La cooperazione decentrata tra Italia e Brasile. Il programma 100 città per 100 progetti
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8 di cooperazione partenariali, cercano di essere la risposta alla crisi di questi anni, dando un nuovo input alla politica di cooperazione italiana che assume un’ottica sempre più attenta alle emergenze umanitarie, ai problemi dello sviluppo sostenibile, dei flussi migratori oltre che della lotta alla povertà e della crescita dei PVS. 30 Già la legge 49/87 aveva riconosciuto alle Regioni, alle Province Autonome e agli Enti locali italiani la possibilità di promuovere e realizzare iniziative di cooperazione allo sviluppo – oltre che di solidarietà internazionale 31 − considerandoli come le strutture attraverso le quali realizzare l’attività cooperativa ordinaria e straordinaria. 32 Le stesse iniziative verranno meglio definite l’anno successivo con l’adozione delle “Linee di indirizzo per lo svolgimento di attività di cooperazione allo sviluppo da parte delle Regioni, delle Province autonome e degli Enti locali” 33 che, ancora oggi – regolando i rapporti tra le Autonomie locali e l’ambito governativo in materia di cooperazione; riconoscendo il ruolo delle autonomie locali nel coinvolgimento delle strutture economiche e sociali del territorio ed evidenziando procedure e modalità operative – rappresentano l'unico testo organico in materia. Nel 1990 la legge dell’8 giugno, n. 142 sul nuovo ordinamento degli Enti locali sancisce il principio dell’autonomia statutaria e finanziaria dei Comuni e delle Province. 34 La partecipazione delle Autonomie locali e della società civile introduce novità importanti. Nel settembre 1991 viene creato, per volontà della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome italiane, l’Osservatorio Interregionale sulla Cooperazione allo Sviluppo (OICS), una struttura comune che si adopera in 30 GALLIZIOLI, P., Breve storia della Cooperazione allo Sviluppo in Italia, op. cit., p. 4. 31 I commi 4 e 5 dell’articolo 2 della Legge 49/87 sottolineano come “Le attività di cui alle lettere a), c), d), e), f), h) del comma 3 possono essere attuate, in conformità con quanto previsto dal successivo articolo 5, anche utilizzando le strutture pubbliche delle regioni, delle province autonome e degli enti locali. Le regioni, le province autonome, gli enti locali possono avanzare proposte in tal senso alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo di cui all'articolo 10. Il Comitato direzionale di cui all'articolo 9, ove ne ravvisi l'opportunità, autorizza la stipula di apposite convenzioni con le suddette strutture pubbliche”. 32 Art. 11, comma 1. 33 Approvate con delibera n. 12 dal Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo nella riunione del 17-3-89. 34 Successivamente integrata e modificata con Legge n. 265 del 3 agosto 1999 “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali”.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Falbo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale |
Relatore: | Raffaele Cadin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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