3 
 
INRODUZIONE 
 
 
 
 
 
Il seguente lavoro ha come obbiettivo quello di mettere in luce alcuni dei fattori, 
positivi e negativi, che hanno portato alla ribalta dell economia e dell attenzione 
sociale globale una nazione, la Cina1, che fino a qualche decennio fa viveva in una 
situazione di forte arretratezza e d isolamento internazionale. 
 In particolar modo si cercher  di proporre una dop pia visione di questo Paese, il 
piø popolato del mondo con piø di un miliardo e trecentomila abitanti, la quale sia in 
grado da una parte di esporre il livello di progresso economico raggiunto ad oggi, 
dall altro presentare le violazioni contro molti diritti fondamentali dell uomo arrecati 
alla gran parte della popolazione. Eppure sembra essere questo uno dei fattori che 
hanno contribuito al sorgere del drago rosso: il rinunciare ad alcune libert  
individuali a favore dello sviluppo della nazione2. 
Tale lavoro cerca inoltre di tracciare delle prospettive relative all immediato 
avvenire del gigante asiatico per cercar di capire se con una formula risultata cos  
vincente fino ad oggi, e cioŁ investire su una crescita economica di stampo 
capitalistico a discapito della promozione di un assetto istituzionale democratico con 
salvaguardia di tutti i diritti fondamentali della sfera umana, potr  proseguire anche in 
un futuro prossimo segnato da vari movimenti di trasformazione e di maggior 
apertura mentale, sempre piø  occidentalista . 
                                                 
1
 1,3 miliardi di abitanti raggiunti nel gennaio 2005. Maria Weber,  La Cina alla conquista del mondo , Roma, Newton 
Company, 2006, p. 60. 
2
 Modello che Darhendorf chiama del  nuovo autoritari smo asiatico , da imitare per un simile sviluppo di  molti Paesi 
occidentali, con le dovute differenze e perplessit . Ralfh Darhendorf,  Quadrare il cerchio , Bari, Ed.Laterza, 1994, 
p.82. 
 
4 
 
Questo Ł l obiettivo principale di suddetto elaborato. Infatti non si vuole avere la 
presunzione di suggerire strategie d intervento o di mutamento di un assetto sociale, 
politico ed economico distante ideologicamente e fisicamente dalla nostra realt , nØ 
tanto meno indicare quali siano, se esistono, linee guida ottime per risolvere nella 
maniera migliore l interrogativo di cui al paragrafo precedente. Si vuole 
semplicemente delineare una serie di idee e prospettive che sono emerse dall analisi e 
dallo studio di vari autori e dalla consultazione di altrettanti siti internet che 
affrontano il  problema Cina  con occhio critico e professionale. 
Con tale annotazione, infine, si vuole mettere il lettore a conoscenza del fatto che, 
a causa della complessit  dell argomento, della vas tit  del campo d indagine e della 
limitatezza di possibilit  di un lavoro come questo , l autore avverte che alcuni temi 
non sono stati approfonditi in maniera dettagliata o solamente citati. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
5 
 
CAPITOLO 1 
SVILUPPO ECONOMICO GLOBALE E REGIME POLITCO NON 
DEMOCRATICO 
 
1.1 : LA NASCITA DEL COLOSSO CINESE 
 
Molti oggi concordano nel far risalire l inizio dell ascesa della Cina, nel mondo 
economico globale, a partire dalla fine degli anni  70, quando, in seguito alla presa di 
potere da parte di Deng Xiao Ping, vennero attuate notevoli riforme migliorative sia 
da un punto di vista politico che economico. Venne accantonato il vecchio modello 
comunista maoista che il  grandeTimoniere  3 aveva perseguito per piø di due decenni 
e che, contando su un forte apparato centralizzato e l eliminazione di ogni forma di 
contestazione, aveva portato la popolazione ad un evidente stato di arretratezza 
rispetto alle economie capitalistiche occidentali o ad altri Paesi comunisti come 
l Unione Sovietica. 
Le riforme attuate da Deng, a partire da una maggiore apertura della Cina verso il 
mondo esterno fino ad arrivare a varie politiche di miglioramento della vita della 
popolazione, hanno portato enormi trasformazioni nella condotta e nel pensiero delle 
persone, tanto che il Paese che oggi ci si presenta Ł lontano anni luce da quello di 
mezzo secolo fa; un gigante da piø di un miliardo persone che si reggeva su 
un economia prevalentemente agricola. Le trasformazioni piø evidenti si sono viste a 
partire dal settore industriale, con una fortissima crescita di questa attivit  sostenuta 
dallo Stato, e da importanti operazioni governative come la privatizzazione 
dell economia, un liberalismo di stampo occidentale, un apertura sempre maggiore 
verso il mercato internazionale, favorita anche dalla presenza massiccia di 
multinazionali americane ed europee sul suolo cinese. 
                                                 
3
 Mao Tse Tung (1893-1976), fondatore della Repubblica popolare cinese e timoniere della stessa negli anni della 
chiusura della Cina verso il mondo esterno. Maria Weber, p.40, op. cit. p.1. 
 
6 
 
Importanti novit  sono state introdotte anche da un  punto di vista sociale e 
politico, come il cercar di limitare un eccessivo e dannoso sviluppo demografico, 
attraverso l attuazione della legge del figlio unico4, o il proporre una maggiore 
apertura politica nei confronti della popolazione attraverso anche una migliore 
autonomia e vivacit  dei mezzi di comunicazione di massa. 
Ma piø in generale Ł la nuova aria di apertura e di voglia di mettersi alla pari con 
il resto del mondo a caratterizzare l inizio e lo sviluppo successivo del colosso cinese. 
 
1.1.1 : CONTRADDIZIONI IMMEDIATE  
 
Le riforme e le trasformazioni messe in atto dal governo Deng, tuttavia, non 
devono portar a credere che la situazione complessiva era, ed Ł tutt ora, 
completamente positiva. La Cina, del resto, Ł un Paese di forti contraddizioni, a 
cavallo tra libert  economica e restrizione di molt i diritti umani. Basti pensare alla 
celebre rivolta di piazza Tienanmen del giugno del 1989 in cui i carri armati mandati 
dal governo stroncarono nel sangue una rivolta popolare nata per la concessione di 
maggiori libert . 
Le stesse trasformazioni e riforme economiche, con seguente aumento del PIL e 
della ricchezza della popolazione, hanno interessato fin da subito una parte limitata 
dei cittadini cinesi e cioŁ quelli della regione del sud-est del Paese, oltre a quelli della 
capitale, Pechino. 
Senza contare le restrizioni da un punto di vista della libert  di pensiero e di 
libera circolazione delle idee che, dopo un primo periodo di evoluzione sul modello 
costituzionale occidentale, ha subito un brusco rallentamento e un maggior controllo 
da  parte del governo centrale comunista. 
Tali forti contraddizioni si sono sviluppate sin da subito e le ritroviamo ancor  
                                                 
4
 Legge secondo la quale le famiglie devono procreare un numero di figli non superiore ad un unit , per non incappare 
in ammende o sanzioni da parte delle autorit . Tale  legge Ł attuata soprattutto nelle grandi citt , anche se ai giorni nostri 
vi Ł una maggiore libert , con la riforma della suddetta che autorizza alla procreazione di un secondogenito, 
specialmente se il primo Ł una femmina. Federico Rampini,  Il secolo cinese , Milano, Mondadori, 2005, p.187.  
 
7 
 
oggi nella societ  e nella politica cinese. 
 
1.2 : LA SITUAZIONE ECONOMICA ATTUALE 
 
Il grandissimo boom economico cinese Ł ormai una realt  riconosciuta in tutto il 
mondo e sotto gli occhi di tutti. Il suo avvento nel mercato globale ha portato una 
serie di cambiamenti sia a livello produttivo che di sfruttamento delle risorse umane e 
materiali come non si era mai visto nella storia economica. La sua scalata Ł stata 
consacrata non solo dai rapporti annuali sulla crescita del PIL5 e dai dati sulle 
esportazioni dei prodotti cinesi, ma anche dall entrata del  dragone rosso  all interno 
di organizzazioni economiche internazionali, come il WTO6, che ne hanno aumentato 
e certificato il riconoscimento globale. 
Molti economisti e ricercatori vedono nell evoluzione economica cinese il 
riproporsi di quelle esperienze e di quegli investimenti che nel secolo scorso avevano 
portato gli Stati Uniti a diventare il colosso mondiale nel campo della produzione e 
degli scambi commerciali. Non a caso la Cina Ł spesso etichettata come la nuova 
America, una nazione, cioŁ, che se manterr  queste sbalorditive cifre di crescita e 
progresso, diventer  la potenza egemone in ambito e conomico del XXI secolo. 
Il  Made in China  che invade i mercati di mezzo mo ndo rappresenta da una parte 
uno dei punti di forza della crescita del Paese asiatico e dall altra uno dei motivi 
d allarme per la sopravvivenza dei prodotti autoctoni delle nazioni in cui le 
produzioni cinesi vengono distribuite e che rappresentano una fonte di concorrenza 
molto forte. Gli articoli maggiormente prodotti ed esportati sono quelli noti che 
riguardano il tessile ed i giocattoli, ma le industrie cinesi si stanno attrezzando ed 
evolvendosi nella produzione in alcuni settori, come quello automobilistico7, che 
                                                 
5
 Che oscilla tra l 8 e il 10 per cento annuo. Livello che nei Paesi europei Ł solo un miraggio. Oded Shenkar,  Il secolo 
della Cina , (trad. The Chinese Century), Torino, Il sole 24 ore, 2005, p.2 
6
 Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organitation). 
7
 Settore che si attesta al secondo posto mondiale per produzione. TG1 economia, 15-01-2007. 
8 
 
rappresentano novit  nelle fabbricazioni dell ex im pero. Senza contare i nuovi 
massicci investimenti nelle produzioni high tech e labour intesive. Meno attivo e 
prolifico appare, invece, ad oggi, la scalata nel mondo dei mercati finanziari da parte 
di fonti d investimento cinesi. Tale ambito economico prevale invece ad Hong Kong, 
regione che assieme alla storica ribelle Taiwan e a Singapore, oltre naturalmente alla 
Repubblica Popolare Cinese, forma quella che Ł riconosciuta globalmente come 
essere la Grande Cina8, un mix cioŁ di risorse umane, materiali, economico - 
finanziarie, scientifiche e tecnologiche che forse non ha eguali nel mondo. 
Ma quali sono i fattori che hanno portato e che, secondo molti, porteranno la Cina 
ad essere il gigante economico del futuro prossimo, scavalcando gli Stati Uniti dopo 
aver gi  bissato i Paesi dell Unione Europea? Ebben e, essi vanno ritrovati in primis 
nella straordinaria forza lavoro di cui pu  disporr e un colosso da piø di un miliardo e 
trecentomila abitanti. Una  miniera  praticamente i nesauribile di manodopera a costo 
relativamente basso che nella maggior parte dei casi immola i propri diritti di 
lavoratori nella prospettiva di un miglioramento della propria condizione economica 
e di vita. Alla disponibilit  di forza lavoro umana  va aggiunta una disponibilit  di 
materie prime che, rapportata ad una nazione che si estende per gran parte dell Asia, 
lascia immaginare la sconfinata possibilit  di riso rse materiali, carbone fossile in 
primis. Da questo punto di vista, per , bisogna dir e che non vi sono grandi giacimenti 
di greggio e ci  obbliga il governo di Pechino a fo rti investimenti per l acquisto di 
petrolio. 
Tale forza lavoro Ł naturalmente sfruttata regolarmente non solo dalle sempre piø 
emergenti industrie cinesi, ma, soprattutto negli anni passati, dalle grandi 
multinazionali che, con la prospettiva di grandi ricavi a prezzi molto convenienti, 
hanno investito molto in Cina, portando con sØ tecnologie e ingenti capitali da 
sfruttare.  
Tutto ci  ha comportato naturalmente un miglioramen to delle infrastrutture e 
delle vie di comunicazione che hanno portato un rapido step in tal senso. 
                                                 
8
 O.Shenkar, p.50, op.cit.pag. 5 
9 
 
Ma la vera forza che le multinazionali estere hanno portato in questa zonadell Asia Ł 
stata la tecnologia che in pochi anni ha permesso ai produttori cinesi e al governo di 
investire in tal senso per raggiungere e cercar di superare la concorrenza straniera. 
Emblematico Ł il fatto che oggi abbiamo molte  multinazionali del dragone sparse per 
il mondo che si avvalgono delle prestazioni lavorative degli abitanti di tali Paesi 
ospitanti. Il rovescio della medaglia! 
Il progresso tecnologico e scientifico, poi, non si avvale solo dell opera di 
investimenti stranieri: da alcuni anni a questa parte, si sta verificando un fenomeno 
che in altre nazioni, Italia compresa, Ł additato essere come una delle cause di 
maggior appannamento del progresso. Ci si riferisce al cosiddetto ritorno dei cervelli 
che, contrapposto alla fuga dei cervelli da quei paesi sopraccitati, rappresenta un 
investimento vantaggioso per il futuro della Cina. Infatti molti dei migliori studenti 
delle universit  straniere, americane in particolar e, sono di origine cinese e, una volta 
completato il proprio percorso di studi, ritornano nella madrepatria, portando con sØ 
tutte quelle conoscenze  tecniche che rappresentano un importante trampolino di 
lancio per investire nella ricerca e nello sfruttamento di tali conoscenze a livello 
produttivo. E proprio in questa direzione si stanno indirizzando gli sforzi economici: 
investire sui  cervelli  cinesi per dipendere sempr e meno dalle tecnologie estere e 
portare il livello di quelle interne ad un livello superiore per competere con i giganti 
industriali americani, ma anche giapponesi. 
Altro fattore di contorno, ma non per questo meno importante, che ha contribuito 
a rendere la Cina uno spauracchio per le maggiori economie mondiali, va ritrovato 
nella mano ferma del governo centrale comunista che, grazie a riforme atte a favorire 
lo sviluppo del Paese, come l undicesimo piano quinquennale 2006-2011, e a una 
revisione nella concezione di sviluppo9, ha portato la nazione ad un buon livello di 
progresso, almeno da un punto di vista produttivo. 
 
                                                 
9
 All inizio del boom cinese,l allora presidente Den g aveva intrapreso la politica dello  sviluppo a tutti i costi , 
proponendo cos  una tipologia di investimenti che scavalcavano la ricerca e lo studio di tecnologie e metodi alternativi. 
Oggi si parla di  sviluppo scientifico con maggior indirizzo verso tale prospettiva. Fernando Mezzetti,  Da Mao a 
McDonald s , Milano, Tea, 2006, p.291.  
10 
 
Infine, fattori di ordine politico ed economico internazionale hanno favorito la 
rapida ascesa del dragone: tra tutti la caduta dell ex Unione Sovietica che ha portato 
la Cina ad essere lo Stato comunista piø popolato ed importante al mondo, con 
prospettive di emulazione per altri Paesi con condizioni simili a quelle del gigante 
asiatico; basti pensare ai sogni di grandezza della Corea del Nord, fatte le dovute 
differenze col suo colossale modello. Per quanto riguarda il rapporto e il livello 
d influenza dello Stato cinese con il resto del mondo, bisogna fare dei discorsi 
differenti da continente a continente, tenendo presente il fatto che, a causa della 
globalizzazione, il  Made in China  e il suo peso c ommerciale rappresentano forti 
fattori d influenza nell intero globo terrestre.  
 
1.2.1 : AFRICA E AMERICA LATINA 
 
Queste due regioni sono notevolmente influenzate dalla pressione cinese, sempre 
alla ricerca di nuovi mercati in cui investire e di nuove risorse da accaparrarsi, 
specialmente petrolifere. In particolar modo, nel continente nero la Cina ha 
sviluppato importanti scambi economici, diventando il terzo partner commerciale 
africano e il secondo per vendita di armi. Gli imprenditori cinesi si stanno facendo 
largo in Africa con gli stessi mezzi utilizzati nella scalata al resto del mondo: armi, 
molto denaro e pochi scrupoli. Del resto il continente africano,  a cause delle precarie 
condizioni socio-economiche della maggior parte dei Paesi, rappresenta un terreno di 
conquista molto fertile da parte degli  investitori  gialli  che, in cambio della 
costruzione di infrastrutture e la realizzazione di progetti all avanguardia,  riescono 
ad attecchire sul suolo africano in maniera molto fertile ed il governo di Pechino 
riesce ad ottenere forti sconti nell acquisto del greggio. Del resto, uno dei punti di 
forza di questa nuova colonizzazione del continente africano da parte della Cina sta 
nel fatto che gli investitori asiatici non si fanno alcun scrupolo di ordine etico, per cui 
l espansionismo di questa nazione procede indisturbato, tanto che in molti tendono a 
riconoscere nella Cina il nuovo padrone dell Africa.