Le destre italiane e il piano Marshall
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Europa orientale; il rigido inverno 1946-47 che aveva peggiorato le difficoltà economiche in cui versava l’Europa Occidentale a causa dei forti squilibri nelle bilance dei pagamenti, i rischi di instabilità e la necessità di intervenire a sostegno della ripresa economica che ne conseguivano; la fine, prevista nel giugno ’47 del programma di aiuti UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) concepiti nel giugno ’45 come la soluzione alle temporanee difficoltà postbelliche che avrebbero altrimenti impedito l’attuazione degli accordi di Bretton Woods (il totale dei fondi UNRRA nell’Europa occidentale ammontò a circa 10 miliardi di dollari, il 74% dei quali forniti dagli Stati Uniti); la vittoria da parte dei repubblicani nelle elezioni di “mezzo termine” nell’autunno ’46 per il rinnovo del Congresso USA e la conseguente esigenza che ne derivava di trovare in politica estera una soluzione bipartitica che poteva essere fornita solo da un irrigidimento con Mosca. Tutti questi elementi contribuivano a rafforzare le ragioni dei policy makers americani sostenitori del “contenimento” e ad incoraggiarli a intraprendere delle iniziative. Questo fenomeno è sottolineato dalla Aga Rossi, la quale sostiene che “[…] il permanere di truppe sovietiche in Iran, la pressione sovietica sulla Turchia e la questione tedesca, il rafforzamento dei partiti comunisti in Francia e in Italia, furono tutti elementi che dettero forza agli argomenti di coloro che sostenevano la necessità di un’azione rapida e incisiva. Il Piano Marshall – prosegue – fu la risposta concreta a timori veri o presunti, ma allora sentiti come incombenti e nello stesso tempo segnò una svolta definitiva nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica e nella loro evoluzione verso la guerra fredda”. (10) Nella primavera del ’47, come evidenzia Charles S. Maier, anche i vecchi sostenitori della cooperazione tra Oriente e Occidente si erano convertiti all’idea della possibilità di ripresa economica soltanto tra i paesi occidentali: “Essentially by the spring of 1947, the earlier advocates of East-West economic cooperation were largely converted: better to throw their energies into Western economic recovery than no recovery at all”. (11) In quello stesso periodo, pertanto si intensificarono gli sforzi dell’amministrazione statunitense nella definizione di un programma che, da un lato, consentisse all’Europa Occidentale di affrontare il processo di ricostruzione e di ripresa postbelliche, di acquisire quel livello di benessere economico e sociale indispensabile ai fini della stabilità politica e, dall’altro, favorisse un processo di integrazione tale da condurla alla formazione degli Stati Uniti d’Europa. Questi ultimi avrebbero costituito il principale partner commerciale, politico e militare degli USA. “Se non era prevalsa, nel 1945, contro l’eredità lasciata dalla più ampia visione di Roosevelt e di Corder Hull- osserva Maier – la concezione di Kennan aveva però influenti sostenitori che guadagnarono terreno sotto l’amministrazione Truman con l’intensificarsi della guerra fredda”. (12)
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Le destre italiane e il piano Marshall
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Informazioni tesi
Autore: | Vito Verdecchia |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | R. D'agata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 165 |
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