visione del mondo e una gerarchia di valori che variano a seconda degli interessi, dei 
desideri, degli intenti e delle idee dell’autore sulla politica, sulla cultura e sull’arte, oltre a 
dipendere dal contesto socio-culturale a cui l’autore appartiene, in quanto “behind the 
mechanism of the literary systems, we find the individual human beings”
6
. 
Un’opera letteraria, perciò, è sempre esposta a varie influenze, determinate sia 
dall’attitudine dello scrittore verso la lingua e la cultura dell’ipotesto e dell’ipertesto, sia 
dalla dimensione letteraria, storica e sociale in cui la riscrittura ha luogo. Il testo 
medievale, in particolare, non va visto soltanto come “a fascinating and complex medieval 
narrative, but as a text in motion, driven by variable contemporary interests and vivid 
human desires”
7
, soggetto a continui processi di scrittura e di riscrittura che coinvolgono 
società ed istituzioni sempre diverse. 
Riferendosi all’epoca vittoriana, Wawn scrive
8
:  
 
“Eddas and sagas were […] moralised, allegorised, nationalised, imperialised, colonialised, 
politicised, sectorialised, regionalises and genderised. It is, however, because of this capacity 
to undergo cultural transformation and modernisation that the Old North has retained its 
power to attract and intrigue”. 
 
Soprattutto attraverso le riscritture, infatti, le opere letterarie medievali possono trovare 
nuova forma e acquistare nuovi significati in un continuo processo metamorfico “which 
enables literary texts to cross cultures and endure history”
9
, assicurando così la 
sopravvivenza di testi che, se non venissero riscritti, verrebbero in molti casi dimenticati.  
Secondo l’approccio epistemologico dei “Translation Studies”, quindi, i prodotti del 
processo di riscrittura vanno analizzati chiedendosi come e perché il testo è stato riscritto: 
chi riscrive, con quali motivazioni e scopi, in quali circostanze, per quale pubblico e in che 
modo. Se un testo, inoltre, è stato èdito, tradotto o riscritto più di una volta nel corso di un 
periodo di tempo più o meno lungo da autori differenti in contesti socio-culturali e in 
luoghi diversi, la comparazione e l’analisi filologica della relazione tra le varie riscritture e 
l’ipotesto può offrire spunti interessanti sulla diversa ricezione di un’opera nella storia 
culturale dei parlanti della lingua d’arrivo.  
Proprio questo sarà l’intento del presente lavoro di tesi: dopo una presentazione 
analitica dell’ipotesto, ne analizzerò due riscritture inserendole prima nel loro contesto di 
ricezione.  
                                                 
6
 Helgason (1999: 8). 
7
 Helgason (1999: 2). 
8
 Wawn (2000: 359).  
9
 Helgason (1999: 4). 
La prima sezione del lavoro (cap. I) tratterà della Grettis saga, una delle più popolari 
Íslendingasögur che fu, però, come le altre opere del patrimonio letterario nordico, per la 
maggior parte sconosciuta al di fuori dell’Islanda fino al XVII e XVIII secolo e che, in 
area anglofona, fu disponibile in edizioni, traduzioni e riscritture solo a partire dal XIX 
secolo
10
. 
Nella seconda sezione, invece, dopo un capitolo introduttivo (cap. II) sulla ricezione 
della letteratura medievale islandese in Gran Bretagna e negli Stati Uniti tra ’800 e ’900, 
verrà analizzata, al cap. III, la riscrittura della Grettis saga da parte dell’autore vittoriano 
Sabine Baring Gould – Grettir the Outlaw: a Story of Iceland,  (1890) – e, al cap. IV, la 
rielaborazione della stessa Íslendingasaga da parte dello scrittore americano Allen French 
– Grettir the Strong (1908) –.  
Con questi romanzi, Sabine Baring Gould ed Allen French si uniscono ad un ampio 
gruppo di autori europei e americani del XIX e del XX secolo che utilizzarono intrecci, 
temi, motivi e figure della letteratura islandese medievale per creare opere originali adatte 
alla ricezione in una nuova epoca e in un nuovo contesto geografico, storico e culturale. 
Questi autori furono influenzati da un crescente interesse nei loro paesi per la produzione 
letteraria in antico nordico, che si collegava alla nascita di istanze nazionalistiche per cui 
lo studio del Medioevo islandese faceva parte di una più generale ricerca, da parte dei 
popoli di origine germanica, delle proprie radici razziali e culturali. Come è avvenuto per 
molte altre opere della tradizione scritta in lingua norrena, la Grettis saga, come vedremo, 
venne dunque utilizzata, nei decenni a cavallo tra ’800 e ’900, per trasmettere le ideologie, 
le visioni del mondo, gli intenti e i propositi di coloro che la riscrivevano.  
Gran parte delle riscritture moderne dei testi norreni “have enjoyed only limited and 
rather negative attention. But recent developments in the fields of translation and reception 
studies stress the cultural impact of such translations and adaptations of classical texts”
11
. 
La presente analisi della Grettis saga e di due delle sue attualizzazioni moderne, pertanto,  
si inserisce nel contesto degli studi più recenti sulla ricezione dei testi, il cui scopo 
principale è quello di identificare “the dialogue between literary (re)production and 
society”
12
. 
 
 
                                                 
10
 Cfr. Helgason (1999: 6). 
11
 Helgason (2005a: 186).  
12
 Helgason (1999).  
Dal cap. 3 “Sabine Baring Gould, Grettir the Outlaw: A Story of Iceland” 
 
3.3 Perché Baring Gould riscrive la Grettis saga? 
 
Baring Gould cominciò a leggere la Grettis saga durante i suoi anni di insegnamento 
all’Hurstpierpoint College nel Sussex, nove anni prima che venisse pubblicata la prima 
traduzione inglese della saga da parte di William Morris ed Eiríkur Magnússon. Baring 
Gould la lesse in antico islandese dopo aver studiato una grammatica dell’islandese scritta 
in danese ed utilizzando un dizionario Islandese-Danese. Lo scrittore vittoriano non 
conosceva una parola di danese, perciò dovette prima imparare la lingua danese per poter 
poi leggere l’islandese. Man mano che traduceva, nelle ore di scuola Baring Gould 
raccontava ai suoi allievi le avventure di Grettir il «Forte ».  
Nella prefazione a Grettir the Outlaw, Baring Gould scrive che, dopo trent’anni dalla 
sua traduzione della Grettis saga, un giorno incontrò un suo vecchio allievo che gli confidò 
come, dopo tanto tempo, avesse cercato di raccontare ai suoi figli le avventure del 
fuorilegge Grettir, senza riuscire però a ricordare gli avvenimenti nel giusto ordine. Per 
questa ragione chiese al suo insegnante di un tempo di riscrivere la saga in forma di 
romanzo per ragazzi: 
 
“The other day I met an old pupil of mine, and almost the first thing he said to me was: “Oh! 
Do you remember Grettir? Thirty years ago! Fancy! I am a married man and have boys of 
my own, and I have often tried to tell them the story which made such an impression on me, 
but I cannot remember all the incidents nor their order, I do wish you would write it as a 
story for boys. I should like to read it myself again, and my boys would love it. “Very well,” 
I said, “I will do so”
13
. 
 
Sabine Baring Gould accettò di buon grado di adattare la sua traduzione della saga ad un 
pubblico di giovani lettori, impregnando il suo testo di insegnamenti morali e di lezioni di 
vita oltre a razionalizzare, come vedremo
14
, quegli aspetti del testo originale che avrebbero 
potuto confondere le menti dei ragazzini. Oltre ad essere stato un docente, infatti, Baring 
Gould fu anche un esponente della Chiesa, per il quale i valori cattolici anglicani 
rappresentarono un punto di riferimento fisso per tutta la vita
15
 e trasparirono, come 
abbiamo visto in precedenza
16
, in molte delle sue opere. Era molto importante per lui, 
                                                 
13
 Cfr. Baring Gould (1990: vi). 
14
 Cfr. § 3.4. 
15
 Cfr. Wawn (2007: 401). 
16
 Cfr. § 3.2. 
perciò, che i ragazzi non venissero fuorviati dai molti riferimenti al paganesimo, alla magia 
e al mito presenti nell’ipotesto.  
Grettir the Outlaw è, quindi, nelle intenzioni dell’autore, un testo di carattere educativo, 
che si inserisce perfettamente nel contesto letterario e culturale dell’età vittoriana, 
caratterizzata da un accentuato moralismo e da una grande fiducia nella scienza e nella 
razionalizzazione dei fatti.  
Come è stato riferito in precedenza
17
, inoltre, secondo Baring Gould un impegno attivo 
nel mondo dell’Islanda medievale poteva salvare l’Inghilterra vittoriana da una possibile 
decadenza. Grettir the Outlaw, perciò, è un’opera con cui il prolifico scrittore vittoriano 
rende manifesto l’interesse, che condivide con molti letterati del suo tempo, per le 
leggende, le tradizioni, la storia, la cultura e la lingua dell’Islanda medievale
18
.  
Attraverso questo testo l’autore inglese mette a disposizione del suo pubblico, costituito 
certo non solo da ragazzi, ma anche da studiosi e cultori delle saghe islandesi e della 
letteratura norrena, la sua passione per la tradizione nordica e le conoscenze da lui 
acquisite nel corso degli anni. Oltre ad aver letto, studiato e tradotto, almeno in parte, molti 
testi letterari islandesi, infatti, Sabine Baring Gould è stato in Islanda nel 1861
19
. Nel corso 
del suo viaggio ha potuto visitare molti luoghi che fanno da sfondo alle vicende riportate 
nella saga e può perciò arricchire la narrazione della storia della vita di Grettir con molte 
descrizioni paesaggistiche che fanno da cornice e da prova ai fatti narrati nella saga, come 
scrive nella Preface al romanzo:  
 
“ I went to Iceland in 1861 and went over nearly every bit of the round made famous by the 
adventuof Grettir. Consequently, I am able to help out and illustrate the tale by what I 
actually saw”
20
. 
 
Facendo riferimento, infine, ad altre opere di Baring Gould come, ad esempio, i già citati 
romanzi Exitu Israel e Mehalah
21
, si può ipotizzare che il racconto della vita del fuorilegge 
Grettir, che si ribella e si oppone all’ordine costituito in nome della libertà, si colleghi ad 
un tema centrale dei testi dell’autore vittoriano, che testimonia l’opposizione e la critica al 
sistema religioso e sociale dell’epoca in cui vive che contraddistingue tutta la vita e l’opera 
di Sabine Baring Gould: la lotta per l’indipendenza.  
 
                                                 
17
 Cfr. § 3.2. 
18
 Cfr. cap. 3. 
19
 Cfr. § 3.2.  
20
 Baring Gould (1890: vi).  
21
 Cfr. § 3.2. 
3.4 Strategie di riscrittura della Grettis saga 
 
Baring Gould, nel suo romanzo Grettir the Outlaw, ha ripreso un popolare testo della 
letteratura islandese medievale e lo ha riscritto, come riferisce nella Preface al romanzo, 
“in my own words and in my own way”
22
, attualizzandolo e adattandolo alla ricezione in 
un nuovo contesto storico-culturale. In questo modo lo scrittore vittoriano poteva far 
conoscere un’opera importante del patrimonio letterario norreno ad un pubblico molto più 
vasto rispetto alla ristretta cerchia di specialisti in grado di leggere la Grettis saga in lingua 
originale. 
Per rendere accessibile la sua opera al pubblico del suo tempo e fare in modo che il libro 
rispondesse agli intenti a cui aspirava, Baring Gould ha utilizzato diverse strategie di 
riscrittura, modificando e riadattando alcuni aspetti dell’ipotesto, introducendo nuovi 
elementi ed eliminando alcune parti, ma conservando la struttura narrativa, la trama e i 
personaggi della Grettla.  
Uno dei problemi maggiori nel tradurre e nel riscrivere le saghe islandesi è 
rappresentato dal fatto che il lettore implicito è un islandese medievale o, quantomeno, una 
persona che conosce le basi dell’antica tradizione islandese e la sua storia
23
. Molte edizioni 
moderne e traduzioni di saghe, perciò, sono in genere precedute da un’ampia introduzione 
sulla colonizzazione dell’Islanda, sulla sua organizzazione sociale e politica, sulla vita 
pubblica e sulle procedure parlamentari; la realtà geografica islandese, inoltre, viene 
rappresentata attraverso mappe, illustrazioni e fotografie che aiutano il lettore a collegare 
la narrazione al paesaggio, affinché possa visualizzare azioni ed eventi. Sabine Baring 
Gould, invece, unisce la trama ed il commento, presentando le sue conoscenze sul mondo 
islandese come una parte naturale della narrazione. Per mezzo delle strategie di riscrittura 
di espansione ed estensione, quindi, la massa testuale dell’ipotesto aumenta 
considerevolmente nel romanzo poiché viene integrata da nozioni che derivano dal viaggio 
in Islanda e dagli studi storiografici, filologici e storico-religiosi dell’autore, i quali gli 
consentono di descrivere compiutamente il mondo della narrazione.  
Allontanandosi completamente dallo stile terso e impersonale del sagnamaðr
24
, inoltre, 
Baring Gould è un narratore onnisciente che dà spiegazioni delle azioni e degli eventi, 
descrive luoghi e situazioni e delinea il carattere dei personaggi. In Grettir the Outlaw, 
                                                 
22
 Cfr. Baring Gould (1890: vi).  
23
 Cfr. Helgason (2005a: 187-88). 
24
 Cfr. § 1.6. 
pertanto, si nota una maggiore introspezione psicologica rispetto alla saga, dove il mondo 
interiore dei personaggi veniva presentato soltanto attraverso le parole di altri o per mezzo 
del dialogo
25
. 
Per quanto riguarda la trama non si riscontrano notevoli differenze rispetto alla Grettis 
saga, benché Baring Gould aggiunga alcuni commenti e giudizi personali sui fatti che 
modificano, e in alcuni casi stravolgono, il significato di alcune sezioni narrative della saga 
e il senso dell’opera stessa. L’intento dell’opera di Baring Gould, infatti, come è stato 
osservato nel paragrafo precedente
26
, è di tipo educativo, dal momento che essa si rivolge 
ad un pubblico di ragazzi; l’autore vittoriano, inoltre, è un parroco, che desidera 
trasmettere per mezzo dei suoi testi non solo lezioni morali e di vita, ma anche 
insegnamenti cristiani. Per questo motivo, tutti quegli elementi della saga che avrebbero 
potuto mettere a dura prova la fede degli scolari vittoriani, in particolare scene di magia e 
di stregoneria e storie fantastiche che traevano origine dalla tradizione pagana, vengono 
razionalizzate da Baring Gould in termini di scienze geologiche, teoria del mito e 
leggende
27
.  
Il redattore della Grettis saga viveva in un’epoca cristiana: egli ha rappresentato, perciò, 
i motivi pagani presenti nella saga in luce negativa
28
, inserendo tra i racconti delle 
avventure di Grettir – in particolare negli episodi degli scontri con Glámr e con i troll – 
elementi legati al Cristianesimo. Baring Gould, invece, prima presenta i fatti così come 
sono stati tramandati nella Grettis saga e poi ne dà una spiegazione razionale.  
Oltre alle razionalizzazioni, nel romanzo sono frequenti i passi in cui l’autore offre ai 
suoi giovani lettori alcuni insegnamenti di vita. La lezione più grande, tuttavia, viene data 
da Baring Gould attraverso l’esempio del carattere, delle azioni e della vita di Grettir che, 
come vedremo
29
, viene ripercorsa e analizzata dallo scrittore vittoriano in modo un po’ 
diverso rispetto all’ipotesto: ne emerge, come vedremo
30
, un’immagine di Grettir 
ridimensionata rispetto alla figura eroica e leggendaria del grande e fortissimo fuorilegge 
condannato ingiustamente che, nella Grettis saga, trionfa solo dopo la morte. 
Nella riscrittura della Grettis saga operata da Baring Gould, quindi, ad elementi 
tradizionali già presenti nella saga si affiancano numerosi aspetti innovativi, determinati 
                                                 
25
 Cfr. § 1.6. 
26
 Cfr. § 3.3. 
27
 Cfr. Wawn (2000: 298). 
28
 Cfr. § 1.7.2. 
29
 Cfr. § 3.4 4. 
30
 Cfr. § 3.4.4 e § 3.5. 
dai propositi dell’autore e chiaramente riconoscibili come un’espressione dell’influenza 
esercitata dal sistema culturale in cui il processo di riscrittura ha avuto luogo. 
 
 
3.4.1. Struttura del romanzo 
 
Nella Preface
31
 al romanzo Baring Gould scrive:  
 
“In the original book there is a great deal more than I have attempted to retell, but much has 
to do with the ancestors of Grettir, and there are other incidents introduced of no great 
importance and very confusing to the memory. So I have taken the leading points in the 
story, and given them”. 
 
La struttura del libro, infatti, è diversa rispetto all’ipotesto. Innanzitutto, mancano interi 
capitoli della saga: ad esempio, il testo inizia dal cap. XIV della Grettis saga, poiché 
Baring Gould ha tagliato tutta la sezione genealogica che narra la storia degli antenati di 
Grettir, benché alcune parti vengano riprese successivamente in veste di racconti riportati a 
Grettir da altri personaggi del romanzo
32
. Anche lo Spesar Þáttr non viene inserito, 
probabilmente perché Baring Gould lo ritiene estraneo al resto della narrazione. Mancano, 
inoltre, anche alcuni passi centrali della saga, come i capp. XXV-XXVI-XXVII. Infine, 
l’ordine di alcuni capitoli viene scambiato
33
 e alcuni sono più estesi rispetto all’ipotesto, 
con narrazioni più lunghe e particolareggiate. Un esempio è la sezione narrativa sullo 
scontro tra Grettir e Glámr
34
, come si può notare confrontando la parte dell’arrivo di Glámr 
nella hall. Nella Grettis saga viene riportato: 
 
“Ok er af myndi þriðjungur af nótt, heyrði Grettir út dynur miklar; var þá farit upp á húsin ok 
riðit skálanum ok barit hælunum, svá at brakaði í hverju tré; því gekk lengi. Þá var farit ofan 
af húsunum ok til dyra gengit; ok er upp var lokit hurðunni, sá Grettir, at þrællinn rétti inn 
    hûfuðit, ok sýndisk honum afskræmiliga mikit ok undarliga stórskorit”
 35
 (p. 119). 
 
Baring Gould, invece, scrive
36
:  
                                                 
31
 Baring Gould (1890: vi). 
32
 Cfr. Baring Gould (1890: 19-23, 201, 214). 
33
 Cfr., ad esempio, i capp. XVIII e XIX della Grettla. 
34
 Per un confronto cfr. il cap. XV della saga e Baring Gould (1890: 139-148). 
35
 “Quando fu trascorso un terzo della notte, Grettir udì fuori un gran fracasso. Qualcuno si era arrampicato 
sulla casa e stava a cavalcioni del tetto al di sopra della sala, battendo i talloni a tal punto da far scricchiolare 
ogni trave; andò avanti così per un pezzo, poi qualcuno scese giù dal tetto e si avvicinò alla porta e, allorché 
questa venne aperta, Grettir vide il ribaldo metter dentro il capo che gli apparve paurosamente grosso e 
straordinariamente rozzo”: Grazi (1983: 270). 
36
 Baring Gould (1890: 141-43). 
 “Then suddenly he heard something that shook all the sleep out of him, had any been 
stealing over his eyes. He heard a heavy tread, beneath which the snow crackled. Every 
footfall went straight to Grettir’s heart. A crash on the turf overhead. The strange visitant had 
scrambled on the roof, and was walking over that. The roofs of the houses in Iceland are of 
turf. For a moment the chimney gap was completely darkened — the monster was looking 
down it—the flash of the red fire illumined the horrible face with its lack-lustre eyes. […] 
Then Grettir heard his steps passing to the back of the house, then the snapping of wood 
showed that Glam was destroying some of the outhouse doors. […] Against the gray Grettir 
saw a huge black arm thrust in trying to remove the bar. It was done, and then all the broken 
door was driven in and went down on the floor in shivers. Now Grettir could see a tall dark 
figure, almost naked, with wild locks of hair about the head standing in the door-way”. 
 
Anche se alcune parti dell’ipotesto sono state eliminate dallo scrittore vittoriano, la massa 
testuale del romanzo rimane notevole: lo scrittore, infatti, amplifica il materiale narrativo 
della Grettla con spiegazioni sulla cultura e sulla società islandese e con descrizioni 
geografiche dettagliate che derivano dalla conoscenza approfondita che ha acquisito sul 
mondo islandese medievale. Il racconto di Baring Gould, quindi, è costantemente intervallato 
da sezioni geografiche e paesaggistiche
37
, nelle quali l’autore fa riferimento alla sua 
personale esperienza in Islanda: “I know exactly the road taken by Grettir on this occasion, 
for I have ridden over it”
38
; “I have ridden through these rivers, my horse swimming under 
me, and when I reached the further side have thrown myself off and lain on the sand for a 
quarter before I could recover from the numbness caused by the deadly cold”
39
. 
 I resoconti delle vicende di Grettir, inoltre, sono arricchiti da descrizioni della storia 
dell’Islanda
40
, riferimenti alla mitologia, alle leggende popolari e all’uso dei versi 
scaldici
41
, sezioni su alcuni aspetti della società islandese – come i continui omicidi che 
caratterizzano la quotidianità dell’isola
42
, l’origine dei nomi di luoghi e persone
43
 o la 
descrizione della struttura di una hall
44
 – ed, infine, informazioni sulla tradizione della 
Grettis saga e sulle opere alle quali l’opera si è probabilmente rifatta
45
. 
                                                 
37
 Per alcuni esempi cfr. le descrizioni di Baring Gould di Bjarg (pp. 16-17), di Thingvalla (pp. 38-39), delle 
brughiere (p. 231) e dei luoghi selvaggi al centro dell’Islanda dove vivono i fuorilegge (pp. 242-43). 
38
 Baring Gould (1890: 114). 
39
 Baring Gould (1890: 298).  
40
 Cfr. Baring Gould (1890: 13-14).  
41
 Cfr. Baring Gould (1890: 36-37) per la sezione sui versi scaldici e p. 300, dove viene riportata una vecchia 
superstizione sugli spiriti dei fiumi. Sulla credenza nordica degli spiriti custodi cfr. Turville-Petre (1964: 303-
08). 
42
 Cfr. Baring Gould (1890: 194-95). 
43
 Cfr. Baring Gould (1890: 102-103). 
44
 Cfr. Baring Gould (1890: 104-105). 
45
 Cfr. Baring Gould (1890: 382-83). 
L’ampliamento della materia narrativa, però, dipende anche dall’aggiunta di spiegazioni 
di alcuni fatti e comportamenti dei personaggi volti a dare, come vedremo
46
, un significato 
ed una funzione diversa alla storia di Grettir rispetto alla saga medievale islandese. 
 
 
3.4.2 Tecnica  narrativa 
 
Baring Gould scrive in prima persona, facendo continuamente riferimento alle sue 
conoscenze sull’epoca in cui l’azione del romanzo viene collocata e al suo viaggio in 
Islanda.  
Gli avvenimenti vengono riportati in modo chiaro ed esaustivo, utilizzando un 
linguaggio semplice e diretto e inserendo riferimenti cronologici precisi
47
. Quando, ad 
esempio, al cap. XXVIII della Grettla, narra del ritorno di Grettir a Bjarg dopo l’esilio in 
Norvegia, il redattore della saga scrive: “Atli hafði þá búsforráð; féll vel á með þeim 
brœðrum. Þá gerðisk ofsi Grettis svá mikill, at honum þótti sér ekki ófœrt” (p. 95)
 48
. 
Baring Gould, invece, nello stesso punto, riporta
49
:  
 
“He [Illugi] and the kindly, careful Atli were as unlike Grettir as well could be; they avoided 
quarrels, they had a civil word for every one, and took pains to make themselves agreeable, 
whether to guests in their house, or when staying anywhere, to their hosts. Grettir never 
troubled himself to be courteous or to be obliging to anyone. Now that he was back from 
Norway he was rather disposed to think much of himself as a man more brave and audacious 
than his fellows, for, had he not killed twelve rovers, broken into a barrow, slain a bera, and 
been the beath of one man in a duel, and another who had attempted to assassinate him? Atli 
did not much like his manner, and cautioned him not to be over-bearing whilst at home, lest 
he should involve himself in fresh troubles. But words were wasted on Grettir”. 
 
Nella sua caratterizzazione dei personaggi, inoltre, lo scrittore vittoriano include le 
motivazioni di alcuni loro comportamenti che sono solo adombrate nell’ipotesto e spesso 
derivano da un personale giudizio dell’autore, finalizzato all’immagine che Baring Gould 
vuole dare dell’eroe della saga
50
. Lo scrittore, tuttavia, non cambia i temperamenti, le 
caratteristiche e i ruoli dei personaggi dell’ipotesto.  
Per quanto riguarda, infine, i versi presenti nella Grettis saga, molti vengono eliminati e 
i pochi che Baring Gould riporta sono tradotti in maniera semplificata. Ad esempio, nella 
                                                 
46
 Cfr. § 2.4.3. 
47
 Cfr., ad esempio, Baring Gould (1890: 12, 99, 266).  
48
 “Atli aveva allora la sovrintendenza della fattoria e i due fratelli erano in buoni rapporti. Ma l’arroganza di 
Grettir era cresciuta a tal punto che nulla gli sembrava al di sopra delle sue forze” [mia traduzione]. 
49
 Baring Gould (1890: 99-100). 
50
 Cfr. § 4.2.4. 
Grettla, agli uomini di Þorkell che gli chiedono se conosce il motivo dell’assenza di 
Skeggi, da lui ucciso, Grettir risponde con queste vísa:  
 
“Hygg ek, at hljóp til Skeggja 
hamartroll með för rammri, 
blóð vas á gunnar Gríði 
gr  ðr, fyr stundu áðan; 
sú gein of haus h  num 
harðmynnt ok lítt sparði, 
vask hjá viðreign þeira, 
vígtenn ok klauf enni”
 51
. (p. 47) 
 
Baring Gould semplifica soprattutto la seconda quartina o helmingr, riducendo il numero 
dei versi da otto a sei: 
 
“A rock Troll did her burden throw 
Down on Skeggi’s skull, I trow. 
O’er the battle-ogress saw I flow 
Ruby rivers alla aglow. 
She her iron mouth a-gape 
Did the life of Skeggi take”.
52
 
 
 
 
 
3.4.3 Rielaborazione di temi ed elementi dell’ipotesto 
 
Si è affermato in precedenza
53
 che i racconti riportati nelle Íslendingasögur venivano 
presentati dai sagnamenn come resoconti storici, in quanto uno degli intenti degli autori 
islandesi medievali era quello di documentare fatti avvenuti in passato. Tuttavia, data la 
distanza temporale che intercorre tra gli eventi narrati e l’epoca della redazione scritta delle 
saghe, non possiamo ritenere che il mondo da esse rappresentato sia identico a quello in cui 
i fatti hanno effettivamente avuto luogo: gli avvenimenti riportati, infatti, sono filtrati 
attraverso la mentalità di scrittori che tendevano ad inserire nelle loro opere aspetti 
dell’ideologia del loro tempo.  
                                                 
51
 “Io credo che un troll delle rocce | abbia poc’anzi colpito Skeggi | con grande forza. Gríðr | delle battaglie era 
avida di sangue | Ha spalancato la dura bocca | sul suo cranio e gli ha spaccato | la fronte con le zanne della 
battaglia | Ho assistito al loro scontro”: Grazi (1983: 181). 
52
 Baring Gould (1890: 36). 
53
 Cfr. § 1.2.2.  
Per quanto riguarda la riscrittura di Baring Gould, invece, lo scrittore inglese considera 
la saga una testimonianza autentica di eventi storici. Nelle prime pagine del romanzo 
l’autore vittoriano scrive che, proprio a causa della distanza temporale che separa il 
periodo in cui visse Grettir dagli anni in cui la sua storia fu messa per iscritto, non c’è 
dubbio che siano stati fatti emendamenti e aggiunte al racconto della vita dell’eroe 
islandese; le storie di fantasmi e giganti presenti nella saga, in particolare, sono frutto di 
abbellimenti
54
. Ma poi Baring Gould scrive
55
: 
 
“But the main facts of his life are true history. We are able to decide this by comparing his 
story with those of other families in the same parte of the island, and to see whether they 
agree as to dates, and as to the circumstances narrated in them”. 
 
Nell’ultima pagina del libro, dopo aver citato diverse opere islandesi, tra cui alcune saghe e 
il Lándnamabók, lo scrittore aggiunge
56
:  
 
“It is therefore impossibile to set down the story of Grettir as fabulous. It is historical; but the 
history has been somewhat embellished, partly by family vanity which led to the undue 
glorification of their hero, and partly by superstition which imagined the marvellous where 
all was really natural”. 
 
In questo passo, dunque, Baring Gould cita altre due cause per cui il resoconto della vita di 
Grettir è stato abbellito da racconti fantastici: la volontà, da parte delle famiglie più potenti 
d’Islanda, di esaltare le gesta eroiche dei loro antenati
57
; il particolare contesto religioso 
dell’Islanda medievale
58
, dove la nuova fede cristiana presentava la coesistenza di antichi 
elementi pagani, con paure e superstizioni, legate a passate credenze popolari, che la nuova 
religione non era riuscita ad estirpare. 
Come si è osservato in precedenza
59
, il testo della saga viene reinterpretato dallo 
scrittore in base alle sue conoscenze e, in alcuni casi, secondo le sue opinioni e convinzioni 
personali, in modo che la sua opera rispondesse ai fini che si era prefissato. Sono nume-
rose, quindi, le razionalizzazioni che Baring Gould attua nella sua riscrittura della Grettla.  
Secondo il racconto della Grettis saga, ad esempio, Grettir era talmente forte da riuscire 
a sollevare dei massi. Questo succede in diverse occasioni, tra cui l’episodio dell’uccisione 
di Skeggi, che provoca la prima messa al bando del protagonista:  
 
                                                 
54
 Cfr. Baring Gould (1890: 15). 
55
 Baring Gould (1890: 15-16). 
56
 Baring Gould (1890: 384). 
57
 Cfr. § 1.2.  
58
 Cfr. § 1.7.2. 
59
 Cfr. § 3.3.  
“Þá hóf Grettir stein þann, er þar liggr í grasinu ok nú heitir Grettishaf. Þá gengu til margir 
menn at sjá steininn, ok þótti þeim mikil furða, at svá ungr maðr skyldi hefja svá mikið 
bjarg”
60
 (p. 48).  
 
Per Baring Gould, invece, il masso è stato in realtà spostato dal movimento dei ghiacci:  
 
“Here Grettir is said to have heaved an enormous stone. The stone is still shown, and I have 
seen it; for it has clearly been brought there by a glacier […]. No doubt that Grettir did “put” 
there some big stone, and as it happened that at this spot there was a great rock standing by 
itself balanced on one point, in after days folks concluded that this must have been the stone 
thrown by Grettir”
61
. 
 
Secondo le credenze popolari, inoltre, si riteneva che i berserkir fossero posseduti da spiriti 
malvagi e che cambiassero forma da uomini a orsi durante i combattimenti; Baring Gould, 
invece, li considera uomini comuni che, però, perdevano facilmente il controllo diventando 
estremamente violenti
62
. 
La meravigliosa valle di Þórisdalr
63
, secondo lo scrittore vittoriano, ancora esiste, ma 
l’unico elemento che consentiva di darle una collocazione geografica – una roccia a forma 
d’angolo con un buco all’interno creato da Grettir stesso – è sprofondato da un lato durante 
le eruzioni vulcaniche
64
. 
Lo scontro di Grettir con Kárr è, per Baring Gould, un’aggiunta di fantasia: 
 
“What is true is, that during the winter in which he was with Thorfin he did dig into the 
mound in which Karr was buried, and did take thence his treasures and his sword. But all the 
story of his fight with the dead man was added”
 65
.  
 
Lo scrittore aggiunge: “This was an abbellishment added by the story-teller, and from the 
story-teller the incident passed into the volume of the story-writer”
66
; il passo, inoltre, 
secondo l’autore vittoriano, è stato tratto da una storia simile presente in molte altre saghe, 
tra cui quella del “Hromund Greip’s son”
67
. 
Anche la storia dello scontro di Grettir con la donna troll e con il gigante, riportata ai 
capp. LXIV-LXVII della saga
68
, viene ritenuta dall’autore del romanzo un episodio di 
                                                 
60
 “Fu in quell’occasione che Grettir sollevò un masso che si trovava fra l’erba e che ora si chiama Grettishaf. 
Da allora molti andarono a vedere quel masso, meravigliati che un uomo così giovane avesse potuto sollevare 
una pietra così grande”: Grazi (1983: 182-83).  
61
 Baring Gould (1890: 41). 
62
 Cfr. Baring Gould (1890: 168-69). 
63
 Cfr. Grazi (1983: 361).  
64
 Cfr. Baring Gould (1890: 285). 
65
 Baring Gould (1890: 80). 
66
 Baring Gould (1890: 81). 
67
 Baring Gould (1890: 80). Si tratta della Hrómundar saga Gripssonar. 
68
 Cfr. Grazi (1983: 370-381). 
fantasia all’interno di un’opera per lui storicamente affidabile. Baring Gould, infatti, scrive 
a riguardo: “And now there comes into the saga of Grettir a story which is certainly untrue, 
but how it comes in can be made out pretty easily”
69
. La stessa motivazione, che “It did not 
satisfy those who told the tale of Grettir that he should have spent the winter at Sandheaps 
and done nothing”
70
, viene addotta per l’inserimento del passo in cui Grettir nuota sotto la 
cascata fino ad arrivare alla caverna del gigante. Qui, secondo Baring Gould, Grettir: 
“found nothing more than dead men’s bones”
71
, diversamente che nella saga, dove si dice 
che l’eroe abbia trovato un tesoro nella grotta
72
: “Ekki er frá því sagt, hversu mikit fé hann 
fekk í hellinum, en þat ætla menn, at verit hafi nûkkut” (p. 216). L’autore vittoriano, 
inoltre, ritiene che il duello col gigante sia stato tratto dall’episodio della discesa di Grettir 
nel tumulo di Kárr
73
. Per quanto riguarda la lotta dell’eroe con la donna troll, secondo lo 
scrittore inglese questa scena deriva da quella dello scontro tra Grettir e Glámr, viste le 
numerose somiglianze tra i due combattimenti – ad esempio, avvengono entrambi di notte 
nel periodo degli jól, prima in un ambiente interno, poi all’esterno, dove Grettir annienta il 
suo avversario soprannaturale – eccetto per il particolare che qui il nemico non è un uomo 
ma una donna
74
. Nella Grettis saga vengono riportate due versioni della morte della 
trollkona:  
 
“Þetta er sûgn Grettis, at trûllkonan steyptist í gljúfrin við, er hon fékk sárit, en 
Bárðardalsmenn segja, at hana dagaði uppi, þá er þau glímdu, ok sprungit, þá er hann hjó af 
henni hûndina, ok standi þar enn í konulíking á bjarginu”
 75
 (p. 213). 
 
Era, infatti, credenza popolare che certi troll non potessero vedere la luce del giorno senza 
diventare di pietra. Nel suo romanzo, invece, Baring Gould si rifà soltanto alla credenza 
popolare, perciò scrive: “[…] and at that moment the sun rose, and the Troll-woman was 
turned into stone. There she stand with her amputated arm-socket, as a mass of black basalt 
or lava to this day”
76
. Infatti, secondo lo scrittore inglese:  
 
                                                 
69
 Baring Gould (1890: 299). 
70
 Baring Gould (1890: 303). 
71
 Baring Gould (1890: 309). 
72
 “Non si dice quali ricchezze egli trovasse in quell’antro, ma si ritiene ve ne fossero parecchie”: Grazi 
(1983: 377). 
73
 Cfr. Baring Gould (1890: 310). 
74
 Cfr. Baring Gould (1890: 305). 
75
 “Secondo il racconto di Grettir, la troll si precipitò nell’abisso quando egli la ferì; la gente del Bárðardalr 
narra, invece, che essa fù colta dalla luce del giorno mentre stavano lottando e che schiantò quando le tagliò 
il braccio: ella sta ancora là sulla rupe, impietrata in forma di donna”: Grazi (1983: 374). 
76
 Baring Gould (1890: 305). 
“The reason why this story was concocted and put in here, was to account for the stone 
figure which stand by the river, and which is called the Troll-wife. So far the story carries its 
character on its face”
77
.  
 
L’autore conclude il capitolo XXXIII sull’episodio di Sandhaugar o del Bárðardalr 
scrivendo:  
 
“What the saga writer does admit is that the versions of the story do not quite agree, and that 
—in spite of this wonderful achievement, folks did not know that Grettir was at Sandheaps 
that winter”
 
78
. 
 
Sulla lotta dell’eroe della saga con Glámr, infine, Baring Gould scrive: “Now this was not 
a case of mere fancy and fantastic fear. It was something very real and very marvellous”
79
. 
In questo caso: “That there is a basis of thruth can hardly be denied. The facts have been 
embellished, worked up, but not invented. The only probable explanation of the story is 
this”
80
; segue quella che, per l’autore vittoriano è: “the simplest and easiest explanation of 
this wild and fearful tale”
81
. Nell’ipotesto si ritiene che il mostro che imperversa a 
Þórhallsstaðir sia l’aptrganga di Glámr: “Litlu síðar urðu menn varir við þat, at Glámur lá 
eigi kyrr. Varð mûnnum at því mikit mein, svá at margir fellu í óvit, ef sá hann, en sumir 
heldu eigi vitinu”
82
 (p. 113). Secondo Baring Gould, invece, si trattava di un fuorilegge che 
si nascondeva in una caverna e usciva in cerca di cibo. Il bandito aveva ucciso Glámr e, 
quando la gente vedeva aggirarsi un uomo grande e feroce, inconsapevoli della presenza 
del temibile fuorilegge, l’avevano scambiato per il fantasma di Glámr
83
. Il fatto che il 
racconto delle avventure di Grettir a Þórhallsstaðir non sia di pura finzione consente a 
Baring Gould di dare una spiegazione della paura delle tenebre, delle allucinazioni e 
dell’inquietudine provocata in Grettir da quella vicenda
84
: 
 
“I said, after living an account of Grettir’s adventure at Thorhall’s-stead with Glam, that 
there must have been something of fact in that story, and not pure fiction; and now it has 
been seen how that event coloured and affected his whole after life, leaving his nerves so 
shaken, that he could not drive off the impression then made on him, and he was ready to run 
serious risks rather than be subject to the terrors that came on him in the dark when alone”. 
   
                                                 
77
 Baring Gould (1890: 305). 
78
 Baring Gould (1890: 311). 
79
 Baring Gould (1890: 124-25). 
80
 Baring Gould (1890: 148). 
81
 Baring Gould (1890: 148). 
82
 “Un po’di tempo dopo ci si rese conto che Glámr non aveva pace e questo provocava grave danno poiché 
molti, al vederlo, cadevano in deliquio e certuni perdevano addirittura la ragione”: Grazi (1983: 261). 
83
 Baring Gould (1890: 148). 
84
 Baring Gould (1890: 314). 
Nell’ipotesto, infatti, dopo il duello con Glámr, si riferisce quanto segue: