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INTRODUZIONE 
L’Italia, grazie ad ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo 
economico sostenibile)  è impegnata in Antartide con due stazioni di ricerca, la Concordia e la 
Mario Zucchelli.  
Esse costituiscono sistemi complessi il cui obbiettivo è quello, in primo luogo, di garantire tutte 
le funzioni necessarie alla sopravvivenza del personale tecnico-scientifico che vi opera e, in 
secondo luogo, di garantire le attività di ricerca. 
Per l’approvvigionamento di personale e soprattutto di merci, si rende necessario un sistema 
logistico dedicato. 
Con riferimento alla sola base Mario Zucchelli, scopo del presente lavoro di tesi è effettuare 
un’analisi trasportistica di questo sistema logistico, individuandone le criticità, effettuando 
proposte risolutive e verificando la convenienza economica di queste. 
In lavoro si articolerà nelle seguenti fasi successive: 
- In un primo capitolo verrà vista da vicino la base Mario Zucchelli, per comprendere 
meglio le sue funzioni ed esigenze; 
- In un secondo capitolo verrà effettuata un’analisi trasportistica del suo sistema 
logistico, andando ad individuare i nodi del sistema e quantificando le merci 
trasportate, necessario alla scrittura della matrice Origine-Destinazione; 
- In un terzo capitolo verranno individuate le alternative modali necessarie al trasporto 
di personale e merci, evidenziandone le peculiarità sia tecniche che economiche. A 
seguito di ciò verranno evidenziate le criticità del sistema, con l’individuazione di una 
soluzione di tipo infrastrutturale per il miglioramento di una di esse; 
- Il quarto capitolo verrà dedicato alla descrizione di tale soluzione; 
- Nel quinto capitolo, tramite l’utilizzo del metodo dell’Analisi Costi Benefici, verranno 
quantificati gli elementi economici necessari alla valutazione dell’alternativa migliore 
tra le due a disposizione:  alternativa di non progetto ed alternativa di costruzione 
dell’infrastruttura. 
In tale capitolo verranno anche quantificati i costi esterni in termini di emissioni di 
CO
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, effettuando una comparazione di questi nel caso in cui si decida di proseguire con 
la costruzione dell’infrastruttura.
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1 L’ITALIA E L’ANTARTIDE 
1.1 L’ adesione al Trattato Antartico 
Il governo italiano ha sottoscritto il Trattato Antartico il 18 marzo 1981. Quattro anni più tardi 
(10 giugno 1985) è stata approvata la Legge n.284 che istitutiva il Programma Nazionale di 
Ricerche in Antartide (PNRA), svolto sotto l’egida dell’allora Ministero dell’Università e della 
Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST, ora MIUR). Il programma, prevedeva attività di 
ricerca per il periodo 1985-1991 con l’obiettivo di assicurare la partecipazione dell’Italia al 
Trattato Antartico. Alla fine del 1991 è stata approvata la Legge n.380 che organizzava le 
attività di ricerca sulla base di programmi quinquennali (confermando quindi l’impegno 
dell’Italia in Antartide fino al 1996) ed eliminava l’obbligo di presentazione della relativa legge 
ogni 5 anni, inserendolo come voce del bilancio annuale dello Stato. E datata, invece, 7 agosto 
1997 la legge 266 che autorizzava la continuazione delle ricerche in Antartide per gli anni 
1998-1999, subordinatamente alla presentazione di un consuntivo scientifico e finanziario. 
Con il decreto legislativo 204 del 5 giugno 1998 si fece in modo che, dal 1 gennaio 1999, i 
finanziamenti per la ricerca Antartica fluissero al fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di 
ricerca finanziati dal MIUR. Il programma di ricerca include: Scienze della Terra, Fisica 
dell’Atmosfera, Cosmologia, Biologia e Medicina, Oceanografia, Scienze Ambientali, 
Tecnologia.  Nel corso del suo sviluppo si è indirizzato sempre più verso lo studio dei fenomeni 
globali all’interno dell’atmosfera, della biosfera e della geosfera. L’Ente per le Nuove 
tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA) attua il programma ed in particolare cura gli aspetti 
tecnologici. Ricercatori afferenti alle Università, al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed 
a numerosi altri Istituti (Osservatorio Geofisico Sperimentale, Istituto Nazionale di Geofisica, 
Istituto Centrale di Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare, Stazione Zoologica di 
Napoli, ecc.) sviluppano progetti di ricerca. Questi, a seguito della valutazione e 
dell’approvazione da parte della Commissione  Scientifica Nazionale per l’Antartide (CSNA), 
verranno poi attuati nelle campagne di ricerca antartiche. Un ulteriore contributo alla 
realizzazione del programma è fornito dal Ministero della Difesa che provvede 
all’addestramento dei candidati alla spedizione, all’assegnazione di personale specializzato, al 
supporto aereo ed allo sviluppo di tematiche specifiche quali l’idrografia (Istituto Idrografico 
della Marina), la cartografia (Istituto Geografico Militare), la meteorologia e le operazioni 
aeree (Aeronautica Militare). Il Ministero degli Affari Esteri coordina la presenza dell’Italia 
nelle riunioni del Trattato Antartico. Con il Decreto Interministeriale (MIUR e Ministero delle 
Attività produttive) del 26 febbraio 2002 sono stati rideterminati i soggetti incaricati 
dell’attuazione del Programma al fine di assicurare la prosecuzione delle attività di ricerca in
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Antartide e la partecipazione dell’Italia al Trattato Antartico. Più recentemente, un decreto ad 
opera del MIUR del 23 dicembre 2003 ordina la costituzione della nuova CSNA mentre un atto 
costitutivo, stipulato il 17 aprile 2003, istituisce il nuovo Consorzio per l’attuazione del 
Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA S.C.r.l.).Di tale Consorzio (che ha 
sostituito l’ENEA come soggetto attuatore del Programma dopo diciotto anni di spedizioni 
organizzate dall’Ente stesso) fanno parte: 
- l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente); 
- il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); 
- l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia); 
- l’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale). 
1.2 La base italiana Mario Zucchelli 
La Base Mario Zucchelli (MZS), intitolata all’ingegnere che è stato alla guida del Programma 
Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), è stata costruita nel 1986, sulla costa della Baia 
Terra Nova (74°42’ Sud e 164°07’ Est), e poggia su una scogliera di roccia granitica di una 
piccola penisola della Terra Vittoria settentrionale, tra le lingue dei 
ghiacciai Campbell e Drygalski.
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Figura 1.1 Ubicazine della MZS sul suolo antartico 
Attualmente la Stazione italiana dispone di una superficie coperta pari a circa 7.500 mq in cui 
oltre ai laboratori, ai magazzini, agli impianti, agli alloggi ed ai servizi per il personale si vanno 
ad aggiungere numerosi moduli laboratorio satelliti dislocati in un’area urbanizzata estesa su 
circa 50.000 mq. Inoltre è dotata di 3 eliporti, 3 piste su ghiacciaio continentale, poste nelle 
vicinanze, di cui una idonea per aerei pesanti, oltre ad 1 o più piste su ghiaccio marino, lunghe 
1.000 m per aerei leggeri, e di 1 pista di 3.000 m di lunghezza, preparata ogni anno sul ghiaccio 
marino ed utilizzata da ottobre a novembre per il traffico aereo pesante (Hercules) e leggero 
(Twin Otter). Questi ultimi velivoli, utilizzati come supporto alle attività scientifiche, sono 
dotati di sci che permettono di atterrare su qualsiasi superficie naturale innevata o ghiacciata. 
La Base gode di una posizione alquanto privilegiata disponendo di accessi direttamente dal 
mare:  infatti la piccola penisola offre delle insenature, relativamente agevoli, che possono, a 
seconda delle stagioni, risultare più o meno idonee per lo scarico ed il carico dei materiali via 
mare. A fine primavera (ottobre-novembre) ed all’inizio dell’estate (dicembre-gennaio) 
quando il mare si libera in parte dai ghiacci, la nave Italica, noleggiata dal PNRA S.r.l., effettua 
lo scarico utilizzando come banchina lo stesso ghiaccio marino; in tal modo, i materiali
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raggiungono la Stazione italiana mediante convogli di trattori gommati o cingolati trainanti 
rimorchi gommati o slitte. Al termine dell'estate (gennaio-febbraio), invece, quando il ghiaccio 
spezzatosi in lastroni, per effetto del moto ondoso, lascia il posto all'acqua, si utilizza un 
natante simile ad una chiatta per i collegamenti tra terra e nave ed un piccolo molo di 
interscambio da cui con veicoli ci si collega con il piazzale ai magazzini della Stazione. 
 
Figura 1.2 Stazione Mario Zucchelli 
 
La Stazione viene normalmente utilizzata per le principali funzioni: 
- ricovero per il personale di Spedizione (ricettività di circa 90 persone); 
- supporto logistico per il personale scientifico operante presso i diversi campi remoti e 
in transito verso la Stazione italo-francese Concordia; 
- supporto logistico-operativo per la nave Italica; 
- supporto per le attività di ricerca con laboratori interni (chimica, biologia, geologia, 
glaciologia, astronomia, elettronica e calcolo, acquario, ecc.) ed avanzate 
strumentazioni; 
- attività di ricerca scientifica nei siti circostanti, dedicate alle osservazioni 
astronomiche, geomagnetiche, ionosferiche, sismologiche, aurorali e meteorologiche.
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Per queste ultime, esiste anche un'intera rete di stazioni meteo, i cui dati sono inviati 
su satellite, che copre parte della Terra Vittoria e che risulta di fondamentale ausilio 
anche ai fini dell'operatività della Stazione stessa. 
I servizi tecnico-logistici di cui è dotata la Stazione includono le telecomunicazioni, 
l'infermeria e il pronto soccorso, la mensa e il tempo libero, i magazzini (vestiario, 
generale, da campo, da mare, ecc.) le officine, i serbatoi di stoccaggio carburante, per 
una capacità massima di 1.800.000 litri di kerosene avio, e le relative pompe di 
distribuzione. A questo si aggiunge una moderna Sala Operativa attiva nell’intero arco 
delle 24h per il coordinamento di tutte le operazioni (terrestri, aeree e marittime), sia 
locali che remote. 
Inoltre  sono disponibili: 
- laboratori adeguatamente attrezzati; 
- acquario dotato di vasche termostatate con riferimento alla temperatura dell’acqua 
del mare in sito (-1 °C / -2 °C); 
- 4 container refrigerati (+4 °C e -30 °C); 
- 2 tipologie di freezer a pozzetto per la conservazione ed il trasporto dei campioni (-80 
°C e -150 °C); 
- 4 rimorchi e 4 slitte rigide per il trasporto dei materiali pesanti; 
- 8 slitte leggere per il trasporto materiali con motoslitta; 
- 2 mezzi cingolati per il traino dei materiali; 
- 5 mezzi battipista e da operazioni su ghiaccio e/o neve; 
- 16 mezzi tra motoslitte e motocicli 4x4; 
- 9 mezzi da cantiere, 4 sollevatori e 1 Merlo betoniera; 
- 3 mezzi antincendio; 
- 1 autocisterna per combustibile kerosene avio; 
- 2 autoambulanze ed altre attrezzature di pronto intervento; 
- 10 fuoristrada e 1 Fiat Ducato per trasporto di personale e materiale; 
- 1 battello oceanografico, denominato Malippo, della lunghezza di 15 m; 
- 2 gommoni per attività di ricerca oceanografica sottocosta.
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All’avanguardia sono gli impianti tecnici, in particolare sono presenti: 
- centrale di produzione e distribuzione di energia elettrica e termica, che comprende 
una doppia coppia di generatori diesel (2 Mercedes da 140 kW e 2 Isotta-Fraschini da 
300 kW); 
- impianto di cogenerazione per lo sfruttamento dell’energia termica prodotta dai 
generatori; 
- impianto di potabilizzazione per la produzione di acqua dolce mediante dissalazione di 
acqua marina (potenzialità di 1200 litri/h); 
- impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani a doppio stadio e con sezione di 
abbattimento fumi (potenzialità di 200 kg/h); 
- impianto di depurazione per il trattamento delle acque reflue; 
- 2 impianti di liquefazione (1 di elio e 1 di azoto). 
 
Menzione particolare merita la Sala Operativa della base italiana.  Situata su una 
posizione elevata rispetto alle altre strutture, permette l’osservazione di tutta l’area 
circostante ed ha il compito di monitorare, coordinare e dirigere tutte le attività 
interne ed esterne della base. Per assolvere questi compiti vengono impiegati 
generalmente piloti e/o controllori del traffico aereo, coadiuvati da previsori meteo e 
dagli addetti alla sicurezza (guide alpine e/o operatori subacquei e marittimi), nella 
maggior parte provenienti dalle Forze Armate. Particolare importanza assume il 
controllo degli aerei e degli elicotteri assegnati per il programma di ricerca: Il compito 
della sala operativa è di pianificare il giorno precedente i voli relativi alle diverse uscite 
giornaliere e di curarne il regolare svolgimento il giorno seguente, fornendo anche le 
adeguate informazioni meteorologiche. Particolare importanza assume anche il 
cosiddetto “flight following” che consiste nel mantenere un continuo contatto radio 
nonché un rapporto di posizione (tramite coordinate geografiche) ogni mezz’ora per i 
velivoli in volo e ogni ora per i ricercatori al suolo. Questo ultimo fatto è 
importantissimo al fine di garantire l’adeguata sicurezza delle persone chiamate a 
operare in un ambiente dove e le temperature, il vento non consentono di 
sopravvivere a lungo senza un adeguato rifugio. Inoltre da questa sala si mantengono i 
contatti radio con i campi remoti e si fornisce la necessaria assistenza tesa a risolvere
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tutte le esigenze che dovessero verificarsi. Per assolvere tutti questi compiti gli addetti 
ai lavori si avvalgono di più radio funzionanti secondo diverse frequenze. Per garantire 
al meglio i vari collegamenti, inoltre, al personale della sala sono forniti 2 differenti 
telefoni satellitari (Iridium e Immarsat) al fine di avere la possibilità di comunicare 
anche in condizioni di cattiva propagazione del segnale radio. 
 
Figura 1.3 Sala operativa