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Disabilità nel medioevo: tra discriminazioni e falsi miti

L'immagine degli infermi ha assunto, nel corso del Medioevo, sfumature via via più diverse. Nonostante ciò, la figura del menomato come povero è rimasta invariata: chi nasceva, o diventava successivamente, menomato riscontrava difficoltà nell' esercitare un mestiere e pertanto, non potendo contribuire alla società e autosostentarsi, era costretto alla povertà. Per tali motivi, le donne e gli uomini di un tempo si rivolgevano ai santi o ai sovrani – i quali prendono il posto dei medici veri e propri -, ottenendo, tramite l'uso dei miracoli, la guarigione da malattie che sembravano incurabili altrimenti. Se il corpo menomato suscitava compassione, il corpo affetto dalla lepra suscitava disprezzo e orrore: la lepra non fu considerata solo una malattia del corpo, ma anche dell'anima e di conseguenza, i lebbrosi, considerati peccatori, vennero allontanati dalla società.

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3 INTRODUZIONE Il presente lavoro è il risultato di attente analisi sul vissuto e sui comportamenti che gli uomini e le donne con menomazioni, fisiche e psichiche, hanno avuto nel corso dell’Alto e del Basso Medioevo. Una ricerca su come veniva vissuta la malattia, quali sono state le sofferenze di coloro i quali hanno avuto difficoltà a vivere la vita e, in particolar modo, in che modo la malattia ha influenzato le loro vite. Si indaga altresì sulla concezione del corpo, fondamentale in questo senso in quanto è proprio nel corpo la sede dove le malattie si manifestano ed è sempre il corpo a decidere in che posto collocare l’uomo nella società. Di conseguenza, si indaga il processo di inclusione, e quindi anche di marginalità, che le persone con menomazioni hanno subito nel corso dei lunghi secoli medievali. Il motivo che mi ha spinto nella scelta di questo campo d’indagine è stato quello di voler approfondire come, nel corso dei secoli, si è evoluta la concezione del corpo e della malattia. Si parla di ‘falsi miti’ per risaltare quanto l’immagine della disabilità si sia evoluta nel corso dei secoli, divenendo sempre più nitida. L’elaborato è suddiviso in 3 capitoli. Il primo capitolo è un’attenta analisi sul posto che i malati hanno occupato nella società medievale, quali sono stati i motivi della loro esclusione e sul modo in cui le deformità del loro corpo hanno influito nel loro vivere. Il secondo capitolo inizia con viaggio nelle agiografie altomedievali, ed in particolar modo nelle agiografie di Gregorio di Tours e Sulspicio Severo, ed è volto ad indagare quali sono state le credenze che accomunavano gli uomini e le donne nell’età di mezzo. Si pone l’obiettivo, altresì, di levare quel velo che tanto oscura questo periodo, evidenziando le ricerche fatte in campo medico da uomini e donne tra l’Alto e il Basso Medioevo. Il terzo capitolo, infine, è volto a far sentire le voci di coloro che hanno vissuto e sofferto i falsi miti presenti nel periodo qui indagato. E’ un insieme di testimonianze, sia positive che negative, appartenenti a coloro che hanno vissuto in prima persona tra il Basso e il Tardo Medioevo.

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Informazioni tesi

  Autore: Serena Rita Vitale
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Emanuele Piazza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

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