II
analitici, che descrivano la curva analizzata, per permettere la comparazione con 
altre curve dello stesso tipo. Il pacchetto pu� essere utilizzato, al fine della 
determinazione dei parametri di forma, su qualsiasi tipo di curva, anche per 
esempio una firma digitalizzata. 
Il pacchetto in questa tesi � stato utilizzato sia in ambiente medico che in 
ambiente biologico. In particolare in ambiente medico � stato utilizzato per lo 
studio di ultrastrutture, in ambiente biologico � stato utilizzato per lo studio 
dell�osso preorbitale dei pesci appartenenti alla famiglia delle Mugilidi alle 
scopo di effettuare uno studio tassonometrico della specie. 
FORME � una pacchetto interattivo che si prefigge l�obbiettivo di essere 
un utile strumento di lavoro per utenti non esperti nella programmazione 
informatica, ma che necessitano della conoscenza dei parametri descrittori 
della forma degli oggetti in esame per i loro studi di analisi statistica 
multivariata.  
Infatti i risultati ottenuti per ogni curva analizzata vengono salvati su file 
ASCII per permettere la comparazione con altri parametri, relativi a forme dello 
stesso tipo, in programmi di statistica ed analisi come SPSS per Windows 
(Statistical Package for Social Science). 
Per quanto riguarda la parte medico-scientifica, per il materiale fornito e 
per i suggerimenti e chiarimenti dati, si ringrazia il Prof. Vittorio Cavallari del 
Dipartimento di Patologia Umana, Sez. di Diagnostica Ultrastrutturale e 
Metodologie Quantitative, Universit� di Messina. 
 III
Per quanto riguarda lo studio biologico dei Mugilidi bisogna ringraziare 
la prof. Lorenza Salpietro del Dipartimento di Biologia Animale e Ecologia 
Marina dell�Universit� di Messina. 
Le immagini seguenti mostrano l�applicazione in ambiente medico del 
pacchetto. 
Figura I.1 - Preparazione delle utrastrutture da analizzare 
Le parti di tessuto da analizzare vengono prelevate e preparate in un 
particolare modo per poter essere visualizzate dal microscopio elettronico come 
viene mostrato nella figura precedente. 
 IV
Successivamente � possibile analizzare le immagini al microscopio 
elettronico e trasferirle su un computer portatile, ad esso collegato, dopo averle 
fotografate con una macchina fotografica digitale. 
 
Figura I.2 - Microscopio elettronico 
Infine vengono presi i profili desiderati tramite tavoletta grafica o mouse 
ed il computer esegue l�algoritmo appropriato. 
 
Figura I.3 � Ultrastruttura analizzata al computer 
 V
Per quanto riguarda l�applicazione del pacchetto in biologia, mostriamo le 
aree in cui tali studi sono stati effettuati. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Figura I.4 � Aree in cui � stato pescato il pesce da analizzare 
La tesi si articola in due capitoli e una guida, comprensiva di tutorial, per 
gli utilizzatori del pacchetto, la quale contiene due appendici con l�elenco delle 
routine utilizzate e relativo albero delle dipendenze.  
Il primo capitolo contiene tutti i concetti relativi alla teoria delle funzioni 
wavelets e multiwavelets e relative propriet�. 
Nel secondo capitolo, dopo l�introduzione sulla stima dei descrittori 
quantitativi di forma delle curve, vengono analizzate tutte le fasi dell�algoritmo 
realizzato comprensive di tutti i supporti teorici necessari. Inoltre vengono 
A
B
C
D
E
F
Oliveri-Tindari 
Golfo di Trieste
Ganzirri / Torre 
Faro 
Mare 
Adriatico 
Mar 
Tirreno 
Stretto di 
Messina 
100 m
100 m
10 km
 VI
riportati alcuni risultati della sperimentazione numerica nei casi reali 
precedentemente descritti di morfologia quantitativa. 
 
Il pacchetto software FORME e la GUIDA per l�UTENTE sono 
reperibili alla pagina web: http://www.forme.too.it 
 
 1
CAPITOLO 1 
CENNI MATEMATICI SULLE WAVELETS E 
MULTIWAVELETS 
 
FUNZIONI WAVELETS. 
Le wavelets sono famiglie di funzioni dello spazio L
2
(IR), generate dalla 
traslazione e dalla dilatazione (o contrazione) di un'unica funzione Ψ  detta 
wavelet madre. Sono definite, in modo del tutto generale, da 
−
Ψ=Ψ
a
bx
x
ab
 
2
1
-
,
|a|)(  
dove a, b rappresentano, rispettivamente, i parametri di dilatazione e di 
traslazione. 
 
DEFINIZIONE. 
Definiamo lo spazio L
2
(IR) lo spazio delle funzioni f tali che: 
∫
+∞
∞−
∞<dxxf
2
|)(|  
L
2 
(IR) � uno spazio di Banach con norma 
2
1
2
(IRL
|)(|||||
2
=
∫
∞+
∞−
 )
dxxff  
 2
La funzione Ψ  deve appartenere allo spazio L
2
(IR) e soddisfare la 
seguente condizione: 
∫
+∞
∞−
=Ψ 0)( dxx  
cio� deve avere un veloce decadimento a zero quando la variabile x varia 
da -∞  a +∞ . 
Il nome di wavelet deriva dalla funzione Ψ , poich� il suo grafico � proprio 
una piccola onda. 
Le funzioni wavelets forniscono una valida tecnica per l'analisi tempo-
frequenza di un segnale ad energia finita, che si presenta come una alternativa 
alla trasformata di Fourier. 
 
TRASFORMATA DI FOURIER. 
La trasformata di Fourier di un segnale f(x), data da:  
∫
+∞
∞−
−
= dxexfxF
xiω
)()(  
� uno strumento che permette di analizzare lo spettro di un segnale. 
Le variabili sono: 
• x: variabile temporale 
• ω : frequenza del segnale 
 3
Questa rappresentazione spettrale si rivela spesso inadeguata, per i 
seguenti motivi: 
• per ottenere il valore di F ad una determinata frequenza � 
necessario conoscere l'intero segnale f(x) ed, inoltre, se in un certo 
istante x il segnale viene alterato, allora questo si ripercuote 
sull'intero spettro. 
• considerando la trasformata di Fourier inversa, si ha: 
∫
+∞
∞−
= ω
π
ω
dexFxf
xi
)(
2
1
)( , 
che consente di ricostruire f a partire dalla trasformata F, a causa 
del supporto infinito delle funzioni base seno e coseno, non � possibile 
localizzare i punti del segnale che presentano un determinato 
comportamento spettrale. 
 
TRASFORMATA DI FOURIER A TRATTI. 
Per ovviare a questi inconvenienti Gabor introdusse una �funzione 
window� 
g(x-b), 
dove: 
• b � il parametro di traslazione, che consente di coprire l'intero 
dominio del tempo x; 
• g � una gaussiana, la cui trasformata di Fourier � ancora una 
 4
gaussiana. 
Questa funzione window, introdotta da Gabor, fu usata per analizzare 
informazioni locali della trasformata di Fourier, ottenendo una trasformata di 
Fourier a tratti, o trasformata di Fourier short time (STFT). L'inversa della STFT, 
cio� il corrispondente tratto di segnale nel dominio temporale, � ben localizzata. 
Tuttavia anche questo metodo non � del tutto efficace perch� la finestra del 
dominio tempo-frequenza in cui si considerano la trasformata di Fourier e la 
trasformata inversa � rigida, quindi pu� risultare grande quando si analizzano 
alte frequenze (cio� quando si vuole una buona localizzazione temporale) e 
piccola quando si analizzano le basse frequenze. 
Occorre una finestra tempo-frequenza variabile, in modo tale che 
l�intervallo del tempo si restringa automaticamente per individuare le alte 
frequenze e si allarghi per le basse frequenze. Ci� � possibile grazie alla 
trasformata wavelet. 
 
TRASFORMATA WAVELET. 
Definiamo trasformata integrale wavelet: 
(1.1)  
∫
+∞
∞−
−
>=<
−
=
ab
fdx
a
bx
xfaabfW
,
2
1
,)(||),( ψψ
ψ
 
Essa si basa semplicemente sulla traslazione e dilatazione di una wavelet 
madre di base che, con queste due operazioni, diventa, una funzione window. 
Essa nasce dall�idea di considerare il prodotto scalare della funzione wavelet, in 
modo da ottenere le stesse informazioni tempo frequenza, con minor costo 
 5
computazionale della funzione di Grabor. 
Affinch� sia lecito considerare la trasformata wavelet deve valere la 
seguente condizione di ammissibilit�: 
∫
∞+
∞−
+∞<ω
ω
ωψ
d
||
|)(|
2
^
 
dove 
^
)(ωψ  � la trasformata di Fourier della funzione wavelet madre ψ (x). 
Indicati con t* e <ω * due punti opportuni, chiamati centri, e ∆
ψ
, ∆
^
ψ
 i 
raggi di ψ  e 
^
ψ , si ha che la (1.1) localizza f: 
• nel dominio temporale in un intorno del punto b+at di ampiezza 
2a∆
ψ
, 
• nel dominio delle frequenze in un finestra di centro 
a
*
ψ
 ed 
ampiezza 
a
a
ψ
∆2
 
La finestra rettangolare dominio-frequenze si restringe nel tempo per 
individuare fenomeni con alte frequenze (piccoli valori di a) e si allarga per 
analizzare fenomeni con basse frequenze (grandi valori di a) anche se la sua area 
rimane costante di valore 4a∆
ψ
∆
^
ψ . 
Ci� � dovuto al principio di indeterminazione di Heisenberg [4] secondo 
cui non � possibile trovare una funzione window la cui finestra tempo-frequenza 
abbia un�area minore di quella relativa alla funzione gaussiana che ha area 
uguale a 2. 
 6
Risulter� sempre: 
4a∆
ψ
∆
^
ψ  
 
WAVELETS E ANALISI MULTIRESOLUTION. 
L�analisi multirisoluzione detta anche Multi-Resolution Analysis (MRA) � 
un ottimo metodo per la costruzione di funzioni wavelets, le quali costituiscono 
famiglie di basi dello spazio L
2
(IR). 
La MRA � una sequenza di spazi V
j
 di L
2
() 
......
101
VVV ⊂⊂
−
 
soddisfacente le seguenti propriet�: 
1) )(
2
IRLV
j
Zj
=
∈
U ; 
2) {}0=
∈
j
Zj
VI ; 
3) ZjIRLf ∈∀∈∀ ),(
2
 si ha 
1
)2()(
+
∈⇔∈
jj
VxfVxf ; 
4) esiste una funzione 
0
V∈φ  chiamata scaling function tale che la famiglia 
{ }Zkkx ∈− ),(φ  
costituisce una base di Riesz per V
0
, cio� esistono due costanti A, B>0 tali 
che: 
2
1
2
)(
2
1
2
||)(||
2
≤−≤
∑∑∑
k
k
IRL
k
k
k
k
BkxA αφαα  
per ogni successione di scalari {α
k
}. 
 7
Dalle propriet� della MRA si deduce che la famiglia 
Zk
j
j
kj
kxx
∈
−= )2(2)(
2
,
φφ  
� una base di Riesz per V
j
, Zj ∈∀ .  
Si hanno quindi le altre propriet� della MRA: 
5) ZjVWeWVV
jjjjj
∈∀⊥⊕=
+ 1
 
6) kjWW
kj
≠⊥  
7) 
j
Zj
WIRL
∈
⊕=)(
2
 
Definiamo wavelet semi-ortogonale una funzione 
0
W∈ψ  tale che: 
.)2(2)(
2
,
ZjkxxspanW
Zk
j
j
kjj
∈∀
−==
∈
ψψ  
La caratteristica delle wavelets semi-ortogonali � il fatto che .ZjWV
jj
∈∀⊥  
Se indichiamo con: 
• P
j
f, proiezione di una funzione )(
2
IRLf ∈  sullo spazio V
j
, 
• Q
j
f, proiezione di una funzione )(
2
IRLf ∈  sullo spazio W
j
, 
per le condizioni 1) e 2) si ha: 
ffP
j
j
=
+∞→
lim  e 0lim =
−∞→
fP
j
j
. 
Ci� vuol dire che andando in sottospazi di dimensione minore (al 
decrescere di j), la proiezione sullo spazio Vi, P
j
f costituisce un�approssimazione 
di f sempre pi� povera di informazioni che ad una risoluzione 2
-j
 � espressa dalla 
formula: 
 8
∑
∈
==
Zk
kj
j
kjj
cfPf
,
φ  
La proiezione della funzione f, nello spazio wavelet W
j
, � espressa dalla 
formula: 
∑
∈
==
Zk
kj
j
kjj
dfQf
,
ψ  
Inoltre Q
j
f con Zj ∈  rappresenta le informazioni che si perdono passando 
dallo spazio V
j+1
 a V
j.
 che si perdono passando da una approssimazione a 
risoluzione 2
-(j+1)
 ad una a risoluzione 2
-j
. Rappresentano cio� i �dettagli�: 
Q
i
f=P
j+1
f-P
j
f 
Passando al limite si ha: 
0lim =
+∞→
fQ
j
j
 
Vi sono due relazioni che caratterizzano una MRA che elenchiamo qui 
sotto. 
Se φ  genera una MRA, poich� 
10
VV ⊂∈φ , esister� una successione {h
k
} per cui 
si ha la two scale relation relativa a φ : 
(1.2)                                
∑
−=
k
k
kxhx )2(2)( φφ . 
Poich� 
10
VW ⊂∈ψ , esister� una successione {w
k
} per cui si ha la two scale 
relation relativa a ψ : 
(1.3)                                
∑
−=
k
k
kxwx )2(2)( φψ  
Le sequenze {h
k
}, {w
k
} prendono il nome di filtri. 
 
 9
SERIE WAVELET. 
Ogni funzione )(
2
IRLf ∈  si pu� esprimere mediante serie di wavelet, nel 
seguente modo: 
                                              
∑
∈
=
Zk
kjkj
xcxf )()(
,,
ψ  
dove c
j,k
 sono i coefficienti wavelet, la cui espressione dipende dal tipo di 
wavelet usata. 
 
MOMENTI NULLI. 
DEFINIZIONE. 
Data una funzione f, si definisce momento di ordine k della funzione la 
quantit�: 
∫
−∞
∞−
dxxfx
k
)(  
 
DEFINIZIONE. 
Una wavelet ψ ha M momenti nulli se  
1...,,00)( −==
∫
−∞
∞−
Miperdxxx
i
ψ  
Quest�ultima formula per i=0, fornisce la definizione di wavelet, ne 
deriva quindi che ogni wavelet possiede almeno un momento nullo.