarcimento che azzera i profitti ricavati da Nero appropriandosi 
500, 500 0, 1.000 
0, 0 0, 0 
Analisi economica delle norme sociali 
8
dell�investimento. La minaccia del ricorso alle vie legali � sufficiente ad indurre 
Nero a cooperare.
1
 
Gli institutional enforcement mechanism di natura non giuridica sono invece 
l�oggetto di questo lavoro, e possono essere identificati con le norme sociali. 
Le norme sociali possono cio� essere definite, sotto il profilo funzionale, come 
un meccanismo che induce Nero a cooperare, pur in assenza della possibilit� per 
Bianco di rivolgersi al sistema giudiziario statale. 
Per ora, su questo aspetto non � il caso di aggiungere altro. Vedremo in dettaglio 
nel capitolo 3. come, in concreto, le norme sociali realizzino questo incentivo alla 
cooperazione. 
 
 
2.2. La norma sociale come “regola” 
 
Una prima nozione ampiamente diffusa in letteratura � quella che definisce la 
norma sociale come una regola che orienta il comportamento umano. 
Valga, per tutti gli altri, quanto dice Ellickson (2001, p. 3) che considera la 
norma sociale come �a rule governing an individual’s behavior.� 
Questa nozione si compone pertanto di due elementi, l�uno a carattere definitorio 
(la norma � una regola), l�altro a carattere funzionale (la norma orienta il 
comportamento umano). 
Qui di seguito li analizziamo separatamente. 
L�elemento definitorio indica �che cos��� la norma sociale e ci dice che essa � 
una regola. 
Cos� Cooter (1996, p. 1661) afferma: �The canonical form of a norm states that 
each member of a certain class of people (norm’s subjects) has an obligation 
(norm’s character) to do something (norm’s act) in certain circumstances (norm’s 
conditions), subject to a penalty for noncompliance (norm’s sanction).� 
                                                 
1
 Questa � ovviamente una visione semplificata, che non tiene conto dei costi, delle lungaggini e delle 
possibilit� di sconfitta proprie di ogni azione giudiziaria civile. D�altra parte lo stesso E. Posner (2000, 
p. 15) � consapevole di questo fatto e afferma che �government is a clumsy tool�. Del resto va ribadito 
che non sono i contratti l�oggetto del presente lavoro e che, ai fini del nostro discorso, la 
semplificazione appare accettabile. Inoltre, una contrattazione tra le parti, per poter essere condotta a 
termine, presuppone costi di transazione non troppo elevati. 
Capitolo 2 � La nozione di norma sociale 
9
Questa definizione, tuttavia, ricalca essenzialmente la nozione tradizionale di 
norma giuridica e non rispecchia la realt� delle norme sociali, tanto che, ai fini del 
nostro discorso, pu� avere una qualche utilit� soltanto come finzione teorica o 
espediente espositivo. Infatti, se � certo che le norme sociali, diversamente da quelle 
giuridiche, non sono n� emanate, n� promulgate, n� pubblicate da nessuna autorit� 
ufficiale, � inoltre fortemente dubbio che esse siano percepite come regole a livello 
soggettivo da parte degli individui che di volta in volta le rispettano, le violano o le 
applicano. 
L�elemento funzionale, invece, indica �cosa fa� la norma sociale e ci dice che 
essa orienta il comportamento umano. 
L�idea che la norma sociale contenga una qualche prescrizione, rivolta agli 
individui in termini di obbligo o di divieto, � largamente diffusa in dottrina. 
Cooter (1994, p. 218) afferma: �Among economists and philosophers norm 
typically refers to a prescription about what people ‘ought’ to do.� 
Sulla stessa falsariga Sunstein (1996b, p. 914) definisce le norme sociali come 
�social attitudes of approval and disapproval, specifying what ought to be done and 
what ought not to be done,� e subito di seguito sottolinea che le norme sociali 
riguardano quasi ogni aspetto del comportamento umano. Vi sono norme che 
stabiliscono come impugnare la forchetta in un pranzo ufficiale, norme che dicono 
quando e quali regali fare alla segretaria e alla fidanzata, norme che stabiliscono in 
una discussione quando ascoltare, quando parlare e quando affrontare di questioni 
personali. 
Tuttavia, l�elemento funzionale della nozione di norma sociale come regola 
appare fuori luogo e improprio. 
Fuori luogo perch� dire che la norma sociale orienta il comportamento non 
significa darne una definizione, bens� parlare delle sue caratteristiche operative, delle 
quali ci occuperemo nel capitolo 3. 
Improprio perch� descrivere le modalit� operative della norma sociale dicendo 
che essa impone un obbligo o un divieto � una contaminazione giuridica. Per 
l�economista il diritto non � una serie di prescrizioni accompagnate da sanzioni, ma 
Analisi economica delle norme sociali 
10
un sistema di incentivi che induce gli individui a tenere certi comportamenti piuttosto 
che altri.
2
 
Per le ragioni appena viste, la nozione di norma sociale come regola, scomposta 
nel suo elemento definitorio e nel suo elemento funzionale, non appare dunque 
accettabile, se non negli stretti limiti sopra specificati. In ultima analisi, una norma 
sociale pu� essere considerata una regola solo per chiarezza e comodit� espositiva. 
 
 
2.3. La norma sociale come “regolarità” e come 
“segnale” 
 
Abbiamo appena visto che definire la norma sociale come regola non 
corrisponde alla realt� delle cose. 
Di fatto, dal momento che manca un�autorit� ufficiale e non esiste alcuna fonte 
di conoscenza formale delle norme sociali, tutto ci� che lo studioso pu� fare � 
osservare ed interpretare il comportamento umano. 
Partendo da questa considerazione, alcuni studiosi hanno elaborato una nozione 
che pare destinata a riscuotere ampi consensi tra i new norms scholars. 
McAdams (1997, p. 340) indica le norme sociali come �informal social 
regularities that individuals feel obligated to follow because of an internalized sense 
of duty, because of a fear of external nonlegal sanctions, or both.� 
E. Posner (2000, pp. 7 e 8) elabora una nozione pi� articolata e le definisce come 
�behavioral regularities with little indipendent explanatory power and little 
exogenous power to influence behavior� e come �labels that we attach to the 
behavioral regularities that emerge and persist in the absence of organized 
conscious direction by individuals.�  
Le norme sociali sono cio� considerate alla stregua di regolarit� 
comportamentali che sorgono spontaneamente senza bisogno di pianificazione 
centralizzata. Ad esempio, � senza dubbio una norma sociale il fatto che moltissime 
persone si scambino i regali in occasione del Natale. 
                                                 
2
 Per una concisa trattazione del modo in cui gli economisti vedono il diritto, si vedano Cooter, Mattei, 
Monateri, Pardolesi e Ulen (1999, p. 11). 
Capitolo 2 � La nozione di norma sociale 
11
Si tratta, dunque, di una nozione molto solida, perch� si basa sull�unico elemento 
che, una volta accertato, non pu� essere messo in discussione: il comportamento 
umano. 
D�altra parte, una pura e semplice elencazione delle regolarit� comportamentali, 
non accompagnata dall�interpretazione, sarebbe utile soltanto a scopo documentale. 
Anticipando alcuni argomenti che tratteremo nel capitolo 3., � indispensabile 
allora fare un cenno all�interpretazione offerta da E. Posner: le regolarit� 
comportamentali sono segnali che consentono agli individui di farsi riconoscere 
come partner affidabili nelle diverse relazioni della vita sociale. 
Come dice E. Posner (2000, p. 22): �A large amount of social, family, political 
and business behavior can be understood in terms of signal.� Cos�, ad esempio, un 
istituto di credito cercher� di segnalare la propria solidit� e seriet� tramite una sede in 
un palazzo antico del centro, oppure tramite impiegati eleganti e gentili. 
Peraltro, l�idea che le norme sociali rechino con s� un qualche significato non � 
del tutto originale, ma la si ritrova in altri autori. 
In proposito Sunstein (1996b, p. 925) spiega che: �Social norms help people 
assign ‘social meaning’ to human behavior. With this term I refer to the expressive 
dimension of conduct (not excluding speech) in the relevant community. Social 
meaning is a product of social norms. The expressive dimension of conduct is, very 
simply, the attitudes and commitments that the conduct signals.� 
Prima di passare oltre, � utile intrattenersi su qualche ultimo chiarimento di 
carattere definitorio. 
Quando parliamo di �norma sociale� ci riferiamo ad una regolarit� 
comportamentale. 
Ma quando parliamo di �segnale� ci riferiamo ugualmente ad un comportamento 
umano. 
Norma sociale e segnale rappresentano prospettive diverse dalle quali si pu� 
osservare un medesimo comportamento umano: osservandolo in una prospettiva 
descrittiva parleremo di norma sociale, osservandolo in una prospettiva interpretativa 
parleremo di segnale.  
Quando invece parliamo di �signaling� o �segnalare� ci riferiamo ad una 
funzione che pu� essere svolta da determinati comportamenti e consiste nel veicolare 
un�informazione pi� o meno chiara e comprensibile per i destinatari del segnale. 
Analisi economica delle norme sociali 
12
2.4. Il problema dell’internalizzazione 
 
In questo paragrafo ci occuperemo di una questione ineludibile nel delineare una 
nozione di norma sociale. Le norme sociali, per esistere, � indispensabile che siano 
internalizzate oppure no? 
Innanzitutto, occorre spiegare che cosa si intenda comunemente in letteratura 
quando si parla di internalizzazione. 
Una norma sociale o una regola giuridica � internalizzata quando un individuo 
l�ha fatta propria, la condivide, la considera giusta, cos� da sentirsi obbligato a 
rispettarla. 
Il principale sostenitore dell�idea che le norme sociali esistono solo se sono 
internalizzate � Cooter (1994; 1996; 1998; 2000). Cooter (1996, p. 1656) traccia una 
distinzione tra norms e regularities e spiega: �To illustrate the difference, men take 
off their hats when they enter a furnace room or a church. Taking off your hat to 
escape the heat is different from taking off your hat to satisfy an obligation. The 
former is a regularity and the latter is a norm. A regularity results from an 
inclination, whereas a norm imposes an obligation.� 
La distinzione tra norm e regularity
3
 ne sottende perci� un�altra, tra inclination e 
obligation. 
E� tuttavia facile notare come tra queste due distinzioni il parallelismo sia solo 
apparente e vi sia al contrario una confusione di fondo tra norm e regularity.  
Cooter (1996) ci spiega infatti che la regularity nasce da una inclination e che la 
norm genera una obligation. 
Ma non ci dice che, da un lato, che cosa viene generato da una regularity, 
dall�altro lato, da che cosa nasce la norm. 
L�impressione � che, al di l� delle differenze terminologiche, norm e regularity 
abbiano la stessa origine e producano le stesse conseguenze. 
Restando all�esempio offerto da Cooter (1996), a dimostrare la sostanziale 
identit� tra norm e regularity sono i comportamenti che deviano da esse. 
                                                 
3
 La dicotomia tra norm e regularity vale solo nel corso di questo paragrafo. Nel paragrafo 2.3. 
abbiamo definito la norma sociale come regolarit� comportamentale, e quella � la definizione, 
improntata all�identit� tra norma e regolarit�, che utilizzeremo nel resto di questo lavoro. 
Capitolo 2 � La nozione di norma sociale 
13
Chi si toglie il cappello entrando in una fonderia, lo fa perch�, in virt� delle sue 
qualit� personali e dell�educazione ricevuta, soffre il caldo; chi non se lo toglie, sar�, 
per qualit� personali ed educazione, pi� tollerante al calore. 
Allo stesso modo, chi si toglie il cappello entrando in chiesa, lo fa per una forma 
di rispetto religioso, acquisita in virt� delle sue qualit� personali e dell�educazione. 
Chi non se lo toglie, �, per qualit� personali ed educazione, indifferente od ostile a 
questa forma di rispetto religioso. 
E� evidente perci� che le qualit� personali e l�educazione giocano un ruolo 
ugualmente importante nella nascita della norm e della regularity.
4
  
Ed � parimenti evidente che, al di l� dell�espressione obligation utilizzata da 
Cooter (1996), sia la norm sia la regularity generano per il soggetto un incentivo ad 
agire in un certo modo, a togliersi o a tenere il cappello.
5
 
Quanto detto finora � gi� sufficiente ad indebolire l�idea della necessaria 
internalizzazione come conditio sine qua non per l�esistenza della norma sociale. 
Ma vi sono altre considerazioni che rafforzano questo orientamento. 
Bisogna infatti sottolineare che la distinzione tra norm e regularity, quand�anche 
esistesse nei termini configurati da Cooter (1996), non sarebbe osservabile. Un 
osservatore esterno potrebbe solo riscontrare una regolarit� comportamentale, senza 
aver modo di sapere se i diversi individui stanno compiendo quella stessa azione in 
virt� di una loro inclination o di una norm internalizzata. 
Tornando all�esempio offerto da Cooter (1996), vedere dieci persone che si 
tolgono il cappello entrando in una chiesa non ci consente di affermare che quelle 
persone hanno internalizzato una norma sociale. Per la verit�, tutto ci� che si pu� 
dire � che si � verificata una regolarit� comportamentale. Le ragioni che hanno 
indotto le persone a togliersi il cappello restano sconosciute e non possono essere 
ridotte all�internalizzazione. Alcuni potrebbero essere soltanto accaldati, altri 
potrebbero addirittura essere convinti che togliersi il cappello � inutile e aver 
                                                 
4
 Non si sottovaluti l�importanza dell�educazione nella scelta se togliere o no il cappello entrando 
nella fonderia: ci sono genitori che insegnano ai figli a tollerare le piccole sofferenze della vita 
quotidiana e altri che invece impartiscono un�educazione esattamente opposta. Ugualmente, non si 
sottovaluti l�importanza delle qualit� personali nella scelta se togliere o no il cappello entrando in 
chiesa: ci sono persone che hanno forti difficolt� ad accettare  ogni forma di autorit� e altre che non si 
preoccupano o addirittura traggono particolare soddisfazione dallo sfidare le convenzioni consolidate. 
5
 Sul fatto che la scienza economica intende come incentivi gli obblighi e i divieti imposti dalle norme 
di qualsiasi genere, si veda il paragrafo 2.2. 
Analisi economica delle norme sociali 
14
rispettato la consuetudine solo per non sembrare maleducati di fronte agli altri 
parrocchiani. 
Infine, un�ultima affermazione di Cooter (1996, p. 1665) tradisce l�equivoco in 
cui � caduto l�autore: �A social norm or a custom exist in a community when enough 
people internalize it to make it effective. […] State law can be effective, however, 
without its internalization by the citizens.�  
Ora, non si vede perch� le norme sociali non possano essere effettive anche se 
non internalizzate, cos� come Cooter (1996) afferma essere per le leggi dello Stato e 
le altre norme giuridiche.  
Infatti, quello che le norme sociali hanno in meno rispetto alle norme giuridiche 
� essenzialmente l�emanazione formale, ma l�effettivit� di una norma � una 
caratteristica puramente fattuale e non dipende da dati formali. Una norma � effettiva 
in quanto rispettata e applicata, e in questo senso le norme sociali possono essere 
effettive (e perci� esistere) anche senza internalizzazione. 
D�altro canto, la maggior parte degli studiosi che si occupano di norme sociali 
concorda con la posizione da ultimo espressa e non ritiene indispensabile 
l�internalizzazione. 
Secondo Ellickson (2001, p. 3): �A norm can exist even if no one has 
internalized it, however, so long as third parties provide an adequate level of 
informal enforcement.� 
Ancora pi� chiaro McAdams (1997, p. 378): �I think Cooter is wrong when he 
says that a social norm ‘does not exist’ absent internalization.� 
In conclusione, non si intende qui negare l�esistenza dell�internalizzazione. 
Anche se ci sono autori che trascurano del tutto l�internalizzazione, le norme sociali 
possono benissimo essere internalizzate, e anzi l�internalizzazione pu� talora 
spiegare perch� un certo individuo rispetti una norma o punisca chi non la rispetta.
6
  
Quello che � importante sottolineare a questo punto del nostro discorso, in sede 
di definizione generale, � che l�internalizzazione � un fenomeno eventuale e non 
indispensabile per l�esistenza delle norme sociali. 
                                                 
6
 Sull�internalizzazione come ragione per cui si rispetta una norma, si veda il paragrafo 3.2.4. 
Sull�internalizzazione come ragione per cui si applica una norma, si veda il paragrafo 4.3.3. lett. B. 
Sull�internalizzazione come dinamica coinvolta nella nascita di una norma sociale, si veda il paragrafo 
5.3. 
Capitolo 2 � La nozione di norma sociale 
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2.5. Caratteristiche delle norme sociali comuni alle 
diverse nozioni 
 
Come abbiamo visto poc�anzi, nel corso di questa tesi con l�espressione norma 
sociale faremo riferimento non gi� ad una regola, ma ad una regolarit� 
comportamentale. 
Detto ci�, � ora possibile indicare alcuni aspetti ulteriori della nozione di norma 
sociale su cui quasi tutti  i new norms scholars concordano. 
Il punto di partenza sono le nozioni elaborate da R. Posner (1997, p. 365), 
secondo cui la norma sociale � �a rule that is neither promulgated by an official 
source, such as a court or a legislature, nor enforced by the threat of legal sanctions, 
yet is regularly complied with (otherwise it wouldn’t be a rule)� e da Ellickson 
(2001, p. 3), secondo cui la norma sociale � �[…] a rule governing an individual’s 
behavior that third parties other than state agents diffusely enforce by means of 
social sanctions.�  
Sintetizzando queste e altre definizioni elaborate in letteratura si arriva alle 
quattro affermazioni seguenti, che oltre a completare la nozione di norma sociale ne 
anticipano alcuni aspetti operativi, che verranno poi approfonditi nel capitolo 3.  
1. La norma sociale non è emanata da nessun hierarchical coordinator.
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Bisogna peraltro precisare che R. Posner (1997) considera norme sociali anche quelle 
prodotte da enti privati (ad esempio, un�associazione o un club), mentre nel presente 
lavoro, in accordo con Ellickson (2001) e con la maggior parte dei new norms 
scholars, considereremo norme sociali solo quelle che sorgono senza l�intervento di 
alcuna autorit� pubblica o privata. 
                                                 
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 L�espressione hierarchical coordinator � utilizzata da Ellickson (1991, p. 5) per indicare una 
qualsiasi autorit�, pubblica o privata, a qualsiasi livello e grado di organizzazione, che, dall�esterno 
del gruppo sociale, crea o applica regole formali, condizionando cos� il comportamento dei membri 
del gruppo sociale stesso. 
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 Le norme sociali, infatti, possono esistere solo all�interno di una determinata comunit� o gruppo 
sociale. L�argomento � stato finora tralasciato: sulla definizione e sulle caratteristiche di �comunit�� e 
�gruppo sociale,� concetti non sempre coincidenti in letteratura, si veda il paragrafo 6.1.1.