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La performance degli atleti delle Arti Marziali: aspetti cognitivi, emotivi e motivazionali

Lo scopo di questo lavoro è stato quello di analizzare la performance degli atleti delle Arti Marziali attraverso gli aspetti cognitivi, emotivi e motivazionali. Nella prima parte, molto narrativa, mi sono soffermato nel descrivere "cosa sono" le Arti Marziali, da dove traggono le loro origini, sulla loro diffusione e, quindi, sul loro impatto sociale sulle persone.Un excursus doveroso per riuscire ad entrare in sintonia con ciò che le contraddistingue, ovvero sull'aspetto spirituale-filosofico che, oltre a renderle uniche, le differenzia dagli sport di combattimento e da tutte le altre attività prettamente sportive.Nel secondo capitolo, invece, ho cercato - attraverso l'analisi di studi scientifici eseguiti sull'argomento - di illustrare quali sono i complessi aspetti cognitivi che entrano in gioco durante la competizione e in quale modo i marzialisti riescano ad incrementarli attraverso specifiche metodologie di allenamento.Ho cercato di analizzare quanto le competenze percettivo-cognitive siano importanti negli sport da combattimento, soprattutto per quanto attiene ai tempi di reazione, fondamentali visto la rapidità di movimento richiesta e per poter fornire risposte rapide adeguate.Altresì importante è stata l'analisi riguardante la valutazione della ricerca visiva, che richiede incredibili processi di elaborazione mentale relativamente alla percezione del movimento dell'avversario, quindi capire dove l'attacco potrebbe essere diretto che porta successivamente a prendere una decisione sulla risposta ottimale e quindi eseguire la mossa difensiva. Le strategie di combattimento, la distanza dall'avversario, analizzate nei vari studi sono risultate assolutamente importanti, poiché incidono sensibilmente sulla qualità delle informazioni relative all'attacco e che aumentano man mano che l'attacco progredisce e la distanza si riduce dall'avversario.
Ho cercato di illustrare, altresì, come altri studi compiuti hanno dimostrato correlati cerebrali di "efficienza neurale" negli atleti di Karate, il cui cervello può essere considerato un modello di adattamento legato alla plasticità neurale e di come sia stato individuato un aumento di connettività funzionale tra le aree uditiva e motoria, probabilmente riflettendo un accoppiamento cross-modale a causa della continua esposizione a segnali uditivi interni o esterni, ponendo questo canale sensoriale come possibile bersaglio per nuove strategie di allenamento.Questo, perché al di là degli stimoli visivi, gli spunti uditivi esterni o interni svolgono un ruolo importante nel guidare le prestazioni motorie del karateka ed è un altro punto interessante, oggetto di studio e ricerca. Riguardo le abilità cognitive, altro interessante argomento riguarda lo studio di W.M. Djatschkow su "Il controllo e l'ottimizzazione del processo di formazione", dal quale, analizzando i fattori generali della prestazione, ha classificato di fondamentale importanza gli aspetti neuropsichici, cioè l'attività del cervello, e del sistema nervoso, che caratterizzano i vari tipi di azioni inserite e considerate nel loro contesto.Infine, ho trattato la struttura dell'atto motorio, in risposta ad uno stimolo, che comporterà l'attivazione del sistema sensoriale che andrà a ricercare nella memoria un'analogia con altri stimoli simili, al fine di attivare un meccanismo decisionale che, a sua volta, attiverà ad un sistema di risposta e, quindi, al movimento.Nel terzo capitolo, ho illustrato gli aspetti emotivo-motivazionali che spingono i marzialisti a superare difficoltà sempre maggiori allo scopo di raggiungere risultati di perfezione agonistica, ma soprattutto volti a gestire positivamente gli stati d'ansia e quindi migliorare la gestione delle proprie emozioni ed il carattere, ovvero, migliorare la performance. Ho altresì cercato di spiegare l'importanza del "Maestro" come faro motivatore per i suoi allievi e di quanto lo stress possa essere considerato la risposta "strategica" dell'organismo nell'adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che psicologica, cui venga a esso sottoposto.La gestione, quindi, dello stress attraverso la respirazione e la postura, al fine di raggiungere un ottimo coordinamento corporeo che permetterà al marzialista di essere in grado di predisporre risposte corporali adeguate in relazione ai più svariati contesti ai quali potrà venire coinvolto.Le emozioni come una risorsa per comprendere sé stesso e l'altro e per il fondamento dell'azione consapevole e l'Intelligenza Emotiva, attraverso l'analisi di vari studi di Goleman, Mayer, Salovey e Caruso.L'importanza dell'arousal nell'elaborazione delle emozioni e di come cognizione, affetto e comportamento sottovalutino quelle aree della personalità quali le rappresentazioni del sé, motivazione e processi di autocontrollo.

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PREFAZIONE Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare la performance degli atleti delle Arti Marziali attraverso gli aspetti cognitivi, emotivi e motivazionali. Nella prima parte mi soffermerò nel descrivere “cosa sono” le Arti Marziali, da dove traggono le loro origini, sulla loro diffusione e, quindi, sul loro impatto sociale sulle persone. Un excursus doveroso per riuscire ad entrare in sintonia con ciò che le contraddistingue, ovvero sull’aspetto spirituale-filosofico che, oltre a renderle uniche, le differenzia dagli sport di combattimento e da tutte le altre attività prettamente sportive. Nel secondo capitolo, cercherò -attraverso l’analisi di studi scientifici eseguiti sull’argomento- di illustrare quali sono i complessi aspetti cognitivi che entrano in gioco durante la competizione e in quale modo i marzialisti riescano ad incrementarli attraverso specifiche metodologie di allenamento. Quanto le competenze percettivo-cognitive siano importanti negli sport da combattimento, soprattutto per quanto attiene ai tempi di reazione, fondamentali visto la rapidità di movimento richiesta e per poter fornire risposte rapide adeguate. Altresì importante la valutazione della ricerca visiva, che richiede incredibili processi di elaborazione mentale relativamente alla percezione del movimento dell’avversario, quindi capire dove l’attacco potrebbe essere diretto che porta successivamente a prendere una decisione sulla risposta ottimale e quindi eseguire la mossa difensiva. Le strategie di combattimento, la distanza dall’avversario, verranno analizzate e risulteranno assolutamente importanti, poiché questo inciderà sensibilmente sulla qualità delle informazioni relative all’attacco e che aumentano man mano che l’attacco progredisce e la distanza si riduce dall’avversario. Verrà illustrato altresì come altri studi compiuti hanno dimostrato correlati cerebrali di "efficienza neurale" negli atleti di Karate, il cui cervello può essere considerato un modello di adattamento legato alla plasticità neurale e di come sia stato individuato un aumento di connettività funzionale tra le aree uditiva e motoria, probabilmente riflettendo un accoppiamento cross-modale a causa della continua esposizione a segnali uditivi

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Gazzotto
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Manuela Cantoia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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Parole chiave

performance
sport
motivazione
aspetti cognitivi
arti marziali
emotività

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