Le destre italiane e il piano Marshall
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facevano loro ritenere la politica di cooperazione con Mosca la più indispensabile agli alleati che ai sovietici; il futuro dell’alleanza doveva essere garantito dalla forza militare sovietica; era prevista un’imminente crisi economica dell’Occidente capitalistico, si ipotizzavano possibili dissidi fra i paesi occidentali a causa delle contraddizioni tra i loro interessi. Dopo la “grande alleanza” e prima della terza tappa, quella della rottura definitiva verificatasi negli anni 1947-48, definiti come anni dello “spostamento verso la Guerra Fredda e della nascita di un sistema mondiale bipolare”, la Aga Rossi inserisce il secondo periodo, la “pausa” nel biennio 1945-47. Durante questo intervallo non si può più parlare di alleanza, ma ancora nemmeno di Guerra Fredda. Il fatto più importante di questo altro momento fu il rapido deterioramento dei rapporti tra USA e URSS, i cui scopi per l’organizzazione del nuovo ordine internazionale divennero chiaramente incompatibili. Mosca iniziò la riorganizzazione politica degli Stati dell’Europa Orientale come parte di una politica di stabilizzazione interna alla sua “sfera d’influenza”. Questo atteggiamento, secondo la Aga Rossi, non fu una risposta a particolari iniziative di Washington, ma corrispondeva piuttosto a esigenze strutturali del sistema stalinista, poiché solo l’imposizione di sistemi socio politici analoghi a quello sovietico potevano, dal punto di vista del Cremlino, garantire la stabilità e il controllo sugli altri paesi. La concezione di “sfere d’influenza” che avevano gli Stati Uniti non richiedeva il controllo politico sui paesi subordinati, ma si basava sulla nozione di libero mercato come strumento di dominio dell’economia USA e in generale del sistema capitalistico. La crisi postbellica europea rappresentava una minaccia contro questo obiettivo e poteva essere sfruttata dall’URSS. Inoltre la Gran Bretagna, cioè la sola potenza che potesse fare da contrappeso all’Unione Sovietica in Europa era, anch’essa in pieno declino. L’elaborazione di queste nuove posizioni, delineate dalla Aga Rossi, durante questo biennio, fu accompagnata da alcuni eventi di rilievo sul panorama internazionale. Nel corso del ’46 Mosca fu presente attivamente nel Medio Oriente fornendo appoggio alle correnti autonomiste azere e curde in Iran e lavorando alla stipulazione di un vantaggioso accordo petrolifero. I curdi erano riusciti addirittura nel gennaio ’46 a dar vita ad un proprio stato la Repubblica di Mahabad. L’immediata reazione britannica alla crisi in Iran portò alla repressione dei movimenti azero e curdo, alla fine dopo meno di un anno di vita, della Repubblica di Mahabad e alla instaurazione di un governo filo-occidentale a Teheran. Mosca, che nel frattempo aveva ottenuto l’accordo petrolifero, non oppose resistenza a questi sviluppi. Un'altra vicenda importante fu il tentativo sovietico di ottenere dalla Turchia, nella seconda metà del ’46, la revisione della Convenzione di Montreux del 1936 sugli Stretti turchi, attraverso una proposta di accordo per la loro difesa comune. In base a quanto stabilito a Montreux le navi
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Le destre italiane e il piano Marshall
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Informazioni tesi
Autore: | Vito Verdecchia |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | R. D'agata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 165 |
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