figure esistenti, quali il controller, che vedono profondamente modificato il proprio 
ruolo e le proprie responsabilità, sia in relazione alla nascita di nuove figure, che si 
propongono come finalità prioritaria di operare un coordinamento, un’”interfaccia”
3
 tra 
il controllo di gestione (e più in generale la Funzione Amministrazione e Controllo) e 
l’area Sistemi Informativi.  
Tali cambiamenti nel controllo di gestione sono in atto da diverso tempo e sono  legati 
in  modo particolare all’evoluzione degli strumenti informatici a disposizione del 
sistema di controllo e delle altre aree, ma spesso trovano nell’implementazione di un 
sistema ERP  una spinta decisiva verso la razionalizzazione e l’integrazione delle 
attività di gestione dei dati, alla ricerca di sensibili miglioramenti delle prestazioni 
operative, di riduzioni di costo, di miglioramenti nella quantità o qualità dei supporti 
informativi. 
 
4.2 La centralità della funzione amministrativa nell’introduzione di un 
sistema ERP  
La funzione amministrativa svolge un ruolo fondamentale nell’ambito del processo 
decisionale in tutte le sue fasi: dalla scelta di rifondazione del sistema informativo sino 
alla selezione della specifica soluzione applicativa. In questo processo pesano le  
esigenze di carattere amministrativo riguardanti in particolare la coerenza logica e 
sostanziale dei dati che alimentano i flussi informativi integrati
4
. Le stesse metodologie 
di implementazione prevedono generalmente in primis l’introduzione, del modulo di 
Amministrazione e Controllo, e solo successivamente dei moduli applicativi che 
spaziano dalla logistica alla distribuzione, fino ad arrivare alla produzione
5
. Il fatto che 
qualsiasi azienda acquirente di un sistema ERP  implementi come primo modulo quello 
relativo all’amministrazione non è un caso: al di là di motivazioni contingenti, quali 
l’introduzione della nuova moneta di conto europea o i problemi legati all’anno 2000, 
                                                 
3
 Gnan Luca, Sondini Lucrezia, “L’impatto delle tecnologie dell’informazione slle attività e sulle 
professionalità della funzione amministrativa”, in  Agliati Marco, “Tecnologie dell'informazione e sistema 
informativo integrato” ( 1996), op. cit., p.418. 
4
 L’impatto esercitato sull’intera organizzazione risulta notevole poiché i moduli amministrativi, in 
quanto terminali di tutte le transazioni operative, estendono la propria influenza al di fuori dei propri 
specifici confini funzionali. Agliati Marco, “I sistemi amministrativi integrati: caratteristiche funzionali e 
strategie di configurazione”, Egea, Milano, 1999, p.42. 
5
 “E’ da leggersi in questo senso il fatto che il 100% dei nostri clienti ha sostanzialmente implementato il 
modulo dell’area Finance, circa il 70% il modulo a supporto dell’area distribuzione e logistica e il 50% 
quello di supporto all’area produzione.” Lo afferma Losio Fabrizio, della J.D.Edwards Italia Spa, ma i 
dati sono pressoché identici anche con riferimento a qualsiasi altro ERP  vendor. 
5
 Agliati Marco, Meloni 
Gianluca, Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  sull’attività 
amministrativa: una promessa mantenuta?”, op.cit., p.15. 
spesso il vero motore del processo decisionale che conduce all’introduzione di un 
Enterprise Resource Planning sono le esigenze di controllo. Il sistema di controllo, 
infatti, attua la responsabilizzazione delle risorse impiegate in azienda proprio attraverso 
i flussi informativi che originano dalle transazioni presidiate dalle varie funzioni. La 
standardizzazione e l’uniformazione dei flussi informativi migliorano il presidio delle 
varie funzioni e supportano opportunamente il  processo di controllo; i sistemi ERP  
permettono di codificare la maggiore quantità possibile di conoscenze manageriali ed 
operative e, per questa via, cercano di annullare le distanze tra i diversi luoghi e tempi di 
generazione dell’informazione
6
. 
Un ulteriore motivo per cui si preferisce cominciare l’implementazione dall’area 
amministrativa risiede, secondo alcuni, nel suo minor contenuto di operatività rispetto 
ad aree quali la produzione, la distribuzione, ecc., per cui spesso il cambiamento 
sarebbe accompagnato da minori tensioni ed opposizioni al cambiamento
7
.  
Riteniamo però che la centralità dell’area amministrativa risieda piuttosto nella sua 
funzione di “garante” dell’informazione: essa, infatti, gestisce tutti i passaggi 
fondamentali del processo di elaborazione che trasformano i dati in informazioni, ed è 
quindi in grado di stabilire gli orientamenti di fondo in base ai quali ridefinire tutto il 
sistema informativo aziendale. Per esempio, quando si implementa un sistema ERP  uno 
dei primi passi consiste nella progettazione del  piano dei conti e del modello di 
controllo: chi meglio dell’amministrazione è in grado di farlo?  Scelte poco oculate 
condurrebbero ad inefficienze, sprechi di tempo (dato che certamente bisognerebbe 
ritornare in un secondo momento su quelle decisioni) ed infine sprechi di denaro, da non 
sottovalutare, considerato che gli investimenti necessari per introdurre in azienda tali 
sistemi difficilmente scendono sotto la soglia del milione di euro. 
È da sottolineare il concetto di funzione amministrativa come funzione “garante” delle 
informazioni, perché in esso è racchiuso il significato di molti cambiamenti che tale 
funzione si appresta  ad affrontare. Da sempre essa ha gestito il processo di elaborazione 
delle informazioni occupandosi delle varie fasi di rilevazione, elaborazione, gestione, 
controllo dati e produzione informazioni 
8
.  Le diverse sotto-funzioni amministrative 
                                                 
6
 Ampollini Carlo, “La nuova funzione integrata di amministrazione e controllo”, in “I sistemi integrati 
ERP ”, Amministrazione e finanza Oro (Monografie) n.5, 2000, p.127. 
7
 Così ad esempio Benasso Fabio, dell’Andersen Consultino Spa, in Agliati Marco, Meloni Gianluca, 
Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  sull’attività amministrativa: una 
promessa mantenuta?”, cit., p.15. 
8
 Agliati Marco (a cura di) (1996), “Tecnologie dell'informazione e sistema amministrativo”, op. cit., p.88 
ss. 
(Controllo di gestione, Amministrazione e Bilancio, Internal Auditing) si concentrano 
sullo svolgimento di specifiche attività (Figura 4-1), per esempio la Programmazione ed 
il Controllo sono incentrate soprattutto sulla gestione dei dati e sulla produzione delle 
informazioni, mentre si occupano poco di rilevazione ed elaborazione dati e quasi per 
nulla di controllo dati
9
. Questo ha avuto influssi sul tipo di innovazioni tecnologiche che 
hanno interessato le attività amministrative: nell’esempio del controllo di gestione gli 
interventi di innovazione più significativi hanno riguardato l’unificazione delle basi di 
dati e le modalità di costruzione dei report
10
. 
                                                 
9
 L’amministrazione e bilancio tende invece ad occuparsi soprattutto delle fasi di rilevazione ed 
elaborazione dati.  Infine, l’area internal auditing (o revisione e controllo interno) incentra la propria 
azione sul controllo dei dati; la revisione, infatti, si può definire come un “procedimento di controllo 
amministrativo, contabile, gestionale realizzato, a  partire dal sistema di controllo esistente, attraverso 
verifiche successive di dati usati, informazioni prodotte, operazioni programmate ed attuate”. Marchi 
Luciano, “Principi di revisione aziendale”, Clueb, Bologna, 2000. 
10
 La sotto-funzione Amministrazione e Bilancio è stata interessata, in passato, da pesanti processi di 
automazione; attualmente è particolarmente coinvolta dall’introduzione di sistemi contabili integrati e da 
interventi di centralizzazione delle attività amministrative di base. 
La sotto-funzione  internal auditing , concentrata prevalentemente sul controllo logico e formale dei dati e 
delle informazioni, ha visto progressivamente modificarsi l’oggetto dei suoi interventi: dal singolo dato e 
informazione a segmenti più o meno ampi di processi amministrativi che in misura crescente tendono ad 
essere automatizzati. Agliati Marco (a cura di) (1996), “Tecnologie dell'informazione e sistema 
amministrativo”, op. cit., p.131. 
A riguardo si osserva come si stia attuando anche uno spostamento dei controlli effettuati dai revisori dal 
singolo dato all’integrità del software utilizzato per ricavarlo, per esempio il revisore non deve più 
controllare se effettivamente una determinata somma è stata calcolata correttamente, ma deve spostare il 
suo controllo più a monte, ed analizzare la procedura secondo la quale il software utilizzato calcola le 
somme. In generale, grazie all'impiego delle tecnologie dell'informazione, ed in particolare ai sistemi di 
teletrasmissione, l'attività di controllo si è progressivamente spostata sulle procedure di trattamento dei 
dati piuttosto che insistere sulla verifica di coerenza formale del dato singolo. 
Sul tema si veda Marchi Luciano, “Principi di revisione aziendale”, op. cit. 
In generale, grazie all'impiego delle tecnologie dell'informazione, ed in particolare ai sistemi di 
teletrasmissione, l'attività di controllo si è progressivamente spostata sulle procedure di trattamento dei 
dati piuttosto che insistere sulla verifica di coerenza formale del dato singolo. 
 Figura 4-1 La rilevanza delle attività di trattamento dati nelle sotto-funzioni amministrative 
 
 
   
 
 
                
 
 
RILEVANZA RELATIVA 
 
Fonte (nostro adattamento da): Agliati Marco (a cura di ), “Tecnologie dell'informazione e sistemi 
amministrativi”, p.130, Egea, Milano, 1996. 
 
Con l’introduzione di un sistema ERP  il rapporto dell’area controllo di gestione con il 
trattamento delle informazioni muta in modo sostanziale perché molte attività di 
rilevazione delle transazioni operative vengono decentrate alle diverse funzioni 
operative
11
; si realizza così uno dei principi cardine degli ERP, e vale a dire che il dato 
originario è immesso una sola volta e dalla funzione che lo ha originato
12
. Il ruolo del 
controller però diventa più delicato, in quanto deve essere in grado di garantire 
l’integrità di informazioni rilevate da altre funzioni sulla base di dati amministrativi e 
contabili generati da queste stesse funzioni; rispetto al passato, i compiti e quindi le 
professionalità richieste agli amministrativi sono più ampi e riguardano i diversi 
                                                 
11
 “Molte delle informazioni amministrative che confluiscono nel CEA provengono da altri sottosistemi, 
dove si ha, quindi, la rilevazione del fatto aziendale”. Saita Massimo, “Configurable enterprise 
accounting”, Giuffrè, Milano, 1996, p.89. 
12
 Questo modo di operare garantisce una caratteristica del dato molto importante, cioè la sua univocità; 
qualsiasi tipo di elaborazione venga fatta  si basa su un dato originario che è unico, quindi si riduce 
drasticamente il rischio che il sistema informativo aziendale contenga dati duplicati e incoerenti.  
 
SOTTO-FUNZIONI AMMINISTRATIVE 
 
AMMINISTRAZIONE E 
 BILANCIO 
 
PROGRAMMAZIONE E  
CONTROLLO DI 
GESTIONE  
REVISIONE E  
CONTROLLO INTERNO 
RILEVAZIONE 
DATI  
      
ELABORAZIONE 
DATI  
      
GESTIONE 
DATI 
      
CONTROLLO 
DATI 
      
 A
T
T
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V
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A
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M
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I
S
T
R
A
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I
V
E
 
PRODUZIONE 
INFORMAZIONI  
       
alta bassa 
processi aziendali legati ai fattori critici di successo piuttosto che all’operato delle 
singole funzioni
13
; infine, sono coinvolti aspetti di natura più propriamente socio-
organizzativa, per esempio la necessità di operare a stretto contatto con i responsabili 
dei sistemi informativi, necessità che causa “incontri/scontri” tra culture specialistiche 
molto diverse
14
. La ridefinizione della struttura, dei processi e dei ruoli del sistema di 
controllo non può quindi basarsi semplicemente sull’adozione di nuovi supporti e mezzi 
informatici, ma deve coinvolgere anche gli aspetti socio-organizzativi.  
Il legame con le altre funzioni è fondamentale: il sistema amministrativo può essere 
considerato quello che, soprattutto per la natura delle attività svolte, viene 
maggiormente e per primo coinvolto dall’introduzione di un sistema ERP 
15
, ma questo 
significa solo che a tale funzione sovente spetta il compito di assumere un ruolo di 
sponsorship del progetto di implementazione, in quanto se non si riuscirà a coinvolgere 
tutte le aree aziendali interessate, l’iniziativa sarà destinata al fallimento. Tale esigenza 
è ribadita sia da esperti nell’implementazione di ERP, sia da manager che hanno avuto 
esperienze in tal senso. La questione cruciale del problema è la capacità degli 
amministrativi di riuscire a sviluppare attorno al progetto la “coesione di tutte le 
funzioni aziendali”, evitando che l’introduzione del sistema integrato venga percepita 
come una problematica meramente contabile
16
. La Funzione Amministrazione e 
Controllo ha un ruolo di leadership, ma essa non può prescindere dal supporto delle 
altre aree aziendali: conseguentemente il controller deve sforzarsi di dimostrare che il 
valore aggiunto apportato da un sistema ERP  (per esempio in termini di affidabilità e 
tempestività delle informazioni) compensa i maggiori sforzi da parte dei vari utenti 
aziendali sostenuti in relazione alle operazioni di imputazione dei dati. Se è vero, per 
esempio, che costa rilevare a sistema l’effettiva fruizione di un servizio
17
, è altrettanto 
vero che  l’informazione che ne consegue è vitale, non solo per il controllo di gestione, 
                                                 
13
 “…Per realizzare questa evoluzione e svolgere questo ruolo, più ricco e più impegnativo, occorre 
naturalmente che le persone preposte siano in grado di sviluppare particolare caratteri quali:….visione da 
generalista, considerando tutte le problematiche che riguardano l’impresa”. Pistoni Anna, Songini 
Sabrina, “Il management del 2000: quali sfide per la funzione amministrativa”, Milano, Egea, Collana 
Atti & Monografie, 1997. 
14
 Ampollini Carlo (2000), “La nuova funzione integrata di amministrazione e controllo”, in “I sistemi 
integrati ERP ”, op. cit., p.128. 
15
 “Il controllo di gestione che è alla fase ultima di moltissimi processi aziendali, diviene il punto critico 
poiché monitorizza la sommatoria di moltissimi risultati aziendali ed è anche il punto nodale della 
comunicazione aziendale e dei suoi problemi”. Lega Davide, “Il controllo di gestione ad una svolta”, 
disponibile alla pagina  www.beycon.com.  
16
 Agliati Marco, Meloni Gianluca, Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  
sull’attività amministrativa: una promessa mantenuta?”, cit., p.16. 
17
 E’ questo il concetto su cui si basano i prezzi di trasferimento, con cui è possibile valorizzare gli 
scambi di servizi tra le diverse aree aziendali. 
ma anche per le unità  organizzative beneficiarie di questo servizio, le quali altrimenti 
non potrebbero monitorare l’effettiva dinamica economico-finanziaria dell’area 
aziendale di proprio interesse
18
.  
Uno dei punti di forza dei sistemi ERP  è quello di associare alla maggior parte degli 
eventi aziendali una registrazione contabile; infatti il sistema ERP  è in grado di fornire 
informazioni utili per diversi scopi decisionali, alimentando automaticamente i vari 
sotto-archivi, ecc., ma solo se i dati sono stati forniti fin dalle prime fasi del processo di 
gestione delle informazioni di un determinato “corredo informativo”
19
. 
Questo richiede inevitabilmente una rilettura amministrativa di tutte le attività svolte 
all’interno dell’azienda; l’immediata conseguenza è che bisogna riuscire a far accettare 
alle altre funzioni una serie di vincoli al loro modo di operare conseguenti ad alcune 
specifiche esigenze amministrative
20
. Possono sorgere problemi di risoluzione di 
eventuali conflitti tra l’area controllo di gestione e le altre aree aziendali; diventa 
necessario quindi escogitare dei meccanismi per mediare le esigenze più propriamente 
amministrative con quelle delle altre funzioni
21
. Un modo per risolvere tali conflitti, 
                                                 
18
 A questo tema si ricollegano delle problematiche tipicamente oggetto del controllo di gestione, ovvero 
il carattere motivante o stressante dell’informazione di costo, che implica un certo tipo di responsabilità, 
la quale appunto può essere avvertita da alcuni individui come fattore motivante, da altri come elemento 
di pressione. Cerbioni Fabrizio, Antonelli Valerio, “Il budget nel sistema di controllo di gestione”, 
Torino, Giappichelli, 2000, p.67 ss. 
Alcuni sottolineano come “l’effetto motivante del decentramento delle informazioni e delle conoscenze 
finanziarie” rientri tra gli elementi che caratterizzano il nuovo modo di operare del controller. Sponga 
Sabrina, “Il controller: prospettive di evoluzione del ruolo in relazione ai mutamenti aziendali”, 
disponibile alla pagina web www.beycon.it.  
19
 Agliati Marco, “I sistemi amministrativi integrati: caratteristiche funzionali e strategie di 
configurazione”, Egea, Milano, 1999, p.65 
20
 Agliati Marco, Meloni Gianluca, Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  
sull’attività amministrativa: una promessa mantenuta?”, cit., p.16 
21
 Certamente è necessario impegnarsi per “vincere la reticenza alla collaborazione tipica delle imprese 
italiane, nelle quali ognuno presidia strenuamente la propria area di competenza e vive con disagio anche 
il semplice spiegare agli altri, all’interno dell’impresa, i processi e le attività svolte”. Agliati Marco, 
Meloni Gianluca, Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  sull’attività 
amministrativa: una promessa mantenuta?”, cit., p.16-17. 
Se esiste reticenza nel comunicare all’interno dell’azienda stessa, l’atteggiamento delle aziende italiane 
verso indagini conoscitive è di totale chiusura; ne costituisce un esempio interessante una ricerca sulle 
attività di controllo condotta da Ernesto Villa. Il campione di riferimento era costituito da 500 aziende 
ubicate prevalentemente nei distretti industriali del nord, aventi forma giuridica di società di capitale e 
presenti, con un proprio sito, in internet. Si noti “la preferenza accordata a realtà aziendali particolarmente 
sensibili all'innovazione tecnologica e quindi attese essere maggiormente dinamiche da un punto di vista 
gestionale”. Il questionario inviato riguardava elementi dimensionali, tipo di attività, classi, famiglie e 
numero di prodotti, strumenti di rilevazione in uso (software gestionale integrato  di contabilità ordinaria 
e analitica, software gestionale per contabilità generale e tools di office automation per controllo di 
gestione, solo contabilità generale), numero addetti all'attività di controllo, tipologia della reportistica e 
frequenza,  metodologie di contabilità industriale utilizzate, esistenza budget, importanza attribuibile alle 
attività di controllo. I tempi di compilazione non superavano i cinque, dieci minuti.  
Al questionario ha risposto meno del 5% delle società interpellate. circa il 10% ha invocato il diritto alla 
privacy o ha chiesto di rispondere tramite posta ordinaria “perché non rientra nelle procedure dell'azienda 
nell’ambito del processo di alimentazione di un ERP, può essere quello di far leva sul 
ruolo di supporto al business da parte del controller. In questo senso le scelte di 
parametrizzazione del sistema non devono essere percepite come un’imposizione da 
parte dell’area amministrativa, bensì come scelte necessarie per garantire un adeguato 
supporto informativo alle unità operative. Proprio le scelte effettuate in sede di 
parametrizzazione possono anzi costituire uno degli elementi chiave del successo
22
. Da 
quanto detto risulta evidente che i sistemi ERP, fortemente trainati da esigenze 
amministrative, nonostante i benefici prospettati, possano non di rado incontrare 
resistenza
23
 in unità organizzative che si trovano costrette a svolgere maggiori attività di 
rilevazione rispetto al passato, per parte delle quali non vedono utilità immediata. 
Effettivamente, in un primo momento i reali beneficiari del sistema non sono gli utenti 
finali, intesi come coloro che devono alimentare il sistema e che probabilmente si 
trovano a svolgere un numero di attività superiore rispetto a quelle normalmente 
richieste dai vecchi sistemi; spesso si realizzano sostanziali spostamenti nei carichi di 
lavoro tra le varie  funzioni e tra le singole persone. Una volta a regime, il sistema però 
crea benefici diffusi in tutta l’azienda; l’importante è abbreviare la fase di transizione 
(durante la quale il malcontento è spesso inevitabile)
 24
 e mirare ad  ottenere prima 
possibile qualche risultato concreto, che costituirebbe un incentivo molto forte 
all’adesione ed al  sostenimento del progetto
25
. 
Tra i risultati più tangibili vi sono alcune caratteristiche delle informazioni, quali la loro 
qualità, tempestività, affidabilità, ecc. che certamente coinvolgono tutte le funzioni e 
                                                                                                                                               
la divulgazione di informazioni ad essa attinenti per mezzo di posta elettronica” , mentre la gran totalità 
degli intervistati ha proprio ignorato la richiesta fatta. Villa Ernesto, “Indagine conoscitiva sull’attività di 
controllo delle imprese”, disponibile alla pagina www.beycon.com, 01/01/2001. 
22
 “In Formenti, uno degli elementi percepiti come a maggiore valore aggiunto è stata la possibilità di una 
definizione accurata e tempestiva degli accrual, che ha permesso anche alle altre funzioni di disporre di 
dati affidabili per il controllo delle spese”. Agliati Marco, Meloni Gianluca, Meregalli Severino, Songini 
Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  sull’attività amministrativa: una promessa mantenuta?”, cit., 
p.17. 
23
 Sulla resistenza al cambiamento da parte dell’organizzazione e sulla necessità di vere e proprie tecniche 
di gestione del cambiamento (cosiddette di Change Management) si veda il Capitolo III del presente 
lavoro (paragrafo 3.6). 
24
La fase di transizione va accuratamente preparata con un’adeguata formazione degli operatori e 
sostenuta con interventi risolutivi immediati. Durante questa fase è piuttosto frequente l’insorgenza di 
problemi più o meno gravi, per esempio in Pirelli ci furono problemi relativi alla fatturazione, in Zambon 
Group Spa nonostante la consegna delle merci fosse avvenuta regolarmente, il ciclo di fatturazione rimase 
bloccato per un mese intero. 
25
 Occorre comunque aver chiaro che tali benefici tangibili non esauriscono le possibilità di 
miglioramento prospettate dai sistemi integrati. La difficoltà nel quantificare tali possibilità di 
miglioramento, infatti, derivano soprattutto dal fatto che il loro reale valore aggiunto non va misurato solo 
in base ai risultati concreti o ottenibili immediatamente, bensì in base alle opportunità che gli ERP  
lasciano aperte all’azienda. 
possono essere di aiuto ai vari manager nel perseguimento dei loro obiettivi, ma che in 
qualche modo confermano la centralità della Funzione Amministrazione e Controllo, la 
quale basa completamente ed esclusivamente la propria attività sui dati e le 
informazioni. In modo particolare si può osservare come delle informazioni più 
affidabili, tempestive, ecc. influenzino l’attività di controllo, la cui capacità di 
indirizzare i comportamenti dei soggetti che operano in azienda verso obiettivi di 
efficacia ed efficienza è legata in modo diretto a tali caratteristiche delle informazioni. 
Perché le informazioni possano essere tempestive e affidabili, occorre che esse vengano 
prodotte da un sistema che sia veloce eppure sicuro, attendibile nella produzione ed 
elaborazione delle informazioni stesse. Riguardo tale aspetto, si può affermare che un 
ERP  soddisfi molti dei requisiti che un software gestionale dovrebbe possedere ai fini 
del controllo di gestione. I requisiti fondamentali richiesti ad un software da utilizzare 
nell’ambito dei processi di controllo direzionale sono 
26
: 
- l’affidabilità, cioè la capacità di mantenere un buon livello di prestazioni in situazioni 
normali di funzionamento; è una caratteristica rilevante perché solo un sistema 
pienamente affidabile è in grado di ripristinare la procedura in seguito ad anomalie 
esecutive e a correggere in automatico eventuali errori di interfaccia; 
- l’orientamento all’utente, in questo caso amministrativo, tenendo conto delle 
funzionalità richieste al sistema;  
- l’usabilità, cioè l’opportunità, per l’utente, di apprendere le procedure tramite finestre 
video, supporti cartacei, ecc. 
- la flessibilità, che si concretizza nella possibilità del sistema di adattarsi alle diverse 
realtà organizzativo-funzionali attuali e future delle aziende, per esempio a seguito di 
nuove sollecitazioni del mercato o esigenze degli utenti; 
-la dinamicità, cioè la possibilità di gestire cambiamenti anche radicali dell’assetto 
organizzativo, e soprattutto senza rilevanti condizionamenti informatici o di 
programma, in modo da permettere l’accesso alle funzioni di configurazione del sistema 
e garantire così maggiore reattività al cambiamento; 
-la facilità d’uso, cioè possibilità di disporre di strumenti potenti e nel contempo facili 
da utilizzare (gli strumenti di controllo devono realizzare automatismi, selezioni e 
percorsi contabili in grado di guidare e controllare gli operatori nell’inserimento delle 
scritture, limitando i dati da digitare al minimo possibile); 
                                                 
26
 Petroni Stefano, “Informatica e controllo di gestione. Un quadro di riferimento”, Budget n.13, 1998, 
p.49 ss. 
- la sicurezza, tramite password di accesso a determinate funzioni; 
- la portabilità, per garantire flessibilità di utilizzo con altri software
27
. 
  
In conclusione, le aree dell’amministrazione e del controllo di gestione, essendo 
preposte all’elaborazione dei dati, sono tra quelle che maggiormente subiscono 
cambiamenti in termini di ruoli, responsabilità ed anche specifiche mansioni delle 
persone che operano in queste aree. Esse devono porsi come una sorta di consulenti, 
capaci di interpretare le esigenze delle diverse funzioni “clienti” e di produrre supporti 
informativi in grado di rispondere a tali esigenze
28
. L’introduzione di un sistema 
integrato sostiene questi cambiamenti, in quanto libera tempo e risorse che vengono 
sempre più spesso utilizzate in attività di supporto alle altre aree aziendali e 
all’interpretazione ed analisi dei risultati ai fini di business
29
. In altri termini, così come 
l’area amministrativa è quella che maggiormente influisce sulle scelta di ridefinire il 
sistema informativo aziendale, sulla selezione del software da adottare, sulla definizione 
del piano dei conti, ecc. , allo stesso modo è anche l’area aziendale maggiormente 
colpita da cambiamenti profondi in seguito all’introduzione di un ERP, dovendo 
modificare la propria struttura, i propri processi ed i ruoli delle persone che in essa 
operano, come si approfondirà in seguito.  
Per comprendere come un sistema Enterprise Resource Planning possa influenzare così 
profondamente le attività svolte dall’area controllo di gestione, analizziamo ora i 
passaggi specifici della configurazione del modulo amministrativo. 
 
 
                                                 
27
 Non bisogna dimenticare che il problema, una volta introdotti i supporti informatici, il vero problema è 
quello dell’interpretazione della grande quantità di dati disponibili. Petroni Stefano (1998), op. cit., p.49 
ss. 
28
 In azienda esiste un grande problema di incongruenza dei report alle esigenze dei vari utilizzatori, tanto 
che secondo alcuni dei report prodotti dal controller  “ne vengono usati solo il 20%. Di questi solo un 
50% vengono effettivamente letti, e del restante 10% appena l’1% vengono commentati nelle riunioni (in 
genere dal controller stesso o da altre cariche quando scoprono che c'è un errore)”. Lega Davide, “Siete in 
grado di fare report”, disponibile alla pagina web www.beycon.com, 23/04/2001. 
29
 In questo senso l’esperto contabile o il controller devono disporre di una conoscenza ampia 
dell’azienda, dei suoi processi e del ruolo che in ciascuno di essi può essere attribuito alle diverse unità 
organizzative. Le attività svolte dagli amministrativi cambiano notevolmente: invece che il mero 
inserimento dei dati si richiede loro di interpretare tali dati. Per approfondimenti si veda il Paragrafo 
4.4.3. 
4.3 La configurazione del modulo Controlling di un sistema ERP  
Le componenti amministrative dei sistemi ERP  sono di norma ricomprese all’interno di 
moduli denominati “financial”, posti a presidio delle funzionalità amministrative e di 
controllo di gestione. In generale, il sistema amministrativo di un’azienda governa i 
processi di elaborazione e produzione delle informazioni economiche originate dalle 
transazioni aziendali. La gestione amministrativa delle transazioni impone lo 
svolgimento ordinato di specifiche attività: di rilevazione dei dati, in cui alla raccolta si 
accompagna spesso la misurazione vera e propria dell’evento; di elaborazione in cui si 
combinano interventi di classificazione, di trascrizione e di ordinamento; di gestione dei 
dati che consiste nell’archiviazione, nel recupero e nell’aggiornamento; di controllo, 
centrate su soluzioni organizzative, procedurali o documentali; di produzione di 
informazioni che si traducono nella predisposizione di sintesi si vario livello per diverse 
categorie di interlocutori
30
. Il modo in cui queste attività vengono organizzate determina 
il livello di efficacia ed efficienza della conversione dei dati in informazioni, e, in ultima 
analisi, definiscono la configurazione del sistema amministrativo aziendale. 
I sistemi integrati di tipo ERP  esercitano un impatto molto pesante sulla dislocazione, 
la sequenza ed il grado di accentramento o decentramento delle attività che 
compongono la catena di trattamento dei dati e di produzione delle informazioni
31
; 
configurare la componente amministrativa di un sistema ERP, infatti, significa avviare 
un processo di revisione suscettibile di influenzare in modo profondo le prassi operative 
delle unità funzionali dalle quali si originano i flussi di informazioni
32
. Perché l’assetto 
del sistema amministrativo risulti coerente con le esigenze di informazione e controllo 
proprie dell’azienda è necessaria la chiara comprensione delle esigenze che occorre 
soddisfare e delle modalità con cui l’azienda genera e sostiene i suoi risultati sia 
economico-finanziari che competitivi. Nel caso del controllo di gestione, la 
configurazione è guidata soprattutto dalle esigenze di elaborare report utili a fini 
                                                 
30
 Agliati Marco (1996), op.cit., p.133 ss. 
31
 Agliati Marco (1999), op.cit., p.41. 
32
 Naturalmente l’influenza varia in relazione all'estensione funzionale del progetto: quanto più ampia è la 
copertura delle varie aree aziendali, tanto più profonde sono le conseguenze indotte dall'integrazione 
informativa, con la conseguente  diffusione di un linguaggio unitario a tutto il sistema aziendale. Se l’Erp 
viene esteso a tutte le aree funzionali l'integrazione tende a svilupparsi nella struttura amministrativa in 
senso verticale, dalle procedure sino al reporting. Nel caso invece l’introduzione sia circoscritta alle sole 
componenti amministrative,  l’integrazione si sviluppa in senso orizzontale attraverso l’unificazione dei 
vari sistemi di elaborazione amministrativa. 
direzionali, mentre le altre aree amministrative sono interessate soprattutto a soddisfare 
la prospettiva istituzionale dell’informativa economica.
33
 
In sede di progettazione del sistema amministrativo integrato, l’area maggiormente 
critica risiede nella definizione del modello contabile che ne costituisce la struttura 
portante. Al fine di realizzare l'integrazione e quindi  superare la tradizionale dicotomia 
tra informazioni di contabilità generale e di contabilità gestionale che da sempre 
caratterizza il trattamento delle informazioni amministrative, è stato individuato il 
cosiddetto Sistema Unico Integrato (SUI)
34
 che combina nella medesima struttura le 
funzionalità proprie del sistema del reddito e del sistema patrimoniale anglosassone; 
quindi permette di superare la differenziazione tra sistema civilistico e gestionale, 
consentendo tra l'altro la movimentazione congiunta di valori economici e 
patrimoniali
35
. 
La gestione delle diverse categorie di conti attraverso la applicazione di differenti 
trattamenti contabili consente di soddisfare in modo simultaneo una varietà di esigenze 
informative
36
.  
Il modello contabile incorporato nel sistema amministrativo integrato di un applicativo 
ERP  amplifica le caratteristiche dei Sistema unico consentendo una maggiore 
articolazione e duttilità della base informativa aziendale
37
; oltre a consentire la 
predisposizione sia di report richiesti per legge sia di rendiconti economico-finanziari 
destinati ad organi di governo all’azienda, aumenta la profondità del sistema 
amministrativo integrato in termini di capacità di controllo, in quanto è possibile 
organizzare le informazioni rispetto a più “viste logiche”
 38
, cioè a dimensioni molto 
analitiche quali il prodotto, il canale di vendita, il centro di costo, la commessa, ecc
39
.  
                                                 
33
 Marchi Luciano, “I sistemi informativi aziendali”, Giuffrè, Milano, 1993. 
34
 Il Sistema Unico Integrato anticipa, sul fronte amministrativo, alcune soluzioni adottate nell'ambito dei 
sistemi ERP, infatti alcune delle logiche di funzionamento e delle soluzioni tecniche adottate dal SUI  
sono rintracciabili nella componente amministrativa dei sistemi ERP . 
35
 Come abbiamo detto il controllo si  avvale soprattutto della contabilità gestionale. Alcuni studi degli 
ultimi anni tendono però a considerare un eventuale utilizzo della contabilità generale ai fini direzionali. 
Sul tema si veda Marchi Luciano (a cura di), “L’utilizzo della contabilità generale per il controllo di 
gestione”, SEU, Pisa, Collana I quaderni del dottorato, A.A. 2000-2001, p.1 ss. 
36
 Il SEU gestisce contemporaneamente tre tipi di conti: gestionali, civilistici e comuni. L’argomento è già 
stato trattato nel Capitolo II, paragrafo 2.2. 
37
 Agliati Marco (1999), op. cit., p.44. 
38
 La naturale predisposizione all'integrazione verticale propria dei sistemi ERP, infatti,  permette, anche 
dal punto di vista tecnico, di articolare la base informativa rispetto ad una molteplicità di viste logiche. 
Agliati Marco (1999), op.cit., p.44. 
39
 Resta in questo caso naturalmente da risolvere il problema delle modalità di alimentazione delle sintesi 
informative e accesso alle fonti originanti i dati elementari, la cui criticità risulta accentuata nel caso 
l’implementazione si limiti alla sola componente amministrativa. 
La capacità del sistema unico
40
 di gestire simultaneamente strutture informative diffe-
renti si rivela molto utile soprattutto in relazione alle informazioni di costo, perché è 
possibile ricorrere agilmente a  valori consuntivi, standard, normalizzati, ecc. 
garantendo di volta in volta la coerenza alle logiche di rappresentazione proprie dello 
specifico report; inoltre si può  fare riferimento a differenti metodologie di calcolo che 
presuppongono la determinazione di costi pieni o diretti o a sistemi di computo basati 
sulle attività.     
Il concetto principale su cui si fondano tutte le soluzioni applicative di tipo ERP  fanno 
perno sugli “eventi”, cioè transazioni operative esterne o interne che  alimentano la base 
dati unitaria. Non tutte le transazioni sono rilevanti dal punto di vista amministrativo, 
bensì solo quelle che oltre a poter essere oggettivamente misurate in termini di valore, 
modificano qualitativamente o quantitativamente l’entità del capitale di funzionamento 
o la struttura delle fonti di finanziamento dell’azienda
41
. 
La costruzione del sistema amministrativo integrato si avvia con l’individuazione 
preliminare degli eventi rispetto ai quali impostare il trattamento delle informazioni 
aziendali. In sede progettuale occorre, pertanto, definire il grado di dettaglio della 
rilevazione, e per tale via stabilire l’analiticità della base dati, individuare i sistemi 
transazionali dai quali acquisire i dati elementari e stabilire un criterio di codifica delle 
informazioni che sia coerente con le diverse esigenze di reporting
42
.  
Il  secondo elemento su cui si basa un sistema integrato è costituito dai libri contabili 
(ledger) al cui interno vengono indirizzati e registrati i dati relativi a singoli eventi 
oggetto di rilevazione. I ledger consentono di gestire le differenti destinazioni dei dati in 
funzione di due criteri prevalenti: 
- il tempo di competenza, per cui, in base all'orizzonte temporale di riferimento, si 
distingue tra dati contabilizzati nel mese, dati relativi a operazioni di chiusura 
periodiche, dati di budget, dati di previsione; 
- la destinazione, per cui, in relazione ai criteri di valorizzazione e di 
rappresentazione, si distinguono dati che riguardano direttamente il sistema 
civilistico, dati che si riferiscono alle strutture di controllo di gestione interno, 
                                                 
40
 Da ora in poi indicheremo per semplicità espositiva il sistema amministrativo integrato di un 
applicativo ERP  con i termini “sistema integrato” o “sistema unico”. 
41
 Agliati Marco (1999), op. cit., p.38. 
42
 Definire la dimensione dell'evento impone verifiche di coerenza e compatibilità che necessariamente si 
estendono a tutte le aree funzionali  e ne influenzano il modo di operare. 
dati rivolti ad alimentare i flussi informativi verso altre entità di controllo, ad 
esempio casa-madre, region.  
I diversi ledger convergono nel sistema di general ledger che racchiude tutte le regole 
di misurazione e rappresentazione economica necessarie per dare origine alle diverse 
sintesi informative predisposte per scopi e interlocutori differenti. Il sistema di general 
ledger contiene la specificazione dei livelli di analisi e di aggregazione delle 
informazioni, e quindi le diverse destinazioni attribuite alle informazioni elementari nei 
vari momenti che ne hanno cadenzato il trattamento, unitamente alla indicazione delle 
sequenze delle informazioni da rilevare per ogni evento amministrativo. La definizione 
delle caratteristiche del sistema di general ledger e la messa a punto delle modalità di 
suo funzionamento rappresentano il momento centrale nel processo di configurazione 
del sistema amministrativo aziendale. 
Un sistema integrato impone all’area amministrativa impone alla funzione 
amministrativa di ripensare in chiave critica al modello di controllo aziendale
43
. 
Rivedere il modello di controllo aziendale significa, in particolare, verificarne e gestirne 
le ricadute su quattro ambiti di configurazione: 
1. il piano dei conti; 
2. i sistemi di analisi e controllo; 
3. i collegamenti con i sistemi alimentati; 
4. le regole di gestione dei flussi informativi
44
. 
 
1. Il piano dei conti esprime l’articolazione della base dati amministrativa e, attraverso 
la definizione delle codifiche contabili ed il loro collegamento con le strutture di 
reporting, determina l’orientamento di fondo del sistema di controllo
45
. 
Un sistema ERP  non condiziona in modo peculiare le scelte di architettura dei piano dei 
conti, ma le rende solo particolarmente critiche in quanto si deve cercare di sfruttare le 
                                                 
43
 Agliati Marco, “La componente amministrativa nei sistemi ERP ”, Economia & Management n.6, 
1999, p.34 ss. 
44
 Queste descritte sono le aree di analisi e progettazione primarie che concorrono a definire le 
caratteristiche sia strutturali che di funzionamento del sistema amministrativo integrato. Ciascuna delle 
aree evidenziate è in stretto rapporto con le altre, nel senso che le scelte operate in uno degli ambiti 
evidenziati esercitano influssi diretti sulle modalità e sulle strategie di configurazione delle restanti. Per 
questo motivo la configurazione della componente amministrativa di un sistema integrato richiede un 
approccio iterativo, che consenta la verifica costante delle scelte effettuate alla luce delle impostazioni 
adottate negli ambiti contigui. Agliati Marco (1999), “I sistemi amministrativi integrati”, op. cit., p.47. 
45
 In particolare esplicita il modo in cui devono essere articolate le informazioni elementari al fine di 
consentirne la corretta alimentazione del sistema e definisce la capacità informativa del sistema 
amministrativo. 
potenzialità di un sistema che consente molti gradi di libertà nel definire le 
caratteristiche delle sintesi informative. 
Le decisioni di strutturazione del piano dei conti vengono guidate dalle esigenze di 
reporting;  le attività di controllo di gestione concorrono a definire in particolare le 
esigenze di informativa interna, che possono richiedere la composizione di sintesi 
informative analitiche, articolate rispetto ad una varietà di viste logiche (linea di 
prodotto, canale di vendita, area geografica, ecc.), e che di norma prevedono l’adozione 
di criteri di rappresentazione e valutazione propri. Si pensi ad esempio alla necessità di 
disporre di conti economici a costo del venduto o a margine di contribuzione, al ricorso 
a valori standard piuttosto che consuntivi, all’articolazione dei costi per destinazione 
invece che per natura
46
. 
In un sistema ERP  il piano dei conti è assimilabile ad un elenco di elementi informativi, 
ciascuno caratterizzato da una propria codifica che ne guida l'aggregazione rispetto alle 
differenti viste logiche con le quali devono essere composte le sintesi informative
47
. La 
struttura della chiave di codifica (coding block) associata a ciascun elemento 
informativo del piano dei conti, definisce le potenzialità di articolazione delle sintesi 
informative ed il grado di flessibilità con cui possono aggregarsi le informazioni 
elementari
48
.  
Per consentire l'opportuno trattamento dei dati in sede di reporting, occorre definire 
preventivamente il contenuto degli elementi caratterizzanti la chiave di codifica, in 
modo da organizzare di conseguenza il flusso delle informazioni dai sotto-sistemi 
alimentanti, cioè dai sistemi operativi (logistica, magazzini, distribuzione, acquisti, 
ecc.); tutto ciò al fine di assicurarne la necessaria coerenza con gli obiettivi di analisi e 
di controllo. In questo modo si correda il dato di tutti i segmenti d’informazione 
                                                 
46
 Particolari esigenze informative sono quelle di corporate, per le aziende che sono parte di gruppi di 
imprese, che oltre a caratterizzarsi per struttura e frequenza di elaborazione, di norma richiedono la 
applicazione di specifici principi di valutazione. Esistono anche esigenze di informativa esterna, e spesso 
le diverse esigenze informative sono in contrasto tra loro e devono essere soddisfatte facendo perno sulla 
medesima base informativa, strutturata in funzione di un unico piano dei conti che definisce lo schema di 
classificazione delle informazioni interne al sistema di general ledger cui si collegano diversi trattamenti 
contabili ed extracontabili. 
Sulle problematiche relative alle diverse esigenze informative aziendali si veda Di Stefano, “Il sistema 
delle comunicazioni economico-finanziarie nella realtà aziendale moderna”, Milano, Giuffrè, 1991. 
47
 In altri termini, l'organizzazione del piano dei conti è piatta modello gerarchico dei sistemi di 
contabilità generale tradizionale; le gerarchie vengono di volta in volta definite con riguardo alle esigenze 
di aggregazione connesse all’elaborazione di specifici rendiconti. 
48
 Tali potenzialità dipendono sia dalla componente contabile della chiave di codifica (codice contabile) - 
comunque sempre presente in quanto regola la predisposizione dell'informativa di carattere istituzionale - 
sia dalla componente gestionale che qualifica le informazioni elementari rispetto a destinazioni o attributi 
riguardanti ad esempio il centro di responsabilità, la commessa, il progetto, il prodotto, il mercato/canale, 
l'area geografica, l'unità funzionale, ecc. 
necessari, però si impongono alle altre funzioni pesanti vincoli sia di tempistica sia di 
rispetto di particolari procedure
49
. 
Normalmente la componente contabile della chiave di codifica viene articolata rispetto a 
diversi livelli di  aggregazione del piano dei conti: la classe, il mastro, il conto, il 
sottoconto; la Figura 4-2 ne illustra il significato, mentre la Figura 4-3 mostra 
un’effettiva assegnazione dei valori di classe, mastro, ecc. 
 
Figura 4-2 Il codice contabile della chiave di codifica: livelli di aggregazione 
Livelli Significato Esempi
CLASSE Contraddistingue gruppi di conti 
patrimoniali o economici 
 
Immobilizzazioni, Attivo circolante, 
Passivo di funzionamento, Patrimonio 
netto ,Crediti e Debiti finanziari; 
Ricavi e Costi della gestione tipica, altri 
Oneri o Proventi dalla gestione 
operativa, Proventi e Oneri finanziari, 
altri Oneri e Proventi non di natura 
operativa 
 
MASTRO 
 
Analizza più in dettaglio il gruppo di 
conto 
 
 
All'interno dell'Attivo circolante si 
distinguono le rimanenze i crediti, le 
attività finanziarie correnti, le 
disponibilità liquide 
 
 
CONTO 
 
Specifica la natura dell’evento Con riguardo ai crediti, vengono distinti 
quelli verso clienti, verso imprese 
controllate, verso altri. 
SOTTOCONTO Puntualizza la natura del singolo 
conto, a seconda delle specifiche 
esigenze informative 
Con riguardo ai crediti verso clienti può 
essere specificato se si tratta di clienti 
nazionali o esteri, o il canale di vendita 
Fonte: nostra elaborazione
50
.  
 
Figura 4-3 Struttura del codice contabile della chiave di codifica: esempio 
Classe  Mastro Conto  Sottoconto  Descrizione  
C    Attivo corrente 
 2   Crediti commerciali  di breve termine 
  20  Crediti verso clienti  
   10 
• Crediti clienti Italia 
   20 
• Crediti clienti estero 
30
• Crediti clienti direzionali 
Fonte: Agliati Marco, “I sistemi amministrativi integrati: caratteristiche funzionali e strategie di 
configurazione”, Egea, Milano, 1999, p.52. 
                                                 
49
 Questo può far sorgere dei conflitti tra l’amministrazione,ed in particolare il controllo di gestione e le 
altre funzioni, che spesso non percepiscono i vantaggi del nuovo (e più oneroso) modo di operare. Agliati 
Marco, Meloni Gianluca, Meregalli Severino, Songini Lucrezia (2000), “L’impatto degli ERP  
sull’attività amministrativa: una promessa mantenuta?”, op. cit., p.15 ss. 
 
50
 Le definizione dei vari livelli sono tratte da Agliati Marco (1999), op. cit., p.50-51.