Le concentrazioni aziendali alla luce dei principi contabili internazionali
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8Un elemento fondamentale di differenza fra l’impostazione continentale e quella dei principi dello IASC 2 (International Accounting Standard Committee) è contenuto proprio nel Framework, che assegna al bilancio un fine completamente diverso rispetto all’obiettivo ad esso assegnato dalla normativa comunitaria. Gli International Accounting Standards portano una rivoluzione storica nella rappresentazione del bilancio e del valore: essi introducono, infatti, il cosiddetto fair value (o valore equo secondo la traduzione italiana delle direttive comunitarie), che gli IAS definiscono come “il corrispettivo al quale un’attività può essere scambiata, o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili in un’operazione fra terzi” 3 . In altre parole, si propone una contabilità a valori di mercato, che sorpassa il principio storico del “costo” e rivaluta il principio della rilevanza nell’informazione contabile. Il principio della prudenza, in ogni caso, rimane fondamentale, costituendo tuttavia non più un fine a se stesso, ma un vincolo entro il quale rappresentare la sostanza dei fenomeni economici. L’impostazione IASC tende ad individuare, nel patrimonio dell’impresa, l’insieme di risorse economiche da essa gestite, a prescindere, quindi, dal concetto della proprietà (si veda, ad esempio, il diverso trattamento contabile adottato per i beni detenuti in leasing). Il reddito, secondo l’impostazione comunitaria, è inteso come “reddito distribuibile” ed in tal senso le regole per la sua determinazione sono vincolate alla limitazione del rischio relativo alla distribuzione di utili fittizi. Non a caso, infatti, i principi generali di valutazione: a) si ispirano prevalentemente al concetto di prudenza; b) sono ancorati al criterio del “costo” per l’iscrizione in bilancio delle attività; c) non consentono la contabilizzazione di utili non realizzati. Il reddito secondo l’impostazione IASC è, di contro, un “reddito prodotto” che quindi può essere influenzato da ricavi o proventi non realizzati, dovuti all’impiego di valori correnti per la valutazione delle attività. Per non parlare, infine, di un altro aspetto di fondo, che è rappresentato dal diverso modo di rappresentare i risultati della gestione. Il Codice Civile, infatti, parla di rappresentazione della situazione patrimoniale,finanziaria e del risultato economico, i principi IASC si riferiscono, invece, alla situazione patrimoniale, al risultato economico e alle variazioni nella struttura finanziaria. Si ammette, infatti, implicitamente che la struttura informativa su cui poggia il bilancio debba avvalersi di tre pilastri contabili, rappresentati dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dal “conto finanziario” o come impropriamente si dice nel linguaggio corrente dal “Rendiconto finanziario”. Il conto finanziario attualmente non è disciplinato in modo esplicito dal legislatore civilistico. Né il generico riferimento alla cosiddetta informazione complementare è sufficiente per consentirne la generale utilizzazione da parte delle imprese, soprattutto medio piccole. Tale aspetto, tuttavia, costituisce una lacuna rilevante rispetto all’impostazione contabile internazionale, che invece affida al conto finanziario finalità informative autonome e di supporto rispetto agli altri documenti che compongono il bilancio. Come si è visto da questo breve excursus, l’impianto normativo comunitario e il sistema di principi IASC presentano profonde differenze, soprattutto a livello di principi fondamentali relativi agli obiettivi del bilancio. Il passaggio chiave che dovrà essere affrontato, anche e soprattutto a livello normativo, riguarderà quindi proprio il fine da assegnare al bilancio. 2 Come più compiutamente illustrato nel Capitolo II, paragrafo 3, a partire dal 1° aprile 2001, IASB (International Accounting Standard Board) è il nuovo acronimo di IASC, mentre la sigla dei principi IAS è sostituita dall’acronimo IFRS (International Financial Reporting Standard). Ai fini del presente lavoro si farà riferimento a IASC e IAS, in quanto denominazioni generalmente conosciute. 3 Regolamento (CE) 1725/2003 della Commissione, Principio Contabile Internazionale n.36, paragrafo 5- Definizioni
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Informazioni tesi
Autore: | Demetrio De Giorgio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Salvatore Sarcone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 205 |
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