L'esorcismo. Confronto storico e interpretazione teologica dei rituali esorcistici per ossessi
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1.2. Il Nuovo Testamento In un articolo del biblista Karl Kertelge 23 si legge che tra le opere compiute da Gesù e narrateci dai Vangeli, grande importanza assumono gli esorcismi. Con le guarigioni, gli esorcismi costituiscono la parte fondamentale dei miracoli di Gesù poiché nella stessa misura si riferiscono alla reintegrazione fisica e spirituale dell’uomo grazie all’azione misericordiosa di Dio. Questi esorcismi vengono considerati miracoli perché in essi Dio stesso si manifesta al mondo come colui che compie meraviglie 24 e per questo devono essere spiegati partendo dal contesto dell’annuncio di Gesù della venuta del Regno di Dio. Il rischio di limitarsi a considerare solo l’aspetto fenomenologico degli esorcismi sarebbe quello di vedere in Gesù solo uno dei tanti esorcisti del suo tempo. Invece, ciò che rende unici i suoi atti di liberazione dal demonio è il fatto che Gesù vede le pene degli uomini e offre loro un aiuto efficace al di là della possibilità che gli individui identificati come ossessi possano venir guariti anche attraverso un trattamento medico. Gesù si serve di una prassi esorcistica già utilizzata che lui però non intende descrivere né fissare in schemi rituali così, nell’affidare ai suoi discepoli il compito di guarire i malati e scacciare i demoni, li esorta alla prassi del suo annuncio del Regno di Dio in parole ed in opere e non solo alla assunzione di particolari pratiche rituali. Per Gesù e gli autori neotestamentari, l’ossessione non è soltanto una forma di malattia fisica dell’uomo, come capita a volte sentir parlare biblisti e teologi, ma in alcuni passi biblici si dice chiaramente che gli uomini hanno un “demonio”, uno “spirito impuro” senza accennare ad alcun tipo di malattia. Chiaramente, dicendo questo, vogliamo insistere sul fatto che l’uomo è sempre in balia del potere distruttivo del demonio dal quale viene “catturato” e “modificato” nella sua essenza. L’ossesso in questa fase crea un legame tale con il demonio da non mostrare più quello che è in realtà. Si trasforma il modo di esprimersi del posseduto, segno dell’alienazione dell’uomo da se stesso, c’è la perdita di ogni attività relazionale per ritornare in sé una volta cacciato il demonio. In queste persone si vede fino a che punto il genere umano è esposto agli attacchi del male e quanto gli sia difficile difendersi da questi assalti. E’ solo per questo motivo che Gesù non spiega la malattia e la possessione con il peccato personale del malato ma anzi nel caso del cieco nato afferma che è così perché si possano manifestare in lui le opere di Dio misericordioso. In qualsiasi guarigione operata da Gesù si manifesta quindi l’azione continua di Dio creatore. Gli esorcismi di Gesù assumono le caratteristiche di essere “segni promettenti” di salvezza per una umanità enormemente bisognosa di redenzione, per questo nessuna guarigione o liberazione 23 K. KERTELGE, Diavolo, demoni, esorcismi in prospettiva biblica, in GdT 149, pp. 9-44. 24 Cfr. Sal 86,10; Is 9,6.
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Informazioni tesi
Autore: | Cristian Bonaldi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale |
Facoltà: | Teologia |
Corso: | Teologia |
Relatore: | Valentino Ottolini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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