La cooperazione decentrata tra Italia e Brasile. Il programma 100 città per 100 progetti
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5 di interventi mossi prevalentemente da un sentimento di solidarietà verso le situazioni di emergenza in cui vivono i PVS. 7 A partire dal 1971, si comincia a porre rimedio alla frammentazione normativa mediante l’attribuzione al MAE della sovrintendenza “al coordinamento, nell'ambito del settore pubblico e tra questo e il settore privato, delle iniziative e di programmi operativi di cooperazione tecnica”, 8 delineando così un Servizio autonomo caratterizzato da una maggiore efficienza, 9 dotato di competenze tecniche e più aperto alla società civile mediante l’ausilio di un Comitato consultivo misto. Quanto alla cooperazione finanziaria, essa viene regolata dalla legge sui crediti all’esportazione, mentre la cooperazione multilaterale è affidata al Ministero del Tesoro, insieme alla Direzione generale agli affari economici del MAE. In questo scenario, l’impegno italiano si concretizza prevalentemente nell’ambito della cooperazione multilaterale, attraverso la devoluzione di fondi ad organismi internazionali. 10 Il 1979 è l’anno che dà inizio a quella che viene definita come la fase “di politicizzazione” della cooperazione italiana allo sviluppo. 11 Ciò avviene attraverso l’approvazione della legge n. 38/79 sulla “Cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo” che riafferma gli elementi essenziali della cooperazione italiana, 12 amplia la definizione di “cooperazione allo sviluppo” 13 e prevede la creazione di un Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo (DCS), la cui azione, però, viene limitata dallo strapotere del MAE. 7 BARALDI, G., Origine ed evoluzione della cooperazione decentrata italiana, documento consultabile su: http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/documentazione/Report/ 2010-01-01_OrigineCoopDec.pdf. 8 Legge n. 1222 del 1° dicembre 1971 sulla “Cooperazione tecnica con i paesi in via di sviluppo”. 9 Servizio per la Cooperazione tecnica con i paesi in via di sviluppo. 10 GALLIZIOLI, P., Breve storia della Cooperazione allo Sviluppo in Italia, La Paz, UTL, 2009, pp. 2-3. 11 ISERNIA, P., La cooperazione allo sviluppo, op. cit. Si veda anche ISERNIA, P., L’evoluzione della cooperazione allo sviluppo italiana, in IANNI, V., (a cura di) Verso una nuova visione dell’aiuto, Pomezia, ANCI-MAE/DGCS, 2004, pp. 96-98. 12 Centralità del ruolo del MAE e collegamento tra politica di cooperazione e politica estera (art. 4), mantenimento del comitato consultivo (artt.7-8) e direzionale (art. 10), distinzione della gestione tra fondi bilaterali e multilaterali (art. 44). 13 Si comincia a parlare di “cooperazione allo sviluppo” differenziando il concetto da quello di “cooperazione tecnica” e affermando la necessità di perseguire “obiettivi di solidarietà tra i popoli, ispirandosi ai principi stabiliti dalle Nazioni Unite” (art. 1 della legge 38/79).
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Falbo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale |
Relatore: | Raffaele Cadin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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