Studio geo-giacimentoloqico delle m1neralizzazi~ a eolfuri 
~ll'area tra Bellano e Dervio e dell'Alta ValSaS81na. 
1 . RIASSUNTO 
Lo ~copo della teSl. é la caratterizzazione geologico-strutturale 8 meta.llog80l.ca del 
basamento cristall~no 3udalp~no, affiorante sulla sponda orientale del Lago ~ Como 
nell'area tra Bellano e Dervio e, a t, nell'Alta Valsassina. 
~ li tol09ie affioranti nell' area rilevata. da S verso N, sono: la copertura sediflentaria 
pertro-tdassica, gli Gnai!'!s Chiari, gli Gn":l1ss di l'brbegno (qui rappresentati dagli 
Gneiss della Zona del Honte MUggio ) , pas!'!anti a N agli Scisti dei Laghi (costituiti dai 
Mica,ci,tl. della ZOna oervio-olgiasca) mediante la Linea della Val Grande. La copertura 
slhlimelltaria ~ rcl.ppi:esentata dd,l V~rrucano wrrbardo (conglomerato con intt'lI:calazioni di 
arenarie e siltiti) e dal Servino (arenarie e siltiti, con intorcalazioni carbonatiche). 
Gli Gnei.,~ Chiari sono costituiti da rneta1OOrfit~ ortoderivate con quarzo, microclJ.no, 
.albitQ 9 rnusconte. Dal punto di vista petrografico le litologie affioranti nella ZOn .. 
del Monte Muggio e nella ZOna Dervio-olql.asca sono caratterizzate da un metaIOClrri:mo di 
medio grado a maggior regi~ Darico nella pri~a (data la presenza di Kya ) e ndnore nella 
seconda. Entrant>e le zone hanno subito una re'trocessione in facies scisti verdi. Le 
litoloqic presenti nella Zona del K:>nte Huggio sono micascisti ~ paragn~iss (spesso 
grafitici e carbonatici), con rare intarc.lazioni anfibolitiche, mentre nella porzione di 
Zona Dervio-olgia~ca prevalgono i micascistl, l.n parte tillonitl.ci e fortemente 
retrocess~, con quarzi ti e antiboliti. 
Da un punto di vista geologico-struttW::ale sono state individuate almeno tre fasi 
deformative di tipo duttile nelle metamorfiti del ba3aNento. L'area é stata suddivisa in 
sei dominii , t.enendo conto dE'llle carattE'ristiche tettonicht> e dei CClntrasti di conpetenza 
tra le diverse litoloqie (micascisti-paragneiss e. ortogneusl e, mediante proiezioni 
~tereograt~che, sono stati rappresentati e riconosciuti i ~trendN delle f oliazioni 51, 52 
e 53. I risultati ottenuti hanno permesso d.l individuare, sia nella Zona del Monte Muggio 
che nella ZOna Dervio-olgiasca, una notevole di!!lpersione dei da'ti attnbuibili alla 51, 
un andamento circa E-W con pieghe strette a piano a.5:liale verticale per la 52 e una 
debole im:oorsione verso N-NE per la S3. Inoltre !!Iono state riconosciute rocce di taglia 
di diverso tipo, attribuibili ai IOOvimenti me.!lozoici di estensione lungo la Linea della 
Val Grande (prosecuzione orientale della Faglia normale di Lugano) i la dit!u!!Ia iq>ronta 
catacl3.$tic.l .l S dl tale line3. nella Zona del l't:lnte Muggio è dovuta alla 
'Ierticaliz'Zazione della faglia, in età Alpina. più a S è :stata ricono!5ciut.a la Linea 
<koblca, !5ovrascorrimento alpino degli Gnei!5., ChiaL·i sul Servino piegato alla sommità 
dell' Anticlinale Orobica con la sua tQrminazione occidentale in Val HUqg~a~ca, 
all'interno di una zona transpressiva caratter1zzata da contatti stratiqratici tra 
Verrucano Lombardo e Gne~ss Chiari e da un serrato pieg~nto. 
Dal punto di vi3ta lletallogenico i dati della letteraturE! sulla di:rtdbuzione del Fe noI 
Conplesso metamortico sudalpino a W della Linea delle Giudic.arie, sotto forma di 
minèrali:%.i.zioni a sidQrita, siderite-+solfuri, oS.!Iidi di ferro(+!'!ideritel, affertnOllno sia 
il loro carattere pre-metamorfico stratitorme sia la loro pi~ diffusa espressione 
discordante ln vene e filoni. Le mineralizzazioni a solfuri della Zona del Monte Muggio 
sono !lia .,tratiformi (Pagnona, in parte CaJIr'lggiore) che sotto forma di filoni 
(Camagqiore, A.Grasso). In particolare sono .,tate studiate dal punto di vi.,ta 
mineroqratioo e ~croanalitico l e mineralizzazioni di: Pagnona, Camaggiore Et A.Grasso. A 
Pagnona il corpo mnerario anchentico è rappresentato da una lente strati f'Ortne , 
concordante con la toliazione delle metamortiti inca.5santi, contenente una paragene~i a 
fe-As-CU (Co-Pb-Zn) OOD~istente di ar.!lenopirite (talora cobaltiCera), pirite (localmente 
arsenicale) I calcopirite, siderite (ancherite) I olanda, galena, marcasite e pirrotina. 
Anche a Camaggiore il corpo minerario è di tipo stratl.torme, da cui si dipartono vane 
discordantl. nella roccia incassantft. avente paragen&si a fe-Sb-Cu (Pb-As-Co) e 
consistente dl. berthierite, ant1Toonite, pirite, calcopirite, jamesonite, !lideeite 
(anCherite) , antimonio nativo, tetraedrite. arsenopirite, glaucodoto, kermesite, qoethite 
e covellina. Le tracce di 5b risçontcate nel glaucodoto, associato alla berhierite a 
camaggiore, evidenziano variazioni compo.5izionali intracristalline forrnate!'!i a caU.!Ia 
della ricristallizzazione sin- çinematica durante la rnilonitiz:u.:zionQ in corrispondenza 
della Linea della Val Grande. All'A. Grasso l~ paraqenesi monoffi1neralica d Hg è 
oostituita. da cinabro, sot.to {orma di Ì1TprQ9naziolJe degli Gnei.,s Chiari. 1& 
~neralizzazioni di Pagnona e camaggl.ore, insieme a quelle della Val cavargna, del 
Malcantone e di Val Cresta (Viconago-VA), individuano, all'interno della grande Provincia 
M etallogenica ferrifera della Lombardia centrale, un' area ben deliruta.ta nel C01Tple.5so 
metamorfico Sudalpino ~pecializzat. in Sb-As (CO) .
Il rilevamento geologico è stato eseguito in collaborazione 
con Raffaella Ascagni~ la cui tesi di laurea comprende le comuni 
osservazioni geologiche di campagna e l'inquadramento geologico 
dell'area rilevata che in questa tesi approfondiro avvalendomi 
dell'importante lavoro già svolto dalla mia collega. 
2.1 UbieazioDe ~ll'ar.a 
L'area in studio (fig. 2.1) si trova sulla sponda orientale del 
Lago di Como, nel settore centro-occidentale delle Prealpi 
Lombarde. Essa è limitata a S dalla Strade!! Provinciale che collega 
Bellano a Taceno, a E dal Cimone di Margno e a N dalla sinistra 
orografica del torrente Varrone. Il limite occidentale è 
costituito dal Lago di Como. 
2.2 Gli .uto~l precede nti 
Dopo i primi studi riguard.3.nti 11 riconoscimento delle 
pIincipali unità (soprattutto la suddivisione tra Cristallino e 
Bedimentario: carta di Spreafico, Negri & A. Stoppani-1876; T. 
Taramelli-1880; A. Stella-1894) e l'inquadramento geologico 
regionale 
Chiavenna 
dell'area 
e Foglio 
(G. Merla 1935; S. Catalisano-1936; Foglio 
Como della Carta Geologica d'Italia-1941 e 
1937), le successive ricerche hanno seguito due tendenze separate:
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fig. 2.1 Localizzazione geografica dell'area di t~~i
la definizione delle strutture presenti in Val Muggiasca e 
l'approfondimento delle conoscenze sul Basamento Cristallino 
Sudalpino. Importante risulta per la geologia del l 'area anche il 
contributo degli autori stranieri, soprattutto svizzeri ed 
olandesi, che verranno via via citati. 
Il primo argomento è stato oggetto di studio da parte di A. 
Merla (1923), che ha dato una sua interpretazione sulla Val 
Muggiasca, e di W.L. Buning (1932) che ha cartografato l'area tra 
la Val Muggiasca e la Val Biandino. Successivamente fu importante 
la redazione della carta in scala 1:50000 delle Alpi Bergamasche e 
Comasche a opera 
Koomans (1949), 
Gianotti (1968). 
l'interesse su 
degli olandesi L. U. De Sitter e C.M. De Sitter
nonchè l'apporto fornito dagli studi di R. 
Bisogna aspettare il 1979 perchè si ravvivi 
quest'area con l'elaborazione del modello 
strutturale proposto da M. Gaetani & R. Gianotti, nell 'ambito del 
Progetto Geodinamica del C.N.R. 
Nel 1981 per lo ~te~so progetto vengono realizzati i fogli 
Como (M. Gaetani & R. Gianotti) e Chiavenna (R. Gianotti & A. 
Montrasio). H.P. Laubscher (1985), Schornborn & Laubscher (1986) e 
R. Gianotti & 
interprer:azioni 
Muggiasca. 
A. Perotti (1986) hanno quindi fornito le ultime 
di carattere ~trutturale del 1 ' area della Val 
P<3~A quanto l:iguarda invece le 
cristallino, i primi approfondimenti 
conoscenze sul basamento 
sono derivati da A. Merla 
(1935) eS. Catalisano (1936). Successivamente lo svizzero M.R. El 
Tahlawi (1965) eseguì in questa zona la sua tesi di laurea, 
rilevando la zona tra Bellano e Colico ed individuando le quattro 
unità strutturali che saranno più volte citate. Un altro svizzero, 
M.W. Fumasoli (1974), si occupò anche se solo marginalmente 
dell'area nel suo lavoro. 
Nel 1979 A. Bori ani & A. Colombo eseguirono importanti studi 
sulla petrografia degli Gneiss Chiari. R. Bocchio (1980), R. 
Crespi (1980 e 1981), A. Mottana (1985 e 1990) si occuparono della 
petrologia metamorfica e della geocronologia delle metamorfiti di 
questo settore del Complesso Sudalpino. 
2
Recencemente G. 8ertotti (1991) ha condotto un importante 
studio in cui ha cercato di collegare le evidenze geologico strutturali della regione compre3a tra il Lario ed il Lago di 
Lugano all'evoluzione geologica, con particolare riguardo agli 
eventi mesozoici ed alpini. A questo lavoro ci si riferirà spesso 
nel capitolo riguardante la geologia strutturale dell'area, 
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:r::Lq. 3,1 Quadro generale del DoMinio sudalpino con j più importanti line~nti 
tettonici (do! D. Dernoulli , al., 1991)