Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
sul mercato, esaurite le risorse interne, i costi da fronteggiare per accedere a
risorse esterne diventano proibitivi. Il mercato azionario sembra essere troppo
oneroso a causa della mancanza di informazione disponibile agli investitori e
quindi di permeare delle asimmetrie informative. Quindi diventa cruciale
l'intermediazione bancaria che grazie alla sua capacità di ridurre le asimmetrie
informative tramite un'intensa attività di screening prima e di monitoring poi,
costituisce un'importante fonte cui attingere.
Scopo di questo lavoro è di esaminare il ruolo del sistema bancario nel
finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese visto che è uno degli
attori principali del processo innovativo.
A tal fine è stata svolta un'indagine empirica sulle problematiche
dell'innovazione attraverso un questionario somministrato agli imprenditori, se
disponibili, o ai responsabili di funzione a ciò delegati. L'indagine ha voluto
cogliere i comportamenti e le problematiche delle imprese nei confronti
dell'attività innovativa con particolare attenzione al finanziamento
dell'innovazione.
Nel primo capitolo si esamina il ruolo degli intermediari nell'allocazione delle
risorse,i principali caratteri della relazione tra banca e impresa in Italia, le
tipologie delle operazioni offerte dalle banche. Viene tracciato un quadro delle
prospettive di sviluppo di tale rapporto, fino alle recenti proposte della Banca
UniCredit: i bond di distretto, i plafond di credito a medio lungo termine e il
fondo per le Pmi.
Nel capitolo successivo si traccia l'evoluzione storica delle normative nel
settore bancario dalla legge bancaria del 1936 fino ai recenti accordi di Basilea 2.
Un ulteriore sviluppo del sistema creditizio deve essere considerato per
analizzarne i possibili impatti sull'erogazione dei prestiti alle piccole e medie
imprese: l'adozione dei sistemi di rating interno come strumenti per il vaglio del
merito di credito necessario. Tali metodologie favoriscono un approccio
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
standardizzato alla valutazione del merito di credito, in quanto si basano su
procedure algoritmiche che formulano un giudizio sintetico di affidabilità,
applicando parametri predefiniti ai valori soggettivi riferiti ad un singolo
prenditore. Resta da vedere se questo approccio basato sui rating non vada a
danneggiare quei progetti imprenditoriali innovativi che rischiano di non essere
finanziati perché non hanno garanzie reali sufficienti.
I contenuti delle scelte finanziarie delle piccole e medie imprese si esaminano
nel terzo capitolo. Vengono introdotte alcune nozioni di base volte a definire una
classificazione di questo tipo di imprese, nonché l'esame del ciclo di vita delle
stesse e dei bisogni finanziari ad esso collegati. Si ripercorrono i principali
contributi teorici in tema di finanziamento alle PMI e vi si contrappone la scelta
adottata dalle imprese nella pratica.
Il finanziamento delle innovazioni è l'argomento del quarto capitolo.
Tra le fonti di finanziamento per le imprese innovative bisogna distinguere quelle
di finanza interna e quelle di finanza esterna. Nella prima, oltre
all'autofinanziamento e al credito bancario, rientrano i finanziamenti a titolo di
capitale di rischio dei business angel e dei venture capitalist che assumono
particolare importanza nel finanziamento alle imprese nelle fasi di startup e early
growth. In particolare, il venture capitalist, oltre a finanziare l'impresa affianca, il
management della stessa nelle decisioni spesso molto delicate che afferiscono ai
primi stadi di vita del progetto. Nella finanza esterna rientrano invece i
finanziamenti attraverso strumenti finanziari scambiati in mercati aperti e
soprattutto su nuovi mercati creati appositamente per soddisfare la domanda di
fondi di questo tipo di progetti ad alto rischio.
Nel quinto capitolo si esamina l'attività delle fondazioni di origine bancaria , la
quale dovrebbe tendere a privilegiare la sperimentazione e l'innovazione
attraverso l'attività di erogazione. Questa affermazione emerge dall'analisi
congiunta di tre aspetti che sono l'esperienza delle fondazioni soprattutto grant
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
making dei paesi che ne sono dotati, sul tipo di problemi che interessano la
società italiana in questa fase storica e, infine, sul ruolo dello stato del settore
non-profit con cui le fondazioni sono chiamate a collaborare, almeno perché vi è
sostanziale coincidenza degli ambiti di intervento.
Inoltre un ruolo importante nel finanziamento dell'innovazione è ricoperto
dalle banche locali che sono istituzioni maggiormente in grado di essere
interessate a valutare le capacità e le prospettive di crescita delle piccole imprese
locali, da cui per buona parte dipendono le possibilità di sviluppo delle economie
locali. L’idea è che il loro radicamento territoriale e le affinità culturali che
legano la dirigenza di queste banche all’economia locale, da un lato, mitighino i
problemi informativi e consentano una migliore selezione e un miglior controllo
della clientela e, dall’altro, facilitino forme di transazioni intrecciate e di
controllo reciproco tra le imprese e aumentino il peso delle sanzioni sociali
rendendo più stringente l’enforcement dei contratti di debito e scoraggiando
comportamenti opportunistici da parte delle imprese.
L'ultimo capitolo è dedicato ai risultati dell'indagine empirica che è stata
condotta.
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1 Il Sistema creditizio
1.1 Caratteristiche del sistema finanziario e
dell'intermediazione creditizia
Tradizionalmente i sistemi economici capitalisti sono divisi in due gruppi:
l’uno, di stampo anglosassone, sostenitore di un sistema finanziario incentrato
sul mercato, l’altro, caratteristico dei Paesi continentali, in particolare della
Germania, e del Giappone, fonda il proprio sistema finanziario sul ruolo
prevalente degli intermediari.
Il primo gruppo di paesi si caratterizza per la fiducia nella completa autonomia
del mercato nel garantire, nel modo più efficace ed efficiente, l’allocazione
delle risorse.
Si ritiene, infatti, che il mercato, realizzando la piena concorrenzialità del
sistema e offrendo le medesime opportunità iniziali a ciascun operatore, sia in
grado di selezionare le opportunità di investimento delle imprese, allocando le
risorse verso gli investimenti che sono giudicati più validi perché più redditizi,
e di esercitare un controllo a posteriori sul perseguimento di tale redditività
attraverso il monitorino dell’attività delle imprese.
Caratteristico, invece, del secondo gruppo di paesi, è il loro essersi affermati,
nel processo di sviluppo economico mondiale, solo in un momento successivo
rispetto ai paesi anglosassoni. La scelta di fondare il proprio sistema finanziario
sugli intermediari era, in questi paesi, funzionale alla possibilità di recuperare il
gap tecnologico e industriale in tempi più rapidi rispetto a quelli che sarebbero
stati necessari per garantire un graduale sviluppo del mercato dei capitali, allora
ancora troppo limitato, sottile e non profondo, per sostenere appieno lo
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
sviluppo economico.
Un sistema finanziario centrato sul ruolo degli intermediari e in particolare sul
sistema bancario, che ricoprisse il duplice ruolo di finanziatore e di monitor si
prestava efficacemente allo scopo.
I due diversi sistemi finanziari sono nati, pertanto, in un contesto storico ben
delineato e qui hanno esplicitato tutto il loro potenziale, venendosi a
caratterizzare in maniera più o meno positiva in relazione alla loro capacità di
soddisfare le esigenze che in tale contesto si dischiudevano. I sostenitori, ora
dell’uno, ora dell’altro modello, ne hanno delineato i vantaggi, gli oppositori ne
hanno, di volta in volta, messo in luce i limiti.
Coloro che propendono per il sistema orientato agli intermediari sostengono che
la fitta rete di relazioni, che si viene ad instaurare ad opera degli intermediari,
permetta la creazione di legami orientati al lungo periodo, in grado di superare il
problema di asimmetrie informative1. In particolare nei sistemi che collocano la
banca in posizione di preminenza sugli altri intermediari, tali asimmetrie sono
superate in maniera più efficiente dall’operare delle banche in qualità di insider
in quanto, in tale veste, riescono ad ottenere una riduzione dei costi di
monitoraggio e una gamma più ampia di strumenti a tutela dei propri interessi.
Allo stesso tempo, i sistemi orientati agli intermediari e in particolare alla banca,
sottendono il rischio che possano realizzarsi commistioni di interessi non
compatibili, per il sopravvenire di collusioni tra le banche e le imprese. Il rischio
in questo caso è duplice, da un lato si configura la possibilità che il rapporto
stretto dell’impresa con la banca possa risultare patologicamente vincolante,
nell’ipotesi che tale rapporto appare poco conveniente e che la gestione
dell’impresa possa essere disequilibrata da un eccessivo ricorso
all’indebitamento, dall’altro nel caso di partecipazione della banca, in presenza di
1
Con le connesse distorsioni note come adverse selection e moral hazard.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
una situazione di dissesto, possono risultare vincolanti e forzate sia le scelte del
management sia quelle delle banche.
Per i sostenitori dei sistemi orientati al mercato, la supremazia di quest’ultimo
sugli intermediari nel ruolo di controllore efficace e segnalatore tempestivo delle
capacità produttive e finanziarie delle imprese è evidente, in quanto esso tende a
configurarsi come uno strumento molto più flessibile rispetto a un sistema di
intermediari nel rispondere prontamente ai mutamenti e alle necessità
economiche reali. D’altra parte, hanno correttamente sottolineato gli oppositori
del sistema market oriented, anche il mercato è soggetto a fenomeni distorsivi
che si manifestano sotto forma di speculazioni e fluttuazioni dovute a fenomeni
non finanziari o economici e che si manifestano in quello che comunemente è
definito il fallimento del mercato.
1.1.1 Allocazione efficiente delle risorse: il ruolo degli intermediari
La contrapposizione tra i due modelli esaminati nasce dalle diverse basi teoriche
che si sono sviluppate sui processi di intermediazione finanziaria. Il modello
orientato al mercato poggia la sua validità sulla tesi di coloro che, secondo gli
schemi di carattere monetaristico e per alcuni aspetti secondo quelli di
derivazione keynesiana, ritengono “neutrale e sussidiaria” la funzione allocativa
dell’intermediazione, e della banca in particolare, nei confronti del processo di
sviluppo dell’economia reale. Si è detto al proposito che in un sistema walrasiano
di completa informazione le banche non hanno alcuna ragione d’essere e il
finanziamento dell’attività economica può avvenire attraverso il trasferimento
diretto di risorse dai risparmiatori agli investitori. Laddove la certezza e la
completa informazione sono carenti, il ruolo degli intermediari riacquista la sua
utilità consentendo al sistema economico di finanziarsi a condizioni migliori
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
rispetto all’ipotesi della loro assenza. Su questo aspetto si è espresso con
chiarezza Arcelli, il quale afferma: “ è respinta come irrealistica l’ipotesi che se
tra il risparmiatore e il prenditore di fondi vi è un mercato ben funzionante, il
costo dell’intermediazione è comunque un costo aggiuntivo. Tale ottica
confinerebbe banche e intermediari finanziari nella categoria dei rentiers
destinati ad essere spazzati via nel tempo da mercati sempre più efficienti che
gestirebbero direttamente l’allocazione delle risorse” 2
Da un punto di vista strettamente teorico, è possibile evidenziare l’utilità della
presenza degli intermediari ripercorrendo rapidamente gli sviluppi della
letteratura nel corso del tempo.
Il superamento dei modelli keynesiani e monetaristi, realizzato attraverso il
contributo di Gurley-Shaw, ha consentito di spostare l’attenzione sull’offerta di
credito, consentendo una visione più efficace e realistica dei fenomeni economico
finanziari non più vincolata allo stock di moneta ma correlata alla overall
financial capacity. Gli sviluppi teorici successivi a Gurley-Shaw hanno
consentito di affinare sempre più il ruolo e le problematiche dell’intermediazione
finanziaria, di cogliere il nesso tra crisi reale e crisi finanziaria, di giustificare,
infine, l’intervento pubblico ai fini di superare tutti gli ostacoli che si
frappongono, in un mercato imperfetto, allo sviluppo in condizioni di stabilità ed
efficienza. L’introduzione in questo contesto delle asimmetrie informative, come
tratto caratteristico delle imperfezioni di mercato, deriva dall’individuazione dei
“lemons problems” di Akerlof e sfocia nel filone di studi che, approfondendo le
implicazioni allocative delle asimmetrie, arricchisce e perfeziona le relazioni tra
sistema finanziario ed economia reale a livello aggregato. A completamento degli
schemi interpretativi offerti dalle teorie dell’incertezza e dei costi di transazione,
la teoria delle asimmetrie informative si è sostanzialmente sviluppata attorno agli
2
Arcelli 1994.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
effetti allocativi posti dai problemi informativi. Posto che gli scambi finanziari,
per la loro natura intertemporale, sono conclusi in condizioni di informazione
incompleta (incertezza) ed imperfetta (possibili asimmetrie) ed implicano il
sostenimento di costi (costi di transazione), è possibile cercare di schematizzare il
contributo di tale teoria concentrando l’attenzione su alcuni temi fondamentali.
Le teorie in esame hanno messo in evidenza come l’esistenza di asimmetrie
informative genera fenomeni di razionamento del credito, con ripercussioni sul
sistema economico nel suo complesso.
Gli intermediari finanziari, e in particolare quelli bancari, rappresentano il mezzo
più efficace per superare tali asimmetrie, dal momento che gli “istitutional
devices” che in grado di offrire costituiscono il tramite più efficiente per il
raccordo tra le unità in surplus e quelle in deficit.
Nonostante ciò, il livello di attività e le condizioni in termini di prezzi (tassi di
interesse) non potranno che essere meno soddisfacenti rispetto ad una situazione
ideale di informazione perfetta.
Il reperimento delle informazioni necessarie impone agli intermediari il
sostenimento di un costo, che si aggiunge a quello marginale di provvista dei
fondi, e fa sorgere un trade-off tra la quantità e la profondità dei controlli che si
rendono necessari3 e il rendimento di ciascuna operazione.
L’intervento pubblico sia in termini normativi che di vigilanza e controllo, risulta,
in tale contesto, necessario per impedire che gli intermediari assumano rischi in
eccesso a causa della scarsità delle informazioni disponibili, generando situazioni
di rischio sistemico.
Accanto alla funzione monetaria, nell’ambito dello svolgimento della funzione
creditizia, la banca viene ad assumere un ruolo determinante in relazione
all’offerta dei cosiddetti istituzional devices, atti a superare in modo più
3
In termini di screening e monitoring.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
efficiente le asimmetrie del mercato. Le caratteristiche di tale offerta, in aggiunta
alle condizioni particolari nelle quali tali operatori sono soliti operare4 mettono la
banca in una situazione di sostanziale vantaggio nei confronti delle altre tipologie
di operatori.
1.2 La banca come meccanismo allocativo efficiente
Agli intermediari finanziari sono assegnate, in genere, tre distinte funzioni, il
collegamento tra le unità in surplus e quelle in deficit, il differimento nel tempo
degli scambi monetari e l’attuazione dei pagamenti. Nell’espletare tali funzioni
gli intermediari sfruttano l’organizzazione e le competenze specifiche che sono
loro proprie per procedere all’elaborazione delle informazioni e alla
trasformazione delle scadenze e dei rischi, realizzando economie dimensionali e
di produzione congiunta, altrimenti non conseguibili.
In un tale contesto, in riferimento all’efficienza nella funzione allocativa, le
banche possono avvantaggiarsi di particolari circostanze:
• le asimmetrie informative possono trovare migliore soluzione nell’intervento
della banca per l’esistenza delle customer relationship, tali relazioni implicano
una sorta di resistenza all’uscita da parte dei clienti, rafforzata dalla possibilità
che la banca realizzi i “benefici incrociati” che le permettono di praticare
condizioni più favorevoli;
• facendo specifico riferimento al mercato dei prestiti, lo sviluppo delle relazioni
di clientela ai fini del superamento dei problemi di moral hazard e di adverse
selection, implica un miglior sfruttamento delle informazioni riservate sia la
concreta possibilità di sviluppare relazioni di lungo periodo; le forme
4
Fenomeni di cross-subsidisation e di customer-relationship.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
contrattuali che le banche sono in grado di ritagliare sulle esigenze della
propria clientela tendono a rafforzare il legame con questa ultima, generando
un circolo virtuoso sulla base del quale, si consolida sempre più il legame tra
la banca e l’impresa sulla base della consapevolezza di un’ampia e completa
soddisfazione dei fabbisogni da un lato, dell’opportunità di seguire
agevolmente l’andamento dei rischi dall’altro;
• le banche, infine, possono sfruttare il fattore reputazione, a favore della
clientela affidata, nel momento in cui l’affidamento consenta all’impresa di
avere un più agevole e conveniente accesso ad altre forme di finanziamento
(signalling)5
Per l’esplicitarsi di simili potenzialità, la banca, nel panorama degli intermediari
finanziari, sembra essere l’operatore che meglio risponde alle problematiche
informative che scaturiscono dal processo di allocazione ottimale delle risorse.
Tuttavia, la possibilità e l’attitudine a reperire, elaborare e valutare tutte le
informazioni necessarie sul richiedente il credito richiedono la piena
consapevolezza delle scelte di finanziamento attuate. L’efficienza allocativa è per
la banca, sullo specifico fronte dei prestiti, la cognizione dei gradi di
rischio/rendimento di ciascuna delle operazioni fattibili6 associata al contributo
che il finanziamento medesimo può offrire per il raggiungimento di un
equilibrato assetto finanziario dell’impresa sovvenuta.7
Dando per scontate le specifiche attitudini della banca nel valutare e controllare il
merito di credito, non si possono comunque tacere le possibili distorsioni che
l’egemonia bancaria nel sistema degli intermediari finanziari può generare.
Innanzitutto, le specificità delle banche, tendono a ridurre gli spazi di operatività
degli altri intermediari, la cui attività si configura sempre più come
5
Mottura P. 1991.
6
Quelle cioè che emergono dallo screening col quale si verifica la conciliabilità con gli obiettivi
contingenti propri della banca.
7
Corigliano 1991.
15
Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
complementare a quella svolta dagli istituti di credito. Nell’ambito del mercato
bancario, poi, le particolari condizioni nelle quali si sviluppa il rapporto banca
impresa lasciano poco spazio alla contendibilità dei mercati: infatti quanto più la
banca riesce a sfruttare i vantaggi che le sono propri nel reperimento delle
informazioni tanto più sarà difficile che si verifichino interruzioni del rapporto
con l’impresa affidata e dunque l’esercizio della concorrenza. La presenza di una
certa incontendibilità del mercato è causa di inefficienza nell’allocazione delle
risorse, in quanto costituisce il presupposto perché, o i prezzi vengano fissati
secondo le convenienze della banca, che in questo caso agisce da monopolista, o
si attui una segmentazione del mercato fondata non tanto sul prezzo, quanto sulla
differenziazione dell’offerta attuata dagli istituti. D’altra parte, a necessità di
intervenire per stimolare comunque la concorrenza, se da una lato stimola
l’efficienza allocativa e migliora le condizioni dei prestiti, a vantaggio della
clientela affidata, dall’altro può dar luogo a fenomeni distorsivi8 che a lungo
andare possono intaccare proprio quegli aspetti dell’attività bancaria sui quali si
fonda l’attitudine delle banche nel migliorare l’efficienza allocativa.
Se la centralità della banca nei processi di intermediazione finanziaria pare oggi
data per acquisita, è vero anche che si rende necessario risolvere tutti quegli
impedimenti che possono, in qualche misura, intaccare al sua efficienza.
1.3 Il rapporto banca-impresa in Italia
La principale controparte creditizia delle PMI in Italia è stata finora la banca. Fra
le motivazioni che hanno condotto a questo stretto legame vanno ricordate: la
capillarità della presenza bancaria sul territorio, e di conseguenza il facile
8
Fidi multipli, riduzione del rapporto accordato/utilizzato, minore cura nello screeening e nel
monitoring con possibile aumento delle sofferenze.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
accesso che ha sempre consentito, e la centralità del sistema delle aziende di
credito nell’ambito del sistema finanziario italiano. Non va peraltro sottovalutato
che un legame tanto forte nasce non in virtù di una scelta ma da una condizione
di inefficienza del mercato dei finanziamenti, che è caratterizzato da pesanti
vincoli alla ricapitalizzazione delle imprese e che quindi limita l’accesso delle
PMI a una cerchia ristretta di fonti di finanziamento: l’autofinanziamento e
l’indebitamento.
Proprio la natura univoca di tale rapporto ha portato alla nascita di un malessere
profondo di tipo strutturale. I rapporti tra banca e imprese sono improntati ad una
reciproca diffidenza, per non dire di aperto antagonismo e sono in ogni caso fonte
di profonda insoddisfazione sia per una parte che per l’altra9. Su questo malessere
incidono non soltanto la struttura e i comportamenti seguiti finora dal sistema
bancario, ma anche la riluttanza o l’incapacità delle imprese di essere trasparenti,
di fornire al finanziatore flussi attendibili e adeguati sulla loro attività.
Tra gli aspetti salienti di tale rapporto possono essere ricondotti:
1. la valutazione del fido
2. la richiesta di garanzie
3. la tipologia delle operazioni
4. il costo.
Un punto di controversia rimasto irrisolto riguarda il problema della presunta
incapacità da parte degli intermediari creditizi di erogare finanziamenti sulla base
di corrette valutazioni della capacità di credito delle imprese, mantenendo ancora
una posizione di tipo garantista prevalentemente orientata a dare maggior
considerazione agli aspetti patrimoniali.
Se, da un lato, la teoria dei fidi bancari invita a valutare essenzialmente la
capacità di reddito dell’impresa attraverso un’analisi dei flussi reddituali futuri e
9
Brugnetti G. 1998.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
delle potenzialità di sviluppo del settore in cui l’attività dell’impresa si inserisce,
dall’altro, la prassi operativa assegna un ruolo decisamente più ampio agli aspetti
garantistico- patrimoniali e a quelli relativi al rapporto di indebitamento. Se simili
comportamenti trovano giustificazione di fronte a imprese richiedenti che
presentano una leva finanziaria troppo elevata, finanziando le quali si corrono
rischi analoghi a quelli dell’imprenditore senza poter eventualmente beneficiare
dei suoi stessi vantaggi, è anche vero che limitare la valutazione della capacità di
credito dell’azienda al suo rapporto di indebitamento è indice di un’eccessiva
semplificazione delle pratiche di analisi del credito volte al contenimento dei
costi, di una scarsa conoscenza delle problematiche aziendali e di una limitata
visione globale del sistema economico. Alla miopia delle banche si sommano
numerosi fattori di contesto non ultima la carenza informativa che condiziona la
banca che si trovi a valutare il merito di credito di un’impresa frenata a fornire
indicazioni veritiere e adeguate. Si genera un circolo vizioso secondo il quale il
rischio connesso a un investimento in una PMI, dalla quale arriva un flusso
informativo frammentato e incoerente, spesso legato soltanto ad un elevato
coefficiente di indebitamento, può essere eccessivamente esasperato. Le banche,
di fronte a tale rischio, sono indotte singolarmente a coprire solo parte dei
fabbisogni finanziari rilevati, rendendo necessario il ricorso da parte delle
imprese ad altri istituti, secondo una pratica diffusissima di molteplicità delle
linee di fido.
D’altra parte il ridotto importo unitario dei fidi concessi, provoca a sua volta
l’effettuazione di istruttorie per la valutazione del credito più semplificate e meno
costose. Instaurata questa consuetudine, diventa sempre più necessario per la
banca evitare di esporsi troppo nei confronti di un’azienda, garantendo solo la
parziale copertura delle sue esigenze di finanziamento a breve. Simile processo
contribuisce a determinare quella sensazione di incapacità di corretta valutazione
del credito da parte degli intermediari.
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Il ruolo del sistema bancario nel finanziamento dell'innovazione alle piccole e medie imprese
Le imprese a loro volta, credono di poter trarre giovamento da tale situazione,
soprattutto in termini di maggior elasticità finanziaria e minore trasparenza nei
confronti della banca. Se è vero che così operando spesso ottengono fidi anche al
di là delle loro esigenze, spesso all’evidenziarsi di segnali di difficoltà, non
sempre corrispondenti ad andamenti economici effettivamente negativi, vedono
però anche velocemente appannarsi o chiudersi i rapporti in essere, con la
conseguenza di trovarsi poi nell’impossibilità di far fronte i loro impegni.
1.4 La tipologia delle operazioni offerte dalle banche.
Con riferimento alla tipologia delle strutture tecniche di prestito utilizzate, è
opportuno distinguere tra quelle che si collegano direttamente con la gestione del
capitale circolante, da quelle che consentono genericamente la copertura del
fabbisogno finanziario. Le prime hanno subito una notevole evoluzione
adattandosi alle nuove tecniche e alle nuove tecnologie di trattamento
dell’informazione finanziaria. Ad esempio i prestiti concessi a valere sulla
smobilizzazione dei crediti della clientela hanno trovato soluzioni operative
differenziate sulla base delle esigenze del cliente.
Caratteristica peculiare di queste strutture tecniche è la loro continua
rinnovabilità, sia nel caso di operazioni autoliquidantesi, sia quando sono
rappresentate da anticipazioni su pegno. Ciò rende il rapporto indebitamento
bancario, formalmente a breve termine di fatto a tempo indeterminato. Le
esigenze di finanziamento non direttamente collegabili al capitale circolante non
trovano invece strutture tecniche adeguate, soprattutto nei confronti delle PMI. Il
ricorso all’apertura di credito è inidonea, anche per caratteristiche di costo, ai
fabbisogni da coprire e viene anzitempo immobilizzata.
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