Possibile impiego delle fasce tampone per l'abbattimento dei carichi di nutrienti nel fiume Meolo
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6 INTRODUZIONE 1.1: L’eutrofizzazione Tutte le acque, sia superficiali che sotterranee, hanno una certa capacità di reagire all'immissione diretta o indiretta di carichi inquinanti. Tale capacità di autodepurazione comprende una complessa serie di meccanismi di tipo fisico (sedimentazione, diluizione, adsorbimento), chimico (reazioni di precipitazione, ossidoriduzione, idrolisi) e biologico (degradazione batterica, ingestione da parte di organismi acquatici) che tendono a riequilibrare le situazioni di eccesso o carenza che possono verificarsi dopo un evento di disturbo. Se l'immissione delle sostanze inquinanti è eccessiva, la capacità autodepurativa viene superata e possono manifestarsi fenomeni quali l'eutrofizzazione e/o la proliferazione di microrganismi patogeni. L'eutrofizzazione consiste in un arricchimento eccessivo di nutrienti (principalmente Fosforo e Azoto) e comporta, in condizioni climatiche favorevoli (tipiche della stagione estiva) la crescita eccessiva delle alghe. La successiva decomposizione e degradazione della biomassa algale, con conseguente aumento del tasso di fornitura di sostanza organica all’ecosistema, determina un consumo quasi totale dell'ossigeno disciolto nell'acqua (anossia), per cui prevalgono forme microbiche capaci di vivere in condizioni anaerobiche (assenza di ossigeno) e in grado di produrre sostanze come l'ammoniaca e l'idrogeno solforato, che hanno un odore sgradevole e sono tossici per tutto l'ecosistema acquatico. Quindi da una condizione ipertrofica, riscontrabile con un maggior tasso di crescita e di produzione di micro- e macroalghe, di macrofite, di alghe galleggianti, radicate o sommerse, accompagnate da agglomerazioni batteriche o fungine, si passa ad una condizione di distrofia: le acque si intorbidiscono e, a causa dell’instaurarsi dei processi anaerobici, si possono avere produzione di cattivi odori e morie dei pesci e della fauna bentonica. Per le acque correnti tuttavia è piuttosto improbabile che l’aumento dei sali nutritivi (Azoto e Fosforo in primis), possa dare luogo a un rilevante sviluppo di macrofite o di alghe microscopiche sospese in acqua in grado di compiere l’intero ciclo vitale in condizioni di turbolenza. Questo per una questione di velocità della corrente e quindi di tempi: la biomassa infatti non può accumularsi e degradarsi se viene trasportata da una corrente d’acqua, cosa che invece avviene più spesso in ambienti lentici dove l’acqua ristagna. Ciò non esclude che le acque correnti possano accumulare quantità notevoli di materiale vegetale fino a perdere di
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Bettin |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | interfacoltà agraiia/scienze matematiche fisiche naturali |
Corso: | Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura |
Relatore: | Giuseppe Zanin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 51 |
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