Socialità e luoghi di aggregazione in un contesto urbano: lo studio di caso del rione Testaccio a Roma
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12 "...circoli ed associazioni amichevoli o di altro genere, fondate sulla congenialità, che possono dare origine ad una intimità reale". 1 Un importante contributo sociologico al problema dell'interazione degli individui in gruppi, si deve ad Emile Durkheim che ne De la division du travail social 2 trova nel gruppo il trade d'union tra individuo e collettività. Per chiarire la funzione dell'idea durkheneimiana di gruppo , è necessario analizzare i due tipi di solidarietà che Durkheim ha delineato, e che spesso sono state viste in antitesi mentre, il proposito dell'autore, era quello si trovare una continuità e una possibile interazione fra esse. La crescente divisione del lavoro, scrive Durkheim, non crea una solidarietà di tipo diverso, ma soltanto una progressiva trasformazione della solidarietà originaria; la solidarietà meccanica, lega l'individuo alla società senza nessun intermediario, nella solidarietà organica l'individuo dipende dalla società in quanto dipende dalle parti di cui essa è composta. Secondo Durkheim dunque, in ogni uomo esisterebbero due distinte coscienze: una che è comune al gruppo e che rappresenta la società vivente ed agente dentro di noi, l'altra che rappresenta ciò che in noi è personale e distinto, e che quindi ci rende individui. Le società arcaiche, i clan, le tribù sono caratterizzate da un tipo di solidarietà di tipo meccanico in quanto il processo stesso di socializzazione dell'individuo, si trova immerso in un sistema socializzante che non possiede delle disomogeneità di vedute al suo interno nei confronti di un sistema valoriale, ma si svolge lungo un continuum spazio-temporale, determinato: particolarmente forte in queste organizzazioni sociali, è il grado di coscienza collettiva, al punto che l'individuo deviante che infrange le norme stabilite dal gruppo, ne viene immediatamente allontanato. Le società moderne , secondo l'autore, sono invece caratterizzate da una forte differenziazione sociale che emerge direttamente dalla divisione sociale del lavoro; questa divisione, finisce per destrutturare la coscienza collettiva alla quale si sostituiscono ampi margini di autonomia individuale. Questo processo porta la società intera, verso uno stato di anomia ovverosia al disconoscimento di regole, norme e valori comuni. Soltanto il gruppo, per Durkheim, possiede una natura "morale" in quanto esprime e traduce la supremazia normativa della società sugli individui. Il gruppo è in grado di opporsi all'anomia perché la vita di gruppo dà luogo ad una "...comunità di idee, di sentimenti e di interessi" particolarmente stretta. Questi caratteri un tempo erano presenti quasi esclusivamente nella famiglia, ma con l'avvento della società moderna, per rispondere ai problemi posti dalla differenziazione, dovranno ritrovarsi nei gruppi secondari. Secondo Durkheim dunque soltanto il gruppo può evitare la disgregazione sociale perché "...un gruppo non è soltanto una autorità morale che regna sulla vita dei suoi membri; è anche una fonte di vita sui generis e da esso deriva un calore che riscalda l'anima e i cuori, che li apre alla simpatia, che fa fondere gli egoismi". 3 Per superare lo stato di anomia, diventa quindi fondamentale costruire un intreccio costante di rapporti sociali che si pongano come alternativa alla disgregazione della socialità. 1 Ch.H.Cooley, op.cit. pag.25. 2 E.Durkheim, De la division du travail social, Parigi, Alcan, 1893 trad.it. La divisione del lavoro sociale,ed.Comunità, Milano,1971 introd. di A.Pizzorno 3 E.Durkheim, op.cit. pag.33.
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Informazioni tesi
Autore: | Irene Ranaldi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Renato Cavallaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 235 |
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