Progetto ''Formula 1 - Anno Zero''
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6 esempi: tutte le soluzioni e i materiali utilizzati, per validi che siano, non bastano, perchØ bisogna pensare immediatamente fino a quale limite possano essere impiegati. Solo così diventano legittime le ambizioni di schierare vetture competitive. Motore, trasmissione, sterzo, aerodinamica, freni, sospensioni, gomme… tutto deve funzionare alla perfezione, pena la sconfitta o, peggio, conseguenze terribili per il pilota. Quando si esplorano frontiere nuove e ci si spinge alle frontiere della fisica, l’errore o il guasto, seppur lievi, possono comportare un prezzo davvero salato da pagare. I progettisti hanno sempre spremuto la propria creatività per arrivare dove nessuno era giunto prima, ma non sempre le loro trovate si sono conciliate con la sicurezza. Le prestazioni aumentano, e con esse lo spettacolo di una tecnologia vincente; se non capitano episodi gravi per lungo tempo, i timori si attenuano e ci si convince di aver imboccato una strada buona; a rendere piø stabile la situazione interviene il Potere Sportivo, condizionato dagli introiti derivanti dalle sponsorizzazioni e dal consenso del pubblico. Si vive in una sorta di torpore, assuefatti dalla fortuna e cullati dai guadagni, fino a quando non capita la doccia fredda, e di questi avvenimenti la storia delle corse ne è costellata, anche quella piø recente. I vincoli imposti ai progettisti nel concepire le vetture sono, dunque, conseguenza di numerosi eventi e di strategie per condizionare la dinamica delle corse agli occhi degli spettatori. Le stagioni sportive degli anni 1983, 1989 e 1994 saranno ricordate per importanti svolte epocali che hanno determinato nell’evoluzione dei regolamenti sportivi. La prima fu l’abolizione dell’effetto suolo, una pericolosa esasperazione aerodinamica ottenuta profilando le scocche delle monoposto come vere e proprie superfici alari, e avvalendosi di sottili bandelle laterali (le famose “minigonne”) per far scorrere senza dispersioni l’aria sotto le monoposto, in modo da creare una forza verticale che comprimeva l’auto sulla pista con efficacia proporzionale alla velocità. Era persino divenuto superfluo l’alettone anteriore, abbattendo le dispersioni di potenza dovute agli attriti delle sue superfici. Una trovata geniale e indubbiamente produttiva, ma assai critica da gestire, perchØ rendeva l’assetto alquanto sensibile alle sollecitazioni esterne, fino al pericolo estremo in caso di “aggancio” fra le vetture. Mi riferisco a quando una delle due ruote anteriori urta, o sfiora appena, una posteriore dell’auto che precede: la monoposto che tampona viene trascinata verso l’alto. Ma quando ciò succede ad alta velocità, assieme alla piena azione aerodinamica, aumenta improvvisamente lo spessore d’aria tra asfalto e macchina, provocando il decollo di questa. Ricordiamo la
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Progetto ''Formula 1 - Anno Zero''
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Volpi |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | Diploma in Scienza Stilistica |
Anno: | 2001 |
Docente/Relatore: | Lorenzo Preti |
Istituito da: | ISSAM - Istituto Superiore di Scienza dell'Automobile di Modena |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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