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un‟ulteriore quota di energia elettrica (ciclo combinato), oppure per produrre freddo (ciclo 
frigorifero ad assorbimento). Lo sviluppo di un impianto di cogenerazione non è 
un‟operazione semplice. Bisogna prima di tutto valutare la fattibilità tecnica ed economica 
della realizzazione dell‟impianto, individuando le soluzioni impiantistiche ottimali riferite ad 
ogni singola struttura, perché non sempre si tratta di una soluzione conveniente. In generale, 
non ci sono dubbi sui vantaggi, in termini di rendimento energetico, che la cogenerazione ha 
rispetto alla produzione separata di energia elettrica e termica. Tuttavia, proprio perché questi 
vantaggi sono originati da una produzione combinata, è necessario che l‟energia termica 
disponibile possa essere utilizzata nel ciclo produttivo del sistema in cui essa si colloca. Ciò 
comporta la localizzazione degli impianti di cogenerazione in prossimità delle aree produttive 
senza la penalizzazione delle perdite di trasporto dell‟energia elettrica in rete, ponendo dei 
limiti alle dimensioni delle macchine utilizzate, in quanto l‟energia termica non può essere 
trasportata a grandi distanze in modo economico. Da questo si può dedurre chiaramente che è 
fondamentale una valutazione specifica e ad hoc per ogni sistema: occorre conoscere le 
necessità ed il fabbisogno di calore, nonché il livello di temperatura richiesto dal sistema di 
produzione. Inoltre, bisogna considerare anche il trasporto dal luogo di produzione e le 
perdite di calore presenti. Queste sono tutte informazioni necessarie ed importanti da 
esaminare accuratamente. 
In conclusione, possiamo affermare che la cogenerazione è un‟opportunità da valutare bene 
perché offre, sicuramente, un importante contributo alla problematica dell‟efficienza 
energetica. 
  
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Figura 1 Integrazione delle tecnologie per la cogenerazione con le tecnologie elettriche e non elettriche per la produzione del caldo e 
del freddo. 
 
 
 
 
 
  
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Capitolo 1 
Soluzione al risparmio energetico: la cogenerazione 
1.1  La crisi energetica 
 
L‟energia è una grandezza fisica che esprime e quantifica la capacità intrinseca di un corpo 
(energia potenziale, energia cinetica, ecc.), della materia (energia chimica, energia nucleare, 
ecc.), di una trasformazione (energia di pressione, energia dissipata, energia termica, energia 
radiante, ecc.), di un sistema di compiere lavoro (energia di espansione, energia elettrica, 
energia magnetica, energia meccanica, ecc.). L'energia esiste in natura in varie forme, le tre 
maggiori tipologie sono: le fonti rinnovabili (sole, vento, energia idraulica, risorse 
geotermiche, maree, moto ondoso, trasformazione dei rifiuti organici in inorganici e dei 
prodotti vegetali); fonti assimilate (energia prodotta in cogenerazione, fumi di scarico ed altre 
fonti di energia recuperabile in processi ed impianti, scarti di lavorazione e/o processi, fonti 
fossili prodotte esclusivamente da giacimenti minori isolati); fonti convenzionali (combustibili 
fossili commerciali utilizzati in impianti di sola produzione elettrica, altre fonti non incluse tra 
le rinnovabili o le assimilate). 
Tali fonti vengono utilizzate e trasformate per gli usi dell'uomo e delle sue attività, con un 
costante aumento, così da far accrescere, conseguentemente, i costi economici, sociali ed 
ambientali dell'energia. 
Siamo in presenza di una crisi energetica permanente, destinata a protrarsi e ad aggravarsi nel 
tempo, di cui facciamo fatica a percepire la pericolosità. Siamo abituati a usare l‟energia, 
soprattutto il petrolio e il gas, come se fosse qualcosa di perennemente disponibile, 
abbondante e a basso costo. Improvvisamente ci troviamo di fronte al venir meno di queste 
fonti e pensiamo che gli allarmi siano ingiustificati, frutto della speculazione o di errori di 
valutazione per eccesso di prudenza. Attualmente la situazione si è enormemente aggravata a 
causa di un insieme di fattori:  
1. stiamo raggiungendo, o abbiamo già raggiunto, il “picco di produzione geofisica del 
petrolio”, ovvero la massima capacità produttiva che farà crescere il divario tra 
  
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domanda crescente e offerta calante. Dapprima questo avverrà lentamente, ma poi 
sempre più rapidamente;  
2. l‟intenso uso dei combustibili fossili, carbone compreso, ha provocato una crescita di 
concentrazione di gas serra che potrebbe raggiungere un punto di non ritorno tale da 
innescare un cambiamento climatico globale con conseguenze imprevedibili e 
catastrofiche;  
3. la crescita della domanda di energia, soprattutto petrolio e gas, da parte dei paesi 
emergenti (Cina e India), le cui economie crescono a tassi a due cifre, sta creando una 
situazione di tensione nelle relazioni internazionali tra paesi ricchi, paesi emergenti e 
produttori di risorse, situazione che facilmente potrebbe sfociare in conflitti per il 
controllo di tali risorse.  
L‟intera problematica energetica è pertanto complessa e alquanto controversa; è possibile, 
però, delineare un progetto di transizione dall‟attuale situazione insostenibile e pericolosa ad 
un sistema energetico più equilibrato e sostenibile, da raggiungersi nel medio e lungo periodo, 
con approssimazioni successive. 
La crisi legata all‟approvvigionamento energetico ha stimolato l‟intera comunità 
internazionale alla definizione di nuovi assetti del settore, che coinvolgono la produzione, gli 
usi finali e la gestione della distribuzione.  
La Commissione Europea ha presentato nel 2008 un ampio pacchetto di strumenti in campo 
energetico inteso a dare nuovo impulso alla sicurezza energetica dell‟Europa. Nello scenario 
attuale stanno convergendo tendenze apparentemente contraddittorie: la prima è basata sulla 
riduzione dei consumi e dell‟impatto ambientale, la seconda accetta come inevitabile 
l‟incremento del fabbisogno energetico in quanto finalizzato al miglioramento della qualità 
della vita. La soluzione a questa contraddizione presuppone il ri-orientamento delle scelte di 
politica energetica, promuovendo sistemi di produzione sostenibili dal punto di vista 
ambientale, l‟ottimizzazione dei sistemi esistenti e un uso razionale delle risorse lungo tutto il 
ciclo di vita. Relativamente al mercato, la liberalizzazione della produzione e della vendita di 
energia sta creando spazi per formule innovative, meno rigide e costose della grande 
distribuzione, ed in grado di offrire maggiore flessibilità ed autonomia nei servizi.  
 
  
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1.2 Risoluzione al problema energetico 
 
Il problema in esame è complesso, la posta in gioco altissima e nessuno può avere la pretesa 
di conoscere esattamente la soluzione; per questo è necessario agire con precauzione, con 
scelte quanto più possibile reversibili, che permettano di tornare sui nostri passi, se ci 
accorgiamo di avere sbagliato. L‟umanità ha superato da tempo le soglie di sostenibilità e 
deve riorientarsi. Oltre alla dimensione strettamente tecnico scientifica, la questione 
energetica comporta aspetti di natura prettamente etica, riguardante lo stile di vita individuale 
che desideriamo, l‟equità nella distribuzione delle risorse, gli equilibri ecologici, le future 
generazioni e l‟attenzione che dobbiamo avere per tutti gli altri esseri viventi. Per far posto 
agli altri, dobbiamo ridurre i nostri bisogni e “inventarci” un modo per essere più felici, 
scegliendo la strada della “semplicità volontaria”, presente da sempre in tutte le principali 
culture come via maestra dell‟autorealizzazione.  
Per realizzare un programma che appare tanto ambizioso quanto difficile, è necessario 
progettare una transizione che si basi sull‟efficienza energetica in tutte le fasi di produzione, 
distribuzione e uso dell‟energia e, più in generale, delle risorse. Si possono individuare tre 
tipologie di efficienza: di primo ordine, ovvero il miglioramento del rendimento delle 
macchine di produzione e di utilizzo (generatori e turbine, elettrodomestici, lampade a basso 
consumo); di secondo ordine, nel selezionare la modalità più corretta per produrre un 
determinato servizio, evitando di utilizzare energia pregiata (come l‟elettricità), laddove è 
possibile ricorrere a fonti meno pregiate (collettori termici solari, coibentazione, efficienza 
degli edifici), oppure ricorrendo alla cogenerazione e alla microcogenerazione (produzione 
combinata di energia elettrica e termica), alla trigenerazione (generazione di elettricità-calore-
freddo con l‟integrazione di chiller ad assorbimento) e, più in generale, alla poligenerazione, 
tutti processi intrinsecamente più efficienti delle produzioni separate; di terzo ordine, 
riprogettando i beni per renderli meno obsoleti, con un minor contenuto energetico a parità di 
funzione e con filiere d‟uso più corte. 
Il risparmio energetico (energy saving) è l'insieme dei comportamenti, processi ed interventi 
che ci permettono di ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle varie 
attività, ed è diventato una pratica necessaria, dal momento che la richiesta di energia nel 
nostro paese e nel mondo sta aumentando in modo pressoché costante. È noto che un aumento 
della produzione energetica comporta inevitabilmente un incremento delle emissioni 
  
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inquinanti, che aggravano una situazione ambientale già adesso molto critica. I black-out 
forzati degli ultimi tempi e le targhe alterne nei centri urbani rappresentano due aspetti solo in 
apparenza diversi, ma il realtà strettamente connessi. Il risparmio può essere ottenuto sia 
modificando le nostre abitudini, di modo che ci siano meno sprechi, sia utilizzando 
tecnologie in grado di trasformare l'energia da una forma all'altra in modo più efficiente, 
ovvero migliorare l'efficienza energetica. I settori in cui è possibile ottenere un risparmio 
energetico attraverso un uso razionale delle risorse energetiche sono:  
- Edilizia 
- Illuminazione pubblica  
- Trasporto  
- Industria  
- Impianti per la produzione di energia  
Per evitare un aumento ulteriore dei consumi, i distributori sono stati obbligati a far 
risparmiare i propri utenti tramite interventi tecnologici atti a ridurre il consumo. In cambio 
del risparmio conseguito, l‟Autorità per l‟Energia Elettrica e il Gas2 distribuirà dei titoli detti 
“di efficienza energetica” (TEE) che potranno essere convertiti in denaro. In tal modo i clienti 
finali si ritroveranno un risparmio in bolletta, derivato da un minor consumo, mentre i 
distributori, che sarebbero danneggiati da tale politica, riceveranno dei contributi per fare 
fronte a tale perdita. 
L‟argomento di questo studio verte, difatti, sulla progettazione di un piano tecnico-economico 
che ha come obiettivo il risparmio energetico, utilizzando come strumento la cogenerazione 
ad alto rendimento. 
1.3  La cogenerazione 
 
Tra le varie forme di energia non è sempre possibile fare una distinzione dettagliata o eseguire 
una scelta mirata, ma, come capita spesso, il risultato finale di un processo di trasformazione è 
dato dalla coesistenza di più forme energetiche, influenzandone più o meno il risultato 
prefissato. L‟uomo con la sua abilità può controllare relativamente le conversioni energetiche, 
                                                          
2
 Autorità dell‟energia e del Gas AEEG. 
  
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favorendo alcune e cercando di impedirne altre, affinché i risultati ottenibili siano realmente il 
più vicino a quelli attesi, ossia il processo di trasformazioni debba avere il rendimento 
massimo. Ad esempio, una lampadina classica ad incandescenza con filo di tungsteno 
(sistema), attraversato da un flusso di elettroni, converte l‟energia elettrica in energia radiante 
(trasformazione) percepita sotto forma di luce, ma contemporaneamente, senza volerlo, si 
genera anche energia termica o calore. Quest‟ultima è indesiderata ai fini dell‟illuminamento 
ed è solo una forma di spreco dell‟energia elettrica di partenza, quindi la si deve ridurre al 
minimo (nel caso ideale eliminarla), oppure cercare di riutilizzarla per altre applicazioni. Da 
questo breve esempio emerge, intuitivamente, che non tutte le forme energetiche godono di 
pari dignità, poiché ci sono anche quelle indesiderate o meno adatte ai fini prefissati 
dall‟attività umana. 
A causa della necessità di ridurre i costi e le emissioni di inquinanti nell‟aria, come i gas 
serra, gli addetti del settore energetico stanno cercando soluzioni energetiche più efficienti. 
Tra queste un‟opzione è rappresentata dalla cogenerazione, nota anche come CHP (Combined 
Heat and Power). Essa ha usufruito negli ultimi anni del notevole miglioramento tecnologico, 
che le ha consentito di incrementare la propria efficienza: infatti le nuove generazioni di 
turbine, di fuell-cells e di motori sono il risultato di una fattiva collaborazione, sul piano della 
ricerca e dello sviluppo, tra governi e industrie; inoltre i materiali di ultima generazione e le 
tecniche di progettazione al computer, hanno consentito di accrescere l‟efficienza degli 
impianti e di ridurre i costi e le emissioni degli agenti inquinanti. 
Per il secondo principio della termodinamica, la generazione di potenza “pregiata” 
(meccanica o elettrica) per via termica è inevitabilmente associata alla cessione di potenza 
termica a temperatura medio/bassa, cessione che, negli impianti destinati alla sola produzione 
di energia elettrica, non viene valorizzata in nessun modo: il calore è, infatti, ceduto 
all‟ambiente circostante direttamente (rilascio dei prodotti di combustione nell‟atmosfera) e/o 
indirettamente (tramite un fluido termovettore, in generale aria o acqua prelevata dalla falda o 
da fiumi, laghi e mari). Inoltre, generare direttamente calore a bassa temperatura in una 
caldaia è uno degli utilizzi termodinamicamente più impropri (ancorché fra i più diffusi) 
dell‟energia chimica dei combustibili.  
Il CHP è una generazione sequenziale o simultanea di due diverse forme di energie 
(meccanica e termica), che parte da una singola fonte energetica, attuata in un unico sistema 
integrato. In tutte le tecnologie impiegabili per la realizzazione di cicli termodinamici, una 
  
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frazione di calore viene necessariamente ceduta all‟ambiente, senza essere stata convertita in 
elettricità o lavoro; ciò implica che l‟energia termica non utilizzata risulta generalmente 
superiore all‟energia elettrica o meccanica utile. Il principio su cui si basa la cogenerazione è 
quello di auto-produrre energia elettrica e recuperare calore dal raffreddamento del motore e 
dai fumi di scarico, per fornirlo alle utenze collegate all‟impianto. È quindi evidente che la 
cogenerazione comporta una più razionale utilizzazione del combustibile primario, attraverso 
un recupero efficiente del contenuto termico presente nei fumi di scarico del motore primo 
che, viceversa, andrebbe del tutto disperso nel caso di una produzione elettrica e termica 
separata. Tutto ciò va a vantaggio della bolletta energetica e dell‟impatto ambientale.  
Inoltre occorre considerare un beneficio meno evidente della produzione in loco di potenza 
elettrica, che è un‟altra caratteristica della cogenerazione: la riduzione della perdita della 
potenza per dispersione elettrica nella distribuzione e nel trasporto sulla rete nazionale. Nelle 
condizioni attuali, infatti, per ogni kWh consumato dall‟utente finale, circa 0,2 kWh vengono 
persi prima di arrivare all‟utenze. La produzione di energia termica ha in sé un buon 
rendimento, ma non è suscettibile a miglioramenti del rendimento di produzione. In un 
impianto tradizionale, se il fabbisogno delle utenze termiche, adimensionalizzando, è pari a 
34, dovremmo spendere una potenza chimica del combustibile pari a 42 per ottenerlo; la 
perdita netta sarebbe quindi pari a 8, sotto forma di calore disperso dai fumi nell‟ambiente e 
dall‟irraggiamento della caldaia. Per ottenere una potenza elettrica pari a 22, dovremmo 
utilizzare una potenza chimica di 58 e perdere in atmosfera addirittura una potenza pari a 36. 
In questo caso, la potenza introdotta dal combustibile in totale è pari a 100 (Figura 2). 
 
Figura 2 Flussi energetici di impianti tradizionali: totale energia immessa = 100. 
Con un impianto di cogenerazione, invece, il calore di scarto, derivante dalla produzione 
elettrica, non viene disperso, ma recuperato per alimentare l‟utenza termica. In questo modo 
la cogenerazione raggiunge un‟efficienza che supera agevolmente, anche negli impianti di 
  
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piccola taglia, l‟80%. Per ottenere, come nell‟esempio precedente, una potenza termica pari a 
34 e una potenza elettrica pari a 22, in un impianto di cogenerazione basta introdurre tramite il 
combustibile una potenza molto più bassa, pari a 70, con perdite pari a 14 (Figura 3). 
 
Figura 3 Flussi energetici di impianto di cogenerazione: totale energia immessa = 70. 
All‟evidente risparmio sulla bolletta del combustibile, si associa anche un risparmio 
sull‟emissione di CO2 ed altri inquinanti: si calcola che per un impianto di cogenerazione di 
media taglia, per ogni kWh prodotto ci sia un risparmio pari a 450 grammi di CO2. 
1.4 Principio di funzionamento  
 
Numerose sono le definizioni di cogenerazione, detta, per esempio sistema a energia totale 
(total Energy). Sussistono due concetti fondamentali: produzione congiunta di energia 
elettrica e calore prevalentemente in cascata e risparmio di energia primaria rispetto alla 
produzione separata di energia elettrica e calore. Fra le svariate tipologie impiantistiche, si 
possono individuare due grandi categorie di processi cogenerativi. Il processo di gran lunga 
più diffuso e importante è il topping cycle (Figura 4) che prevede l‟adozione di un ciclo che 
riceve energia da un combustibile (o da fonte energetica ad alta temperatura) e ne converte 
una frazione in lavoro meccanico e successivamente in energia elettrica. Parte dell‟energia 
non trasformata in lavoro viene recuperata come calore utile a temperatura medio/bassa, 
mentre la rimanente parte viene ceduta all‟ambiente. La frazione di energia non convertita in 
lavoro che può essere recuperata dipende dalla tipologia dell‟impianto e dalla temperatura a 
cui il calore è utilizzabile. La gamma degli impianti cogenerativi che si prestano ad 
applicazioni topping cycle è vastissima, sia per tipologia (impianti a vapore, impianti con 
motori alternativi o con turbine a gas, impianti con cicli combinati gas/vapore), sia per taglia 
(dai pochi kWe della micro generazione alle centinaia di MWe dei grandi cicli combinati 
gas/vapore adottati in contesti industriali di larga scala). Meno diffuso, ma pure di interesse, è 
il bottoming cycle                                           Figura 5), che prevede la generazione di lavoro (o energia 
 
 
  
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elettrica) a valle e non a monte dell‟utilizzatore termico. Generalmente si ha a che fare con un 
processo industriale che necessita di calore ad alta temperatura (per esempio cementifici, 
vetrerie, laterizi e ceramiche, ecc.). Il recupero di una frazione del calore, disponibile a 
temperatura medio/alta, si effettua con un ciclo (a vapor d‟acqua, o a fluido organico), che 
genera energia elettrica ed eventualmente calore per utilizzatori termici a più bassa 
temperatura. 
 
Figura 4 Schema Topping                                          Figura 5 Schema Bottoming 
1.5 Parametri caratteristici  
 
Nella letteratura tecnica, vengono adottati i più svariati criteri per identificare la qualità 
termodinamica di un impianto di cogenerazione. Il criterio più semplice e più comune, ma 
anche il più grossolano, si rifà al primo principio della termodinamica. Il rendimento di un 
sistema di produzione, combinata o separata, dell‟energia elettrica e termica può essere 
espresso dalla relazione: 
 =
 + 
 
dove: 
ET è l‟energia termica prodotta; 
EE è l‟energia elettrica prodotta; 
EB è l‟energia termica bruciata sotto forma di combustibile. 
  
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Nel caso di sistemi tradizionali, ovvero di produzione separata, l‟energia termica viene 
prodotta da generatori di calore, mentre quella elettrica viene direttamente prelevata dalla rete 
di distribuzione. Mentre per l‟energia termica entra in gioco il rendimento dei generatori, per 
quella elettrica va considerato il prodotto tra il rendimento di distribuzione e il rendimento di 
produzione. Il primo è particolarmente importante, perché tra centrale elettrica di produzione 
e utente finale vi è di mezzo la rete di distribuzione dell‟energia, lunga anche migliaia di 
chilometri. Quindi possiamo riscrivere il rendimento come: 
 =  
 + 
 + 
=  ∙   
 + 
 ∙  +   ∙ 
 
dove: 
ET è l‟energia termica prodotta; 
EE è l‟energia elettrica prodotta; 
EBT è l‟energia bruciata dotto forma di combustibile per produrre energia termica; 
EBT è l‟energia bruciata sotto forma di combustibile per produrre energia elettrica; 
 ΚT è il rendimento dei generatori; 
 ΚE è il prodotto del rendimento di produzione e di distribuzione dell‟energia elettrica. 
Nel caso di produzione combinata dell‟energia bisogna tener conto dei rendimenti termico ed 
elettrico del sistema di cogenerazione, pari rispettivamente a: 
 =
  =
 
dove il pedice cog individua l‟energia termica, elettrica e quella bruciata sotto forma di 
combustibile nel cogeneratore. Il rendimento globale è: 
 =
 + 
=  +   
Il parametro ETcog rappresenta la quantità di energia termica realmente utilizzata 
dall‟impianto, non quella totale prodotta, in quanto va defalcata quella eventualmente 
dissipata. Al limite, se tutta l‟energia termica fosse dissipata, il rendimento globale del 
sistema cogenerativo sarebbe pari al solo rendimento elettrico  ΚE. Analogamente EEcog è 
  
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l‟energia elettrica utile, inferiore a quella totale cogenerata, perché va defalcata l‟energia 
elettrica utilizzata dagli ausiliari dell‟impianto. Un altro indice molto usato, che mette in 
rilievo la produzione di energia elettrica di un impianto di cogenerazione, è l‟indice elettrico: 
 =
 
Che varia fra 0 (per i sistemi che generano solo calore) e 1 (per i sistemi che generano solo 
generano solo energia elettrica).  
Il rendimento totale del sistema combinato non si limita alla sola parte riguardante il 
cogeneratore, ma si deve prendere in esame anche l‟integrazione con i sistemi tradizionali. 
Infatti generalmente il cogeneratore da solo non basta a soddisfare l‟intero carico elettrico e 
termico, che va, pertanto, integrato con una caldaia.  
In Figura 6 è descritto dal digramma di Sankey l‟evoluzione dei flussi energetici di un sistema 
di cogenerazione. 
 
Figura 6 Diagramma di Sankey sui flussi energetici della cogenerazione.