14
obiettivi di depurazione, in quanto soggetto a continue variazioni qualitative e quantitative dei 
parametri di ingresso, non necessariamente prevedibili. 
 
Sono stati introdotti strumenti di simulazione del processo, per migliorare la comprensione e la 
valutazione, per aiutare l'esperto nel suo lavoro  e fare in modo che l'impianto venga sempre più 
trattato come un sistema che reagisce in un certo modo a degli stimoli. 
 
L’obiettivo principale nella conduzione degli impianti di depurazione è  mantenere il più elevato 
possibile il rendimento depurativo dell’impianto a fanghi attivi, quindi studiare i parametri di 
esercizio del reattore biologico e della sedimentazione secondaria  : si analizza l’F/M, fattore di 
carico organico cioè il rapporto tra substrato organico e fango attivo, il fattore di carico 
volumetrico CFV, il tenore di ossigeno disciolto OD. 
 
Si può affermare che l’indagine delle caratteristiche dell’impianto come è tradizionalmente 
operato, cioè l’analisi del BOD5, COD, ... , contribuisce in maniera limitata al controllo effettivo 
del processo. Oltre a questo tipo di controllo, classico, è necessario determinare altri parametri, 
più tipici del processo biologico. 
 
Per "parametri di regolazione" si intendono quei parametri attraverso i quali si regolano le fasi del 
processo, e cioè le portate di ricircolo, spurgo e trasferimento di ossigeno. La variazione di questi 
parametri  può essere immediatamente trasferita in operazione di regolazione di flussi o di 
macchine (bibl. (43); Vismara, Comolli, Butelli). 
 
Invece i " parametri di autocontrollo" permettono di riconoscere l'efficienza del processo; sono di 
tipo chimico-fisico-biologici; attraverso dei valori normali di riferimento si potrà poi regolare il 
processo in esame mediante delle variazioni dei parametri di regolazione. Alcuni esempi sono 
bassi  valori di inquinamento in uscita, assenza di schiuma ; è possibile una regolazione 
automatica o manuale di questi parametri, inoltre sono correlati agli obiettivi di efficienza del 
processo. 
 
 
Infine i "parametri di controllo" sono parametri chimico-fisico-biologici rilevati in vari punti 
dell'impianto che spiegano il processo; devono essere osservate eventuali presenze di sostanze 
tossiche in ingresso, valori di parametri classici quali il COD, pH, OD, MLSS, MLVSS, SVI. 
Sono rilevati in diversi punti chiave del processo e non sono direttamente correlati con gli 
 15
obiettivi del processo, ma permettono spesso di spiegare un malfunzionamento e di definire 
l’evoluzione dei parametri di autocontrollo. 
 
E' opportuno notare come, oltre a valutare i parametri tipici di controllo elencati, si devono 
osservare anche gli aspetti microscopici della qualità del fango che consentono di riconoscere 
preventivamente la presenza di eventuali speci batteriche  pericolose o di problematiche 
particolari dell’impianto. 
Indicazioni fondamentali sul funzionamento di un impianto a fanghi attivi vengono date dal CF, il 
carico del fango : 
 
CF Q BODinMLSS V=
*
*
 
          
che richiede la conoscenza della portata affluita all’impianto (Q), del BOD in ingresso 
all’impianto, del volume della vasca di ossidazione (V), e della misura dei solidi sospesi della 
miscela liquida (MLSS). 
Se CF superiore a 0.5 (kg BOD5/giorno)/kgMLSS allora ci troviamo di fronte ad una situazione di 
alto carico (bibl. (18); Fantei, Struggia, Soprani), viene prodotta una notevole quantità di fanghi 
da smaltire, l’effluente finale è opalescente con un BOD5 residuo elevato, infatti si riesce a 
biodegradare solo il 75-80% del BOD5 solubile. 
In una situazione di medio carico invece il carico del fango è compreso tra 0.15 e 0.5, l'effluente è 
più pulito del precedente , si ha una minore produzione di fango e la concentrazione di MLSS è 
più elevata rispetto al caso precedente; infine il rendimento depurativo riesce a raggiungere il 90% 
del BOD5 solubile. 
Con valori di CF tra 0.05 e 0.15 viene prodotto poco fango e si arriva ad avere rendimenti 
depurativi del 95%; l'effluente avrà un BOD5 solubile molto basso, ma alto contenuto di solidi 
sospesi e la produzione del fango è praticamente inesistente. 
Più in particolare se è presente alto carico si osserva nella vasca di aerazione la crescita di batteri 
dispersi, attività e velocità di crescita sono massime, e c’è la presenza di cellule giovani, leggere 
che tendono a rimanere in sospensione. Diminuendo il carico del fango c’è l’aumento dell’età del 
fango ed il fiocco si addensa permettendo una buona sedimentabilità. Se invece il carico è troppo 
basso aumenta la respirazione endogena e si può avere la disgregazione del fiocco. 
Analizziamo ora gli altri parametri maggiormente in uso: 
 
 16
SVI : consente di stimare le caratteristiche di sedimentabilità dei fanghi; indica il volume 
occupato da un grammo di fango dopo 30’ di sedimentazione in cono Imhoff. 
Si considerano accettabili valori che vanno da 70 a 150 cc/g (bibl. (18); Fantei, Struggia, Soprani). 
Dipende da molti fattori quali il carico del fango, il tipo di substrato e la presenza di batteri 
filamentosi. 
 
 
SSED : è il volume occupato da un campione di fango attivo dopo sedimentazione statica in cono 
Imhoff per 30 minuti [ml/l]; è utilizzato soprattutto negli impianti di depurazione di piccole 
dimensioni. Rappresenta anche il primo passo per la determinazione dell’SVI. 
 
OD : l’ossigeno disciolto è un parametro chiave per il buon funzionamento dell’impianto 
biologico. Ovviamente la presenza di ossigeno è fondamentale per il buon svolgimento di 
qualsiasi processo aerobico. Il monitoraggio frequente del valore di OD in vasca consente 
all’operatore di rilevare differenze sostanziali nella richiesta biologica di ossigeno; valori più bassi 
potrebbero indicare un aumento del carico in ingresso, mentre valori più elevati fanno pensare 
all’arrivo di un composto tossico o ad una forte diminuzione del carico. E’ da precisare che la 
misura dell’OD è misurata rispetto al mezzo liquido, mentre sicuramente è diversa la situazione 
all’interno del fiocco di fango. 
 
La misura dei solidi sospesi totali della miscela liquida  ( MLSS ) o dei solidi sospesi volatili 
( MLVSS ) rappresenta il tentativo più semplice di quantificazione della massa vivente attiva che 
opera sul fiocco. Nonostante queste misurazioni non diano informazioni circa le caratteristiche 
fisiche  di sedimentabilità e bioflocculazione, o biologiche, la velocità di respirazione e di 
rimozione del substrato, tuttavia questi parametri sono molto importanti relativamente alla stima 
della quantità di biomassa. 
Il rapporto MLVSS/MLSS è indice della presenza di biomassa, o di sostanza organica, rispetto ad 
una frazione che può contenere molti inerti. Valori uguali a 0.7-0.8 indicano fango attivo, mentre 
per fango digerito o attivo a basso carico (CF)  si possono avere valori di 0.5-0.6; un fango 
condizionato con calce o proveniente da un controlavaggio può assumere valori uguali a 0.3-0.4.  
 
ORP : è il potenziale di ossido-riduzione; benché non possa essere considerato un parametro di 
controllo vero e proprio, fornisce una tendenza sullo stato di ossido-riduzione del sistema, e 
relativamente alla rimozione delle sostanze azotate consente di avere utili informazioni sul 
rapporto delle specie azotate, azoto nitrico e ammoniacale (bibl. (12), Comolli). 
 17
 
 
 
 
1.2    PROBLEMI PER IL FANGO. 
 
Nei più moderni sistemi di controllo per impianti a fanghi attivi viene considerata la relazione 
esistente tra microorganismi presenti nel fango e funzionamento corretto dell’impianto. Di seguito 
si tratteranno i problemi più comuni ed i microorganismi più conosciuti (bibl. (43), Vismara) 
(bibl. (13), Davoli) : 
 
Bulking : consiste in un rigonfiamento del fiocco di fango e determina una riduzione della 
velocità di sedimentazione ed una minor compattazione. Quest'ultima provoca la diminuzione 
della concentrazione di ricircolo Xr e quindi difficoltà nel mantenere in vasca la concentrazione 
ottimale di fango. 
C'è un aumento del volume specifico del fango a causa della proliferazione di batteri filamentosi 
in seno alla biomassa. 
Ci sono anche difficoltà maggiori di trattamento del fango di supero, sia per la maggior portata, 
dovuta alla diminuzione di Xr, sia per le peggiori caratteristiche di disidratabilità; inoltre quando 
il bulking è eccessivo si può avere pure una perdita di fango dal sistema. 
Si conoscono alcune delle cause del bulking: carenza di ossigeno disciolto, squilibrio di nutrienti, 
alterazioni notevoli di pH, termici e altro. 
In genere il fenomeno é dovuto a scarichi industriali; grazie all'analisi dell’SVI (se maggiore o 
uguale a 200 cc/g) viene segnalato il problema. 
 
Rising: consiste nella risalita e nel galleggiamento di fiocchi di fango nel sedimentatore; é dovuto 
all'instaurarsi di processi di denitrificazione biologica sul fondo del sedimentatore per l’eccessiva 
nitrificazione. La nitrificazione avviene per valori di CF minori di 0.3 e quindi si deve fare in 
modo di aumentare il carico del fango. 
Bisogna fare in modo di aumentare la velocità di evacuazione del fango biologico dal 
sedimentatore; aumentare lo spurgo del fango e diminuire l’aerazione. 
 
Pin-point: consiste nello sfaldamento dei fiocchi di fango attivo; si presenta soprattutto in impianti 
a basso carico di fango che seguono a lunghi tempi di ossidazione. Il fenomeno provoca la 
 18
produzione di solidi sospesi molto fini difficilmente sedimentabili, e di conseguenza anche perdite 
di BOD5 e COD. 
Un altro fenomeno, simile al pin-point, è la deflocculazione in cui però l’effluente è pure torbido. 
 
Washout  di  solidi: si presenta con nuvole di fango omogeneo che risalgono in alcune zone del 
chiarificatore; la sedimentabilità del fango è buona, l’indice SVI è basso. Le cause probabili 
possono essere diverse : dal sovraccarico idraulico, al sovraccarico di solidi, al malfunzionamento 
delle apparecchiature. In particolare il sovraccarico di solidi avviene quando il carico superficiale 
di solidi alimentato nell'unità di tempo (kg MLSS/m2 h) maggiore del flusso solido limite; tra le 
conseguenze vi é il fatto che il letto di fango tende a risalire determinando una fuga di fango con 
l'effluente finale, ed inoltre si può avere carenza di ossigeno e bulking. 
 
Negli impianti considerati il problema prevalente tra quelli elencati é costituito dal bulking, dal 
foaming e dal rising. 
 
 
 
1.2.1    Relazioni  tra  batteri  e  bulking-foaming 
(bibl. (14), Davoli et al.) 
 
Finché il bulking è contenuto esso può essere accompagnato da una corretta gestione 
dell’impianto e da un effluente limpido. Nel tempo però può dare luogo a difficoltà nel 
mantenimento della concentrazione ottimale del fango in vasca di ossidazione e questo comporta 
una riduzione dell’età del fango con effetti negativi dei processi eventuali di nitrificazione e 
risulta pure più difficile il trattamento dei fanghi di supero; oltre a questi problemi vi è anche la 
fuoriuscita dei solidi dalle vasche. 
L’indice operativo di cui si fa uso per stabilire se il fango è gonfio è l’SVI ( o indice di Mohlman 
ml/g ). L’indice comincia a crescere rapidamente dopo i 100 ml/g se la lunghezza totale dei 
filamenti supera i 107 micron/ml. 
Nella formazione del fiocco e, quindi nella sedimentabilità del fango attivo, sono normalmente 
presenti sia i cosiddetti fiocco-formatori come Zooglea, Pseudomonas, Citromonas capaci di 
produrre una matrice gelatinosa, sia i batteri filamentosi tipo Sphaerotilus Natans. Sono proprio 
questi ultimi che creano un’ossatura che costituisce la struttura portante; in assenza di questa il 
fiocco è piccolo, invece quando esiste un corretto rapporto fiocco-formatori/batteri filamentosi il 
fiocco potrà avere dimensioni di 200-1000 micron di diametro, fungerà da filtro delle piccole 
 19
particelle sospese dell’acqua, sarà abbastanza pesante per separarsi dal surnatante. Se i batteri 
filamentosi si accrescono si potranno formare dei collegamenti tra i fiocchi creando delle maglie 
larghe, leggere che sedimentano con difficoltà. La taglia del fiocco dipende in larga misura dal 
carico del fango, dalla qualità dell’effluente e dalla turbolenza nella  vasca di aerazione. 
 
Il meccanismo del foaming invece lo associamo in particolare all’azione di microorganismi quali 
la Nocardia e la Microthrix parvicella; non è però sufficiente la sola presenza di questi batteri a 
causare il foaming, bensì il formarsi di una schiuma densa, spessa, marrone e difficile da rompere 
meccanicamente è dovuto ad una eccessiva presenza di questi microorganismi. 
 
 
 
1.2.2    Microorganismi. 
 
Una delle cause dei problemi di sedimentabilità del fango attivo in un impianto è il bulking 
dovuto ai batteri filamentosi; è di conseguenza importante l’identificazione e la stima delle specie 
di microorganismi filamentosi presenti nel fiocco, per poter risalire alle cause del fenomeno e 
predisporre degli interventi correttivi.  
Secondo stime e indagini realizzate di recente negli Stati Uniti, in Olanda, Germania e Sud Africa 
una decina di specie è sufficiente a spiegare il 90% degli episodi di bulking o foaming. 
 
 
 
Batteri filamentosi. 
 
Il loro sviluppo è dovuto ad una serie di fattori tra cui il basso rapporto F/M tra cibo e 
microorganismi, alla carenza di nutrienti nei liquami ( cioè un non corretto rapporto C:N:P ), al 
basso tenore di ossigeno disciolto all’interno del fiocco, età elevata del fango, al pH basso e alla 
presenza di influente settico ricco di solfuri. 
 
La concentrazione di ossigeno misurata nella miscela aerata spesso non equivale a quella presente 
dentro il fiocco di fango, quindi l’ossigeno fornito al sistema deve essere commisurato al carico 
del fango e deve garantire una sufficiente ossigenazione in ogni punto del fiocco. 
E’ stata appurata la conflittualità tra fiocco-formatori e batteri filamentosi; i fiocco-formatori 
hanno la capacità di immagazzinare attivamente sostanza organica (zuccheri semplici), inoltre 
 20
questi possono crescere e riprodursi velocemente quando la disponibilità di nutrimento è elevata. I 
filamentosi non hanno bisogno, normalmente, di immagazzinare il substrato poiché hanno 
coefficienti di mantenimento molto bassi che contribuiscono alla loro capacità di resistenza in 
condizioni di cronica carenza di nutrimento. 
Le fasi anaerobiche hanno in genere effetto deprimente sul bulking, perché alcuni batteri 
filamentosi hanno velocità di accumulo dei polifosfati e PHB ( poli-beta-idrossibutirrato) inferiori 
rispetto a quelle dei fiocco-formatori. Il PHB è una sostanza di riserva ed una forma di accumulo: 
è importante nella rimozione biologica del fosforo. 
Anche le fasi anossiche non sono positive per i batteri filamentosi perché non sono denitrificanti ( 
eccetto la parvicella).  
 
Di seguito vengono elencate le caratteristiche ecologiche delle principali specie responsabili di 
bulking e foaming. 
 
Nocardia  : è il genere maggiormente responsabile degli episodi di foaming. 
E’ presente in impianti con aerazione a bolle o ad ossigeno puro, nei reflui domestici, 
industriali e misti, reflui ricchi di grassi e olii, con alte temperature (maggiori di 18 °C), 
pH bassi (6.5-7.1), alte età del fango (maggiori di 9 giorni), con MLSS concentrati 
(maggiori di 3 g/l).  
E’ probabile la  relazione tra schiuma provocata da Nocardia e tensioattivi presenti nei 
reflui delle industrie tessili ( F/M tra 0.1 e 0.35 ). 
Si provoca schiuma sulle vasche aerate, nei digestori e, a volte, sui sedimentatori 
secondari, ma non bulking. E’ da precisare che il foaming avviene per concentrazioni 
di Nocardia molto elevate. 
 
Microthrix parvicella :  è presente in impianti a basso F/M ( 0.05-0.2 ) ed alte età del fango, è 
comune nei reflui domestici ed è favorita dalla presenza di grassi e dalle basse 
temperature; proprio per queste temperature le particelle grasse si concentrano sulla 
superficie della miscela aerata, dove si possono formare schiume. 
Tipo 0961 - 0863 - 0581 - 1851 : richiedono basso F/M  
 ( minore di 0.15 kg BOD/ kg MLVSS * d ) 
           
Funghi: richiedono basso pH nella vasca d’ossidazione ( minore di 6.5 ) dovuto a liquami 
fortemente acidi; difficilmente provocano bulking. 
 
 21
 
Sphaerotilus natans: richiede basso ossigeno disciolto, anche con F/M alti ( 0.2-0.8);  
 in genere reflui domestici. E’ strettamente aerobico. 
Haliscomenobactre hydrossis: stesse caratteristiche dello Sphaerotilus ; specie comune, non 
 dominante. 
 
 
Thiothrix: è presente in liquami settici contenenti solfuri e acidi organici o deficienti di 
 nutrienti. Richiede un F/M da 0.2 a 0.8; come fonte di energia può usare sia   l’ossidazione 
dei solfuri, sia quella degli acidi organici a basso peso molecolare . Le  sue condizioni di vita 
sono in liquami carenti di azoto. 
Beggiatoa: è presente nei liquami settici contenenti solfuri, reflui industriali carenti. 
Tipo 0914 - 021N : si trova nei liquami settici, contenenti solfuri e reflui industriali carenti di 
 nutrienti.       
Tipo 0041: è possibile trovarlo nei reflui domestici a basso carico F/M ( 0.02-0.2 )e lunghe età 
 del fango ( 10-40 giorni), anche in reflui industriali con carenza di nutrienti. E’ 
 Strettamente  aerobico. 
  
E’ possibile effettuare una valutazione qualitativa dell’abbondanza dei batteri filamentosi 
riferendosi alle 6 categorie proposte da Jenkins (tabella 1.2.2.1). 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 22
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TABELLA  1.2.2.1 
 
TABELLA  DI  JENKINS 
 
 
Classe Abbondanza Osservazione  
0 Nessuno Completa assenza di 
filamenti 
1 Pochi Filamenti osservati solo in 
qualche fiocco occasionale  
2 Alcuni Filamenti presenti, ma non 
in tutti i fiocchi 
3 moderati Filamenti osservati in tutti i 
fiocchi, ma con bassa 
densità (da 1 a 5 filamenti 
per fiocco) 
4 frequenti Filamenti osservati in tutti i 
fiocchi con media densità   ( 
da 5 a 20 filamenti per 
fiocco ) 
5 abbondanti Filamenti osservati in tutti i 
 23
fiocchi con alta densità       ( 
almeno 20 filamenti per 
fiocco ) 
6 eccessivi Filamenti presenti in tutti i 
fiocchi: appaiono più 
filamenti che fiocchi oppure 
i filamenti invadono 
pressoché completamente lo 
spazio tra i fiocchi 
 
 
2.    I  SISTEMI  ESPERTI. 
    
    
 
2.1    INTRODUZIONE  AI  SISTEMI  ESPERTI. 
 
Dopo quanto scritto è facile dire che si necessita di tecnologie atte al controllo e alla gestione del 
processo e finalizzate a mantenere le variabili in uscita ai livelli richiesti dalle norme, proprio per 
questo vengono in soccorso i sistemi esperti; i sistemi esperti costituiscono una parte 
dell’intelligenza artificiale, cioè quel ramo dell’informatica che si occupa di rendere «intelligenti» 
i calcolatori stessi, e che comprende la robotica, le reti neurali e quei linguaggi di 
programmazione che cercano di simulare il ragionamento umano. 
E’ ormai da diverso tempo che i sistemi esperti esistono e sono applicati nei campi più disparati ( 
per esempio in campo medico), mentre a livello di ingegneria sanitaria e ambientale il loro uso è 
molto scarso. 
I sistemi esperti sono stati sviluppati per poter risolvere problemi originariamente affrontati dai 
cosiddetti esperti umani. 
Questi sistemi hanno bisogno di una notevole base di conoscenze sul loro dominio di azione, 
costruita in un modo efficiente; altro punto importante è che devono essere sviluppati uno o più 
meccanismi di ragionamento, come applicazione della loro conoscenza. 
I sistemi esperti risolvono anche il problema della continuità e qualità del servizio che ha investito 
oggigiorno tutti i settori, e permettono di avere un anticipo sensibile sui problemi nascenti 
nell'impianto. Il loro uso nasce anche dal fatto che proprio nel campo della depurazione delle 
acque ed in particolare degli impianti a fanghi attivi, è presente un basso grado di automazione e 
di controllo, che può essere ricondotto al basso livello di stimoli normativi e gestionali, alla scarsa 
 24
presenza di sensori e strumenti on-line, alla mancanza di standard da seguire per la gestione 
impiantistica, rispetto ad altre attività. 
 
Da un punto di vista prettamente scientifico i sistemi esperti sono considerati un primo passo 
realizzativo di sistemi capaci di manifestare comportamenti intelligenti e di simulare 
comportamenti umani; in un'ottica applicativa essi possono essere visti come una metodologia 
avanzata per scrivere software con nuovi criteri di strutturazione. 
Differisce infatti il modo in cui la conoscenza viene codificata all'interno del sistema: in un 
programma convenzionale la conoscenza è contenuta nella sequenza di istruzioni all'interno del 
programma; nel S.E. invece la conoscenza è descritta in una base di conoscenza, opportunamente 
strutturata sulla quale operano moduli di controllo logico e un motore inferenziale, al fine di 
dedurre da fatti, procedure e situazioni note le azioni che di volta in volta si rendono necessarie 
per lo svolgimento del compito. 
La conoscenza suddetta può essere variata nel corso dell'evoluzione del sistema, può includere 
tecniche euristiche o conoscenze sfumate ( "fuzzy" ). 
 
 
 
2.2.  RAGIONAMENTO  DEDUTTIVO 
 
Una teoria sulla intelligenza congettura che l'essenza dell'intelligenza deriva da un tipo di naturale 
selezione interna grazie ad un modello del mondo che permette di estrarre soluzioni. 
Il ragionamento deduttivo applicato all'informazione è essenziale nell'analisi di situazioni e nella 
programmazione di azioni nei knowledge-based systems (KBS), che rappresenta un altro modo di 
chiamare i sistemi esperti. E' importante capire che il ragionamento dedotto è derivato da un 
modello del mondo, non dal mondo reale, quindi non si tratta direttamente con il mondo (bibl. 
(47); Woods). 
Il mondo reale è molto complesso ed il modello ideale che noi costruiamo fornisce semplicità ed 
affidabilità. 
E' possibile assumere che, in ogni istante, il mondo sia in un particolare "stato". Questo stato 
incorpora non solo il sistema esterno ma anche il mondo interno, e mentre il tempo prosegue lo 
stato del mondo cambia e si evolve attraverso gli eventi occorsi. 
Le "azioni" sono considerate come un set di sequenze di stati del mondo. Il concetto di azione da 
solo non basta, e’ necessario conoscere come l'azione viene generata, e per descrivere questo si 
introduce il concetto di "processo": il processo può essere visto come un meccanismo astratto che 
 25
può essere eseguito per generare un set di stati del mondo, sequenze di sub-goals. 
E’ possibile rappresentare il processo con nodi e archi collegati tra di loro con un inizio e una fine. 
 
Il compito di queste tecnologie, e quindi dei sistemi esperti, non è quello di sostituire l'esperto 
umano ma quello di affiancarlo, per esempio nelle situazioni difficili e come aiuto; un altro 
obiettivo può essere quello di addestramento di tecnici meno esperti per imparare il più possibile 
sull'impianto. 
 
2.3    OBIETTIVI  E  VANTAGGI  DELLE  TECNOLOGIE  DESCRITTE.  
 
L’utilizzo della tecnologia del sistema esperto è nato dalla constatazione che i fenomeni osservati 
nella realtà del processo di depurazione non sempre seguono logiche riconducibili a 
schematizzazioni di tipo algoritmico (per esempio i modelli matematici e/o le logiche 
programmabili tradizionali) e che inoltre, una gestione affidabile degli impianti non può 
prescindere dalla capacità degli esperti di utilizzare al meglio anche le informazioni di tipo 
qualitativo, spesso incomplete e incerte, come quelle derivanti da ispezioni visive e 
determinazioni analitiche. 
E’ possibile ottenere i seguenti obiettivi fondamentali (bibl. (5); Bonvicini, Indelicato, Mappa): 
 
• migliore controllo della conduzione dell’impianto e della regolarità di funzionamento 
• capitalizzazione della conoscenza e dell’esperienza  
• disponibilità di un supporto decisionale relativo alle azioni di intervento correttivo  
• qualità e trasparenza del servizio attraverso la possibilità di archiviare non solo i dati del       
 processo, ma l’intera storia  
• possibilità di disporre di uno strumento di training per il personale  addetto minor costo di 
 esercizio legato al risparmio sui minori costi di  manutenzione legati alle 
 disfunzioni accidentali 
• minori costi di esercizio legati al risparmio su eventuali costi dovuti a disfunzioni accidentali 
 
I vantaggi che seguono grazie all’utilizzo dei sistemi esperti sono facili da comprendere (bibl. 
(21); Galluzzo, Orlando, Spacca): 
 
 
• adattabilità, cioè adattarsi a variazioni dell'input e delle condizioni   
 26
dell'impianto 
• capacità di previsione delle variazioni dei parametri 
• efficienza, ottimizzare la capacità del sistema. 
• diagnosi più veloci ed interventi di controllo più efficaci 
• disponibilità per chiunque e in qualunque momento della conoscenza  
      dell'esperto 
• standardizzazione nell'analisi delle situazioni di malfunzionamento e nella  
scelta dei sistemisti più idonei 
• trasferimento della conoscenza ai nuovi operatori 
 
Per rendere il sistema esperto efficace deve essere possibile interagire con esso e si potrebbe dire 
che due considerazioni importanti per un S.E. sono : 
 
• ricchezza della conoscenza, completezza ed accuratezza  
• spiegare il ragionamento; le persone non possono accettare senza riserve il  
                 risultato fornito, a meno che non siano profondamente convinte di questo 
 
 
I sistemi esperti sono utilizzabili dove i modelli matematici non sono disponibili e si devono usare 
informazioni provenienti da esperti «umani». 
In questi sistemi il metodo di rappresentazione più comunemente usato per rappresentare la 
conoscenza sul dominio è mediante delle regole, dette anche regole di produzione. 
Esistono sistemi esperti che sfruttano informazioni di tipo statistico, contenenti misure numeriche 
di certezza ed altri sistemi esperti che invece non usano la statistica. 
Queste regole sono derivanti da esperti di dominio cioè‚ sono di tipo euristico, ma in realtà questo 
non è un limite perché‚ potrebbero anche essere delle regole derivanti da modelli matematici. 
Prima di poter usare un Sistema Esperto è necessaria la sua validazione (bibl. (26); Green, Keyes):  
 
1.  intervista di esperti del dominio 
2.  esame delle risposte date dal Sistema Esperto e delle azioni dell'operatore 
3.  verifica dell’accuratezza del Sistema Esperto  
4.  verifica del successo ottenuto anche in presenza di tecnici meno esperti 
 
Una definizione di sistema esperto potrebbe essere : è un programma che prende decisioni (e/o 
emette giudizi) secondo un set di regole che operano su un set di fatti, e può spiegare tali decisioni 
 27
o giudizi dando la sequenza di regole e i fatti usati per prendere tali decisioni. 
Da un punto di vista pragmatico, le prestazioni degli esperti umani si devono alla loro capacità di 
utilizzare bene e modificare la loro conoscenza; l'accento si sposta così sulla rappresentazione 
esplicita della conoscenza piuttosto che sui metodi formali di ragionamento, questo perché gran 
parte dei problemi significativi non hanno soluzioni algoritmiche trattabili, poiché nascono in 
contesti sociali e fisici complessi, difficili da descrivere in modo complesso e rigoroso. 
I sistemi esperti rispetto ai programmi realizzati con la programmazione algoritmica tradizionale 
sono molto diversi: rappresentazione simbolica e ricerca euristica mettono in risalto strategie di  
"self-knowledge" per ragionare sui propri sistemi di inferenza e sono in grado di fornire 
spiegazioni e giustificazioni per le conclusioni raggiunte. Risolvono anche problemi in diverse 
categorie:  interpretazione, predizione, diagnosi, debugging, design, planning, riparazione, 
istruzione e controllo.