Le matrici di transizione nel modello Creditmetrics: limiti e possibili sviluppi
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di transizione, un input fondamentale che gioca un ruolo molto importante. Le matrici di transizione sono, infatti, delle tabelle che contengono le probabilità di migrazione per le diverse categorie di rating. Nel caso si adotti il sistema di rating 2 di Standard & Poor’s, le categorie di rating sono sette più lo stato di default. Così la matrice ha dimensione 8 x 8 cui corrispondono 64 entrate (le probabilità di migrazione). Ad ognuno degli 8 rating iniziali corrispondono infatti otto probabilità: la probabilità di rimanere nella stessa classe, più le probabilità di migrazione verso ciascuna delle 7 classi di rating rimanenti. La procedura seguita dalle agenzie di rating per la stima delle probabilità di migrazione è un approccio frequentista noto come metodo cohort: le stime sono ottenute semplicemente registrando le frequenze passate. Questa procedura, tuttavia, presenta dei punti deboli che hanno suscitato alcune critiche. Innanzitutto si assume che le matrici di transizione siano indipendenti rispetto al tempo e quindi insensibili rispetto all’andamento del ciclo economico, mentre potrebbe essere più coerente, per una specifica migrazione, stimare differenti probabilità legate a differenti situazioni del ciclo economico. Inoltre, basandosi sull’osservazione degli eventi passati, le matrici di migrazione forniscono probabilità nulle per quelle transizioni che non si verificano affatto nel corso del periodo campionario, ma che nella realtà potrebbero manifestarsi (seppure con probabilità molto basse). Infine le matrici di transizione si basano su dei processi markoviani. Un processo markoviano è un processo stocastico nel quale le probabilità degli stati futuri sono indipendenti dal passato e dipendono quindi solamente dallo stato presente. Applicata al nostro contesto tale proprietà significa che le probabilità di migrazione sono influenzate solo dallo stato di rating corrente, mentre a nulla servirebbe la conoscenza delle osservazioni passate. Si tratta evidentemente di una proprietà discutibile sulla cui validità sono infatti stati compiuti numerosi studi empirici che hanno portato al suo rifiuto. Ognuna di questi aspetti sarà analizzato in maniera più approfondita per poi individuare delle possibili vie alternative che consentano di superarne i limiti. 2 È bene sottolineare che lo stato di default non rappresenta un vero e proprio giudizio di rating. Si tratta infatti di una situazione oggettiva in cui si rileva l’insolvenza di una controparte, mentre un giudizio di rating rappresenta una valutazione di natura soggettiva. 5
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Informazioni tesi
Autore: | Gian Luca Magrì |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Finanza |
Relatore: | Alessandra Carleo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 111 |
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