Ammissibilità ed efficacia probatoria dei nuovi mezzi di indagine processuale imposti dal progresso scientifico
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8 RICOSTRUZIONE STORICA RELATIVA ALLE PROVE ATIPICHE NEL PROCESSO CIVILE La dottrina processualistica formatasi sotto il codice di procedura civile del 1865, tendenzialmente aderente al principio della tassatività dei mezzi di prova, aveva in nuce la problematica delle prove atipiche, anche se ancora non le trattava come istituto a sé stante, ma come elementi idonei ad integrare il convincimento del giudice e come dati di fatto anomali rispetto all’elenco tassativo dei mezzi di prova. In questo senso vi era chi attribuiva valore probatorio alla sentenza resa inter alios, affermando che questa non poteva opporsi a terzi come cosa giudicata, ma poteva essere “elemento di convincimento per decidere una controversia diversa”. Successivamente parte della dottrina inserì questa fattispecie nell’ambito delle presunzioni semplici, il cui carattere di atipicità sembrava idoneo a recepirle. E, come vedremo in seguito, l’atipicità intrinseca dell’indizio sarà una delle argomentazioni che legittima l’ammissibilità delle prove atipiche. La prima enunciazione esplicita del principio della non tassatività dei mezzi di prova si ebbe con il Lessona e con Mortara. Lessona considera ammissibili le prove atipiche in relazione al fatto che il sistema processuale dell’epoca non doveva considerarsi un sistema chiuso. 6 Anche Mortara dichiara per la prima volta l’utilizzabilità di prove non codificate desunta dall’assenza di norme impeditive nel codice del 1865. 7 Entrambi gli autori non individuano un criterio specifico per valutare le prove innominate, salvo il riferimento al generalissimo criterio del rispetto del contraddittorio nell’assunzione delle prove atipiche. Il merito di formulare il primo criterio per valutare le prove atipiche e il merito di aver creato l’autonoma categoria delle prove innominate spetta a Carnelutti. 8 Il criterio è quello dell’analogia: rinvenire rispetto alla prova atipica la corrispondente prova tipica (per caratteristica e funzione) la cui disciplina legale potesse essere applicata. Per contro se la prova 6 LESSONA Trattato delle prove in materia civile, Firenze, 1922 7 MORTARA Commentario del codice e delle leggi di procedura civile, Milano, 1923 8 CARNELUTTI Lezioni di diritto processuale civile, III, 2, Padova 1923, pp. 342-344
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Ammissibilità ed efficacia probatoria dei nuovi mezzi di indagine processuale imposti dal progresso scientifico
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Moffa |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gianfranco Ricci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 178 |
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