Introduzione 
II 
• Continuità della tensione, ovvero mancanza di disservizio totale o 
parziale; 
• Qualità della tensione, in termini di frequenza, valore efficace e 
forma d'onda. 
 
La Voltage Continuity è un aspetto molto importante in sede di prestazioni 
richieste dagli utenti alla rete di alimentazione elettrica e deve essere 
garantita entro certi limiti dall’ente distributore. 
Per quanto riguarda la Voltage Quality si intende la vicinanza della forma 
d'onda reale a quella ideale. In pratica tale caratteristica della tensione 
riguarda la presenza dei disturbi, eventi che modificano il regime ideale 
preesistente in rete. Si valutano frequenza, ampiezza dell'onda 
fondamentale (valore efficace), contenuto armonico (forma d'onda), 
correlazione di fase tra le varie tensioni del sistema polifase. 
Ogni impianto di generazione distribuita deve attenersi a degli standard 
riguardo alla tensione e quindi il compito più importante in questi sistemi è 
svolto dai convertitori di potenza che devono generare grandezze elettriche 
rispettando proprio questi standard. 
La gestione della generazione di “forme d’onda di tensione di 
qualità” è effettuato da un sistema di controllo che tende a pilotare il 
convertitore statico di potenza presente tra l’impianto e la rete di 
distribuzione, in modo da assicurare il sincronismo tra le grandezze 
elettriche. 
 
La tesi è strutturata in 3 capitoli. 
Nel primo si illustrano approfonditamente le caratteristiche dei PLL, 
analizzando gli schemi circuitali, illustrando le caratteristiche nel dominio 
Introduzione 
III 
della frequenza e confrontando le grandezze elettriche in ingresso e in 
uscita. 
Nel secondo capitolo gli schemi di controllo verranno testati in condizioni 
particolari, ovvero sottoposti a dei segnali di riferimento con caratteristiche 
che compromettono la qualità della potenza di rete affinché si possa 
qualitativamente tradurre il loro comportamento. 
Il terzo capitolo riguarda la parte digitale del lavoro di tesi, ovvero la 
trasformazione dei blocchi Simulink nel dominio tempo-discreto, e la 
trasformazione in fixed-point, affinché una volta compilati, i software 
verranno caricati in memoria al microcontrollore. Inoltre illustreremo i 
segnali elettrici reali, attraverso diagrammi temporali trattati dal Code 
Composer Studio, che rappresentano i nostri segnali di controllo per i driver 
di pilotaggio dei convertitori elettronici di potenza. 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
1 
Capitolo 1 
 
Sistemi PLL 
 
 
1.1. Introduzione 
 
I sistemi di Distribuzione e Generazione di energia elettrica (DPGS) 
da fonti rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico, il termico, sono in 
continuo aumento e grazie ad essi si vorrebbe tenere testa a problemi 
ambientali, diminuendo la dipendenza del globo dagli oli fossili. 
Questi sistemi attraverso un'unità di conversione di potenza riescono 
a fornire energia o a carichi locali (stand-alone), o alla rete di distribuzione 
(sistemi grid-connected). 
Lo standard che governa le connessioni alla rete dei DPGS è 
diventato esigente ed impegnativo, a causa dell’incremento del numero di 
sistemi di generazione di energia alternative connessi alla rete. 
Un fondamentale ruolo nella filiera della produzione di energia 
elettrica da fonti rinnovabili, è svolto dai convertitori (Power Conversion 
Unit), che rappresentano l’interfaccia tra l’impianto di generazione di 
energia e la rete di distribuzione. Essi sono sistemi di condizionamento di 
potenza, come inverter PWM o UPS, e dalle loro prestazioni dipende la 
qualità dell’energia immessa in rete. 
 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
2 
 
Fig.1.1.1  Schema a blocchi di un sistema DGPS 
 
Un importante parte di questi sistemi è rappresentato dal loro controllo, che 
possiamo dividere in 2 gruppi: 
 
• Input Side Controller che gestisce la potenza in ingresso e le sue 
relative protezioni; 
• Grid Side Power Processor che gestisce la potenza attiva e reattiva 
in uscita, la sua qualità, tensione e corrente, e la sincronizzazione 
con la rete. 
 
Parte del controllo d’uscita comprende un Grid Synchronizzation 
Unit, il quale ha il ruolo di stimare informazioni del fasore della tensione di 
rete, affinché tutto il sistema possa generare un segnale sincrono e in fase 
con lo stesso. [4] [5] 
Il compito di inseguire il fasore della tensione di rete è inevitabile per questi 
sistemi, affinché l’energia da essi prodotta possa essere immessa in rete ed 
utilizzata al meglio, rispettando gli standard di qualità. 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
3 
Nel 1968 Ainsworth per primo utilizzò un VCO (Voltage 
Controllated Oscillator) all’interno di un loop di controllo di un sistema di 
trasmissione HVDC (High Voltage Direct Current) per risolvere problemi 
di instabilità. [6] 
Sono molteplici le tecniche sviluppate per rivelare l’angolo di fase 
dei segnali, essendo questa una specifica richiesta in vari sistemi, come 
nelle telecomunicazioni e nell’elettronica digitale. Ma ciò può risultare 
difficile per il sistema di controllo quando le grandezze elettriche in gioco 
sono di ordini di grandezza dei MV per le tensioni e di KA per le correnti, e 
quindi nell’ambito dell’elettronica di potenza, ed a maggior ragione quando 
lavora in condizioni sbilanciate e distorte, ovvero quando il segnale in 
ingresso è inquinato con armoniche di frequenza diversa dalla fondamentale 
oppure se è variabile in frequenza, o per qualsiasi altro tipo di inquinamento 
elettrico che è presente sulla rete di distribuzione. 
 
In generale un buon sistema di sincronizzazione deve essere: 
1. abile a rilevare la fase del segnale da agganciare; 
2. affidabile nell’inseguire le variazioni di fase e frequenza; 
3. fortemente reiettabile da disturbi. 
 
Queste specifiche possono essere soddisfatte attraverso 2 differenti 
metodologie di rilevazione di fase: 
 
• Zero Crossing Detection (ZCD); 
• Phase Loocked Loop (PLL). 
 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
4 
Il metodo dello Zero Crossing Detection consiste nel rilevare il punto 
di attraversamento dello zero della tensione di rete a 50 Hz, ma ciò risulta 
poco efficiente in termini di risposta perché in caso di disturbo il sistema 
riesce a rilevare le variazioni del riferimento solo ogni mezzo ciclo della 
forma d’onda di tensione. [7] 
Se invece realizziamo un controllo adattativo delle grandezze elettriche, e ci 
assicuriamo che in ogni istante non ci sia differenza tra la fase del segnale 
in ingresso e la fase del segnale in uscita, allora abbiamo realizzato un 
sistema di controllo chiamato PLL (Phase Loocked Loop). 
 
 
1.2. Sistemi PLL 
 
I sistemi PLL nell’ambito dell’elettronica di potenza hanno 
l’obiettivo di agganciare la componente fondamentale della tensione di rete 
e di inseguirla anche in presenza di disturbi. 
Il segnale di uscita, sincrono ed in fase con quello di ingresso, sarà il 
riferimento per i moduli di generazione dei segnali PWM che pilotano i 
convertitori statici di potenza posti tra l’impianto di generazione di energia 
elettrica e la rete. 
Il PLL basa il suo principio di funzionamento (strategia di aggancio), 
sulla misura della differenza di fase tra il segnale di ingresso e quello 
d’uscita, che andrà a zero grazie al loop di controllo. Il segnale di uscita è 
generato da un VCO il cui segnale di controllo viene fornito da un filtro ad 
anello (LF). [8] 
 
 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
5 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig.1.2.1  Schema a blocchi di un sistema PLL 
 
Essendo il segnale di tensione della rete in ingresso al sistema del tipo: 
( )sin ω
in in inv A t= +ϕ         (1.1) 
e quello in uscita dal VCO 
( )cos ωVCO c outv t= +ϕ        (1.2) 
otteniamo che il loro prodotto, ovvero il segnale in uscita dal moltiplicatore 
è pari a 
( ) ( )
( )( ) ( )( )
sin ω cos ω
sin sin ;
2
d d in in c out
d
in c in out in c in out
v Ak t t
Ak
t t
= +ϕ +ϕ =
 = ω +ω +ϕ +ϕ + ω −ω +ϕ −ϕ
 
 (1.3) 
Nel funzionamento a regime, ovvero quando i due segnali sono 
praticamente prossimi tra loro, sicuramente avremo: 
inωc = ω  
in outϕ ≈ ϕ  
e quindi un valore medio di dv  pari a 
( )
2
d
d in out
Ak
v ≈ ϕ −ϕ         (1.4) 
 
cos
p ik k+ ∫
∫ o
k
dk
ω
c
ω
dv( )sin in inA tω + ϕ
outϕ
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
6 
Allora lo schema a blocchi può essere modificato ed espresso in funzione 
della differenza della fase dei segnali, ovvero: 
 
 
 
 
 
Fig.1.2.2  Schema a blocchi modificato di un sistema PLL 
 
Abbiamo così ottenuto un semplice loop di controllo in retroazione unitaria 
che è equivalente a quello in fig.1.2.1 ma che può essere studiato e 
analizzato con la teoria classica dei controlli automatici. 
Infatti, supponendo che 
1 1o mk k= =  
La funzione di trasferimento del sistema risulta essere 
p
p
out i
p2in
 
p
i
k1 k s+A PI(s)
(s) TsPLL(s)= =
1 k(s) 1+ A PI(s) s +k s+
s T
⋅
⋅ ⋅θ
=
θ
    (1.5) 
che può essere scritta 
2
2 2
( ) 2
( )
( ) 2
out n n
in n n
s sH s
s s s
ϕ
ϕ ζω +ω
= =
ϕ + ζω +ω
      (1.6) 
generica funzione di trasferimento del secondo ordine con uno zero reale, 
con pulsazione naturale e fattore di smorzamento rispettivamente pari a 
 
;
2
p ip
n
i
k Tk
T
ω = ξ =  
1
1p
i
k
T s
 
+ 
 
dvεinϕ outϕ
okmk
1
s
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
7 
Questa soluzione ci permette di poter regolare i parametri del PI in funzione 
delle specifiche richieste, ovvero in termini di tempo di assestamento, 
tempo di salita, massima sovraelongazione percentuale ecc... 
 
 
1.8
r
n
t =
ω
                                 
4.6
s
n
t =
ξω
 
 
Come visto prima, nel funzionamento a regime i segnali risultano 
sovrapposti e abbiamo considerato che 
inωc = ω  
in outϕ ≈ ϕ  
Volendo essere più precisi, e considerando quindi che a regime sia corretto 
scrivere solo che 
inωc = ω  
La relazione 1.3 diventa: 
( ) ( )sin 2 sin
2
d
d in in out in out
Ak
v t≈ ω +ϕ +ϕ + ϕ −ϕ      (1.7) 
Come si può notare, nell’espressione della dv  e quindi dell’errore, esiste un 
termine di seconda armonica che rende i tempi di transitorio maggiori 
rispetto ad una situazione nella quale fossero presenti solo valori non 
oscillanti. 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
8 
Allora, per eliminare le oscillazioni di seconda armonica, ed ottenere 
( )sin
2
d
d in out
Ak
v = ϕ −ϕ          (1.8) 
possiamo considerare la seguente relazione trigonometrica: 
( )sin - sin cos cos sin
in out in out in outϕ ϕ = ϕ ϕ − ϕ ϕ     (1.9) 
Infatti, grazie all’estrazione della componente in quadratura del segnale di 
riferimento ( cos
inϕ ), otteniamo uno schema circuitale leggermente più 
complesso, ma molto più efficiente. 
 
in outtω +ϕ
ω
cω
( )sin
in inA tω +ϕ
( )cos
in inA tω +ϕ
( )sin
in outA ϕ −ϕ
p ik k+ ∫ ∫
cos
sin
 
Fig.1.2.3  Schema a blocchi di un sistema PLL con l’estrazione  
della componente in quadratura 
 
Ma esistono anche altre tecniche per l’estrazione della componente 
in quadratura del segnale di riferimento, le quali assicurano che a monte del 
controllore sia sempre presente il segnale 
( )sin
2
d
d in out
Ak
v = ϕ −ϕ    
Per quanto detto, si capisce allora che ogni sistema di controllo di 
questo tipo, differisce dall’altro non da come genera i segnali di uscita 
attraverso il VCO, ma da come riesca a trarre il maggior numero di 
informazioni dal segnale in ingresso. 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
9 
In altre parole, la parte integrativa terminale al loop di controllo è simile per 
tutti i sistemi che tratteremo; allora ciò che rende un circuito migliore 
dell’altro è l’efficienza della tecnica usata da ognuno di essi per generare i 
segnali in quadratura e per avere subito stime dell’ampiezza, della 
frequenza e della fase. 
 
Nell’ambito del nostro lavoro di tesi, ci soffermeremo ad analizzare: 
 
1. SRF-PLL (Synchronous Reference Frame-PLL); 
2. ANF-PLL (Adaptive Notch Filter-PLL); 
3. EPLL (Enhanced-PLL); 
4. QPLL (Quadrature-PLL); 
5. SOGI-PLL (Second Order Generalized Integrator-PLL). 
 
Questi sistemi di controllo effettuano l’estrazione della componente 
in quadratura in modi diversi.  
La tecnica più semplice è quella di utilizzare uno strumento che trasli nel 
tempo di pi/2 il segnale in ingresso facendo diventare un segnale sinusoidale 
in uno cosinusoidale, come succede nel SRF-PLL. 
Un’altra tecnica è quella di usare un particolare tipo di sistema chiamato 
SOGI (Second order generalized integrator, fig1.2.4), il quale grazie ad una 
doppia integrazione del segnale di ingresso, riesce sia a filtrarlo, sia a 
generare la componente in quadratura ad esso. 
 
 
 
 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
10 
 
 
 
 
 
 
Fig.1.2.4  Struttura del SOGI 
 
Inoltre è importante precisare che nella nostra analisi, ci stiamo 
riferendo a grandezze espresse in P.U., quindi a grandezze normalizzate 
rispetto ad una base di riferimento, che a seconda delle applicazioni sarà la 
tensione nominale della rete alla quale ci stiamo connettendo; i segnali in 
ingresso agli schemi di controllo che tratteremo sono di ampiezza unitaria, e 
il progetto dei controllori è stato fatto con riferimento a questi segnali. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
∫
d
q
∫
ω′
ω′
f
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
11 
1.2.1 Modello del SRF-PLL 
 
Lo schema circuitale vero e proprio è mostrato in figura: 
 
 
Fig.1.2.1.1.  Schema circuitale Simulink del SRF-PLL 
Capitolo 1 - Sistemi PLL 
 
12 
Guardando lo schema in figura 1.2.1.1, è evidente che dato un segnale in 
ingresso del tipo 
( )sin ω
in in inv t= +ϕ  
grazie ai blocchi di Simulink “Transport delay” e al guadagno negativo 
unitario, viene generata la componente in quadratura dello stesso. 
Allora l’errore entrante nel controllore PI 
( ) ( ) ( ) ( )sin ω cos ω cos ω sin ω
in in c out in in c outerr t t t t= +ϕ +ϕ − +ϕ +ϕ  (1.10) 
chiamo 
ω
ω
grid
in in
PLL out out
t
t
θ = + ϕ
θ = +ϕ
        (1.11) 
e diventa 
( ) ( ) ( ) ( ) ( )sin cos cos sin singrid PLL grid PLL grid PLLerr −= θ θ − θ θ = θ θ ;  (1.12) 
Essendo l’errore nella stessa forma dello schema di figura 1.2.2, la funzione 
di trasferimento sarà: 
p
p
out i
p2in
p
i
k1 k s+PI(s)
(s) TsPLL(s)= =
1 k(s) 1+ PI(s) s + k s+
s T
⋅θ
=
θ
2
2 2
2
2
n n
n n
s
s s
ζω +ω
=
+ ζω +ω
  (1.13) 
con 
2
; 0.707;
2 2
p ip
n
i
k Tk
T
ω = ξ = = =      (1.14) 
 
Volendo progettare il sistema in funzione del tempo di assestamento al 2% 
pari a 0,0207 s le relazioni che intercorrono sono: [8] 
29.2
444, 4; 0,0045s;
2.3
s
p i
s
t
k T
t
ξ
= = = =      (1.15)