L'intervento delle Camere nell'esercizio dei poteri legislativi delegati al Governo in Italia ed in Spagna
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13 indicate, consentendogli, per questa via, di perseguire un fine politico parallelo a quello perseguito dal Parlamento ( 16 ). Per quanto riguarda, invece, le Camere, sempre la legge n. 2263 del 1925, da un lato, escludeva la possibilità che queste potessero approvare la mozione di sfiducia per sanzionare eventuali responsabilità politiche dell’esecutivo; dall’altro, tale legge conferiva al Capo del Governo il potere di predisporre l’ordine del giorno del Parlamento stesso ed anche il potere di chiedere, entro tre mesi, il riesame di un disegno di legge a lui gradito, ma respinto dalle Camere ( 17 ). A ciò si deve aggiungere che il 9 novembre 1926, il Governo, “con un provvedimento illegittimo sul piano costituzionale e contraddittorio dal punto di vista della motivazione politica” ( 18 ), dichiarava la decadenza dall’ufficio di parlamentare tanto degli esponenti delle opposizioni ritiratisi sull’Aventino dopo il delitto Matteotti, quanto dei membri del Partito comunista che, invece, non avevano abbandonato i lavori delle Camere. Per quanto riguarda, infine, le prerogative del Re, esse furono notevolmente ridimensionate proprio in conseguenza dell’incremento dei poteri del Capo del Governo: la Corona, in sostanza, rimaneva titolare del potere solo formale (essendo la volontà del sovrano condizionata da quella mussoliniana) di nominare e revocare i Ministri e della facoltà di assumere il comando nominale delle forze armate in ( 16 ) Si ricordi che lo Statuto albertino era una Costituzione flessibile, per cui le disposizioni in esso contenuto erano suscettibili di essere derogate da altre norme, purché di rango legislativo. Cfr. TRENTIN S., op. ult. cit., pag. 198 e segg. Come sottolinea, inoltre, GHISALBERTI C., op. ult. cit., pag. 359, il termine per la conversione dei decreti legge fu esteso a due anni e si lasciava al solo Governo la valutazione dei presupposti della necessità e dell’urgenza, sicché appariva chiara l’avvenuta usurpazione della funzione legislativa da parte dell’esecutivo. ( 17 ) Cfr. GHISALBERTI C., op. ult. cit., pag. 358. ( 18 ) GHISALBERTI C., op. ult. cit., pag. 360.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonio Pepe |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1997-98 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Sergiop. Panunzio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 212 |
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