Le destre italiane e il piano Marshall
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Deal. Alcuni di loro, inoltre, si insediarono ed esercitarono considerevoli funzioni all’interno di una nuova istituzione, creata dall’amministrazione Truman, con compiti di consulenza, pianificazione e direzione in materia di sicurezza: il Consiglio Nazionale di Sicurezza (National Security Council). All’interno della diplomazia di carriera la figura più eminente fu quella di George F. Kennan (responsabile nel 1947, come si vedrà, del Policy Planning Staff), il quale si opponeva alla concezione del “one world” rooseveltiano, all’interno del quale l’Europa era considerata solo la parte di un tutto internazionalmente governato anche attraverso la collaborazione dell’URSS, e professava la convinzione della natura espansionistica del regime sovietico. Tale espansionismo avrebbe causato la divisione del mondo in due zone d'influenza e andava, dunque, a tutti i costi contenuto per evitare spiacevoli esiti per la sicurezza degli USA. Di conseguenza per Kennan l’Europa non aveva quel ruolo marginale che il “one world” sembrava attribuirle, bensì rappresentava un vero e proprio baluardo contro la minaccia comunista e bisognava pertanto sostenerla e difenderla. Attorno a questa teoria, definita del “contenimento” crebbero i consensi di gran parte della amministrazione Truman. Su questi consensi pesarono anche alcune vicende, di cui si accennerà tra breve, caratterizzanti il quadro internazionale nel corso del 1946 e dei primi del 1947. La stessa Unione Sovietica, inoltre, durante il biennio 1945-47 sembrò muoversi verso un abbandono della politica di collaborazione con gli USA per indirizzarsi verso le logiche tradizionali della politica di potenza. A questo atteggiamento, secondo Mammarella, probabilmente contribuì, tra l’altro, l’influenza del nazionalismo grande–russo ricomparso nel corso della guerra “ […] per galvanizzare la resistenza del popolo sovietico e alimentato e irrobustito dalla vittoria”. (7) Nella divisione in tre tappe principali dell’evoluzione della guerra fredda elaborata da Elena Aga Rossi (8), il primo periodo, dal 1943 al ’45, viene definito della “grande alleanza”. Durante quegli anni la situazione fu caratterizzata da questi dati di fondo: le potenze erano ancora unite dagli obiettivi comuni della sconfitta dell’Asse e del tentativo di dar vita ad un futuro nuovo ordine mondiale basato su forme di cooperazione internazionale; il riconoscimento dell’URSS al rango di potenza dominante in Europa ne rendeva la collaborazione postbellica importante e necessaria; i leader occidentali credevano che Mosca si sarebbe trattenuta dall’uso dei suoi enormi poteri dopo la guerra a causa della sue precarie condizioni economiche e che l’URSS, in cambio degli aiuti economici, avrebbe potuto abbandonare la sua politica espansionistica; i leader sovietici si aspettavano anch’essi una collaborazione durevole, ma la interpretavano sotto altre prospettive che
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Informazioni tesi
Autore: | Vito Verdecchia |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | R. D'agata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 165 |
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