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Il ruolo del care-giver in salute mentale

Introduzione: il care-giver, per definizione, è la persona che si occupa dell'assistenza e della cura di coloro che non sono più in grado di provvedere a sé stessi in autonomia. Nel pensiero comune il care-giver è un familiare, ma ciò non è detto, in quanto può esserlo anche una persona esterna alla famiglia. Proprio per la sua specificità il care-giver riveste un ruolo faticoso soprattutto a livello emotivo che può arrivare anche a livelli di stress elevati. L'obiettivo è quello di dettagliare al meglio il ruolo che svolge il care-giver in salute mentale e di rilevare il livello di stress percepito svolgendo e portando avanti questo importante impegno.

Materiali e metodi: somministrazione dello Zarit Burden Interview a un campione di 20 care-givers che partecipavano ai gruppi di auto-mutuo-aiuto presso le sedi ASL di Fossano e Savigliano. L'indagine si è svolta tramite e-mail e colloqui telefonici nei mesi di febbraio e marzo 2021. Parallelamente è stata fatta anche una ricerca bibliografica consultando le banche dati, da cui sono stati presi in considerazione 4 articoli. Le parole chiave utilizzate sono: "Care-giver", "Mental Illness", "Mental Health", "Burden", "Education", "Quality of life", "Self-help groups", che sono state combinate con gli operatori booleani "AND" e "OR". I criteri di inclusione utilizzati sono: linee guida, revisioni sistematiche, RCT e studi rivolti alla popolazione adulta (18-70anni); mentre, i criteri di esclusione riguardano: popolazione pediatrica, pazienti con trauma cranico, pazienti con Alzheimer.

Risultati: Ai questionari hanno risposto 13 persone: 9 femmine e 4 maschi. Dai risultati riscontrati si può notare che il 69% dei care-givers non percepisce sovraccarico, mentre il 31% percepisce sovraccarico lieve.
Risultati riportati dalla ricerca in letteratura, invece, permettono di comprendere che: i care-giver spesso sono stressati dalla relazione di cura con la persona malata, ma la partecipazione ai gruppi di auto mutuo aiuto in presenza può essere uno strumento favorevole per gestire il burden. Analisi e discussione:l'obiettivo era quello di individuare il carico di stress percepito dai care-givers e la loro esperienza, in modo da poter avanzare delle strategie di supporto al fine di migliorarne la qualità di vita. A causa della pandemia da Covid-19 e dalle limitazioni imposte dal Governo è stato impossibile incontrare di persona i care-givers; così si è pensato di somministrare i questionari tramite e-mail e telefonicamente, ma, alcune persone non sono state in grado di rispondere per via telematica poiché non in grado di utilizzare la tecnologia, mentre altri non hanno voluto rispondere per motivi personali. Insieme alla rilevazione del livello di burden, ci si è proposti di indagare su eventuali caratteristiche del care-giver che potessero influenzare il burden percepito. Dai risultati riscontrati con la somministrazione dei questionari si può notare che: il 73% del campione ha risposto variabilmente assegnando un punteggio da 0 a 2 (mai/a volte). In generale solo il 29% del campione a volte si sente lievemente sovraccaricato essendo "2" la risposta più frequente. Le persone di sesso maschile hanno dato risposte piuttosto contrastanti: il 28% ha risposto che percepisce spesso il sovraccarico, mentre il 35% mai; il sesso femminile, invece, ha dato una gradazione più variabile di risposte.
Analizzando i risultati ottenuti dalla letteratura, si può dedurre che molti care-givers hanno avuto molte difficoltà. La partecipazione ai gruppi di auto mutuo aiuto in presenza può essere uno strumento favorevole alla gestione dello stress rispetto alla partecipazione online. I figli generalmente fanno molta più fatica a prendersi cura dei genitori che non viceversa. Questi ultimi hanno bisogno di un'informazione più precisa; il semplice accesso alle informazioni mediche non mediato da personale che integri quanto appreso non è sufficiente per sostenere la situazione familiare. L'esperienza di care-giving nelle persone giovani può aiutare a crescere personalmente; d'altro canto, risulta essere importante l'educazione, la preparazione e l'esperienza del care-giver per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.

Conclusioni: Il care-giver ha un grande carico sul piano psicologico, in cui i vissuti più frequenti, sono: la solitudine, l'incertezza sul futuro, le conseguenze emotive del contatto costante con la persona malata.
Un aumento del burden del care-giver può portare a conseguenze negative sulla qualità di vita di chi assiste e di rimando sulla qualità dell'assistenza erogata.
È emerso sia dagli studi che dalla somministrazione dei questionari che la partecipazione ai gruppi di auto mutuo aiuto (AMA) può essere uno strumento efficace per dare una risposta al burden dei care-givers.

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2 IL RUOLO DEL CARE GIVER IN SALUTE MENTALE ABSTRACT: Introduzione: il care-giver, per definizione, è la persona che si occupa dell’assistenza e della cura di coloro che non sono più in grado di provvedere a sé stessi in autonomia. Nel pensiero comune il care-giver è un familiare, ma ciò non è detto, in quanto può esserlo anche una persona esterna alla famiglia (es. operatori socio sanitari, badanti, volontari). Proprio per la sua specificità il care-giver riveste un ruolo faticoso soprattutto a livello emotivo che può arrivare anche a livelli di stress elevati. L’obiettivo di questo lavoro è quello di dettagliare al meglio il ruolo che svolge il care- giver in salute mentale e di rilevare il livello di stress percepito svolgendo e portando avanti questo importante impegno. Materiali e metodi: il seguente lavoro è stato eseguito tramite la somministrazione dello strumento di indagine: lo Zarit Burden Interview a un campione di 20 care-givers che partecipavano ai gruppi di auto-mutuo-aiuto presso le sedi ASL di Fossano e Savigliano. L’indagine si è svolta tramite e-mail e colloqui telefonici (a causa dell’impossibilità di incontrarsi di persona per la pandemia da Covid 19) nei mesi di febbraio e marzo 2021. Parallelamente è stata fatta anche una ricerca bibliografica consultando le banche dati, da cui sono stati presi in considerazione 4 articoli. Le parole chiave utilizzate sono: “Care-giver”, “Mental Illness”, “Mental Health”, “Burden”, “Education”, “Quality of life”, “Self-help groups”, che sono state combinate con gli operatori booleani “AND” e “OR”. I criteri di inclusione utilizzati sono: linee guida, revisioni sistematiche, RCT e studi rivolti alla popolazione adulta (18-70anni); mentre, i criteri di esclusione riguardano: popolazione pediatrica, pazienti con trauma cranico, pazienti con Alzheimer. Risultati: ai questionari hanno risposto 13 persone: 9 femmine e 4 maschi. Dai risultati riscontrati si può notare che il 69% dei care-givers non percepisce sovraccarico, mentre il 31% percepisce sovraccarico lieve. Il 28% delle persone di sesso maschile hanno risposto che percepiscono spesso il sovraccarico, mentre il 35% mai; le femmine, invece, hanno dato una gradazione più variabile di risposte; solamente il 32% percepisce un sovraccarico lieve. È possibile

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Chiara Martino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Infermieristiche
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Mariangela Civalleri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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