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Capitolo primo 
I servizi per la prima infanzia 
1.1. Cenni storici 
La nascita dei primi servizi destinati alla prima infanzia si registra già a partire dal 
Medioevo: nacquero, infatti, in quel periodo i primi brefotrofi
3
 o “ospedali per 
trovatelli”, istituzioni private a carico degli istituti religiosi, destinati alla custodia di 
tutti quei figli che venivano abbandonati dai loro genitori. L’”ospedale per trovatelli” 
«accoglieva senza discriminazione bambini illegittimi e legittimi, orfani di un 
genitore o di entrambi, ma anche con entrambi i genitori viventi, rappresentava 
l’istituzione collettiva con la quale la società forniva un sostegno agli strati più 
poveri»
4
. Esso, infatti, aveva come principale scopo la prevenzione dell’infanticidio, 
i bambini che venivano abbandonati dai genitori poveri venivano lasciati su una sorta 
di ruota rotante, definita ruota degli esposti
5
, all’ingresso dell’istituto dove venivano 
poi accolti per la cura dalle nutrici. Il brefotrofio aveva comunque un carattere 
temporaneo poiché una volta passato il periodo dei costi più gravosi, di norma entro i 
primi due anni di vita, i genitori tornavano a riprendersi i figli per riportali a casa con 
loro. Questo tipo di servizio per la prima infanzia, pur non avendo un carattere 
eminentemente educativo ma assistenziale, era l’unica alternativa di custodia per 
bambini molto piccoli abbandonati dalla famiglia a causa delle condizioni 
estremamente critiche della vita del periodo. Ma anche al suo interno la 
sopravvivenza dell’infanzia non era affatto scontata. 
Dal 1867 cominciarono a venire definitivamente soppresse le ruote per gli esposti e i 
brefotrofi ad essere definitivamente riformati in istituti di assistenza all’infanzia, ma 
solo per i bambini considerati illegittimi. 
Con il sopraggiungere della Rivoluzione Industriale sul finire del Settecento 
mutarono i bisogni e le condizioni sociali e lavorative della società. In quel periodo 
vi era una significativa espansione delle attività manifatturiere che richiedeva alle 
fabbriche un impiego sempre più considerevole di forza lavoro femminile. 
                                                
3
 Cfr., https://it.wikipedia.org/wiki/Brefotrofio. 
4
 E. Becchi, D. Julia, Storia dell’infanzia. 2. Dal Settecento ad oggi, Edizioni Laterza, Roma 1996, p. 
266. 
5
 Cfr., http://www.storico.org/storia_societa/ruota_innocenti.html.
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L’ingresso nel mondo lavorativo per le donne portò in primo piano il problema della 
custodia dei figli: se entrambi i coniugi lavoravano, chi si sarebbe occupato dei 
bambini, della loro crescita? Il baliatico mercenario, pur se presente più o meno ad 
ogni epoca, venne in risposta soprattutto in quel periodo. Si trattava di «un’offerta di 
balie, cioè di donne che avevano un servizio, o un prodotto – appunto il latte – da 
cedere a un costo comparativamente minore rispetto a quello che avrebbero dovuto 
sostenere le madri se si fossero prese cura direttamente dei propri figli»
6
. Ma le cure 
di una balia non sarebbero mai state quelle di una madre; inoltre sembrava che il 
baliatico fosse un potente diffusore di malattie. 
Fu solo a partire dagli inizi dell’Ottocento che la maternità, e di conseguenza 
l’infanzia ad essa correlata, cominciò ad essere sottoposta a studi ed osservazioni 
specifiche, fino ad arrivare alla costruzione di una vera e propria cultura pedagogica 
infantile. Una serie di studi portò alla nascita in Italia dei primi presepi, sull’esempio 
delle crèches
7
 francesi, come prima alternativa di custodia per bambini molto piccoli, 
i quali una volta raggiunta l’età di due o tre anni sarebbero stati condotti negli asili 
infantili
8
 che sorsero dopo il 1828. Il primo presepe che vide la luce nel nostro Paese 
fu il “Pio ricovero per i bambini lattanti”
9
, istituito a Milano nel giugno del 1850 
grazie ad un progetto del benefattore milanese Giuseppe Sacchi che si batté per la 
creazione di un istituto per la custodia dei lattanti all’interno dei brefotrofi. Il 
ricovero nacque per i figli legittimi delle lavoratrici che non avevano nessuno che 
potesse badare a loro durante la giornata e si divideva in due sezioni, una per lattanti 
e una per divezzi. E inaugurò le istituzioni assistenziali per la prima infanzia in Italia, 
nelle quali «l’impostazione della cura e le metodiche di accudimento dei bambini 
erano allineate al meglio delle conoscenze igieniche ed educative del tempo: per 
esempio, furono abolite le fasciature, ancora molto in voga, e si diede notevole 
                                                
6
 E. Becchi, D. Julia, op. cit., p.263. 
7
 Le crèches francesi nacquero nel 1844 come primo di una serie di interventi europei in favore di 
un’educazione e assistenza verso i bambini in tenera età, che potesse combattere la mortalità infantile 
e prevenire l’abbandono. Cfr., D. Caroli, Per una storia dell’asilo nido in Europa tra Otto e 
Novecento, Franco Angeli, Milano 2014, pp. 23-81. 
8
 Gli asili infantili nacquero per la prima volta in Italia intorno agli anni trenta dell’Ottocento grazie 
all’opera del sacerdote Ferrante Aporti che ne istituì uno a Cremona nel 1829. Il termine asilo infantile 
stava ad indicare «un’istituzione assistenziale ed educativa pensata per la cosiddetta “seconda 
infanzia”, il periodo evolutivo tra i 3 e i 6 anni». Cfr., N. S. Barbieri, Asili nido e servizi educativi per 
la prima infanzia in Italia. Lineamenti storici, fondamenti pedagogici, modalità operative, Cleup, 
Padova 2015, p. 12. 
9
 Cfr., http://www.pioistitutodimaternita.it.
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attenzione alla dieta, al fine di permettere a tutti i bambini di mangiare in quantità 
sufficiente»
10
. La presenza di questi presepi, pur con difficoltà economiche e di 
gestione, si diffuse così sempre più nel corso degli anni e soprattutto in diverse città 
del settentrione: Venezia (1854), Torino (1859), Como (1873), Cremona e Genova 
(1874), Verona (1875), Bergamo (1878), Parma (1880), Bologna e Brescia (1881), 
Trieste (1885). 
La diffusione di questi asili raggiunse il suo apice agli inizi del Novecento, anni in 
cui si situa l’istituzione da parte di uno dei padri della puericultura, Ernesto Soncini, 
della prima sala asilo per lattanti, denominata “Istituto Pro-lattanti”, la quale «offriva 
una custodia ai bambini lattanti dal mattino alla sera, agevolava l’allattamento 
materno che si completava eventualmente con quello misto ed assisteva le madri 
nella nutrizione dei bambini»
11
. L’”Istituto Pro-lattanti” fu di estrema importanza per 
quanto riguarda il latte artificiale come nutrimento per i neonati poiché consentiva 
alle madri di ovviare alle loro carenze fisiologiche e di evitare di doversi staccare dal 
lavoro per l’allattamento dei loro figli. Tutto ciò venne permesso grazie alla 
creazione, oltre al ricovero, di un laboratorio interno per la preparazione igienica del 
latte, pur comunque sempre insistendo sul vantaggio dell’allattamento materno 
naturale. 
Con l’instaurarsi del regime fascista, nel 1922, la questione della maternità e 
dell’infanzia si fece sempre più consistente e fu proprio in questo periodo che il 
settore infantile divenne competenza dello Stato, e quindi da privato si fece pubblico. 
Ciò avvenne in particolare con l’istituzione dell’Opera Nazionale Maternità 
Infanzia
12
 in virtù dell’emanazione della legge n. 2277 del 10 dicembre 1925
13
. 
L’ONMI si proponeva come un’organizzazione a sostegno delle madri lavoratrici di 
classe povera e dei loro figli. Lo scopo principale dell’ONMI era volto all’assistenza 
e alla protezione «”delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate, dei 
bambini, lattanti e divezzi fino al quinto anno di età, appartenenti a famiglie 
bisognose […] dei fanciulli fisicamente o psichicamente anormali e dei minori 
materialmente o moralmente abbandonati”, oltre che di quelli traviati o delinquenti 
                                                
10
 N. S. Barbieri, op. cit., p. 14. 
11
 D. Caroli, op. cit., p. 269. 
12
 Cfr., http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/profili-istituzionali/MIDL000222/. 
13
 Gazzetta Ufficiale, legge n. 2277 del 10 dicembre 1925. Cfr., 
http://www.treccani.it/enciclopedia/maternita-e-infanzia_%28Enciclopedia-Italiana%29/.
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fino all’età di diciotto anni compiuti»
14
, in un’ottica di politica d’incremento 
demografico, basata sulla promozione di iniziative assistenziali e di promozione delle 
norme igienico sanitarie adeguate. Con la politica sociale del fascismo cominciarono 
a nascere sempre più asili nido - ONMI
15
 in tutta Italia cosicché si posero per la 
prima volta le basi di un’assistenza pubblica all’infanzia e alla maternità. 
Una volta caduto il fascismo vennero presentate allo Stato da parte di alcuni 
movimenti femminili di donne lavoratrici alcune proposte di maggiore 
riconoscimento delle donne nel mercato del lavoro che sfociarono in una nuova 
riforma, la legge n. 860 del 26 agosto 1950
16
, con la quale venne fatto obbligo di 
istituire presso il luogo di lavoro camere di allattamento
17
 e asili nido, che possono 
essere considerati antesignani degli asili nido aziendali odierni. Ancora una volta, 
dunque, queste iniziative faticavano a superare l’originaria finalità di assistenza e 
custodia per riuscire ad entrare in un’ottica di educazione del bambino. 
Fu solo a partire dagli anni settanta che si cominciò a guardare al mondo del bambino 
in maniera diversa, a vederlo come una persona attiva nel suo sviluppo, con 
competenze, capace di relazionarsi fin da piccolissimo al mondo esterno. La legge n. 
1044 del 1971
18
 fu quella che sancì la definitiva nascita degli asili nido con «lo scopo 
di provvedere alla temporanea custodia dei bambini, per assicurare una adeguata 
assistenza alla famiglia e anche per facilitare l’accesso della donna al lavoro»
19
. 
All’interno di questa legge, pur innovativa rispetto ai tempi passati, rimasero tuttavia 
i concetti di custodia ed assistenza verso i minori; l’attenzione non era ancora rivolta 
al bisogno del bambino poiché la vera destinataria del servizio era la famiglia e 
                                                
14
 N. S. Barbieri, op. cit., p. 18. 
15
 Gli asili nido ONMI erano istituzioni essenzialmente di tipo assistenzialistico e custodialistico, 
molto lontani da ciò che si intende oggi per “asilo nido”. Essi erano delle strutture che avevano rigidi 
orari e un altrettanto rigida strutturazione degli spazi: vi erano principalmente tre locali in cui si 
dividevano il dormitorio, il refettorio e il salone della ricreazione. Erano strutture tipicamente simili ad 
ospedali e quanto più lontane a centri di tipo ludico-ricreativo. 
16
 Gazzetta Ufficiale, legge n. 860 del 26 agosto 1950, Tutela fisica ed economica delle lavoratrici 
madri. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.bollettinoadapt.it/old/files/document/19200l_860_1950.pdf. 
17
 Le camere di allattamento erano dei luoghi che venivano istituiti nelle aziende che impegnavano 
almeno trenta donne sposate fino ad un’età di cinquant’anni. Erano costituite da stanze adiacenti ai 
locali di lavoro dove venivano custoditi i figli delle lavoratrici e dove queste ultime si recavano per 
due volte al giorno ad allattare i propri piccoli. 
18
 Gazzetta Ufficiale, legge n. 1044 del 6 dicembre 1971, Piano quinquennale per l'Istituzione di asili-
nido comunali con il concorso dello Stato. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
https://www.cliclavoro.gov.it/Normative/Legge_6_dicembre_1971_n.1044.pdf. 
19
 E. Catarsi, A. Fortunati, La programmazione-progettazione nell’asilo nido, La Nuova Italia, Firenze 
1994, p. 6.
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soprattutto la madre che, in questo modo, poteva più facilmente accedere al mondo 
lavorativo. Accanto a questa visione ancora perlopiù assistenzialistica dell’asilo nido 
emergevano piccoli tratti di novità, ad esempio ora il nido si affermava come un 
servizio sociale pubblico destinato a tutte le fasce sociali; «il passaggio di tutti gli 
asili nido finanziati pubblicamente dallo Stato (ex ONMI) sotto il controllo delle 
amministrazioni locali […]: allo Stato competeva il finanziamento; alle Regioni il 
coordinamento, mediante l’emanazione di un’apposita normativa regionale, e ai 
Comuni la gestione»
20
; la necessità di avere un personale qualificato che potesse 
essere idoneo a custodire ed educare adeguatamente i bambini. Si preparava un 
cambiamento di rotta verso un orientamento maggiormente pedagogico dell’asilo 
nido. 
1.2. L’asilo nido oggi 
Il passaggio dell’asilo nido da un’ottica di tipo assistenzialistica-custodialistica ad 
una maggiormente di tipo educativo-pedagogica fu molto lento, tant’è che ci vollero 
molti anni prima che la nuova concezione si affermasse. Molte, a questo riguardo, 
furono le resistenze politiche. Inoltre rilevante era il problema economico: per la 
costituzione di nidi di qualità servivano fondi, sia per quel che riguarda la struttura in 
sé, sia per la formazione di personale adeguato. D’altro lato il problema era anche di 
tipo ideologico, nel senso che si pensava che il cambiamento di rotta, da assistenza 
ad educazione, avrebbe provocato una scolarizzazione precoce del bambino. 
In questo clima culturale e politico il 19 maggio 1988 arrivò una proposta di legge da 
parte dei deputati Cappiello
21
, Capria
22
, Labriola
23
, Artioli
24
, Boniver
25
, Breda
26
, 
                                                
20
 N. S. Barbieri, op. cit., p. 24. 
21
 Cappiello Agata Lucia Alma nacque a Milano il 16 maggio 1948. Fece parte del Partito Socialista 
Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d29120&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
22
 Capria Nicola nacque a Rosarno il 6 novembre 1932 e morì a San Ferdinando di Rosarno il 31 
gennaio 2009. Fece parte del Partito Socialista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per 
ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d14890&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
23
 Labriola Silvano nacque a Napoli il 26 giugno 1935 e morì il 7 novembre 2005. Fece parte del 
Partito Socialista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d15740&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
24
 Artioli Rossella nacque a Roma il 26 gennaio 1944. Fece parte del Partito Socialista Italiano dal 9 
luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda:
Pag. 11 | 81 
 
Gangi
27
, Mastrantuono
28
, che aveva l’intenzione di modificare alcuni articoli della 
precedente legge n. 1044 per spostare l’accento proprio su una prospettiva di tipo 
pedagogico-educativo. Con la loro proposta di legge n. 2736
29
 avrebbero conferito un 
nuovo significato agli asili nido, definendoli «servizi socio-educativi rivolti ai 
bambini di età fino ai tre anni. (…con) finalità di aggregazione e socializzazione che 
realizzano mediante attività ludiche, educative e culturali»
30
. 
Questa non fu l’unica proposta di modifica alla legge istitutiva degli asili nido. 
Infatti, l’anno successivo venne emanato il disegno di legge n. 1925
31
 in data 2 
novembre 1989, d’iniziativa dei senatori Callari Galli
32
, Alberici
33
, Ferraguti
34
, 
Salvato
35
, Argan
36
, Berlinguer
37
, Bochicchio Schelotto
38
, Chiarante
39
, Giustinelli
40
, 
                                                                                                                                     
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d22660&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
25
 Boniver Margherita nacque a Roma l’11 marzo 1938. Fece parte del Partito Socialista Italiano dal 9 
luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d200103&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
26
 Breda Roberta nacque a Udine il 22 settembre 1952 e morì il 25 luglio 1996. Fece parte del Partito 
Socialista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d25130&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
27
 Gangi Giorgio nacque a Fiume l’8 luglio 1938. Fece parte del Partito Socialista Italiano dal 9 luglio 
1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d21290&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
28
 Mastrantuono Raffaele nacque a Napoli il 9 luglio 1943. Fece parte del Partito Socialista Italiano 
dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/chiosco.asp?content=deputati/legislatureprecedenti/leg10/framedeputato.as
p?Deputato=d30010&position=X%20Legislatura%20/%20I%20gruppi%20parlamentari. 
29
 Camera dei Deputati, Atto Parlamentare, proposta di legge n. 2736 del 19 maggio 1988, Nuove 
norme in materia di asili nido e modifica alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044. Per ulteriori 
approfondimenti, si veda: 
http://legislature.camera.it/_dati/leg10/lavori/schedela/trovaschedacamera.asp?pdl=2736. 
30
 B. Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza, Bari 1992, p. 10. 
31
 Senato della Repubblica, disegno di legge n. 1925 del 2 novembre 1989, Norme per lo sviluppo e la 
qualificazione degli asili nido. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/267068.pdf. 
32
 Matilde Callari Galli nacque a Terracina il 23 luglio 1934. Fece parte del Partito Comunista Italiano 
dal 9 luglio 1987 al 2 agosto 1989. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000429.htm. 
33
 Aureliana Alberici nacque a Bologna il 16 settembre 1941. Fece parte del Partito Comunista 
Italiano dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000029.htm. 
34
 Isa Ferraguti nacque a Carpi il 2 dicembre 1942. Fece parte del Partito Comunista Italiano dal 9 
luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000955.htm. 
35
 Ersilia Salvato nacque a Castellammare di Stabia il 30 giugno 1941. Fece parte del Partito 
Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00002142.htm.
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Imbriaco
41
, Longo
42
, Maffioletti
43
, Nespolo
44
, Nocchi
45
, Tedesco Tatò
46
, Tossi 
Brutti
47
 e Zuffa
48
, con il quale si intese dare nuova enunciazione alle finalità 
dell’asilo nido: esso «costituisce un servizio educativo e sociale di interesse pubblico 
che accoglie i bambini in età compresa fra i tre mesi e tre anni e che, nel quadro di 
una politica socio-educativa della prima infanzia, concorre con la famiglia alla loro 
formazione; l’asilo nido ha lo scopo di offrire ai bambini un luogo di formazione, di 
socializzazione e di stimolo delle loro potenzialità cognitive, affettive, individuali e 
sociali nella prospettiva del loro benessere e del loro armonico sviluppo; […] esso 
favorisce la continuità educativa rivolta alla famiglia, all’ambiente sociale e agli altri 
servizi esistenti, mette in atto azioni positive per offrire ai suoi utenti pari 
                                                                                                                                     
36
 Giulio Carlo Argan nacque a Torino il 17 maggio 1909 e morì a Roma il 12 novembre 1992. Fece 
parte del Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, 
si veda: http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000100.htm. 
37
 Giovanni Berlinguer nacque a Sassari il 9 luglio 1924 e morì a Roma il 6 aprile 2015. Fece parte del 
Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000224.htm. 
38
 Giovanna Bochicchio Schelotto nacque a Rionero in Vulture il 13 giugno 1939. Fece parte del 
Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000290.htm. 
39
 Giuseppe Antonio Chiarante nacque a Bosco Marengo il 31 luglio 1929 e morì il 31 luglio 2012. 
Fece parte del Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori 
approfondimenti, si veda: http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00000579.htm. 
40
 Franco Giustinelli nacque a Terni il 16 giugno 1940. Fece parte del Partito Comunista Italiano dal 9 
luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001165.htm. 
41
 Nicola Imbriaco nacque a Vallo della Lucania il 12 settembre 1929. Fece parte del Partito 
Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001243.htm. 
42
 Franco Longo nacque a Padova il 21 giugno 1941 e morì nel 2001. Fece parte del Partito Comunista 
Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001356.htm. 
43
 Roberto Maffioletti nacque a Roma il 14 aprile 1927 e morì a Roma il 3 settembre 2015. Fece parte 
del Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si 
veda: http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001390.htm. 
44
 Carla Federica Nespolo nacque a Novara il 4 marzo 1943. Fece parte del Partito Comunista Italiano 
dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001693.htm. 
45
 Venanzio Nocchi nacque a Città di Castello il 27 aprile del 1946. Fece parte del Partito Comunista 
Italiano dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00001702.htm. 
46
 Giglia Tedesco Tatò nacque a Roma il 22 gennaio 1926 e morì a Roma il 9 novembre 2007. Fece 
parte del Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori 
approfondimenti, si veda: http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00002377.htm. 
47
 Graziella Tossi Brutti nacque a Brescia l’8 dicembre 1938. Fece parte del Partito Comunista Italiano 
dal 9 luglio 1987 al 17 settembre 1987. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00002408.htm. 
48
 Grazia Zuffa nacque a Piasco l’8 agosto 1945. Fece parte del Partito Comunista Italiano dal 9 luglio 
1987 al 22 aprile 1992. Per ulteriori approfondimenti, si veda: 
http://www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Attsen/00002566.htm.