Il teatro di Moni Ovadia
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94 3. L’umorismo yiddish Secondo il rabbino Ouaknin nel suo libro Così giovane e già ebreo ( di cui Ovadia cura l’edizione italiana), l’identità ebraica nasce da un éclat de rire, da uno scoppio di risa. L’ultracentenario Abramo quando si sente dire dall’Angelo travestito da viandante che avrà un figlio dalla moglie Sarah novantenne e sterile da sempre accoglie la notizia ridendo e da lontano, più discretamente, ride anche Sarah. L’Eterno chiederà che questo figlio del miracolo abbia nome Itzkhak (Isacco), che significa colui che ride. Non a caso proprio Isacco, destinato a dare la discendenza alla stirpe di Israele, ha il riso nel nome e, considerando che, secondo la tradizione ebraica, il nome salda l’anima al corpo dell’essere umano, non è difficile capire la centralità del ridere nel pensiero ebraico. Insieme all’identità ebraica nasce, quindi, quell’umorismo yiddish che è un suo elemento integrante. Gli ebrei dell’Europa orientale che vivevano negli shtetl e nei ghetti delle grandi città lo usavano come una straordinaria arma di difesa, un aiuto formidabile per resistere ai soprusi fisici e morali di cui erano vittime. L’umorismo e il riso “offrono tempo al tempo e schiudono le porte della storia […] l’essenza del riso e di tutto il ridere futuro risiede nella parola, nel gioco di parole […] Il riso sarà prima di tutto un’ esplosione di significati, una forma particolare di delirio, uno smembrarsi della lingua per accedere alla parola”.
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Il teatro di Moni Ovadia
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Informazioni tesi
Autore: | Romina Arata |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Eugenio Buonaccorsi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 411 |
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