Una voce fuori dal coro: Avvenire, il quotidiano dei cattolici italiani
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11 I.2.1. Il Concilio Vaticano II La grande riflessione che ha coinvolto la Chiesa negli anni dal 1962 al 1965, il Concilio Vaticano II, ha preso in seria considerazione gli strumenti della comunicazione sociale come la stampa, il cinema, la radio e la televisione destinati a raggiungere e ad influenzare non solo i singoli individui ma, per la loro stessa natura, moltitudini di persone, e l’intera società; essi possono chiamarsi con ragione: strumenti della comunicazione sociale 13 . Secondo il documento Inter Mirifica, datato 4 dicembre 1963 e quindi uno dei primi editi dal Concilio, gli strumenti della comunicazione sociale non solo diffondono con rapidità notizie, ma si pongono come decisivi per la formazione dell’opinione pubblica e del costume 14 . In breve tempo i mezzi di comunicazione sono diventati i veicoli di una nuova cultura, la cultura di massa la quale è in grado di raggiungere sempre più persone offrendo loro una pluralità di messaggi e proponendo nuovi modelli di comportamento 15 . Il documento conciliare pone come fondamentale il diritto all’informazione laddove afferma che c’è nella società umana il diritto all’informazione su quanto, secondo le rispettive condizioni, si addice alle persone così singole come associate. Tuttavia il retto esercizio di questo diritto richiede che la comunicazione, nel suo contenuto, risponda sempre a verità e nel rispetto della giustizia e della carità sia integra 16 . Il decreto, che unito ad un discorso del neoeletto Paolo VI chiude la seconda sessione del Concilio, pone in luce quale debba essere la funzione dell’opinione pubblica e di una stampa che si auspica cattolica. Allo scopo poi di formare a un genuino spirito cristiano i lettori, si crei e si diffonda una stampa specificamente cattolica, tale cioè che – dipenda essa, o sia promossa, direttamente dall’autorità ecclesiastica, oppure personalmente da cattolici – venga esplicitamente redatta e pubblicata per formare, rafforzare e promuovere opinioni pubbliche rispettose della legge naturale, della morale cattolica e per far conoscere nella giusta luce fatti e cose che riguardano la Chiesa; mentre ai fedeli sia richiamata l’esigenza di leggere e di far conoscere la stampa cattolica per abituarsi a giudicare cristianamente di ogni avvenimento 17 . Con questo documento, che troverà compimento nell’istruzione pastorale Communio et Progressio del 23 maggio 1971, la Chiesa indica un nuovo modo di fare giornalismo. Pian piano si sta cercando di uscire dagli schemi di eccessiva cautela nei confronti dell’autorità ecclesiastica e di affrontare gli eventi in modo diretto e sempre più responsabile 18 . 13 Concilio Vaticano II, Decreto su Gli strumenti della comunicazione sociale - Inter mirifica del 4 dicembre 1963 in Tutti i documenti del Concilio, Milano, Massimo, 1996, p. 484. 14 ANGELO MAJO, La stampa cattolica in Italia, cit. 15 Ibidem. 16 Concilio Vaticano II, Decreto su […], cit. p. 487. 17 Ibidem p.491. 18 ANGELO MAJO, La stampa cattolica in Italia, cit.
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Informazioni tesi
Autore: | Pierachille Dolfini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1997-98 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'Educazione |
Relatore: | Giuseppe Farinelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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