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INTRODUZIONE 
 
Il presente lavoro si propone di valutare, nell'ambito delle abilità spaziali, come le 
differenze individuali riguardanti le strategie di orientamento adottate influiscano sulla 
rappresentazione mentale di informazioni spaziali apprese da descrizioni di ambienti. 
In questo studio, una batteria di prove spaziali è stata somministrata a 91 studenti 
universitari di genere maschile (i risultati del campione sono poi stati uniti a quelli di un 
campione femminile di 100 soggetti) con lo scopo principale di indagare se la differenza 
negli individui nell'uso di punti di riferimento estrinseci (EFR), come ad esempio i punti 
cardinali, determini o meno delle diversità nella modalità di rappresentarsi un ambiente 
che viene appreso tramite una descrizione spaziale di tipo survey o di tipo route. 
In particolare, questa tesi è centrata sulla prima parte dell'esperimento, durante la quale i 
partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi in base alla preferenza - definita tramite 
un questionario sul senso dell'orientamento e sulle rappresentazioni spaziali (Pazzaglia, 
Cornoldi e De Beni, 2000) - per l'uso di riferimenti estrinseci (H-EFR, MH-EFR, ML-
EFR, L-EFR) ed hanno quindi ascoltato due descrizioni (survey e route) di due 
ambienti, rispondendo successivamente a delle domande vero/falso e disegnando una 
mappa dell'ambiente appreso. 
E' stata indagata in particolare la codifica delle descrizioni di testi route e survey, 
nell'ipotesi che i soggetti rispondessero in modo significativamente migliore alle 
domande route dopo aver ascoltato il brano route, ed alle domande survey dopo 
l'ascolto del brano survey. 
E' stato esplorato anche l'effetto della prospettiva sul disegno di mappa passando 
successivamente alle differenze individuali, dove ci aspettavamo nei soggetti con alta 
preferenza per punti di riferimento estrinseci (H-EFR) una minor dipendenza dalla 
prospettiva assunta dalla descrizione e una prestazione migliore nei compiti spaziali 
rispetto a tutti gli altri gruppi. 
Il primo capitolo illustra brevemente le descrizioni spaziali , con una panoramica sui 
due tipi di prospettiva indagate e sulla relativa letteratura, confrontando in particolare 
gli studi di Perrig e Kintsch (1985) con quelli di Taylor e  Tversky (1992). 
Successivamente abbiamo visto, sempre nell'ambito delle descrizioni spaziali, le 
differenze individuali attraverso gli studi di Perring e Kintsch (1985), di Pazzaglia e 
Cornoldi (1999) ed altri.
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Dopo questo inquadramento teorico passeremo alla descrizione dell'esperimento in tutte 
le sue parti per concludere infine con i risultati e le considerazioni relative, 
specificatamente, alla prima parte della ricerca.
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CAPITOLO 1  
 
Descrizioni spaziali: prospettiva survey e route e differenze individuali 
 
All'interno delle abilità spaziali, che possiamo definire come "la capacità di 
rappresentare, trasformare, generare e recuperare informazioni simboliche di tipo non 
linguistico" (Linn e Petersen, 1985), un ruolo importante è giocato dall'orientamento 
geografico, cioè dalla capacità di cogliere la propria posizione rispetto a determinati 
punti, od oggetti, e la consapevolezza di sapere "dove si è" e "verso dove si è diretti". 
I primi studi riguardanti il senso dell'orientamento (Sense Of Direction, SOD) risalgono 
alla fine degli anni '70, quando Kozlowski e Bryant (1977) sottolinearono l'evidenza di  
differenze individuali in questo campo. 
Le modalità con cui ci si rappresenta mentalmente un ambiente, che è predetta dalle 
abilità spaziali (Allen, Kirasic, Dobson, Long e Beck, 1996), sono definite dal modo in 
cui viene codificata l'informazione spaziale; in letteratura sono state finora individuate 
due tipologie di conoscenza ambientale a cui corrispondono due tipi di rappresentazione 
(Tversky, 2003): una rappresentazione "survey", detta anche di tipo mappa, ed una 
rappresentazione "route", detta anche di percorso. 
La rappresentazione survey è centrata sulle relazioni spaziali tra punti di riferimento 
significativi (landmark), quella route è basata sull'individuazione ed il riconoscimento 
dei singoli landmark e dei percorsi che li connettono. 
Persone che hanno una preferenza nell'adottare una prospettiva route di 
rappresentazione dello spazio, quindi, si trovano più a loro agio nell'apprendere un 
ambiente tramite  descrizioni con una prospettiva egocentrica (path view), che utilizza  
punti di riferimento intrinseci (ad esempio "alla tua sinistra" o "dietro di te"); le 
descrizioni survey usano invece una prospettiva allocentrica (bird's eye view) e usano 
punti di riferimento estrinseci come i punti cardinali. 
La prospettiva route si caratterizza per coinvolgere lo schema corporeo del 
lettore/ascoltatore che ne costituisce il punto di riferimento; i verbi sono coniugati alla 
seconda persona singolare e la posizione degli elementi (landmark) è definita in 
relazione al soggetto. Inoltre, la natura sequenziale delle informazioni è fondamentale 
per raggiungere la meta: l'orientamento cambia in base alle posizioni immaginarie che il 
soggetto assume nelle varie fasi del percorso e la struttura dell'ambiente viene inferita 
man mano che si prosegue con la rappresentazione dello stesso; una descrizione di
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questo tipo porta chi ascolta ad una sorta di navigazione virtuale dell'ambiente dal suo 
interno, proprio come fanno i comuni navigatori delle nostre auto. Quando invece un 
ambiente viene descritto con una prospettiva survey i verbi vengono coniugati alla terza 
persona singolare (dato che i landmark vengono localizzati gli uni rispetto agli altri), 
l'orientamento dell'osservatore non cambia rispetto all'ambiente e le relazioni tra i 
landmark sono espresse in riferimento ai punti cardinali (ad est di.., a nord del....); una 
descrizione survey dà al soggetto un'idea dell'ambiente visto dall'alto, come quando 
leggiamo una cartina topografica, dando una visione d'insieme dell'ambiente. 
I soggetti che riferiscono di avere una rappresentazione survey hanno solitamente anche 
una buona conoscenza  dei percorsi e dei landmark, ma tendono a non usarli, preferendo 
fare riferimento a coordinate esterne, al punto di ritenere non sufficiente sapere l'esatta 
collocazione dei luoghi circostanti ma ritenendo necessario inserirli in un contesto 
geografico allargato (Pazzaglia et al, 2008). 
Gli studi presenti in letteratura mostrano come una preferenza per lo stile survey 
permetta una maggiore indipendenza dalla descrizione dell'ambiente appresa nella 
rappresentazione mentale; va comunque sottolineato che in alcuni particolari ambienti 
l'uso della rappresentazione survey può non essere vantaggiosa, come ad esempio nella 
navigazione all'interno di percorsi molto tortuosi, come le vie della città di Venezia. 
Un punto discusso in letteratura riguarda quanto la prospettiva con cui si apprende un 
ambiente sia mantenuta nella rappresentazione spaziale; in alcuni casi, la 
rappresentazione mentale dello spazio si è dimostrata essere dipendente dalla 
prospettiva appresa (Bosco, Filomena, Sardone, Scalisi, e Longoni, 1996; Pazzaglia, 
Cornoldi e Longoni, 1994; Perrig e Kintsch, 1985) ma in altri no (Taylor e Tversky, 
1992). 
Gli studi di Perrig e Kintscht (1985) e di Taylor e Tversky (1992) sono tradizionalmente 
confrontati per i loro risultati divergenti. 
Lo studio di Perrig e Kintsch (1985) prevedeva che i soggetti, dopo aver letto delle 
descrizioni di ambienti in prospettiva route e survey, rispondessero a delle domande 
inferenziali e parafrasate; i risultati hanno mostrato che le prestazioni delle persone sono 
modulate dalla prospettiva e dal sesso di chi legge: le femmine avevano prestazioni 
migliori con le frasi espresse nella stessa prospettiva del testo letto rispetto a quelle 
espresse con una prospettiva diversa; gli uomini avevano migliori risultati con le frasi 
survey rispetto a quelle route. Questi risultati supportano l'assunzione che la prospettiva 
spaziale della descrizione di un ambiente modula le  rappresentazioni mentali.
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Al contrario, Taylor e Tversky (1992) trovarono che i partecipanti avevano lo stesso 
grado di accuratezza nelle risposte alle frasi inferenziali espresse in entrambe le 
prospettive spaziali, indipendentemente da quella usata nella fase di apprendimento del 
testo. In questo studio quindi emerge l'idea che le informazioni spaziali siano 
incorporate in una rappresentazione mentale globale che può essere ispezionata o 
visualizzata da molte differenti prospettive. 
Al momento, comunque, i risultati che supportano l'indipendenza delle prospettive non 
sono stati ancora pienamente avvalorati. 
Che le rappresentazioni mentali siano o no indipendenti, è stato dimostrato che variano 
in funzione di vari fattori come il tempo di lettura (Bosco et al, 1996; Brunyè e Taylor, 
2008a), cambiamento di prospettiva nella descrizione (Lee e Tversky, 2005), obiettivi 
(Taylor, Naylor e Chechile, 1999), le istruzioni (Noordzij, Van der Lubbe e Postma, 
2005, 2006) ed il tipo di testo (Chabanne, Pèruch, Denis e Thinus-Blanc, 2004; 
Noordzij e Postma, 2005Noordzij, Zuidhoek e Postma, 2006; Shelton e McNamara, 
2004). 
Recenti studi hanno mostrato che  l'elaborazione di due tipi di testi spaziali è sostenuta 
dalla memoria di lavoro visuo-spaziale, ma le descrizioni route coinvolgono 
maggiormente i processi di sequenza spaziale della memoria di lavoro (Brunyè e 
Taylor, 2008b; Deyzac, Logie e Denis, 2006; Pazzaglia, Meneghetti, De Beni e 
Gyselinck, 2010). 
Un aspetto molto importante nella regolazione della rappresentazione mentale dello 
spazio in funzione della prospettiva è quello delle differenze individuali; ad esempio, 
come detto sopra, Perrig e Kintsch (1985) trovarono che il genere influenza il tipo di 
rappresentazione mentale costruita ( le femmine sono più dipendenti dalla prospettiva). 
Le differenze individuali nelle abilità spaziali sono rilevanti anche in questo campo e 
influenzano la costruzione delle rappresentazioni mentali derivate da descrizioni 
spaziali. Studi recenti (Bosco et al., 1996; Pazzaglia, 2008) hanno messo a confronto 
soggetti con alta e bassa abilità spaziale in una prova di memorizzazione di testi che 
riportavano descrizioni di tipo survey: i risultati hanno mostrato una prestazione 
significativamente migliore nei soggetti con alte abilità spaziali; studi effettuati sui testi 
route non hanno invece evidenziato differenze significative nelle prestazioni 
(Meneghetti, Gyselinck, Pazzaglia e De Beni, 2009). 
Altri studi focalizzati sulle differenze individuali nella memoria di lavoro visuo-spaziale 
hanno trovato che individui con alte abilità nello span spaziale hanno migliori ricordi su