La cooperazione decentrata tra Italia e Brasile. Il programma 100 città per 100 progetti
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7 Dipartimento (DCS) e del FAI; l’Unità Tecnica Centrale (UTC) “a supporto dell’attività della DGCS e limitatamente allo svolgimento dei compiti di natura tecnica”, 22 collegata ad Unità Tecniche di cooperazione nei PVS. 23 Dal punto di vista delle competenze bilaterali e multilaterali, queste risultano ancora divise tra il Ministero del Tesoro e il MAE, dal punto di vista tanto politico, quanto finanziario. Infatti, oltre al Fondo Rotativo per i crediti di aiuto, gestito dal Ministero del Tesoro, 24 viene creato un Fondo Speciale per la Cooperazione allo Sviluppo, 25 gestito dalla DGCS. Nonostante le innovazioni e il nuovo quadro normativo, non mancano i problemi e le conflittualità che hanno reso più complessa l’azione italiana a livello di cooperazione. A ciò si aggiunga una situazione di crisi dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo 26 (APS) che dopo aver raggiunto i suoi massimi livelli alla fine degli anni ’80, 27 comincia il suo percorso in discesa a partire dai primi anni novanta: dallo 0,31% del 1990, nel 1994 tocca lo 0,27%, fino a raggiungere il minimo dello 0,11% nel 1997. 28 Il brusco calo è anche legato allo scandalo di “Tangentopoli” e alla crisi fiscale che portano alla riduzione delle spese di bilancio e dunque alla quota assegnata all’APS. I tagli riguarderanno prevalentemente l’ambito degli aiuti bilaterali, mentre, gli impegni assunti con accordi internazionali e la necessità di difendere l’immagine dell’Italia all’esterno permettono una maggiore tutela del canale multilaterale. 29 Gli anni novanta, un momento delicato per quanto riguarda la definizione di un nuovo assetto legislativo, conoscono un incremento del coinvolgimento delle ONG, nonché l’emergere di un interesse delle Autonomie locali che, attraverso reti 22 Ibidem art. 12. 23 Ibidem art. 13. 24 Ibidem art. 6. 25 Ibidem art. 14. 26 Per APS (in inglese, ODA: Official Development Assistance), “s’intendono, oltre all'assistenza tecnica e alla formazione – consistenti in doni sotto forma di risorse umane ed equipaggiamenti tecnici –, doni o prestiti agevolati a Paesi rientranti in una particolare categoria, che è la cosiddetta Parte I della lista del DAC/OCSE”. AA.VV., Manuale di formazione. Le nuove opportunità della cooperazione decentrata, Roma, OICS, 2005, p. 9. 27 Nel 1989 l’Italia destina lo 0.42% del suo PIL all’APS. 28 Dati tratti dal sito del MAE sulla cooperazione allo sviluppo, http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/Documentazione/PubblicazioniTrattati/2011- 05-16_TrendAps1990-2010.pdf. 29 BONITO, E., Cooperazione allo sviluppo e sostenibilità urbana. Un progetto per l’Avana, tratto dal sito http://digilander.libero.it/emibonit/coop.htm#_ftn25.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Falbo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale |
Relatore: | Raffaele Cadin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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