Il dilemma energetico italiano: dalla ricostruzione post-bellica alla crisi degli anni '70
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7 Importanti opportunità furono colte dall’Italia in questo periodo, sfruttando la personalità, il talento e le abilità manageriali dei dirigenti delle imprese pubbliche, che ben interpretarono i loro compiti di sostegno allo sviluppo industriale del nostro paese, grazie ad una certa dose d’indipendenza dalla politica. Inoltre, uno stuolo di piccoli imprenditori, sfruttando le opportunità aperte dalla nuova evoluzione dei mercati, realizzarono importanti successi, trasformando le proprie attività familiari in imprese di medie-grandi dimensioni, leader mondiali in molte produzioni. Il settore energetico fu uno di quelli maggiormente interessato da questo processo di crescita, ed è per questo che ho ritenuto utile approfondire la sua evoluzione, che ovviamente si legò alle vicende economiche e politiche del nostro paese ed a quelle internazionali. Lo sviluppo e l’ammodernamento della produzione elettrica, la nascita delle prime centrali nucleari grazie all’azione di Ippolito, l’avventura petrolifera internazionale di Mattei nell’ENI ed altre occasioni importanti furono efficacemente sfruttate negli anni ’50, consentendo al settore energetico italiano di poter dare al nostro paese quelle risorse, a basso prezzo e in continuo aumento, necessarie per completare e per realizzare l’industrializzazione, nonostante la cronica assenza di materie prime nel nostro territorio. La politica, che era stata ai margini delle discussioni sul tema dell’energia, delegando, ai soggetti preposti, l’onere delle scelte da prendere, come con Mattei per il petrolio e Ippolito per il nucleare, decise, finalmente, di intervenire, attraverso la nazionalizzazione del settore elettrico, realizzata nel 1962 con la nascita dell’ENEL. Questa scelta, già compiuta da Francia e Gran Bretagna ben 15 anni prima, fu presa per superare quelle distorsioni e quei limiti causati dall’oligopolio che si era venuto a creare in ambito elettrico. Anche in questo settore si volevano replicare i successi dell’ENI e dell’IRI. Il 1962 e il 1963 furono anni cruciali per l’evolversi del settore energetico italiano e segnarono un punto di discontinuità forte, rispetto al passato. Nel 1962, infatti, Enrico Mattei morì in un incidente aereo, che successivamente si scoprì causato da un attentato: la sua attività incredibile al servizio del paese e contro il cartello petrolifero internazionale e i suoi metodi, tutt’altro che convenzionali, gli erano stati fatali. I suoi successori non riuscirono ad eguagliarne lo spirito combattivo e i successi. Pochi mesi dopo anche Ippolito, colui che era battuto più di tutti per bilanciare, con il nucleare, la monocultura petrolifera, venne allontanato dal suo cruciale ruolo di direttore del CNEN, a causa della condanna in un processo, più politico che mosso da reali
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Informazioni tesi
Autore: | David Ballerini |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Ambientale |
Relatore: | Domenico Preti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 238 |
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